Italo
Calvino: "Il Cavaliere inesistente"
Riassunto
:
Suor Teodora e'
intenta a scontare la sua penitenza affidatale dalla badessa , che consiste
nello scrivere un libro. Allora la monaca incomincia a narrare.
Tra i paladini di Carlomagno , ve ne è uno, di nome Agilulfo, che non esiste. Nonostante questo impedimento, Agilulfo è di
gran lunga il miglior soldato che l'esercito francese abbia. Non esistendo il
cavaliere non ha bisogno di mangiare e tantomeno di dormire, infatti, di notte
vaga per l'accampamento correggendo con pignoleria ogni disfunzione all'interno dell'esercito. Una notte,
vagando tra i padiglioni, s'imbatté in un giovane cavaliere, di nome Rambaldo, il
quale gli chiese come potesse trovare sul campo di battaglia l'Argalifo
Isoarre, per ucciderlo e vendicare la morte di suo padre. Il paladino con la
consueta fermezza gli indicò di recarsi in un padiglione dove avrebbero
esaudito la sua richiesta. Rambaldo rimase molto colpito dalla sicurezza di
Agilulfo e da subito ebbe stima di lui. Ma conoscendo meglio la vita
nell'accampamento rimase molto deluso, in quanto la immaginava assai diversa.
Infatti i componenti dell'esercito svolgevano i loro lavori con malavoglia, ma
ugualmente spinto dall'orgoglio di vendicare suo padre il giorno seguente si presentò
sul campo di battaglia, deciso a raggiungere il suo scopo. Dopo averlo raggiunto,
anche se in modo poco onorevole, sulla strada del ritorno cadde in una
imboscata di due cavalieri arabi, dalla quale fu salvato da un misterioso
cavaliere, che non si fece riconoscere. Rincorsolo lo vide spogliarsi
dell'armatura vicino a un torrente e scoprì che era in realtà si trattava di una
donna. I compagni gli dissero che si trattava di Bradamante, una coraggiosa
donna dal carattere scontroso, e per la quale Rambaldo se ne invaghì subito.
Rambaldo vagando per l'accampamento incontrò Torrismondo, un altro giovane
cavaliere, anch'egli deluso dal vero aspetto della guerra. Questo, durante il
pranzo, accusò Agilulfo di non potersi fregiare del titolo di cavaliere, in
quanto la donna da lui salvata dai briganti quindici anni prima, in realtà non
era vergine, e quindi ad Agilulfo sarebbe spettato solamente un riconoscimento anziché
il titolo di cavaliere. Torrismondo, inoltre, affermò di essere figlio di
quella donna, e così, negando di essere figlio dei duchi di Cornovaglia respinse
anch'egli il titolo di cavaliere, che invece gli sarebbe spettato se avesse
dimostrato di essere figlio dei cavalieri del San Gral. Carlomagno invitò i due
interessati a fornire delle prove per sostenere le loro tesi. I due allora
partirono alla ricerca delle testimonianze che avrebbero chiarificato la loro
situazione. Bradamante, sconvolta dalla notizia, si preparò rapidamente a
partire per inseguire Agilulfo, del quale era pazzamente innamorata, e anche
Rambaldo partì, che per lo stesso motivo rincorreva la donna. Agilulfo giunse
al monastero dove Sofronia, donna da lui salvata, si era rifugiata dopo
l'incontro con il paladino, ma trovatolo distrutto, seppe da un contadino che
tutte le suore erano state rapite dai saraceni e portate in Marocco. Così il
cavaliere s'imbarcò su una nave e partì alla volta del Marocco deciso a
ritrovare la donna. La nave però durante il viaggio si scontrò con una balena e
naufragò. Ma Agilulfo, affondato a causa del peso della corazza, camminando sul
fondale del mare giunse in Marocco, dove scoprì che Sofronia era stata promessa
in sposa al Saladino di quella regione. Con abilità liberò la donna e con lei
si imbarcò per la Francia su di una nave, che, ugualmente alla prima naufragò.
Agilulfo riuscì a portare in salvo la donna e lasciandola in una grotta a
riposare e corse da Carlomagno e riferirgli il ritrovamento. Contemporaneamente
Torrismondo aveva raggiunto i cavalieri del San Gral e deluso dai loro
comportamenti e dalle loro ideologie viaggiò per le nazioni senza una meta.
Giunto in una grotta, vi trovò una donna, e, folgorato dalla sua bellezza se ne
invaghì. Giunti alla grotta, Agilulfo e Carlomagno rimasero sbigottiti alla
vista dei due: Agilulfo fuggì disperato per aver perso il suo onore, rincorso
dal riconoscente Rambaldo, che cercava di riferirgli la verità. Sofronia non
era infatti la madre di Torrismondo, fuggito anch'egli per non poter sopportare
l'umiliazione di aver provocato un incesto, ma bensì la sorellastra; la verità
infatti era stata nascosta dai genitori dei due. Così Torrismondo poté sposare
Sofronia e trasferirsi con lei in una terra assegnatagli da Carlomagno, ma
Rambaldo non riuscì a raggiungere Agilulfo, che abbandonando la sua armatura svanì
nel nulla. Rambaldo viaggiò per anni in cerca di Bradamante e infine la trovò
in un convento, in cui era entrata con il nome di Suor Teodora.
Calvino presenta la storia di Agilulfo, un cavaliere pignolo che nella sua
fredda armatura lascia trasparire il suo attaccamento e il valore che egli dà
al titolo di cavaliere. La storia narrata da Suor Teodora, presenta un
linguaggio molto semplice e di facile comprensione; inoltre le descrizioni dei
luoghi e delle cose non sono minuziose e dettagliate, ma lasciano, invece, una
libera immaginazione al lettore.
Il libro, a
mio parere, è coinvolgente sia per la sua semplicità che per la storia
intrecciata dei personaggi; ed è proprio per questo che leggere questo libro
non risulterà noioso ma bensì interessante.