|
Visite: 1437 | Gradito: | [ Medio appunti ] |
Leggi anche appunti:L'ideazione dei Promessi SposiL'ideazione dei Promessi Sposi Manzoni idea I Promessi Sposi leggendo una grida Lo Statuto del 1948Lo Statuto del 1948 Ancora prima della guerra mondiale e nell'immediato Analisi della mandragolaANALISI DELLA MANDRAGOLA La Mandragola, capolavoro teatrale di Machiavelli, |
Il Malleus Maleficarum, i suoi fautori e i suoi epigoni
Quando nel 1486 i due inquisitori Heinrich Kramer e Jacob Sprenger pubblicarono la
loro opera, l'ambiente era assai cambiato da quando
furono nominati inquisitori, appena una quindicina d'anni prima. Se infatti l'autorità ecclesiastica aveva più volte ostacolato
la loro caccia, una Bolla Papale del 1484 di Innocenzo VIII (
Il Malleus è un trattato, di circa 500 pagine, in forma di una disputa scolastica, come ai tempi si usava fare, e fu un tentativo (assai riuscito, visto che in poco più di trent'anni si giunse a ben quattordici edizioni) di far conoscere a un pubblico più vasto quelli che furono i verdetti dei processi, e le credenze fino a quel momento diffuse nell'organo inquisitoriale.
Se infatti fino ad allora la letteratura sulla stregoneria era stata solo il riflesso dei processi, i quali battevano la strada sul tema della caccia alle streghe, con il Malleus questa tendenza si inverte, e il manuale diviene un'arma per i processi, nel senso che con la sua diffusione (nell'epoca precedente impossibile, per l'ovvia mancanza di tipografi) il trattato andò a finire in ogni libreria personale di qualsiasi inquisitore, porporato, o anche nelle più comuni parrocchie, e divenne tema di punta delle omelie e dissertazioni di tutta Europa. Il Malleus divenne, bisogna dirlo, molto importante nel corso del XVI secolo per la sua fama e diffusione, ma non fu certo l'ultimo trattato sulla stregoneria. Nel 1524 usciva infatti il Tractatus de haereticis et sortilegiis, opera anch'essa di ampia diffusione soprattutto per la sua completezza sul tema del sabba, concetto in cui Grillandus, l'autore (un magistrato pontificio), era esperto per la sua esperienza processuale. La letteratura sulla stregoneria cessa di proliferare per tutto il 500, per poi riemergere con forza a cavallo dei due secoli. Escono infatti in pochi anni il Demonolotraiae di N.Remy (un giudice francese, la cui operà rimpiazzerà il Malleus), il Disquisitionum magicarum libri sex di Del Rio, e il Discours des sorciers di H.Boguet.
Non fu l'ultimo, e ovviamente non fu neanche il primo: per quello che concerne le attività malefiche che le streghe avrebbero compiuto infatti, il trattato dei due inquisitori non ha nulla di innovativo, manca un solido apparato,già a quei tempi sviluppatosi, che amalgamasse il concetto cosiddetto cumulativo della stregoneria, poiché non vi era nessun riferimento al sabba, o al bacio del diavolo; questo concetto si era ormai già ampiamente consolidato in altre opere antecedenti, come il Directorium Inquisitorum di Nicolas Eymerich ( ) e il Formicarius di Johannes Nider ( ). Attenzione, però: sebbene ci siano solo accenni alle riunioni sabbatiche, nel Malleus si mette in chiaro che le strigae possano recarsi materialmente, in volo, al sabba e non con l'immaginazione. Quindi una completa smentita e inversione di rotta con quella che era stata la posizione della Chiesa.
Il discorso è molto complesso, perché il confine tra ortodossia e eresia in questo campo fu labile, e in continua definizione. La linea della Chiesa era inizialmente scettica nei confronti della stregoneria, soprattutto per estirpare con più efficacia i retaggi pagani nelle credenze del popolo. La figura delle strigae infatti, si ricollega a una serie di tradizioni popolari che rimandano a divinità di epoca romano-barbarica, minimizzate quindi dalla Santa Sede ma ancora molto presenti nell'immaginario collettivo, in particolare negli strati della popolazione rurale meno istruiti.
Nel particolare, la convinzione che le strigae potessero volare
era molto diffusa, tanto che parecchi storici hanno trovato riferimenti tra le
dicerie sulle streghe e le leggende su Holda, la
raffigurazione germanica di Diana, che si recava sulla terra in volo con una
scorta alata di donne morte prematuramente. Holda era
una dea benefica, ma si può ben capire come la
traslazione sia potuta avvenire nella tradizione orale, in quasi un millennio
di storia.
In realtà, l'opera dei due inquisitori deve la sua triste notorietà che lo accompagna fino ai nostri giorni per la poca considerazione e il disprezzo che traspare da ogni pagina per il genere femminile. La misoginia ossessiva che lo permea è il leit motiv di tutta l'opera, tanto che studi psichiatrici sull'opera non hanno esitato a definire l'inquisitore un vecchio pazzo, affetto da gravi turbe psichiche. I due inquisitori non risparmiano nessun dettaglio, sconcio o ributtante che sia, al lettore, e anzi si soffermano proprio su questi con patologico accanimento. La loro misoginia trionfa quando fanno derivare addirittura la parola foemina da una fantasiosa etimologia (fe+minus, priva di fede, con meno fede). La scarsa considerazione per le donne era certamente diffusa in gran parte dei regolari di tutta Europa, ma c'era anche una ragione più specifica, e, per certi aspetti, più inquietante. I due inquisitori tornano più volte sulla figura della levatrice, come possibile strega, per il suo rapporto con i bambini e per il fatto che sia inevitabilmente una donna. Le levatrici, soprattutto nei piccoli centri urbani, avevano spesso anche un ruolo di curatrici ed erboriste e spesso con i loro rimedi naturali erano una voce che toglieva credibilità a quella indiscutibile del parroco. Spesso anzi erano molte le donne che preferivano chiedere consiglio a queste donne anziane per un'infinita gamma di problemi. Saranno proprio queste donne i bersagli principali contro cui si scaglieranno tutte le grandi cacce nei secoli a venire, che si chiuderanno a XVIII secolo inoltrato, in piena età dei Lumi. La misoginia che contraddistinse la caccia alle streghe va detto, non era solo un retaggio del mondo clericale, in cui era molto sviluppata e riceveva ampi consensi, ma anche giuristi e giudici laici, come Bodin e Boguet, erano convinti assertori della predisposizione della donna a essere tentata dal demonio per la sua "bestiale cupidigia".
Ultimo punto, su cui ci soffermeremo in questa
breve analisi, è la preziosa testimonianza che il Malleus
ci dà per scoprire con che dinamiche e credenze veniva
affrontato un processo per stregoneria. Gran parte dell'opera è, come abbiamo
detto, ricavata infatti dai processi, e oltre ai
verbali delle esperienze dei due inquisitori sono presenti anche una serie di
consigli e raccomandazioni al lettore su come tenere un processo a una strega. Nelle
inchieste e negli interrogatori, la regola che veniva
applicata alle prove era semplicissima: qualunque fatto su cui giurassero due o
tre testimoni veniva accettato come vero e anche come definitivamente provato.
Si faceva largo uso di domande trabocchetto, escogitate allo scopo di raggirare
sia il sospettato che il testimone. Per esempio, la
domanda poteva essere "se credeva o no che esistesse la stregoneria, e che si
potessero scatenare tempeste o affatturare uomini e animali.
È da notare che, inizialmente, la maggior parte delle streghe affermava di no. Se la persona imputata negava di crederci, la domanda
successiva arrivava con la violenza di una trappola che scatta: «Allora, le
streghe bruciate sono state condannate ingiustamente? E
il malcapitato, o la malcapitata, era costretto a dare una risposta». E neanche
importava quale fosse, perché la colpevolezza era
certa, dal momento che non credere nella stregoneria era già di per sé
un'eresia.
Quando una strega veniva arrestata, si prendevano
complicate precauzioni per neutralizzare i suoi poteri: per negarle il contatto
con la terra, e attraverso di essa con le regioni infernali, veniva trasportata
tenendola sollevata su un'asse di legno oppure in un cesto; quando si trovava
davanti al giudice doveva rimanere voltata di spalle: in tal modo le era
impossibile qualunque tentativo di ammaliarlo con lo sguardo; e sia i giudici
che il personale coinvolti nel processo, 'non dovevano lasciarsi toccare
da lei e, particolarmente, dovevano fare in modo di non venire in contatto con
le sue braccia o le sue mani nude'. Ai giudici veniva anche consigliato di
portare al collo, appesi a un laccio o a una
catenella, erbe benedette e sale consacrato durante la domenica delle Palme,
sigillati in una speciale cera, anch'essa benedetta. Nonostante le ripetute
rassicurazioni di immunità, era sempre meglio non
correre rischi.
Il processo veniva portato avanti con una conoscenza
piuttosto sofisticata della psicologia. Le tecniche impiegate riflettevano la
notevole esperienza acquisita nell'ottenere e nell'estorcere informazioni. Gli
inquisitori sapevano che la mente dell'indagato spesso era il suo peggior
nemico, che la paura nasce nella solitudine e nell'isolamento, e che spesso può produrre risultati soddisfacenti quanto la violenza
fisica. Così, la paura della tortura, per citare l'esempio più ovvio, veniva provocata e alimentata fino a che non si trasformava
in uno stato talmente parossistico di panico da vanificare la necessità della
tortura stessa. Se l'accusato non confessava subito, gli veniva
detto che sarebbe seguito un interrogatorio sotto tortura, però solo dopo un
certo periodo di tempo.
I consigli e i "trucchetti" per estorcere alle streghe le confessioni continuano per tutto il Malleus: quello che a noi interessava però, è già in parte riemerso con questa breve analisi, ovvero con quali dinamiche si sia potuta sedimentare la mentalità che favorì la caccia alle streghe, quali erano le condizioni di partenza e come questo trattato ne abbia favorito la diffusione e affinato i metodi.
Anderson R.D. (1970), The History of Witchcraft: A review with some Psychiatric Comments, in "American Journal of Psychiatry", 126.
Anglo S.
(1977a), Evident Authority and Authoritative Evidence: "The Malleus Maleficarum",
Behringer W. (1988) (a cura di), Hexen und Hexenprozesse in Deutschland, Munchen.
Bisfel P. (1596), De confessionibus
maleficarum et sagarum, Augusta Treverorum.
Delumeau J ), Il cattolicesimo dal XVI a XVIII secolo,
Milano.
Dworkin
A. (1974), Woman Hating,
Guazzo F.M. (1608) Compendium Maleficarum, ed.ingl. di M. Summers, Londra
Hester M. (1992) A study of the Dynamics of Male domination,
Karlsen
C. (1987) The Devil in a Shape of a Woman,
Kieckhefer
R. (1976), European Witch Trials: their foundations in popular and learned
culture, 1300-1500,
Klaits J.
(1985), Servants of Satan: the Age of the witch hunts,
LaVey
A.S. (1969), The Satanic Bible,
Leutenbauer S. Hexerei und Zaubreidelikt
in der Literatur von 1450 bis 1550,
Midlefort
H.C.E. (1972), Witch Hunting in Southwestern
Monter E.W. (a cura
di) (1969) European Witchcraft,
Muchembeld
R. (1985), Popular Culture and Elite culture in
Muchembeld R. (1990), Satanic Myths and Cultural Reality, Henningsen
Sabean
D.W. (1984), Power in the Blood: Popular culture and village discourses in
early modern
Segl P.
(1988), Der Hexenhammer:
Enstehung und Umfeld des "Malleus Maleficarum" von 1487,
Zika C.
(1989), Fears of Flying: representation of witchcraft and sexuality in early
sixteenth Century
Appunti su: il malleus malificarum in letteratura, il malleus maleficarum riassunto, https:wwwappuntimaniacomumanisticheletteratura-italianoil-malleus-maleficarum-i-suoi-94php, |
|
Appunti Grammatica | |
Tesine Pittura disegno | |
Lezioni Inglese | |