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Gente in Aspromonte
di Corrado Alvaro
"Gente in Aspromonte" è una raccolta di tredici racconti: GENTE IN ASPROMONTE, LA PIGIATRICE D'UVA, IL RUBINO, LA ZINGARA, CORONATA, TERESITA, ROMANTICA, LA SIGNORA FLAVIA, INNOCENZA, VOCESANA E PRIMANTE, TEMPORALE D'AUTUNNO, CATA DORME, VENTIQUATTR' ORE.
I personaggi de "Gente in Aspromonte" sono:
Argirò, un povero pastore, che nel corso della propria vita si trova a dover affrontare continuamente pesanti difficoltà. Il racconto si apre, proprio, con un'esauriente descrizione della dura e faticosa, vita dei pastori e con la presentazione della prima disgrazia: i quattro buoi che l'Argirò aveva in custodia dal signor Filippo Mezzatesta sono precipitati in un burrone. È da questa vicenda che inizieranno, poi, le disavventure del povero pastore;
Antonello, il figlio d'Argirò che inizialmente si dimostra un giovane ingenuo ma determinato. "Il ragazzo era serio serio, con quella forma di partecipazione al dolore degli altri per cui i ragazzi diventano pensierosi e ubbidienti; aveva il costume di pastore, che gli avevano fatto da poco, con la cintura di cuoio alta un palmo intorno alla pancia; era contento di andare in paese col vestito nuovo, peloso, per la prima volta. Era nato in montagna, e non si sapeva immaginare una casa di muro, come gli dicevano.";
Compare Fermo, l'uomo cui Argirò si rivolge per vendere la carne dei buoi;
Fido, il cane di Antonello che viene ucciso perché scambiato per con un cane con la rabbia;
Filippo Mezzatesta, uomo benestante, avaro e prepotente; circondato e servito da serve. Da questo, si reca Argirò per raccontargli il fatto accaduto e trovare in lui un po' di comprensione. Ciò non accade, il signor Filippo si infuria e il povero pastore è costretto a dargli anche le trecentocinquanta lire ricavate dalla vendita dei buoi. "Alto, grosso, enorme si puntellava con la mano alla testa di una delle due donne come su un bastone." Argirò viene cacciato malamente: <<Niente, niente. Va' via. Io non ti voglio più vedere. Non voglio più avere nulla da fare con te.>>;
Camillo Mezzatesta, fratello del signor Filippo."Uomo dalla fisionomia lunga e patita, con due baffetti radi e sfilacciosi sul labbro superiore, i fili della barba non rasata da qualche giorno sulle guance di cui sottolineavano il pallore.";
Pirria, la moglie di Camillo Mezzatesta. "Era una bella donna, piena, del colore dell'alabastro; i suoi occhi ammiccavano continuamente e sembrava che volessero dire più di quanto non dicesse con la bocca sinuosa e grande.";
Saveria, la figlia di Camillo. "Poteva avere la stessa età di Antonello: tonda, nera in viso, con una treccia annodata alla sommità del capo, aveva l'aria assonnata e materna che distingue le bimbe meridionali. [.] malgrado la sua tenera età aveva le labbra umide e lo sguardo esperto delle donne grandi, ma innocentemente, e non era colpa sua.";
Titta e Peppino, i figli di Pirria che, però, Camillo non vuole riconoscere come propri;
Il Pretino, figlio di Camillo, nel futuro del quale, quest'ultimo ripone tutte le proprie speranze;
Teresa, una bambina che bacia il Pretino, mettendo in subbuglio i suoi pensieri, infatti, il figlio di Camillo la pensa e la sogna. "Lo stette a guardare sotto una frangia fittissima di ciglia. Aveva un viso sottile e tutto rifinito, fermo e breve, col naso che si attaccava dritto alla fronte e che le dava un'espressione attonita.";
Ignazio Lisca, al quale Argirò si rivolge, seguendo il consiglio di Camillo, per avere un po' di denaro per la semina. "Ignazio viveva con la moglie, una donna vecchia prima del tempo, e con la figlia, una bambina di dieci anni.";
Benedetto, figlio di Argirò. "Era azzurro e sdentato come un vecchino; somigliava al padre, vecchio e nuovo allo stesso tempo." Già dalla nascita, viene deciso il suo futuro: diventerà un prete!
Santo e Ciro, i figli muti di Argirò.
I protagonisti de "La pigiatrice d'uva" sono:
La pigiatrice d'uva, una giovane dai capelli castani striati di biondo, con un viso camuso e ridente, osservata e desiderata da tutti i vendemmiatori. "Ella scorgeva tra foglia e foglia gli uomini al lavoro, e si riparava dall'arsura delle loro occhiate nei verdi segreti fra vite e vite.";
Il figlio del padrone della vigna, l'unico giovane di cui la pigiatrice si innamora a prima vista.
I personaggi de "Il rubino" sono:
Un principe indiano che si trovava in visita in una metropoli dell'America del Nord, il quale si accorge, dopo un viaggio fatto su un'auto di piazza, di aver perso un prezioso rubino;
Il conduttore del veicolo in questione;
Un italiano di ritorno in patria che trova, sull'auto che lo ha accompagnato al porto, "un pezzo di cristallo rosa, grosso come una nocciuola, sfaccettato". Egli dona, poi, questo oggetto, che per lui ha solo un valore affettivo perché gli ricorda i viaggi fatti, al proprio figlio in modo che ci giocasse con gli amici.
I personaggi de "La zingara" sono:
Crisolia, una giovane donna che da sempre tenta di fuggire dal proprio paese."La Crisolia molti se la ricordavano ragazzina proprio l'anno avanti, quando le legavano i capelli ricci in un ciuffo stretto al sommo del capo.fin da piccola aveva sempre tentato di partire con tutti quelli che partivano[.] Crisolia non ha il colore degli zingari, è bianca, non ha rubato mai in piazza, quando arrivano i mercanti, e non sa rubare neppur ora.";
La vecchia che sta alla Marina "prega tutto il giorno[.] bisogna dirle che andrà in Paradiso";
Una donna cui Crisolia bussa alla porta chiedendo un po' d'acqua. "La padrona di casa non è una ragazza come pareva. Può avere diciotto anni, esile, il viso magro da adolescente, e poi un gran ventre su cui posa le mani conserte. Ha l'aspetto avido delle ragazze e insieme delle donne prossime a diventar madri.
I personaggi de "Coronata" sono:
Coronata, una bella ragazza che ha avuto la grazia di guarire da una malattia e, per questo secondo i suoi genitori, deve ringraziare eternamente la Madonna. "Doveva fare a piedi, scalza, con un cero in mano, quattro ore di cammino per le montagne." La giovane, però, non è disposta a sacrificarsi continuamente. Accetta di malavoglia di recarsi un'ultima volta al Santuario, ma arrivatavi non perde l'occasione per scappare: sale su un cavallo con il proprio innamorato e fugge via;
La signora Domenica, che ha un figlio muto per il quale vorrebbe che la Madonna facesse una grazia. Chiede quindi a Coronata di tenerlo in braccio di fronte all'altare;
Il padre e la madre di Coronata e la loro severità.
I personaggi de "Teresita" sono:
Ferro, il padre di Teresita e di altri tre ragazzini. "I ragazzi, quando lo vedevano, coi capelli bianchi ritti sulla fronte e gli occhi grigi, si nascondevano dietro il grosso macigno che era rotolato dall'alto fin sotto alla sua finestra. [.] Egli aveva in uggia tutto il mondo, e bastava andare a chiedergli un consiglio per tornare umiliati e irritati dalle male parole. Ammetteva alla sua presenza soltanto il figlio più piccolo, quello che gli somigliava di più e che aveva destinato agli studi." Tra tutti i figli quella per cui, Ferro, ha un vero "debole" è Teresita."Aspettava con un segreto piacere: ella si avvicinava alla sua porta, col passo strascicato e incerto, ed era come se gli camminasse sul petto."
Teresita, la dolce figlia di Ferro, è l'unica in grado di trasmettere un briciolo di allegria al proprio padre con semplici e innocenti parole. <<Vuoi bene al tuo papà? Molto? Quanto?>> <<Quanto voglio bene al sole, alla luna,quanto agli occhi, quanto al pane, quanto al cielo>>. Quella che però, agli occhi del padre, resterà sempre una bambina,si sta trasformando velocemente in donna. E quando arriva il momento in cui Teresita si trasferisce in un'altra casa per vivere con il proprio sposo, Ferro si sente solo.
I personaggi de "Romantica" sono:
Una giovane in cerca di amicizie, avventure e felicità. Ella trova tutto ciò nell'amore e quindi nel matrimonio;
La madre,Padella,che ha vissuto una vita da serva,senza mai conoscere né il vero amore, né la felicità;
Il marito di quest'ultima, il quale non si era mai accorto dell'atmosfera sofferente che regnava nella propria casa. Questo perché impegnato nel tentativo di dimenticare un vecchio amore.
Palmira, che è la donna che in passato gli ha rubato il cuore e dalla quale egli è fuggito.
I personaggi de "La signora Flavia" sono:
La signora Flavia, così bianca e bella agli occhi di tutti, ma soprattutto di Serafino, da sembrare una statua. Ella appare come una donna chiusa nella sua vita sociale tanto da non rivolgere quasi mai la parola a nessuno;
Serafino,un servo della signora che sogna di poterle stare più vicino, di parlarle sfoggiando un vestito nuovo che, però, non possiede.
I personaggi de "Innocenza" sono:
Biasi, un manovale diciottenne diretto a casa, per far visita alla madre. "Agile, magro, con una testa ricciuta, un color vivo e bruciato in viso, dove la prima calugine della barba dava una sofferenza sproporzionata a quell'età.";
Venera, la donna che lo ospita per la notte in casa sua.
I personaggi de "Vocesana e Primante" sono:
Vocesana, nemico di Primante, nel coro della chiesa è il tenore, il suo canto tocca altezze vertiginose, ha due figli e il maggiore "ha la pelle bianca e le vene azzurre alle tempie, come un predestinato;
Primante, nel coro incalza, Vocesana con il controcanto; anch'egli ha due figli e il maggiore è bruno e ottuso.
I personaggi de "Temporale d'autunno" sono:
Filippo Ligo, il quale viaggiando con la propria mula si imbatte in un violento temporale ed essendo così costretto a rifugiarsi in una caverna in cui incontra una ragazza del proprio paese;
Immacolata Strano è la ragazza incontrata da Filippo, la quale decide di fuggire con lui.
I personaggi de "Cata dorme" sono:
Due diciottenni che stanchi dello studio decidono di tornare in campagna. I due sono molto diversi ma molto uniti, hanno paura di tornare a casa così decidono di fermarsi da una ragazza che è sempre piaciuta ad entrambi;
Cata, è il nome della ragazza che al loro arrivo è distesa su un letto, immobile e senza vita.
I personaggi de "Ventiquattr'ore" sono:
In quasi tutti i racconti i protagonisti compiono un'evoluzione:
PROTAGONISTA-ANTAGONISTA
La vera protagonista, che fa da sfondo alle vicende, è la vita dura e difficile in un periodo di chiusura e ottusità. Antagonista di quest'ultima è la voglia di vivere che spinge i protagonisti ad andare avanti nonostante le avversità.
Gli argomenti trattati sono molti:
Argirò affronta tutto ciò che accade perché sa che da lui dipende la sorte della propria famiglia.
La pigiatrice d'uva ammirata da moltissimi uomini e abituata ad aver puntati addosso i loro occhi, si innamora a prima vista di uno sconosciuto.
Un amore diverso è, invece, quello provato da Serafino nei confronti della propria padrona: è un amore innocente e nascosto.
Il viaggiatore italiano trova un rubino di inestimabile valore senza neppure accorgersene, tant'è che lo regala al figlio per giocarci.
Altro genere di ingenuità è quella di Biasi che non sa interpretare le parole della donna che lo ospita.
Sentimento provato dalla ragazza che accoglie nella propria casa Crisolia, quando quest'ultima le fa delle domande; e dai due giovani che si trovano di fronte il cadavere della bella Cata.
I genitori di Coronata non comprendono le sue esigenze e la obbligano ad attenersi ai loro ordini.
L'egoismo più grande che può esistere è proprio quello che caratterizza il Ferro che, per puro capriccio, lascia che la propria figlia muoia sotto la pioggia.
Romantico è il ritrovamento della lettera che Palmira aveva inviato al proprio amato, ma allo stesso tempo triste il saper che egli per tutta la vita è fuggito per dimenticarla, senza mai sapere dell'esistenza di quella lettera.
Filippo e Immacolata si scoprono complici e fuggono insieme.
Borriello, Mandorla e ferro temono la predizione di morte fattagli da una donna.
Le vicende sono ambientate prevalentemente in Italia, sull'Aspromonte; nella seconda metà del milleottocento.
ANNO DI PUBBLICAZIONE
"Gente in Aspromonte" è stato pubblicato nel 1930.
6 FEBBRAIO - L'Italia pur firmando in questa data un trattato di amicizia con l'Austria, impegnandosi ad appoggiarne l'indipendenza di fronte a mire annessionistiche della Germania, in Alto Adige Mussolini inizia una forte politica di italianizzazione che mira a sconvolgere l'identità etnico-culturale della regione.
IL 23 LUGLIO dello anno precedente, una legge aveva imposto
sul territorio altoatesino l'uso della sola lingua italiana. Manifesti, avvisi,
cartelli, insegne dovevano essere tutti redatte in italiano. Tutti i nomi dei
paesi furono sostituiti, alcuni furono italianizzati semplicemente ponendo alla
fine una vocale altri furono del tutto inventati con nessuna attinenza al nome
tedesco, salvo quella soggettiva del gerarca funzionario responsabile. Si
rinominarono anche tutte le cime delle montagne. Questo fu il meno, lo
sconquasso fu nel far comprendere nelle valli le disposizioni, le leggi, e
soprattutto il semplice manifesto che riportava le leggi e le disposizioni. Il
98% della popolazione non conosceva l'Italiano e i pochi gerarchi che si erano
messi a studiare e conoscevano un po' di tedesco, non capivano nulla, perché il
Sudtirolese non é per nulla una lingua tedesca, e non é un dialetto, ma una
vera e propria antica lingua. Si esentarono dalle tasse i grandi industriali
italiani per costruirvi enormi fabbriche; acciaierie, chimica, cellulosa,
automezzi pesanti e altro, si costruirono grandi villaggi operai, si fecero
arrivare soprattutto dal Veneto migliaia di famiglie cui si offriva casa e
lavoro. Questa avventura altoatesina non finiva qui. Il patto di Versailles
diceva ben altre cose e non a favore dell'Italia. Con tutta l'avversione che
Mussolini aveva per quel patto, riuscì a modificare il territorio, ma non il
patto e la mentalità della popolazione tirolese con la tendenza al forte
nazionalismo locale e una grande volontà di conservare le proprie tradizioni
etniche e culturali.
Terminò la questione il 30 Novembre
del 1969 con il pieno riconoscimento dell'autonomia alla Regione.
11 MAGGIO - Nel corso dell'anno sono segnalati lavori di fortificazione sui confini della Francia. In effetti, i francesi stanno iniziando la famosa 'linea Maginot'. Mussolini subito tuona dopo pochi giorni l'11 maggio a Livorno. 'Se qualcuno attentasse al nostro avvenire non sa a quale temperatura porterò il mio popolo. Una massa umana, vecchi, bambini, operai e contadini; un bolide contro chiunque e dovunque'. Mussolini dopo il crollo della borsa americana, invita le grandi industrie a riscattare i debiti con l'estero offrendo la libertà dei cambi. Ma una volta aperta questa 'porta' si registra in Italia una vergognosa fuga di capitali e di oro verso l'estero che va nuovamente a squilibrare l'intera economia. Già qualcuno teme una guerra, e chi possiede capitali liquidi non trova di meglio che portarli oltre frontiera in fretta e furia.
Il 22 MAGGIO Un discorso con gli stessi contenuti di quello di Livorno, Mussolini lo fa a Milano; accenna ancora alla revisione dei trattati di Versailles e a quelli fatti in seguito per sanare alcuni errori, ma che però non sono serviti a mutare lo stato delle cose; che iniziano a diventare critiche.
Il 14 SETTEMBRE dalla Germania c'è un altro uomo scontento che sta salendo verso il vertice con le stesse idee di Mussolini.
ADOLF HITLER.
GIUDIZIO PERSONALE
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