Il "femminismo"letterario

Il "femminismo"letterario

L'ideologia del femminismo analizzato dal punto di vista letterario

L'industrializzazione, disgregando le istruzioni della società patriarcale, libera le donne dalla schiavitù e dall'isolamento familiari per immetterle nel mondo del lavoro, dove ne perpetua l'inferiorità economica e giuridica rispetto all'uomo. Di qui l'emergere in tutti i paesi l'inferiorità economicamente avanzati di movimenti femministi che lottano per l'uguaglianza dei sessi. Il femminismo ottocentesco, pur limitando in genere le rivendicazioni in ambito giuridico, ebbe tuttavia un effetto dirompente investendo le strutture psicologiche e culturali patriarcali, su cui si basava da secoli l'identità maschile. La messa in crisi della vecchia identità femminile minava automaticamente il sistema di certezze e di potere maschili, accentuano il senso di emarginazione e di angoscia sperimentato dall'individuo di fronte alle trasformazioni dell'incipiente società imperialista.

La ribellione della donna è insomma percepita dall'uomo come un attacco all'integrità del proprio io, per la cultura maschile risponde aggressivamente con una vera e propria crociata misogina. La scienza positivista teorizza l'inferiorità naturale della donna insieme a quella delle razze non europee: da Nietzsche allo stesso Freud confermano un visione negativa del femminile che emerge con forza, all'inizio del Novecento.

Dopo la seconda guerra mondiale, la società si modernizza e, sotto la spinta dei movimenti antiautoritari, si liberalizzano rapidamente i costumi.

L'eros è sottratto ad ogni forma di repressione di pregiudizio e alimenta tematiche prima censurate o rimosse, come quelle omosessuali.

Ma soprattutto il corpo e il sesso prima identificati negativamente con il femminile, ora assumono una connotazione positiva come elemento dia autenticità contro l'artificializzazione della vita moderna. Il "basso" insomma e l'animalità non sono più considerati forte di degradazione, ma luogo di resistenza contro l'alienazione della razionalità capitalistica.

Una rivalutazione del femminile emerge di fatto anche nella cultura post moderna come messa in crisi della razionalità maschile; di cui l'enfatizzazione delle differenze della molteplicità e del nomadismo delle identità, che tuttavia approda ad una totale indifferenza verso la rifondazione di una nuova soggettività sia femminile che maschile, obiettivo che invece costituisce la sfida più alta del femminismo.