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Gabriele D'Annunzio
Gabriele D'Annunzio
visse la propria vita con il preciso intento di farne un'opera d'arte:il valore
centrale dell'arte, uno dei canoni del Decadentismo, fu il cardine della sua
intera esistenza. La vita fu così per lui creazione e finzione, un
inestricabile succedersi di trovate, di colpi di scena improvvisi e di effetti
calcolati, premessa indispensabile di un'arte anch'essa unica e inimitabile. Gabriele
D'Annunzio nacque a Pescara il 12 marzo del
D'Annunzio assimilò le tendenze più appariscenti del Decadentismo come l'estetismo, il sensualismo, il panismo., egli non solo divenne parte integrante del movimento decadente europeo, ma seppe creare un proprio stile di vita e di arte che va sotto il nome di "dannunzianesimo".
Egli fu un'artista d'eccezione non solo dal punto di vista strettamente artistico, ma anche per l'esistenza del rapporto arte/vita, ebbe un'esistenza d'eccezione di gesti eroici, passioni trasgressive tanto da definirlo un'artista al di fuori della norma.
D'Annunzio avvertì i limiti e la crisi del Naturalismo e del Positivismo di fine secolo, ebbe infatti una sfiducia nella ragione e nella scienza; il suo pensiero diverge nell'ambito dell'estetismo ed ha un temperamento sensuale e perciò ha una percezione egoistica, orgogliosa e arrogante della solitudine che lo porta ad isolarsi e ad affermarsi sugli altri la propria superiorità di individuo eccezionale;la sua poesia rispecchia la sensualità del suo temperamento, intesa come abbandono gioioso alla vita dei sensi e dell'istinto per scoprire l'essenza profonda e segreta dell'io. Si rinnova così nel D'Annunzio il dramma romantico della ricerca dell'assoluto.
D'Annunzio non ebbe una poetica ben definita, perché, data la sua straordinaria abilità a captare i gusti e le tendenze delle letterature europee contemporanee, ne richiamò i motivi e le forme mutando continuamente la poetica,anche se tutto sommato il Decadentismo dannunziano ebbe un carattere superficiale se lo si confronta con quello dei grandi poeti del Decadentismo europeo.
Per l'artista l'arte è concepita come bellezza;egli ci ha lasciato molte dichiarazioni poetiche, le sue opere più famose sono i racconti della raccolta Novelle della Pescara (1902), di ispirazione verista; la raccolta poetica Alcyone (1903-1904); la tragedia La figlia di Iorio (1904),ma il romanzo che ebbe più fama fu Il piacere (1889), che introdusse nella letteratura italiana l'estetismo.
Il piacere
Fu pubblicato nel 1889 e fu il primo romanzo di D'Annunzio; fu il libro simbolo di un'epoca e di una stagione della produzione dannunziana e con questo testo penetrò nella cultura decadente.
Il romanzo esprime il concetto di bellezza e rappresenta la figura del Dandy o esteta. I caratteri salienti della narrativa di D'Annunzio che emergono anche in questo testo sono:
mancanza di una vera struttura narrativa:le vicende sono povere di avvenimenti e gli intrecci non riservano grosse sorprese;
la narrazione procede per episodi staccati;
presenza di un personaggio centrale che è maschera dell'autore;
presenza del tema dell'arte e dell'artista.
Il testo ottenne immediatamente un enorme successo, un successo alimentato proprio dallo scandalo suscitato dai comportamenti immorali del protagonista.
Il romanzo venne immediatamente accolto come una sorta di manifesto dell'estetismo insieme al successivo Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde.
La trama
La vicenda si svolge sullo sfondo di una Roma aristocratica e mondana, tra corse di cavalli, fastosi ricevimenti e splendide dimore. Protagonista è il conte Andrea Sperelli, esteta colto e raffinato la cui ambizione è "fare la propria vita come si fa un'opera d'arte". Artista dilettante, snob e eccentrico, ama vivere circondato da persone eleganti e oggetti preziosi e guarda con distaccato disprezzo il "grigio diluvio democratico odierno che molte belle cose e rare sommerge miseramente".
Abbandonato improvvisamente dall'amante, l'enigmatica e sensuale Elena Muti, Andrea cerca di dimenticarla concedendosi altri piaceri e avventure amorose, ma, in seguito a una di queste, viene ferito in duello. Durante la convalescenza, trascorsa nella villa di campagna di una cugina, incontra Maria Ferres, una creatura casta e sensibile, moglie dell'ambasciatore del Guatemala a Roma, con la quale intreccia una relazione. Presto però il rapporto scivola nell'ambiguità perché Andrea cerca di riprodurre con la nuova amante le sensazioni vissute con la precedente.
Ugualmente attratto dalle due donne - che rappresentano due opposti aspetti dell'amore, l'erotismo l'una e la purezza l'altra - il protagonista ne sovrappone le immagini, nel morboso tentativo di ottenere una sintesi tra le due. Ma quando, in un momento di trasporto con Maria, si lascia sfuggire il nome dell'altra donna, anche questa relazione si interrompe bruscamente.
Vita politica
Per concludere, oltre ad essere scrittore, D'Annunzio partecipò attivamente anche alla vita politica. Egli fu un deputato di destra, fu interventista delle "Radiose giornate di Maggio", intraprese la questione di Fiume proclamando l'annessione della città all'Italia; egli inaugura la moda dei discorsi dal balcone (che sarà ripresa e sfruttata da Mussolini), alcuni motti coniati in questo periodo (ardisco, non ardisco, nudi alla meta, non mollare!) ed il saluto a braccio teso, d'altronde egli appoggiò il fascismo.
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