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IL CINEMA NEOREALISTA
Il Neorealismo è stato un movimento culturale sviluppatosi ancor prima della fine del secondo conflitto mondiale (nel decennio compreso tra il 1943 e il 1953) che ha avuto riflessi importanti nel cinema italiano contemporaneo. I maggiori esponenti del movimento sorto spontaneamente e non codificato furono i registi Roberto Rossellini , Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Giuseppe de Santis, Pietro Germi, Alberto Lattuada e lo sceneggiatore Cesare Zavattini. In una posizione a se stante si colloca Federico Fellini ( per la sua cinematografia si conierà successivamente il termine di realismo magico).
Il cinema italiano, come la letteratura, è caratterizzato da trame ambientate tra le classi disagiate e lavoratrici, con lunghe riprese all'aperto e utilizza spesso attori non professionisti per le parti secondarie e a volte anche per quelle primarie. I film trattano soprattutto la situazione economica e morale del dopoguerra italiano e riflettono i cambiamenti nei sentimenti e le condizioni di vita: frustrazione, povertà disperazione. Poiché Cinecittà il complesso di studi cinematografici che dall'aprile del 1937 era stato il centro della produzione cinematografica italiana, era occupata da sfollati, i film venivano girati all'esterno, sullo sfondo delle devastazioni belliche. Mancavano persino gli attori: non si potevano impiegare gli attori usati dal cinema fascista che impersonavano eroi di propaganda . I giovani registi usciti dalla guerra partecipavano al rinnovamento della società italiana di quegli anni.
I neorealisti furono influenzati molto da realismo poetico francese. Di fatto sia Antonioni che Visconti lavoravano in stretta collaborazione con Jean Renoir. Il neorealismo però ebbe una risonanza mondiale solo nel 1946 con Roma città aperta, il primo importante film uscito in Italia nell'immediato dopoguerra. Era ispirato ad eventi reali avvenuti nell'inverno 1943-'44. Il lungometraggio narra con accenti fortemente drammatici la lotta degli italiani contro l'occupazione tedesca di Roma.
Il film ritrae la resistenza come l'alleanza tra comunisti e cattolici a fianco della popolazione. L' opera neorealista che rappresenta il dopoguerra in modo più vivido è "Ladri di biciclette" (di Vittorio De Sica 1948) storia di un operaio la cui sussistenza dipende dalla sua bicicletta. Il film narra la brutale rapacità della vita nel dopoguerra. Il protagonista , Ricci, si rivolge ad ogni istituzione, polizia, Chiesa, sindacati, ma nessuno è in grado di recuperare la bicicletta rubata e molti sono indifferenti alla sua tragedia: con il figlio Bruno è costretto a vagare per la città in un'inutile ricerca. Nel film c'è anche il fallimento della fiducia tra padre e figlio: il momento cruciale si ha quando in preda alla disperazione Ricci, cerca di rubare a sua volta una bicicletta e Bruno lo guarda in preda allo shock di chi vede crollare tutte le illusioni sul proprio padre. A Ricci è risparmiato l'arresto e Bruno, che ora accetta dolorosamente la fragilità del padre, riafferma il suo amore prendendolo per mano. Al culmine del Neorealismo Luchino visconti adattò i Malavoglia il celebre romanzo di Verga scritto nel pieno del verismo, il movimento del XIX secolo che fu per tanti versi la base del Neorealismo. Lo ammodernò e il film che ne derivò La terra trema, fu interpretato solo da attori non professionisti e fu girato nel medesimo paese, Aci Trezza, (Catania) dove il romanzo era ambientato. Poiché il film venne girato in lingua siciliana esso fu sottotitolato nella versione originale italiana. Le caratteristiche comuni sono che i film sono generalmente girati con attori non professionisti (sebbene in alcuni casi furono scelti come protagonisti attori famosi, che recitavano con gente normale piuttosto che con altri attori ingaggiati per la lavorazione). Le scene sono girate quasi esclusivamente in esterno, per lo più in periferia e in campagna ; il soggetto rappresenta la vita dei lavoratori e di indigenti impoveriti dalla guerra. Le trame sono costruite su scene di gente normale impegnata in normali attività quotidiane, completamente prive di consapevolezza come spesso accade con attori dilettanti. I bambini occupano un ruolo di grande importanza ma non solo di partecipazione, perché essi riflettono ciò che " dovrebbero fare i grandi". Il Neorealismo italiano fu uno dei più significativi movimenti cinematografici, ed ebbe un enorme importanza nella storia del cinema. Tre grandi registi, Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Luchino Visconti, iniziarono le loro carriere con il Neorealismo e ne portarono alcuni elementi nelle loro opere successive.
Elementi caratteristici della cinematografia neorealista
Vengono rappresentate non storie individuali ma collettive, di abitanti di Roma occupata e di partigiani, di donne del dopoguerra, di povera gente costretta a rubare una bicicletta per trovare lavoro, di pensionati, di emigranti. Si filma tutto quel mondo di cui il fascismo non ammetteva l'esistenza: la povera gente, la prostituzione, i suicidi, il mondo reale del lavoro duro. Anche dal punto di vista linguistico appaiono insieme alla realtà i dialetti che il nazionalismo fascista aveva bollato come deteriori. Nei maggiori film del neorealismo italiano appare il plurilinguismo. Il dialetto viene assunto allo stesso livello dell'italiano e delle altre lingue: si pensi ad esempio ad alcuni titoli "Sciuscià" "Paisà ". Ma il Neorealismo non durò a lungo, il cinema divenne successivamente seriale e industriale.
La fine del Neorealismo
Il Neorealismo cinematografico è finito all'inizio degli anni '60. Fu poco apprezzato in Italia in quegli anni, decisamente osteggiato da una classe politica che si avviava alla restaurazione. Nel 1949 fu emanata la "legge Andreotti" che fissò dei limiti alle importazioni e quote sugli schermi, ma pose anche le basi per fornire dei prestiti alle case di produzione. Per concedere un prestito, tuttavia una commissione statale doveva approvare la sceneggiatura, e i film privi di un punto di vista politico erano premiate con somme maggiori. Ancora peggio, ad un film poteva essere negata la licenza di esportazione se "diffamava l'Italia". La legge Andreotti aveva creato in pratica una censura preventiva . Ci fu un generale abbandono del Neorealismo più puro quello tra il 1944 e il 1948. Ma già alla fine degli anni '50 il Neorealismo volge verso la commedia di Mario Monicelli. Le case di produzione italiane non finanziano più il cinema "impegnato" e si avvia la produzione consumistica. La commedia all'italiana ( la definizione è in quegli anni spregiativa ) riuscirà tuttavia a trasmettere attraverso l'ironia e la buffoneria aspetti della società italiana degli anni '50 '60 di derivazione "realista". Molti degli autori della commedia all'italiana erano stati autori nel Neorealismo, riadattati per esigenze di mercato senza perdere il tocco particolare e caratteristico degli anni precedenti.
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