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ITALO SVEVO: 'LA COSCIENZA DI ZENO'
Italo Svevo
Italo Svevo, il cui vero nome fu Ector Schmitz, poiché di origini slave, nacque nel 1861 a Trieste. Si formò su studi commerciali ed ebbe una cultura bilingue: italiana e tedesca. I suoi scritti furono influenzati sia dalle o opere dei naturalisti francesi, sia dagli studi psicanalitici, con cui entrò in contatto attraverso un cugino che seguiva una cura presso un allievo di Freud. Centrale per la sua carriera artistica fu l'incontro con J.Joyce, che contribuì alla diffusione delle sue opere all'estero e con cui instaurò un forte legame di amicizia. Tra i personaggi più amati da I.Svevo ritroviamo la figura dell''inetto', un uomo il cui 'io' è sgretolato e che affida la propria vita al caso, essendo incapace di adattarsi alla realtà e alle convenzioni dettate dalla società. Ed è proprio su questo modello che viene costruito il personaggio di Zeno Cosini, ricco esponente della borghesia commerciale triestina e protagonista del romanzo 'La coscienza di Zeno'. L'opera è costruita come un'autobiografia aperta in cui il protagonista, su consiglio del Dottor S., lo psicanalista che sta curando il suo caso di nevrosi, scrive le tappe fondamentali della sua vita, al fine di poter guarire dalla sua 'malattia'. In conclusione del romanzo, il protagonista prende però coscienza dell'inutilità di tale cura, (pensiero tra l'altro che riprende la vera convinzione dell'autore),che non sortisce alcun effetto positivo né nei confronti del male del singolo né verso quello che affligge l'intera società.
da 'La coscienza di Zeno'
Prefazione
Io sono il dottore di cui in questa novella si parla talvolta con parole poco lusinghiere. Chi di psico-analisi s'intende, sa dove piazzare l'antipatia che il paziente mi dedica.
Di psico-analisi non parlerò perché qui entro se ne parla già a sufficienza.
Debbo scusarmi di aver indotto il mio paziente a scrivere la sua autobiografia; gli studiosi di psico-analisi arricceranno il naso a tanta novità. Ma egli era vecchio ed io sperai che in tale rievocazione il suo passato si rinverdisse, che l'autobiografia fosse un buon preludio alla psico-analisi. Oggi ancora la mia idea mi pare buona perché mi ha dato dei risultati insperati, che sarebbero stati maggiori se il malato sul più bello non si fosse sottratto alla cura truffandomi del frutto della mia lunga paziente analisi di queste memorie.
Le pubblico per vendetta e spero gli dispiaccia. Sappia però ch'io sono pronto di dividere con lui i lauti onorari che ricaverò da questa pubblicazione a patto egli riprenda la cura. Sembrava tanto curioso di se stesso! Se sapesse quante sorprese potrebbero risultargli dal commento delle tante verità e bugie ch'egli ha qui accumulate!
Dottor S.
MOTIVAZIONE
La scelta di trattare come argomento della tesina l'influenza degli studi psicanalitici di Freud sugli intellettuali del '900, è nata dall'interesse che è sorto in me durante tale corso di studi. Questo tema, che è stato ampiamente trattato da molte delle discipline affrontate in questi anni, ha da sempre suscitato la mia curiosità ed è attraverso le nozioni acquisite lungo questo percorso scolastico che ho potuto approfondirne la conoscenza. Nella creazione di questo scritto ho tentato di condensare tutti gli elementi acquisiti fino ad ora, esponendoli in modo tale da poter individuare un 'fil rouge' che li associasse logicamente, nonostante appartengano ad ambiti differenti.
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