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GIOVANNI PASCOLI - La poetica, Mjricae, I canti di Castelvecchio, L'ultima produzione




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GIOVANNI PASCOLI

Il pascoli nacque a San Maura di Romagna  nel 1855 da una famiglia di modeste condizioni. La sua fanciullezza venne rattristata da un a grave lutto famigliare, l'uccisione del padre, il 10 agosto 1867. Suo padre era l'amministratore dei principi Torlonia. In seguito ci furono altri lutti in famiglia, infatti, morirono: la sorella , la madre, due fratelli. Vincendo una borsa di studio all'Università di Bologna egli incomincia a frequentare la facoltà di lettere però l'abbandona a causa della morte del fratello Giacomo. In questo periodo si dedicò all'attività politica partecipando ai moti socialisti, in seguito ai quali trascorsi alcuni mesi in carcere. Quest'ultima esperienza lo convinse a ritornare ad una vita più tranquilla. Nel 1882 si laureo è vi ricostituì il nucleo famigliare con le due sorelle. Insegno per diversi anni letteratura Greca e Latina nei Licei e nell'Università, nel 1905 succedete a Carducci nella cattedra di letteratura italiana all'Università di Bologna. In questo stesso periodo scrisse le opere in versi e in prosa. Il Pascoli morì 1912.


La poetica

Pascoli illustra la sua poetica in un saggio, ripubblicato nel 1903, il fanciullino.Qui il poeta considera la poesia il prodotto della componete irrazionale dell'uomo, anche ormai quando è cresciuto, facendo di lui un fanciullino che scopre somiglianza e relazioni impensabili anche nelle cose quotidiane. Infatti, per il Pascoli il poeta deve riconquistare questo atteggiamento spontaneo dell'infanzia per ritrovare quella visione ingenua della realtà e per risvegliare il fanciullino che è in se. Si tratta una poesia dell'anima che coglie la voce del cosmo. Da qui nasce il rifiuto della poesia raffinata . Il poeta afferma che dietro ad ogni cosa c'è un mistero nascosto che si nasconde dietro le cose, animali, piante ecc..ad esempio un fiore può essere splendido ed allo stesso tempo velenoso. Contro questi aspetti negativi rivalutò l'età dell'infanzia. Questa per lui è l'età in cui la famiglia non è stata distrutta e la casa è un nido nel quale ci si rifugia con fiducia. La casa nido rappresenta il rifiuto della storia della vita sociale dominata dalla sofferenza e dal male. Di fronte alle lotte sociali il Pascoli denuncio l'inutilità della scienza, che non seppe dare all'uomo ne la felicità e ne emanciparlo dalla sofferenza e dalla religione che non era riuscita ad eliminare la malvagità del l'uomo. L'uomo era condannato ad essere solo e smarrito. L'unica consolazione era la poesia che aveva il compito di rendere l'umanità più buona per questo il Pascoli aderisce al socialismo. Nella sua vita scrisse di tutto.


Mjricae

La prima raccolta di poesie fu Mjricae. La pubblico inizialmente nel 1891, nella quale scrisse 22 poesie, dopo di che la ripubblica per altre 3 volte ( 1892 - 1894 - 1897 ) arricchendola con la giunta di nuove poesie. Nell'ultima edizione 1903 compose 156 poesie. Il titolo deriva dal nome latino di un arbusto sempre verde, citato nel Beuchalite di Virgilio. Il nucleo fondamentale è sempre accompagnato da un senso di serenità e di consolazione. I componenti sono brevissimi e comunica con rapidità le immagini, le sensazioni i ricordi che scaturiscano dalla contemplazione della natura considerata come una madre dolcissima. In


questa raccolta si nota anche il ricordo autobiografico delle sventure che colpirono la famiglia del poeta. A questa novità di contenuti corrisponde una novità formale, cioè i componimenti sono brevi e pieni di onomatopee, suoni, sintesi e di analogia. Queste poesie vengono anche chiamate poesie della giovinezza.




I canti di Castelvecchio

I canti di Castelvecchio li pubblico nel 1897. Il Pascoli ci lavorò a lungo tanto che l'ultima edizione usci postuma. Con la prima raccolta si presentarono numerose comunanze tematiche: L'esaltazione della vita rurale, la centralità delle umili cose ecc. La componente simbolica si concentra attorno due nuclei : memoria dell'infanzia, il mistero che aleggia nel cosmo. Infatti, appaiano temi ossessivi ed inquietanti come: i turbamenti di fronte al mistero del sesso, la visione consolante della morte, la previsione di catastrofi che distruggeranno l'universo.


L'ultima produzione

Il Pascoli unendo il giovane socialismo a cattolicesimo e superando le divisioni di classi esaltò la lotta di coloro che combattevano contro le nazioni ricche, che affermo nel discorso: la grande proletaria si è mossa, dove il poeta sostiene l'impresa di Libia voluta da Giulietti.


Il Pascoli scrisse :


due racconti importai

l'era nuova

la grande proletaria si è mossa

un saggio

il fanciullino ( dove il poeta elabora la sua poetica).


I temi delle sue poesie sono:

la poesia delle umile e delle piccole cose, l'età dell'infanzia, la casa- nido , il senso del istero che ci circonda.


Le uniche certezze della vita sono :


il dolore, il male , la morte.


La fortuna


La fortuna del Pascoli è dovuta al fatto che hanno conferito alla sua poesia una semplicità adatta a tutte l'età dei ragazzi. L'influenza della sua poesia ha esercitato sui i maggiori autori del 900 : Ungheretti, Saba, Montale ecc. 




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