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Il positivismo




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IL POSITIVISMO


La rapida ascesa nel campo delle scienze e gli sconvolgimenti sul piano tecnico-economico generati dalla applicazione di esse alle attività produttive, destano vivo interesse per gli studi scientifici che, limitandosi a rilevare leggi dai fatti positivi, ossia da fatti sperimentalmente accertati e valutati nell'ambito del concreto e controllabile, non si perdono nelle astruserie inconcludenti della filosofia. Sorge così il movimento positivista. Più che corrente di pensiero, esso designa un nuovo modo di pensare e giudicare la realtà. Posta al bando la metafisica e con essa i problemi finora considerati, si assegna alla filosofia un preciso campo di indagine: quello dei fatti, di ciò che può essere direttamente constatato e analizzato; si limita la ricerca alle cause immediate di essi, ossia ai rapporti ed alle relazioni tra loro intercorrenti, rinunciando totalmente ad ogni indagine intorno alle sostanze, ai fini, all'origine delle cose.

Compito fondamentale della filosofia sarà quello di coordinare, accordare, unificare, con la metodologia propria della scienza, i dati desunti e fissati dalle singole scienze particolari, per riunirli in una interpretazione totale del mondo e della vita. La filosofia diventa la scienza più generale, fondamento di tutte le scienze particolari e suo metodo sarà quello consacrato da fisici e matematici: sperimentale e induttivo.

AUGUSTE COMTE - Titolo della sua opera principale 'Corso di filosofia positiva'.


La legge dei tre stadi - L'umanità percorre una linea obbligata di progresso, attraverso tre stadi fondamentali e successivi: teologico, metafisico, positivo.

Stadio teologico - L'iniziale stadio teologico rappresenta la prima presa di coscienza dell'uomo con la realtà. La sua fantasia cerca di interpretare le incomprensibili manifestazioni della natura attribuendone la causa ad entità sovrannaturali simili agli uomini. Tale stadio, dalla forma feticista, procede alla politeista per culminare nel monoteismo.

Stadio metafisico - Segue l'abbandono della fantasia e l'affiorare della ragione. Rinunciando alla ricerca di cause sovrannaturali, l'umanità tenta di spiegare i fatti ricorrendo a principi primi insiti nella realtà naturali (forza magnetica, forza vitale).  E' l'età della ragione riflessa in cui cerca di unificare il molteplice; ma si risolvono i principi in spiegazioni generiche e tatuologiche insuffcienti a chiarire la natura dei fenomeni.

Stadio positivo - Soltanto con la ragione spiegata si giunge allo stadio positivo in cui si rinuncia alla ricerca della cause per studiare le relazioni fra i fatti. Si fonda la scienza che, mediante l'osservazione e la misurazione dei rapporti, fissa le leggi che permettono la previsione dei fenomeni. Ai perché di essi, si sostituisce la ricerca del come. Si differenziano così le singole scienze, secondo rapporti e analogie tra i fatti studiati e classificati.


La legge dei tre stadi vale anche per considerare lo sviluppo di tutte le scienze. La loro evoluzione è regolata dal principio della generalità decrescente e complessità crescente, vale a dire: più semplice e generale è l'oggetto considerato dalla scienza, tanto più rapidamente essa giungerà allo stadio positivo; le scienze successive avranno un ambito meno generale, ma il loro oggetto sarà più complesso e giungeranno pìù tardi alla positività. Secondo questo principio è possibile una classificazione delle scienze, alla base della quale sta la matematica, la più generale ed astratta, che ha raggiunto lo stadio di scienza fin dall'antichità. Le successive, tutte indipendenti fra loro, ma poggiate, per la loro indagine, sui risultati raggiunti dall'antecedente, si svolgono in due distinte sezioni: quelle dei corpi bruti (astronomia, fisica, chimica) e quelle dei corpi organici (biologia e sociologia).


La sociologia - I fenomeni sociali che ne costituiscono i dati sono ancora interpretati metafisicamente, perciò Comte intende farsi promotore di una 'fisica sociale' per spiegare scientificamente i fatti umani in base alla legge dei tre stadi: distingue quindi una statica sociale che indaga l'ordine ed una dinamica sociale che studia l'evoluzione della società. Nello stadio teologico la società fondandosi su principi religiosi, avrà la struttura di stato assoluto, il potere sarà retto da un monarca tutelato  da una casta militare e i sacerdoti, interpreti degli dei, ne saranno i consiglieri. Nello stadio metafisico la società sarà guidata dalla volontà popolare; saranno enunciate formule metafisiche quali l'uguaglianza e la fratellanza, ma domineranno in essa egoismi e contrasti particolaristici. E' quindi fase di crisi e di dissoluzione che si può ricomporre solo nello stadio successivo, il positivo. Attingendo ai fatti concreti sulle indicazioni esatte della scienza, in questo stadio sarà possibile prevedere le esigenza della società, tenendo conto delle sue componenti economiche e provvedere al loro completo soddisfacimento. Il potere spetterà ai tecnocrati.

Il positivismo inglese si propone di superare la negatività dello scetticismo, dall'altro di approfondire il tema di una morale fondata su basi concrete ed altrettanto sperimentali.


L'EVOLUZIONISMO

Alla metà dell'Ottocento, i progressi della biologia e della fisiologia avviano gli studiosi ad indagare, con nuovi argomenti, il problema delle specie viventi per superare le inspiegabili difficoltà della tesi fissista sopravvissuta fin dai tempi di Aristotele; ed a ciò contribuiscono le scoperte della paleontologia, che rivelano affinità determinanti fra le specie esistenti e quelle scomparse.

Nasce in tal modo l'ipotesi evoluzionista appena accennata dapprima dal Lamarck che, scoperto un influsso diretto fra individuo e ambiente (l'individuo si adatta all'ambiente modificandosi su di esso, o scompare) enuncia la tesi della ereditarietà dei caratteri acquisiti. Tali affermazioni vengono approfondite ed acquistano rigore scientifico per merito di Charles Darwin (1809-1882) che fissa nella lotta per l'esistenza e nella selezione naturale le leggi fondamentali dell'evoluzione.

Si trattava di principi scientifici, non di concezioni filosofiche.

Perché si fondasse una filosofia dell'evoluzione, era necessario estendere il concetto a tutta la realtà, sostituendo al divenire ideale teologico dei romantici, una visione determinista e meccanica del mondo, che facesse risalire la genesi delle forme superiori a quelle inferiori.


HERBERT SPENCER

L'evoluzionismo - Lo sforzo di costruire, sul principio dell'evoluzione, un organico sistema filosofico è compiuto da Spencer, il quale tuttavia assume a motivo ispiratore, più che l'ipotesi di Lamarck e Darwin, la nota teoria Kant-Laplace del formarsi dell'universo da una primitiva nebulosa.

Tutti gli aspetti della realtà, dal naturale all'umano, dallo psicologico al morale, al politico attraversano una serie di tappe evolutive, per cui da forme primordiali incerte si ascende a forme più perfezionate.

Differenziazione e concentrazione - Spencer spiega l'evoluzione come passaggio graduale di una meteria dispersa e dissipata ad una forma concentrata e compatta in forza di un movimento. Tale processo dà luogo a trasformazioni dallo omogeneo allo eterogeneo, dal semplice al complesso, da uno stato incoerente ad uno organizzato. Tutto si evolve in modo meccanico, escludente da sé ogni finalità. Il principio di evoluzione è legge naturale della realtà che la filosofia deve interpretare.

L'ambiente - L'azione dell'ambiente è determinante, in quanto le esigenze vitali inducono gli organismi a plasmarsi in relazione ad esso, dando luogo al differenziarsi della specie ed alla selezione naturale. Ciò è valido anche per l'uomo, che ha obbedito alla legge di concentrazione associandosi in comunità ed a quella di differenziazione mediante la suddivisione del lavoro e la specializzazione. Si spiegano così gli avvicendamenti storici fra classi e gruppi sociali.

Anche la coscienza umana è in continuo processo evolutivo, sia dal punto conoscitivo che morale, entrambi derivanti dalle risposte e reazioni agli stimoli sensibili dell'ambiente circostante.

Genesi dell'a priori - Anche la presenza in noi di principi gnoseologici e pratici a priori è, secondo Spencer, d'ordine sperimentale; lungo e lento risultato di una acquisizione operata nei tempi dalle generazioni remote e trasmesso in noi in forma di particolari processi cerebrali.

Quando la coincidenza tra individuo ed ambiente sarà totale, l'umanità, perfezionatasi, assumerà in modo rigoroso le regole morali che governano la sua convivenza ed eliminando ogni conflitto esteriore, potrà raggiungere una felicità sempre più completa.

Conservazione di materia e energia - La realtà è ridotta a due soli principi; materia ed energia, la cui legge generalissima è quella della continua ridistribuzione dell'energia e del moto. Nella vicenda della evoluzione, la quantità di materia esistente nell'universo rimane costante, come pure la quantità di moto; quando nei singoli organismi il massimo di concentrazione si associa al massimo di differenziazione, avviene il processo inverso: la dissoluzione della materia, ossia la morte. Vi è un limite alla nostra conoscenza e non abbiamo la possibilità di valicarlo.

Il conoscibile - L'unica realtà conoscibile è quella dei fatti positivi forniti dalla attività sensibile; il mondo dei fenomeni soggetto al processo dell'evoluzione, che il pensiero può ricostruire attraverso un susseguirsi di relazioni, di grado in grado, fino al limite ultimo.

L'Assoluto inconoscibile - Spencer riconosce nell'uomo l'esigenza e l'aspirazione verso un Assoluto a cui pensiamo, anche se esso non può in alcun modo entrare nell'ambito della nostra esperienza. Questo Assoluto è concetto negativo. Ma siamo indefinitivamente attratti dall'Inconoscibile e questa è la ragion d'essere della religione, che viene così logicamente giustificata.

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