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Il Decadentismo, D'Annunzio




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Il Decadentismo


Con il termine Decadentismo si indica la corrente culturale che segna un periodo di profonda crisi della società e che per tale motivo prende anche il nome di "cultura della crisi".


Esso si sviluppa negli anni che vanno dal 1880 fino alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, contestualizzandosi dunque a pieno titolo nel clima dell'Imperialismo che domina nei paesi europei e che segna la storia di questi 50 anni. L'atmosfera è, infatti, quella di una profonda conflittualità economica fra gli stati e di un'ulteriore forte tensione sociale all'interno di essi.


Motivi della nascita del Decadentismo

c  Dal punto di vista filosofico, gli ideali decadenti trovano la loro prima radice nella crisi del Positivismo, vale a dire nella perdita di fiducia nella ragione. Il progresso, la scienza, la concretezza, sono tutti valori che vengono ora pesantemente messi in discussione. La conseguenza fondamentale di questi atteggiamenti è la nascita di correnti di pensiero irrazionalistiche, che sviluppano i loro concetti sulla base di un categorico rifiuto della ragione e di tutto ciò che è razionale.  


c  L'ideale che si viene a creare è quello di una realtà che non si può conoscere con metodi oggettivi: è misteriosa, sfuggente, inquietante, profonda.


c  Si sviluppa un categorico rifiuto di tutti i metodi scientifici utilizzati per la conoscenza, operandone la sostituzione con quelli irrazionali prima fra tutti la poesia.


c  Fra gli artisti si diffonde un atteggiamento di individualismo esasperato essi vivono una condizione di solitudine, di distacco, di smarrimento dalla realtà, che segna la crisi fra artista e società tipica del Decadentismo. Il poeta può tuttavia manifestare questa condizione in due modi diversi: attraverso l'autoesaltazione, cioè il porsi al di sopra delle persone comuni, ovvero attraverso una condizione di sottomissione e di ripiegamento su se stesso, provando sentimenti di inadeguatezza e di soggezione nei confronti della società.



In Francia il movimento letterario che sviluppa gli aspetti del Decadentismo si chiama Simbolismo, che pone l'accento sugli aspetti della musicalità della lingua, in cui non ha importanza la realtà esterna, ma quella più profonda che solo la poesia riesce a percepire e a rappresentare per mezzo di simboli, colori, avvicinando aspetti che a prima vista sembrano lontani fra loro, ma che in profondità hanno un rapporto profondo (analogie).

I grandi poeti simbolisti sono: Baudelaire, Verlaine, Rimbaud, Mallarmè.


In Italia sono a pieno titolo poeti decadenti, seppure per aspetti talvolta diversi: Pascoli, D'Annunzio, Gozzano (crepuscolare), Pirandello, Svevo, Ungaretti e Montale.


Gabriele D'Annunzio


c VITA

Gabriele D'Annunzio nasce nel 1863 a Pescara da una famiglia borghese e agiata, che asseconda fin dall'inizio la sua vivacità e precocità intellettuale. Nel 1881 si trasferisce a Roma, dove conosce gli ambienti più eleganti e vive una vita ricca e piena di scandali e di fatti che gli garantiscono la notorietà, come ad esempio la sua relazione con la grande attrice Eleonora Duse. Nel si trasferisce a Napoli, dove scopre Nietzsche e comincia a seguirne le opere. Nel 1895 ritorna a Roma, dove viene eletto due anni più tardi deputato per l'estrema destra, ma nel marzo 1900, dopo la repressione del governo Pelloux, passa clamorosamente a sinistra. Nel 1898 si stabilisce in Toscana, dove vivrà nel lusso fino al 1910. Allo scoppio della prima guerra mondiale si ripara a Parigi, dove si schiera a favore dell'intervento antitedesco. Nel rientra in Italia sotto la veste di uno tra i più fervidi interventisti. Nonostante sia più che cinquantenne, prende servizio al fronte, dando una valutazione estetizzante della guerra così come di ogni altro aspetto della vita. Clamorosa si presenta l'azione promossa di propria iniziativa, subito dopo la fine della guerra, per la riconquista di Fiume e della Dalmazia, assegnate dai trattati di pace alla Jugoslavia. D'Annunzio occupa Fiume nel settembre del , alla testa di un gruppo di Arditi, e tiene la reggenza della città sino al Natale del , quando il governo italiano interviene per la smobilitazione. Lasciata Fiume nel gennaio , si trasferisce in una villa di Gardone Riviera. Essa viene dall'autore stesso trasformata in una casa-museo, sovraccarica di arredi e reliquie, simbolo di tutte le esperienze della vita e dell'arte dannunziana, ammassate in uno spazio in cui domina l'orrore del vuoto e della luce. E' questo il fastoso, pittoresco e funereo "Vittoriale degli Italiani". La sua personalità, temuta persino dal Duce per l'attivismo e la fama, viene soffocata tramite il relegato isolamento nel Vittoriale voluto da Mussolini stesso. Stroncato da un'emorragia cerebrale, D'Annunzio muore il 1° marzo .


c       OPERE


Nel 1882 escono le prime liriche, pubblicate in Canto Novo (O falce di luna calante), un'importante e originale raccolta accettata dal pubblico e critica con grande entusiasmo. Essa contiene 61 componimenti divisi in 5 libri. La 2^ edizione è del 1896, che riduce il numero delle liriche e modifica la struttura complessiva dell'opera.


Il primo romanzo, Il Piacere ( Il ritorno di Elena) è del 1889. In quest'opera l'autore esalta vistosamente il mito della sua vita voluttuosa e materiale, rendendo vastissima fin dall'inizio la sua grande fama. La vicenda presenta un esteta aristocratico e colto, Andrea Sperelli, in una Roma splendidamente evocata, diviso tra la passione per l'inafferrabile amante di un tempo, Elena Muti, e il fascino di una donna pura e fedele, Maria Ferres. La vicenda è incentrata sull'attrazione verso le due donne, che tormenta Andrea, giungendo infine ad una conclusione tragica, cioè la costrizione di Maria ad abbandonare la città dopo un ultimo drammatico incontro con Andrea il quale, ormai ossessionato dalle proprie fantasie, si lascia sfuggire il nome della rivale. La chiara rarefazione dell'intreccio e della trama è presentata in quest'opera con uno stile ricco e prezioso, con una predilezione per i termini rari e un accurato studio sintattico che spinge la poesia verso risultati quasi lirici.


Tra il 1890 e il 1893 esce il Poema Paradisiaco ( Consolazione), formato da 54 poesie, che può considerarsi l'esatto contrario del Piacere, in quanto lo stile è quello di una ricchissima sensualità e di un recupero dell'innocenza. Con quest'opera D'Annunzio inaugura una nuova moda, con l'attenzione soprattutto alla melodicità e ai temi della bontà e della pietà. Esso presenta l'aspetto malinconico, dimesso, languido, "buono" del grande sperimentatore D'Annunzio. Quest'opera preannuncia a pieno titolo l'avvento del futuro crepuscolarismo.


Le Laudi, formate da Maia, Elettra e Alcione ( La pioggia nel pineto; Le stirpi canore) sono pubblicate nel 1903. D'Annunzio esprime in queste opere il suo totale e gioioso abbandono alla vita, la parola perde di artificiosità per trovare una propria musicalità, in un'atmosfera dolce e sensuale in stretto contatto con la natura (panismo).



c        PERSONALITA' E TALENTO

D'Annunzio fu per il suo tempo in modello di gusto e di comportamento, influenzò profondamente la vita mondana e aristocratica, La sua personalità raffinata ed egocentrica, il suo gusto per il gesto clamoroso, le sue filosofie di autoesaltazione, ne fanno un uomo di grande carisma e un poeta di grande talento. In lui si scopre il desiderio di vivere e di godere tutte le sensazioni, la sensualità di un artista che sente con gioia e voluttà i profumi, i colori, i suoni, che con la sua immaginazione rende tutto più bello, più entusiasmante, più esageratamente clamoroso. La sua produzione assume un aspetto particolarmente elegante, poiché coglie gli aspetti del mondo con la sensualità e riesce a scomporre questi aspetti in tanti piccoli momenti, godendoli uno ad uno. Le caratteristiche della lingua di D'Annunzio sono la profondità, la musicalità, la spiazzante bellezza. Per lui "il verso è tutto" (il Piacere), può rappresentare tutto, il soprannaturale, l'assoluto, ciò che in altri modi è inesprimibile. E' in grado di scegliere in ogni momento i termini più musicali, più poetici, le immagini più belle, suggestive ed affascinanti.  


c       L'ESTETISMO E IL TEMA DEL SUPERUOMO


L'estetismo è la corrente letteraria e filosofica che esprime l'atteggiamento tipico dell'artista decadente, che è un soggetto che vive una crisi, un'estraneità al mondo che lo circonda e ai suoi valori. Egli prova un odio ed un disgusto per i valori, li considera mediocri e rispetto ai quali si sente superiore. Il poeta fugge dalla realtà verso un mondo di bellezza raffinata, insolita, preziosa. Tutto questo non solo nell'arte, ma anche nella vita. La vita stessa, cioè, è un'opera d'arte da costruire con raffinatezza e ricercatezza. L'esteta ha il culto del bello fine a se stesso, ritiene i valori estetici primari e riduce in subordine tutti gli altri "un'azione non dev'essere giusta, ma bella!". L'eroe decadente si considera eccezionale, speciale, disprezza l'uomo comune e la massa mediocre, costruisce la sua vita come un'opera d'arte attraverso l'artificio, sprezzando la spontaneità. Egli giunge ad un fallimento finale inevitabile.


Il superomismo è la dottrina di Nietzsche secondo la quale il superuomo è il protagonista della storia. Egli è colui che realizzerà un nuovo esemplare di umanità al di là della morale comune, della mediocrità borghese, del bene e del male. Il superuomo è l'espressione della "volontà di potenza", dell'esaltazione della forza, dello spirito agonistico: non presuppone nessuna pietà per i deboli, i quali sono inevitabilmente destinati a soccombere.


Posizione antidemocratica, aristocratica; culto

per l'uomo d'eccezione; Stato forte, nazionalismo,


culto esasperato della nazione.


SUPEROMISMO

Esaltazione dell'attivismo, del bel gesto, del

rischio. Fuga dalla realtà, solitudine,

emarginazione dell'artista.


Le doti del superuomo sono: l'energia, la forza, la volontà di dominio, lo sprezzo del pericolo, la volontà di affermazione, il velleitarismo (=la sproporzione fra gli obiettivi e le forze per raggiungerli, fra la volontà e l'esito finale).


TRILOGIA DANNUNZIANA DEL SUPERUOMO:


"IL TRIONFO DELLA MORTE" Giorgio Aurista

"LE VERGINI DELLE ROCCE" Claudio Contelmo

"IL FUOCO" Stenlio Efflena       



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