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Il postino di Neruda - Di Antonio Skármeta




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Il postino di Neruda



Di Antonio Skármeta



Nel giugno del 1969 due motivi spinsero il pescatore Mario Jiménez a cambiare lavoro, il primo perché era faticoso alzarsi ogni mattina all'alba per andare e pesca e il secondo perché aveva una bicicletta con cui andava ogni giorno al paese di San Antonio.

Un giorno, come al solito Mario andò al paese e vide un'offerta di lavoro fuori dall'ufficio postale. Andò subito a presentarsi e fu assunto come postino dell'Isla Negra. Doveva portare la corrispondenza ad un unico abitante, il poeta Pablo Neruda, perché era l'unico abbitante.

Mario con il suo primo stipendio acquistò una bottiglia di vino per il padre, un pettine d'acciaio, un biglietto per il cinema e il libro "le Odi elementari", scritto da Neruda.

Il libro voleva darlo al poeta per ricevere una dedica, ma ogni giorno don Pablo prendeva la posta, gli regalava la mancia e rientrava in casa. Mario voleva instaurare un rapporto di amicizia con il poeta, ma il telegrafista Cosme, il suo capo, gli ricordava sempre che i postini non devono disturbare gli utenti.

Con il secondo stipendio, Mario acquistò la nuova edizione del libro scritto dal poeta, ma nessuno dei due riuscì a farseli dedicare.

Il postino voleva creare un'amicizia con il poeta, mentre gli consegnava le lettere iniziò un dialogo facendo delle domande banali di cui conosceva già la risposta. Ad un certo punto del dialogo don Pablo disse la parola metafora, Mario essendo analfabeta non sapeva cosa fossero le metafore, così cominciò un discorso più complesso sulle metafore.

Mario con la sua bicicletta ritornò a casa e si mise ad inventare qualche metafora, ma non c'era niente che lo ispirava, allora decise di andare al bar per passare il tempo.

Nel bar c'era una nuova cameriera, una ragazza bellissima, Mario capì che era la sua ragazza ideale.

Come ogni mattina il postino si recò all'ufficio postale per prendere la corrispondenza. Tra tutte le lettere c'era un telegramma, Mario lo prese e assicurò che sarebbe ripassato più tardi a prendere le altre lettere.

Arrivato dal poeta Mario consegnò il telegramma e gli confessò che si era innamorato di Beatriz Gonzalez, la cameriera dell'osteria. Il postino chiese a don Pablo di scrivere una poesia per Beatriz, in cambio della mancia. Il vate gli rispose che prima avrebbe letto il telegramma e poi ci avrebbe pensato. Il telegramma diceva che Pablo Neruda è stato proposto per la candidatura alla Presidenza del Cile.

Neruda decise di andare all'osteria per conoscere la ragazza e per parlare di politica.

Mario e il poeta arrivati all'osteria presero due posti vicino al bancone. Si avvicinò Beatriz per chiedere cosa volessero, ma i due rimasero ipnotizzati dalla bellezza della ragazza.

Due giorni dopo arrivò un furgone con la scritta "Neruda presidente" per prendere il poeta, ma prima di partire regalò a Mario due volumi con le sue opere complete. Mario nei giorni seguenti girava attorno all'osteria con le sue opere legate sulla bicicletta.

Un giorno arrivo in paese un altro furgone che faceva pubblicità ad un altro candidato, all'interno c'erano due persone, uno dei due era il deputato Lebe, che si era candidato alle precedenti elezioni. Tutti accettarono i volantini tranne Mario, che disse che voterà Neruda, allora Lebe gli diede un album per scrivere le sue poesie.

Mario decise di scrivere su quell'album solo le metafore più belle.

Entrò nell'osteria e ordinò una bottiglia di vino pregiato, vide Beatriz che andava verso la spiaggia e decise di seguirla. Passarono tutto il pomeriggio seduti sulla spiaggia.

Quando la madre seppe che sua figlia Beatriz era rimasta tutto il pomeriggio con il postino, le chiese esattamente cosa avevano fatto. Beatriz disse che erano seduti sulla spiaggia e Mario le raccontava metafore. La madre pensando che in futuro il ragazzo non usasse solo le parole cercò di convincere la figlia a partire per Santiago, ma Beatriz non volle partire.

Da quel giorno Beatriz non poteva più uscire da casa se non era accompagnata.

In quei giorni ritornò al paese Pablo Neruda.

Il mattino seguente Mario andò all'ufficio a prendere la corrispondenza, ma prese solo una lettera che lo aveva colpito. Quella lettera era stata scritta dalla madre di Beatriz, perché voleva vedere Neruda. I due s'incontrarono a casa del vate e discussero dei due ragazzi. Alla conclusione della conversazione decisero che Mario non poteva più vedere Beatriz, perché la ragazza era ancora minorenne.

Arrivò il giorno delle elezioni, che furono vinte da Salvador Alende. Tutti andarono a festeggiare all'osteria dove si presentò anche Lebe e si sedette vicino a Neruda. Mario disse al telegrafista di riferire a Beatriz che l'avrebbe aspettata nel capanno. La ragazza ci si recò lì e trascorse tutta la sera con Mario.

Due mesi dopo i due si sposarono e quello stesso giorno Neruda partì per Parigi come ambasciatore, e per Mario non c'era più lavoro come postino.

Una mattina la signora Gonzalez andò a buttare giù dal letto i due e disse a Mario di trovarsi un nuovo lavoro.

Quel giorno un certo Rodrigez propose a Beatriz di fare alcuni cambiamenti nell'osteria per guadagnare di più. Così Mario dovette occuparsi della cucina.

Mario, Beatriz e Rosa stavano lavorando nell'osteria quando entrò Cosme con una lettera e un pacco per Mario mandato da Neruda. Il poeta voleva sapere tutti i cambiamenti avvenuti nell'Isla Negra e gli spedì un registratore, sul quale Mario doveva registrare il rumore del mare e tutti i suoni del suo paese, poiché era già da molto lontano da casa.

Mario fece tutto quello che gli aveva detto il vate lasciando l'osteria in mano alla moglie e alla suocera.

Nella cassetta inviata a Neruda c'era registrata prima la voce di Mario che parlava del paese, poi una poesia e infine quello che desiderava il poeta, tutti i suoni dell'Isla Negra.

Mario cercava di risparmiare alcuni soldi per andare a trovare Neruda a Parigi, ma gli spendeva tutti per suo figlio Pablo Nenftali.

Quando Mario seppe che Neruda aveva vinto il premio Nobel, per la poesia, organizzò una festa invitando tutti gli abitanti di San Antonio, i turisti del campeggio e i pescatori.

Mario dovette rinunciare ad andare a Parigi e decise di comprarsi una vespa per portare più velocemente suo figlio al pronto soccorso dell'ospedale di San Antonio, perché si faceva sempre più spesso male.

Una sera Mario sentì i rintocchi delle campane d'Isla Negra e vi si precipitò. La mattina seguente chiese a Matilde come stava Neruda e lei gli disse che era molto malato.

Per alcuni giorni Mario portava la posta a Neruda senza neanche vederlo.

Un giorno Cosme disse al postino che erano arrivati i tedeschi e che stavano attaccando la caletta. Mario nonostante le sparatorie andò a prendere la corrispondenza per portarla al poeta.

Arrivò alla casa ma era sorvegliata da sentinelle e chiunque voleva passava era perquisito. Mario allora imparò tutte le lettere a memoria. Entrò in casa e trovò il poeta moribondo e fece appena in tempo a raccontarli il contenuto delle lettere, perché un'ambulanza lo aspettava per portarlo in ospedale a Santiago, dove morì.

La notizia della morte di Pablo Neruda fu trasmessa dalla televisione e i familiari lasciarono Mario in pace e in silenzio.

La mattina seguente due uomini vennero a prendere Mario per fargli alcune domande.


COMMENTO:

Questo libro è molto interessante, perché parla della vita di un povero postino cerca di diventare un poeta imitando il suo amico Pablo Neruda. Come romanzo è corto e abbastanza comprensibile. In questa narrazione è difficile pensare a cosa accadrà nel prossimo capitolo, perché la continuazione di un capitolo all'altro ha una sequenza poco logica e anche la trama è poco logica.



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