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Il Realismo critico
-Alberto Moravia-
Il lavoro di scrittori come Moravia. Sciascia, Primo Levi e Pasolini va oltre la nozione pur ampia di Neorealismo ed è più opportunamente collocabile in una sorta di Realismo critico, categoria narrativa in cui si tende oltre che a rappresentare, soprattutto a indagare le forme della realtà. Moravia, Levi, Pisolini, così lontani per esperienze e stili, sembrano avere in comune una forte esigenza critica e di inchiesta umana. Alberto Moravia, pseudonimo del romano Alberto Pincherle, fu un osservatore instancabile e sagace della realtà contemporanea. Fece propri molti temi della modernità: il sesso, l'alienazione, il significato dei rapporti economici. La sua scrittura, sempre aderente al contesto sociale, in genere quello borghese, è un esempio di lucidità e di rigore espressivo. Il primo romanzo pubblicato a proprie spese è "Gli Indifferenti", che narra il disfacimento del tessuto umano e morale di una famiglia romana degli anni '20. Il romanzo destò straordinario interesse ma suscitò l'ostilità della cultura fascista. Nel 1941 sposò la scrittrice Elsa Morante. Dopo la liberazione di Roma, iniziò un intenso periodo creativo: pubblicò, oltre al romanzo breve "Agostino" incentrato sui turbamenti sessuali di un adolescente, numerosi romanzi e racconti come "La Romana", "La Ciociara", esplorando il vitalismo del popolo romano, nel quadro drammatico e violento della guerra. Con "La Noia", facendo propri alcuni modelli del romanzo francese impostato sul tema dell'alienazione, Moravia trovò un nuovo e fertile terreno d'indagine: il senso di inutilità e di fallimento esistenziale. La vastissima produzione di Moravia rappresenta ed interpreta gli eventi che più profondamente hanno agito sulla società italiana, servendosi di due strumenti: la psicoanalisi, per comprendere il rapporto dell'individuo con se stesso, ed il marxismo, per analizzare i rapporti sociali, le dinamiche legate al possesso. Per Moravia la sfera sessuale è una forza vitale soltanto se espressione del mondo popolare. Nel contesto borghese invece tutti i rapporti si fondano sul denaro. Tutto è mercificato, inserito in un meccanismo di consumo capace di distruggere ogni logica vitale. Il linguaggio, chiaro, mantiene costantemente un livello medio, spesso con inflessioni romanesche. Le sue opere hanno un taglio marcatamente teatrale e sono state spesso spunto per versioni cinematografiche, a cui Moravia stesso collaborò.
Primo Levi
Primo Levi, torinese, è un altissimo esempio di testimonianza umana e poetica. Di origine ebraica, laureato in chimica, venne internato nel campo di sterminio di Auschwitz. Nel 1947 pubblicò "Se Questo è un Uomo" che, in una prosa classica e misurata, descrive l'orrore dei lager, facendo del tormento della memoria un imperativo etico a testimoniare un evento che pone in discussione la natura dell'uomo e a mettere in guardia di fronte alla possibilità di un nuovo olocausto. Ideale continuazione del precedente romanzo è "La Tregua", che narra la liberazione e il viaggio di ritorno in patria. Conclude la sua produzione l'opera-testamento "I Sommersi e i Salvati" che ritorna sull'esperienza del lager e dell'olocausto con una riflessione laica sul male nella storia e sul comportamento dell'uomo di fronte ad esso. A un anno dalla pubblicazione di questo testo e a quarant'anni di distanza dall'esperienza del lager, nell'incapacità di superare davvero quella tragedia, Primo Levi si tolse la vita nel 1987.
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