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Il mito di Medea nasce nell'antica Grecia, ma nel corso del tempo viene rivisitato in tanti modi e diverse sono le interpretazioni date di questo personaggio dalla psicologia assai complessa. Tra questi vi è la rivisitazione di Euripide, e di Corrado Alvaro.
Il mito narra la storia di Medea, figlia di Eeta, re della Colchide, che incontrato Giasone, valoroso eroe venuto nella sua terra per impossessarsi del vello d'oro, decide di aiutarlo tradendo la patria, e di fuggire con lui. Quando però i due arrivano in Grecia, Medea viene emarginata dalla società e ben presto si trova a dover fare i conti con la rivale Glauce, figlia di Creonte re di Corinto, nella quale Giasone vede la possibilità di conquistare il potere. Inoltre a Corinto i figli di Medea muoiono, questo è un dato certo nel mito; incerte invece sono le circostanze della loro morte. Medea, rimasta sola poichè Giasone decide di sposare Creusa, lascia Corinto verso nuove terre e conclude il suo viaggio ritornando dal padre nella Colchide.
Prendendo in esame l'episodio del mito riguardante Medea e Giasone a Corinto, si possono notare numerose differenze tra la Medea di Euripide e quella di Alvaro. Innanzitutto mutano l'incipit e l'excipit, nella Medea di Alvaro infatti non vi è il prologo, presente invece nell'opera di Euripide. Dal punto di vista della trama, mentre in Euripide i doni che Medea manda a Creusa sono avvelenati e causano la morte sua e del padre Creonte, in Alvaro i doni non sono avvelenati e, mentre Creusa si uccide, Creonte rimane vivo. L'uccisone dei figli da parte di Medea, in Euripide avviene per vendetta nei confronti di Giasone, mentre in Alvaro per non lasciarli nelle mani della folla inferocita, e per non doverli obbligare ad una vita di duro esilio. Inoltre durante la conversazione con Egeo, Medea, in Euripide, ottiene il permesso di andare in esilio nella sua terra, non viene invece accettata da Egeo in Alvaro.
Per quanto riguarda i personaggi, nella Medea di Euripide,oltre ai personaggi principali e comuni ad entrambi le rivisitazioni (Medea e i figli, Giasone, Creonte, Glauce, e il Nunzio), si trovano la nutrice, il cui nome non viene specificato, il pedagogo e il coro delle donne Corinzie, mentre nella Medea di Alvaro si trovano le due serve di Medea, Perseide e Layalè, oltre che a alla nutrice, che prende il nome di Nosside, e alle donne ammantellate.
Il testo di Euripide è strutturato in questo modo:
Prologo
Parodo
5 episodi
5 stasimi
Esodo
Non presenta numerose didascalie nel testo.
Il testo di Alvaro invece è strutturato in 2 tempi:
Il primo: formato da 10 scene
Il secondo: formato 13 scene.
Presenta inoltre, molte didascalie che riguardano soprattutto l'allestimento scenografico, l'entrata degli attori, indicazioni di ciò che avviene fuori scena, e il lavoro dell'attore.
Medea è vista da Euripide come una donna: passionale, ma anche fredda calcolatrice, accorta, e abile nella retorica. Passa di continuo dalla sfera emozionale a quella razionale e viceversa. Quando è a Corinto, infatti, ha sete di vendetta nei confronti di Giasone ed è ossessionata dalla doxa . Il suo travaglio psicologico la porta a pensare alla vendetta con l'uccisione dei figli, ma in diversi momenti, contrapposti a questi pensieri. riaffiora la lucidità e l'istinto materno.Alla fine però la parte emozionale ha il sopravvento e per questo uccide i figli. E' abile ed esperta nella magia non nera, e per questo è vista male dai Corinzi che la considerano una fattucchiera. Poiché arriva dalla Colchide, regno allora sconosciuto ai Greci, è vista come una selvaggia, una barbara che deve essere allontanata immediatamente da Corinto perché vista come un pericolo.
La Medea di Alvaro invece è il prototipo della madre e moglie borghese che pensa al bene della casa e dei figli. L'irrazionalità e la passionalità che caratterizzano la Medea di Euripide, qui sono lievemente tratteggiati e lasciano spazio alla depressione e alla rassegnazione. Questa non è una Medea vendicativa, e lo si nota dal comportamento che ha nei confronti di Giasone e soprattutto di Glauce, a cui manda doni cosicché i figli vengano accettati di buon grado a corte. In tutto l'episodio Medea ha compassione di Glauce, mentre In Euripide prova odio e voglia di vendetta.
I temi principali Nell'opera di Euripide sono l'emarginazione dello straniero, la misoginia radicale e la presenza di una società strettamente patriarcale in cui troviamo una Medea vendicatrice, passione ed astuta.
I temi principali nell'opera di Alvaro sono, oltre al razzismo e all'emarginazione dello straniero, anche l'importanza del focolare domestico e una denuncia della grande misoginia e disuguaglianza a cui risponde una Medea rassegnata e depressa, ma anche madre dolce e moglie fedele qual è lo stereotipo della madre borghese.
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