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IL CUBISMO E IL SUPERAMENTO DELLE BARRIERE SPAZIO-TEMPORALI
In ambito artistico la crisi del positivismo si traduce in una negazione delle coordinate cartesiane spazio-temporali con l'introduzione della "quarta dimensione" e di una rappresentazione dell'oggetto che non è più quello visto ma quello conosciuto e pensato (nel cubismo si attua infatti una scomposizione dell'immagine attraverso una simultaneità di rappresentazione di vari elementi strutturali dell'oggetto e prospettive diverse dello stesso). Alla realtà-vista si sostituisce la realtà-pensata e la realtà-creata.
In questo senso il cubismo aspira alla purezza delle forme, ad una visione sintetica che si può interpretare anche come reazione all'inclinazione naturalistica, della tradizione ottocentesca e decadente. Il cubismo ripropone così la centralità degli elementi formali essenziali per la pittura come lo spazio e la composizione.
"La natura è una cosa, la pittura un'altra" scriveva Pablo Picasso concludendo provocatoriamente che «la pittura è dunque un equivalente della natura». In quest'affermazione sta tutto il significato del Cubismo, una delle prime e più significative Avanguardie storiche, della quale Picasso, insieme a Georges Braque fu uno degli indiscussi padri fondatori.
Porre pittura e natura sul medesimo piano, infatti, significa attribuire alla prima una dignità e un'autonomia mai prima pensate, in quanto, ad esempio, anche l'arte classica era per definizione imitatrice della natura.
I pittori cubisti, al contrario, non cercano di compiacere il nostro occhio imitando la realtà come nell'arte classica, né, come facevano gli Impressionisti, tentando di interpretarne le suggestioni. Essi, infatti, si sforzano di costruire una realtà nuova e diversa non necessariamente simile a quella che tutti conosciamo anche se spesso ad essa parallela.
Essi si ripropongono di dipingere la realtà da più punti di vista.
Dipingere ciò che è noto dell'oggetto coincide con il mostrarne i molteplici lati. L'oggetto cubista, proprio perché è un oggetto conosciuto e non semplicemente visto, finisce così per dissolversi: la descrizione dei suoi vari aspetti ne impedisce, infatti, l'unità, la compattezza che era invece propria della visione rinascimentale. La realtà cubista, d'altra parte, comprende anche il fattore tempo, una variabile che non era mai stata considerata da alcun artista. Per poter vedere un oggetto da più punti di vista è necessario che la percezione avvenga in un tempo prolungato che non si limita ad un solo istante. È necessario che l'artista abbia il tempo di vedere l'oggetto, e quando passa alla rappresentazione porta nel quadro tutta la conoscenza che egli ha acquisito dell'oggetto. La percezione, pertanto, non si limita al solo sguardo ma implica l'indagine sulla struttura delle cose e sul loro funzionamento.
L'introduzione di questa nuova variabile, il tempo, è un dato che non riguarda solo la costruzione del quadro ma anche la sua lettura. Un quadro cubista, così come tantissimi quadri di altri movimenti del Novecento, non può essere letto e compreso con uno sguardo istantaneo. Deve, invece, essere percepito con un tempo preciso di lettura. Il tempo, cioè, di analizzarne le singole parti, e ricostruirle mentalmente, per giungere con gradualità dall'immagine al suo significato.
Per importanza e conseguenze il Cubismo rappresenta insieme al Rinascimento, uno dei momenti di svolta storica di tutta l'arte occidentale. Dopo il Cubismo nessuno ha più potuto dipingere o scolpire come prima. Una volta rotto l'incanto illusorio della prospettiva rinascimentale, infatti non è stato più possibile fare arte senza tener conto della frantumazione delle forme o della molteplicità dei punti di vista.
In questo senso il Cubismo è il figlio più vero del Novecento. Esso, di fatto, ha spianato la strada a ciascuna delle altre Avanguardie storiche, diventando inevitabilmente il punto di riferimento e la pietra di paragone per tutti gli artisti delle generazioni successive.
L'opera che inaugura la stagione cubista di Picasso è il quadro "Les demoiselles d'Avignon". Realizzato tra il 1906 e il 1907, ha come soggetto la visione di una casa d'appuntamento in cui figurano cinque donne. Inizialmente Picasso pensava di raffigurare sette figure, cinque donne e due uomini (un marinaio e uno studente con un teschio in mano), raggruppate in un interno di postribolo, con una natura morta, fiori, frutta e tendaggi.
Successivamente eliminò uomini e fiori, lasciando solo la frutta in primo piano e i nudi femminili; ma di questi rimasero quasi inalterati solo i due centrali.
L'analogia più evidente è con i quadri di Cézanne del ciclo "Le grandi bagnanti", a cui Picasso si ispira per la figura in piedi a destra e per quella al centro, con le braccia ripiegate sulla testa.
In quest'opera Picasso, attraverso l'abolizione di qualsiasi prospettiva o profondità, abolisce lo spazio: si simboleggia perciò una presa di coscienza riguardo una quarta dimensione non visiva, ma mentale. Nella realizzazione delle figure centrali Picasso ricorda la scultura iberica, mentre nelle due figure di destra è evidente l'influsso delle maschere rituali dell'Africa. Soprattutto la figura in basso, con gli occhi ad altezza diversa, la torsione esagerata del naso e del corpo, evidenzia come Picasso sia giunto alla simultaneità delle immagini, cioè la presenza contemporanea di più punti di vista.
Le singole figure, costruite secondo il criterio della visione simultanea da più lati, si presentano con un aspetto decisamente inconsueto che sembra ignorare qualsiasi legge anatomica. Vediamo così apparire su un volto frontale un naso di profilo, oppure, come nella figura in basso a destra, la testa appare ruotata sulle spalle di un angolo innaturale. Sono infranti così i canoni della prospettiva lineare: pur essendo ripresa di tre quarti di schiena, sono contemporaneamente visibili il viso, un seno e la schiena. Tutto ciò è comunque la premessa di quella grande svolta, che Picasso compie con il cubismo, per cui la rappresentazione tiene conto non solo di ciò che si vede in un solo istante, ma di tutta la percezione e conoscenza che l'artista ha del soggetto che rappresenta.
Ciò che costituisce la grande novità dell'opera è l'annullamento di differenza tra pieni e vuoti.
La struttura dell'opera è data da un incastro geometricamente architettato di piani taglienti, ribaltati sulla superficie della tela quasi a voler rovesciare gli oggetti verso lo spettatore, coinvolto direttamente dalla fissità dello sguardo delle figure femminili e dallo scivolamento della natura morta quasi fuori del quadro. L'immagine si compone di una serie di piani solidi che si intersecano secondo angolazioni diverse ed ogni angolazione è il frutto di una visione parziale per cui lo spazio si satura di materia annullando la separazione tra un corpo ed un altro.
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