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Frank Herbert-Dune relazione di narrativa




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Frank Herbert-Dune


relazione di narrativa



CONTESTUALIZZAZIONE


Frank Patrick Herbert nasce nel 1920 a Tacoma, nello stato di Wa­shington. Pur non essendo un vero scienziato, studia attivamente Geo­logia Sottomarina, Psicologia, Antropologia, Ecologia, Navigazione e Botanica.

Inizia la carriera di scrittore di fantascienza nel 1952, su Startling Sto­ries col racconto 'Looking for Something?', ottenendo subito atten­zione ed apprezzamento da parte dei lettori.

Nei dieci anni successivi è corrispondente dalle maggiori città statuni­tensi della costa occidentale per l'Examiner di San Francisco, e conti­nua a scrivere racconti.

Il grande successo arriva nel 1963 col suo primo romanzo, Dune (pub­blicato inizialmente in due parti su Analog SF di John W. Campbell jr.) col quale l'autore dà vita all'omonimo e famoso ciclo, suggestivo affresco di un meraviglioso universo e di una civiltà futura, in cui di­spiega al meglio tutte le sue qualità di studioso.

Frank Herbert muore l'11 febbraio 1986 a Madison, nel Wisconsin.

Dune, è un libro ambientato in un medioevo prossimo venturo, dove l'uomo abita diversi mondi sincretici, che mescolano elementi arcaici e moderni. È un mondo, dove non ci sono robot, ma dove sono pre­senti scuole e sette per sviluppare le potenzialità della mente umana; due figure importanti frutto di queste scuole, sono i mentat e le bene Gesserit. La storia si si svolge inizialmente su un pianeta chiamato Caldan, patria della casata degli Arteides, su cui non ci vengono forni­te numerose informazioni, infatti sappiamo solo che è molto ricco di acqua. La vicenda poi si sposta su un altro pianeta, Arrakis, detto Dune, che è l'ambiente centrale del libro.

Si tratta di un mondo ostile, coperto da un unico immenso deserto con una scarsa popolazione, formata soprattutto da Fremen, gli indigeni di Arrakis, che vivono secondo la cultura dell'acqua, cercando cioè di ri­sparmiare più acqua possibile, in modo da poter trasformare, in un fu­turo molto lontano, Arrakis in un rigoglioso giardino; proprio per cer­care di recuperare l'acqua, essi indossano tute distillanti, che recupera­no l'acqua espulsa direttamente dal corpo. Il pianeta privo di grossi ri­lievi, è tormentato da tempeste micidiali, che rendono pericoloso l'at­traversamento del deserto; inoltre, a rendere ancora più ostile l'am­biente, enormi vermi delle sabbie, creature lunghe centinaia di metri, resistenti a quasi ogni arma umana, e con denti utilizzati per produrre potenti armi, scorrazzano liberi nel deserto, e ne sono i veri e propri padroni.

Nonostante la sua inospitalità, Arrakis è uno tra i mondi più importan­ti della galassia, in quanto è l'unica fonte della spezia chiamata Melan­ge, preziosa droga capace di allungare la vita, mostrare il futuro e au­mentare le potenzialità della mente umana; è la merce su cui si basa tutta l'economia della galassia. La spezia inoltre è essenziale ai navigatori della Gilda Spaziale, che la usano per pilotare le grandi astronavi tramite le quali è consentita la comunicazione e il commercio fra i mondi dell'impero; la Gilda detiene il monopolio delle comunicazioni, è quindi l'unica organizzazione che organizza viaggi spaziali.

Molto importante nel libro, la figura delle Bene Gesserit(nome deri­vante dal latino che significa "portatori di bene"); essa è un'antica set­ta religiosa e scuola di addestramento mentale e fisico esclusivamente femminile; l'addestramento, che si concentra sull'equilibrio tra corpo e mente, consente di acquisire capacità di preveggenza, di uso della voce e di sopravvivenza in casi estremi di assenza di acqua, aria e ci­bo. Inoltre le bene Gesserit riescono a distinguere verità e bugie attra­verso il suono della voce e attraverso i pensieri degli altri individui. All'interno della setta, esse hanno una struttura gerarchica, in cui i capi maggiori sono le reverende madri, che hanno capacità maggiori rispetto alle altre adepte. Il fine della sorellanza è evolvere la specie umana verso una forma superiore attraverso una selezione genetica spregiudicata; a questo scopo il Bene Gesserit ha iniziato da tempo immemorabile un piano di "accoppiamenti programmati" per giungere allo Kwisatz Haderach, colui che può essere in molti luoghi contem­poraneamente, un essere i cui poteri mentali gli consentissero di som­mare il potere di una Reverenda Madre a quello di un mentat; il com­pito dello Kwisatz Haderach è quello di diventare la guida per la pa­cificazione del mondo, e da anni le reverende madri vanno in missio­ne su tutti i pianeti per diffondere la leggenda di questo salvatore.

Dune non appartiene a nessuna delle casate maggiori esistenti, ma viene affidato in controllo dall'imperatore ad una delle casate, scelta secondo precisi criteri di selezione. Questo perché l'imperatore vuole controllare indirettamente Dune, che come già detto, è fonte della so­stanza più preziosa per i commerci. Molto importanti nel libro anche la Choam, che è una corporazione universale per lo sviluppo commer­ciale,del quale detiene il monopolio; essa è controllata dall'Imperatore, dalle Grandi Case, dalla Gilda spaziale (che detiene invece il monopo­lio dei trasporti) ed il Bene Gesserit come soci silenziosi.


STORIA


Dune come già detto si svolge in un futuro remoto, e ha durata di qualche hanno. La storia viene però divisa da un ellissi dalla portata di tre anni. La storia è unica, ma presenta alcune digressioni narrative ri­guardanti gli Harkonnen, dove si ha una variazione di focalizzazione; queste digressioni hanno la funzione di informarci sulle azioni e i pen­sieri degli Harkonnen, personaggi fondamentali nella libro. Gli avveni­menti esterni che condizionano il racconto sono le due tempeste di sab­bia, la prima, grazie alla quale Paul e la madre riescono a scappare, e la seconda, che invece viene sfruttata a scopi militari da Muad'Dib. I mo­menti di climax, sono numerosi, e corrispondono quasi sempre con le prove che l'eroe deve superare, ma anche con fughe, duelli e insegui­menti. Alcuni esempi di climax sono il duello fra Paul e Fedy-Rautha, oppure la morte del duca. Anche la suspense non manca, momenti come il coma di Paul dopo l'assunzione dell'acqua della vita, o la pro­va della cavalcata del verme, sono ricche di attesa. Essa però non è presente costantemente, ma a fasi alterne; è frammentata cioè da mo­menti di calma e di riflessione del personaggio. Effetti sorpresa presen­ti, di cui il più importante, e appunto sorprendente è la scoperta della parentela stretta tra Paul e il barone Harkonnen; questo pur essendo un effetto sorpresa, non incide poi sul proseguire della storia. Il genere a cui appartiene Dune, è sicuramente la fantascienza d'avventura; a que­sto però si aggiungono caratteristiche del romanzo ambientalista, del romanzo storico futurista e del genere eroic-fantasy. Quindi in generale possiamo definirlo un genere eroico con elementi fantastici e fanta­scientifici. I topos fantascientifico principale, è quello del futuro come passato, dove il mondo è dominato da elementi avveniristici(rivelatore di veleni, armi) e arcaici(usi, costumi e tradizioni). Dell'avventura ab­biamo invece i seguenti topoi:

il grande eroe apprendista, che diventa poi onnipotente, attraverso una crescita spirituale e caratteriale, che è il suo percorso iniziati­co;

le tappe familiari affrontate dall'eroe(partenza e abbandono della casa natale (in questo caso Caladan), morte del padre.)

l'ambiente ostile, che serve a mettere alla prova l'eroe, a crescere il suo coraggio, e che si ricollega quindi al percorso iniziatico.

Anche le caratteristiche dell'eroe, sono tipiche dell'avventura, infatti Paul è intelligente, coraggioso, responsabile e soprattutto disinteressa­to. Modificazione importante apportata al percorso iniziatici da Her­bert, sono i passaggi di nome del protagonista, infatti ogni nome ce Paul assume, segna un cambiamento spirituale e/o fisico.


AMBIENTAZIONE


La storia, è ambientata in un futuro remoto, non definito nel testo, e nemmeno deducibile; infatti non abbiamo indizi testuali che ci consen­tono di individuare l'epoca precisa di ambientazione della vicenda. Ambiente totalmente immaginario, definito in modo abbastanza  anali­tico, ma desumibile soprattutto indirettamente attraverso la narrazione; non sono tanti cioè, i momenti di descrizione pura dell'ambiente. Esso, come in molti racconti d'avventura, è centrale nella narrazione, tanto da dare il nome al libro; la crescita del protagonista, gli usi e i costumi dei Fremen, e la particolarità del pianeta Arrakis, sono dati proprio dal­l'ambiente desertico. Il deserto, immenso e sterminato, con presenza di occasionali ma grossi ri­lievi, è tormentato da tempeste micidiali, che ne rendono pericoloso l'attraversamento; inoltre, a farlo diventare an­cora più ostile, c'è la presenza di enormi vermi delle sabbie, creature lunghe centinaia di metri, resistenti a quasi ogni arma umana, e con denti così resistenti da essere utilizzati per produrre potenti armi. I ver­mi scorrazzano liberi nel deserto, e ne sono i veri e propri padroni. L'altro ambiente dove si svolge la narrazione sono il pianeta degli Har­konnen e Caladan di cui però non ci viene fornita una buona descrizio­ne. Di Caladan, sappiamo solo che è un pianeta bello e rigoglioso, mentre del feudo degli Harkonnen abbiamo solo una brevissima de­scrizione operata dal conte Ferning.


PERSONAGGI


I personaggi principali sono:

Personaggio

Ruolo

Paul Arteides

Eroe;

Jessica Arteides

Compresenza di ruolo: donatore, dona all'eroe aiuti per la sua cre­scita interiore, ma anche all'inizio del libro, suo protettore;

Imperatore Paddisha Saddam IV

Compresenza di ruolo: mandate dell'azione narrativa, e beneficia­rio;

Barone Vladimir Harkonnen

Compresenza di ruolo: antagonista e beneficiario dell'azione narrati­vo;

Duncan Idaho

Intermediario tra la casata degli Arteides e i Fremen;

Liet Kyens

Intermediario tra i Fremen e la ca­sata degli Arteides.


Le relazioni fra i personaggi sono:


Personaggi

Relazione

Paul Arteides-Fremen

Relazione di collaborazione, che di­venta poi identificazione, perché ri­conoscono Paul come il loro mes­sia. È una relazione di ruolo;

Famiglia Arteides-Famiglia Har­konnen (relazione che si rispec­chia quindi su Paul e il vecchio barone)

Relazione di conflitto, si arriva allo scontro in più casi, il più chiaro e palese è quello del duello fra Paul e Feyd-Rautha; relazione di stato;

Famiglia Arteides-Imperatore Paddisha Saddam IV

Relazione di antagonismo, infatti all'inizio, l'odio dell'imperatore verso gli Arteides è nascosto, alla fine del libro diventa invece una re­lazione di conflitto, perché 'impera­tore è costretto ad uscire allo sco­perto, e ad affrontare direttamente la casata; relazione di ruolo

Fremen-Famiglia Harkonnen

Relazione di opposizione; i Fremen odiano gli Harkonnen per come il nipote del vecchio barone, Rabban li discriminava durante il suo go­verno; dopo l'arrivo di Paul i Fre­men possono scontrarsi con gli Harkonnen, e quindi i loro rapporto si trasforma in una relazioni di con­flitto; è comunque relazione di sta­to.


Come si nota dalla tabella, i personaggi non rivestono un solo ruolo, ma presentano spesso una compresenza di ruoli; essi sono descritti di­rettamente dal narratore, che li definisce però,solo dal punto di vista psicologico; infatti abbiamo una breve descrizione fisica solo di Jessica e del barone Harkonnen, mentre degli altri personaggi, ci vengono fornite solo informazioni caratteriali. Oltre che dalla presentazione del narratore, le caratteristiche psicologiche di ognuno, possono essere inferite lungo il racconto, dai suoi discorsi, dalle sue azioni e dai suoi pensieri; la caratterizzazione è quindi mista.

Nessun personaggio opera descrizioni di altri, attraverso una narrazio­ne vicaria, tutte le descrizione sono operate dal narratore.

I personaggi più importanti nel libro sono:

o      Paul Arteides, eroe, figlio di Jessica e il duca Leto; non viene mol­to definito dal punto di vista fisico, infatti sappiamo solo che ha un viso dai lineamenti abbastanza duri, molto somigliante a quello del padre; al contrario è sappiamo molto sul suo carattere, esso è intel­ligente, coraggioso, responsabile; ama rischiare, e cerca sempre di migliorarsi, come si nota nella prova dell'acqua della vita. Punta alla ritorno degli Arteides, come una delle casate maggiori, magari anche come la casa imperatrice. Come tutta la sua famiglia è nobi­le, colto, e ben addestrato dai migliori maestri di spada della galas­sia. Riesce ad adattarsi bene alla nuova vita con i Fremen, quindi è aperto ai cambiamenti e sa adattarsi in tutte le situazioni, imparan­do in fretta le usanze di altri popoli. Essendo lo Kwisatz Haderach, è dotato di preveggenza, capacità che all'inizio non riesce a con­trollare, ma poi in seguito al suo percorso iniziatico, all'assunzione di grosse quantità di spezia, e alla prova dell'acqua della vita, con­trolla meglio la sua capacità, che può così utilizzare per prevedere eventi più o meno catastrofici.


o      Jessica Arteides, amata concubina del duca Leto, nonché madre del Kwisatz Haderach Paul. È una Bene Gesserit, quindi ha acquisito numerose capacita di controllo mentale del corpo (che cerca di in­segnare al figlio). È una donna molto bella con capelli ricci color rame e longilinea, ma anche lei come tutti i personaggi non è molto definita dal punto di vista fisico. Ha un carattere calmo, molto fidu­cioso nel futuro, e cerca sempre di fare le scelte migliori, ama mol­to il duca Leto, e per su amore, disubbidisce agli ordini delle reve­rende madri, e produce un figlio maschio, anziché una femmina, anche se poi, prima della morte del duca rimane incinta di una fem­mina, Alia. Ama molto anche suo figlio Paul e per lui si sacrifica e fa grandi sforzi. Cerca sempre di essergli vicino, di aiutarlo e spes­so si preoccupa anche troppo per lui. Crede nella riuscita del piano di Muad'Dib, e quindi nel ritorno allo splendore della sua casta. Anche lei è una nobile, colta e ben addestrata.



o      Vladimir Harkonnen, vecchio barone della casata nemica degli Ar­teides; è molto grasso, tanto che ha bisogno di sostenimenti mecca­nici per sorreggere la sua massa corporea; è molto determinato nel raggiungere i suoi scopi, ma ha anche una mente perversa e sadica, che progetta piani particolarmente cattivi nei confronti dei suoi ne­mici, si può quindi definire spietato e cattivo. Ama divertirsi con giovani e bei ragazzi, con cui alleta i suoi momenti liberi. Odia gli Arteides, anche per la storica faida tra le loro casate, e per questo decide di affiancare l'imperatore nella distruzione della loro casata; ma l'obiettivo del barone, è quello di portare gli Harkonnen sul trono imperiale, e per raggiungere questo scopo, elabora un terribile piano, di cui l'eliminazione degli Arteides, è solo una piccola parte. Legato al suo nipote, nonché designato erede, Feyd-Rautha, a cui cerca di insegnare trucchi e segreti per prepararlo alla carica di imperatore. Come i due personaggi precedenti, è un nobile, ma non si riesce ad inferire molto il suo livello di cultura, ma in generale si può definire abbastanza istruito.


I personaggi rappresentano spesso un ideologia, una visione del mon­do. Troviamo simbolismi culturali, iniziatici e religiosi in rapporto al personaggio di Paul, ma anche altri personaggi, sono portatori di idee con cui l'autore può più o meno identificarsi. Infatti, non si hanno ele­menti nel libro che ci diano informazione sui rapporti di simpatia o an­tipatia dell'autore verso i personaggi. Probabilmente, date le scelte lin­guistiche delle sue descrizioni, l'autore ha un rapporto di ostilità con il barone Harkonnen, mentre con il protagonista Paul Arteides, ha un rapporto di simpatia, ma non di identificazione.


LE SCELTE STILISTICO-NARRATIVE


Narratore e punto di vista

Il narratore è esterno e onnisciente, anche se utilizza in modo pacato la sua onniscienza, infatti non svela molto più del necessario sulla storia, anche per creare effetti di suspance. La focalizzazione è principalmen­te su Paul, ma il punto di vista è variabile, gira su molti personaggi, an­che per il dono dell'ubiquità del narratore. Non abbiamo moltiplicazio­ne di narratori, ma solo narratori vicari, che ruotano tra loro; la presen­za di narratori vicari, non serve per gestire analessi o prolessi, ma an­che per raccontare vere e proprie parti della storia; infatti per avere in­formazioni sul passato, l'autore si serve di vere e proprie carrellate nel­la testa dei personaggi. Un esempio di narratore vicario lo abbiamo quando Paul durante le sue visioni del futuro, racconta ciò che vede e che sente. Il narratore è comunque sempre oggettivo, non interviene mai con giudizi, riflessioni e commenti sui fatti, e non influenza quindi ne il lettore ne il racconto. Proprio per questo motivo non si capisce bene con quale personaggio l'autore si identifichi, è sicuro però che si il narratore abbia una visione del mondo molto simile a quella dell'au­tore.


Organizzazione del tempo

Nonostante la variazione di punti di vista, la storia è sostanzialmente in ordine logico-cronologico, anche se molte sono le analessi e le proles­si, che sono legate a carrellate nella testa dei personaggi, che ricordano passati(o nel caso di Paul vedono il futuro), e tramite i loro pensieri ci danno informazioni su passato e futuro.

Le maggiori analessi sono:

q      i ricordi di Jessica su il padre del duca Leto, che ci servono a capire caratteristiche e comportamenti del duca; sono sempre piccole analessi di portata media e ampiezza di forma e conte­nuto piccola;

q      memorie di Paul, riguardanti Caladan, il suo paese natale, che ci aiutano a ricostruire il pianeta di provenienza degli Arteides, ma anche capire psicologia e nostalgie del ragazzo; anche qui l'ampiezza (sia forma che contenuto), come la portata è picco­la;

q      ricostruzioni nei pensieri di Jessica, di momenti riguardanti i primi insegnamenti di tecniche Bene Gesserit, a Paul. Analessi che ci serve a comprendere come è si è sviluppata la crescita interiore del ragazzo.


Particolare l'analessi che Jessica ha quando assume l'acqua della vita. Ella infatti, ricorda e vede tutte le esperienze delle reverenda madre da cui ha ereditato la carica, e quindi opera un analessi non sui suoi, ma su ricordi di altri che sono novità anche per lei.

Le prolessi invece sono tutte riguardanti le facoltà di preveggenza di Paul Muad'Dib; esse però sono narrate con particolari tecniche lingui­stiche, che danno l'idea di un futuro che è già passato. La funzione del­le prolessi sono quelle di creare suspance e attesa nel lettore; infatti sono visioni del futuro, molto caotiche e confuse, che non possono ser­vire per darci un idea di come proseguirà la storia, ma solo accennarci certi elementi fondamentali, ma che da soli non possono spiegare in modo chiaro il proseguimento; riescono quindi solo a creare effetto di attesa.

In Dune troviamo la presenza di una grande salto di tre anni, i cui eventi più importanti vengono riassunti in un sommario. L'ampiezza del sommario è media, sia nella forma che nel contenuto; la sua fun­zione, è appunto quella di riassumere gli eventi più importanti di quei tre anni. Sono presenti anche alcune ellissi che non sono quasi mai col­mate; esse infatti non hanno scopo di suspance, ma solo di omettere fatti poco importanti per la vicenda principale. Un esempio di ellissi, è il periodo di fatti compreso tra la visita della reverenda madre a Paul, e l'arrivo degli Arteides su Arrakis, infatti viene omesso un periodo di tempo di qualche settimana. Questa è un ellissi che non verrà mai col­mata, per la poca importanza dei fatti. Numerose le digressioni narrati­ve, che riguardano o l'ambiente (e quindi hanno funzione di informare il lettore sul luogo in cui è ambientata la narrazione), oppure i pensieri e le riflessioni dei personaggi(in modo da caratterizzare la psicologia del personaggio o darci informazioni sulla storia). Esempi di digressio­ne, sono i racconti di Stilgar sul deserto e sul progetto dei Fremen di renderlo un giardino verde, oppure i pensieri del dottor Yueh sulla moglie, e i ricordi su di lei. Non troviamo analisi dirette di stati d'ani­mo, ma questi si possono inferire dal racconto, e dai pensieri dei perso­naggi.


Forme discorsive

Il ritmo narrativo, è medio, con alternanza di sequenze statiche e dina­miche, e quindi di sequenze narrative e sequenze informativo/descritti­ve. Anche i climax e gli anti-climax, sono alternati in modo da avere un ritmo narrativo medio. La scena dialogata è molto presente in Dune, infatti soprattutto nella seconda parte del libro essa si alterna alla nar­razione vera e propria, e lascia poco spazio alle digressioni narrative. L'autore fa uso anche di discorso indiretto libero, e di monologo inte­riore, usato soprattutto con il personaggio di Paul, su cui è focalizzato il punto di vista.

Come già detto il ritmo narrativo è rapportato alla presenza di scene dialogate, che rendono il racconto più leggibile e scorrevole, ma anche di prolessi, che consentono momenti di pausa dall'azione narrativa. Gli ellissi invece, non avendo quasi mai scopi di suspance, non incidono in modo fondamentale sul ritmo narrativo.


Scelte stilistico narrative

Il linguaggio utilizzato è medio-colto, in quanto il libro è diretto ad un pubblico di massa. Si ha però una vasta gamma di termini specialistici ma anche, e soprattutto, termini nuovi, inventati dall'autore, in quanto in Dune, esso ha creato un mondo nuovo, alieno, che utilizza la sua terminologia. Soprattutto sulla popolazione Fremen, vengono usati ter­mini sconosciuti, in rapporto forse ,anche alla particolarità di questo popolo. Questo linguaggio, che deriva da termini latini orali, è ipoteti­camente di tipo ecologico-scientifico e religioso-profetico, ma comun­que molto arcaico e antico. Il registro utilizzato è, per la maggior parte del racconto, oggettivo-documentativo, ma a tratti esso è alternato e/o mescolato con registro drammatico o descrittivo. Viene utilizzato que­sto tipo di registro in modo da riferire in modo preciso fatti e avveni­menti, mentre la mescolanza di registri, viene utilizzata per alternare il ritmo narrativo, e creare situazioni di suspance o di pausa. La sintassi è medio-standard, con un equilibrio tra periodi semplici e complessi; questo in modo da rendere anche il ritmo narrativo di livello medio, di­fatti troviamo spesso paratassi in momenti di climax e ipotassi in mo­menti di anti-climax.

Come già detto, l'autore ha inventato un vero e proprio linguaggio spe­cifico per il libro, e quindi il rapporto tra scelte linguistiche e argomen­to dell'opera è forte, in quanto il linguaggio usato e proprio e specifico per questo libro.


INTERPRETAZIONE


Vengono messi in risalto nella narrazione, la descrizione dell'ambiente sociale e umano, l'analisi dei personaggi e delle loro psicologie e la storia. Inoltre l'itinerario iniziatico di Paul, e i suoi cambiamenti di nome (da Paul a Paul Muad'Dib a Usul a Lisan-al-Gaib) hanno qual­che annotazione simbolica. Infatti, se analizziamo a fondo i cambia­menti di nome, scopriamo che ogni nome corrisponde a una tappa, ad una nuova conquista dal punto di vista spiritico, di Paul.

Dune è un romanzo storico, un ciclo di storia futura/medioevale prossi­ma ventura; esso è basato su un mondo a tre tempi:

q      trascrizione del passato

q      allegoria del presente in cui fu scritta (anni '60)

q      proiezione fantastica del futuro


il popolo dei Fremen infatti è stato creato sulla base dei popoli semitici del deserto, come arabi del quinto e sesto secolo; i Fremen infatti sono popoli del deserto, che come gli arabi sono nascosti, sconosciuti, nem­meno segnalati sulle mappe. Pochi sanno che ci sono, e nessuno sa dove sono, essi vivono in simbiosi con il deserto. Inoltre tra il quinto e sesto secolo gli arabi irrompono violentemente sulla storia, e conquistano il mediterraneo e le zone della mongolia e quasi tutto il mondo civile conosciuto. Anche i Fremen, dopo essere stati nascosti a lungo, grazie all'aiuto del Lisan-al-Gaib, conquistano Arrakis, e con la sua casata diventano imperatori della galassia. Anche la figura di Paul Muaid'Dib, è come quella di Maometto per gli arabi, infatti entrami sono profeti che guidano alla conquista. Anche il rapporto Arabi-Petrolio è lo stesso instauratosi fra i Fremen e la spezia.

L'opera, mi è sembrata molto interessante, per la storia molto bella e appassionante, con un buon ritmo narrativo, e una alternanza tra cli­max e anti-climax equilibrata. Non mi è sembrata però un opera molto attuale, in quanto, nonostante le numerose somiglianze fra Fremen e Arabi, non ho trovato questo un tema uno fra i più importanti in questo periodo. Il personaggio che ho preferito è stato Jessica, perché ho apprezzato la sua calma, la sua personalità forte e il suo senso del do­vere. Mentre ho trovato spregevoli tutti i personaggi della famiglia Harkonnen, forse anche per le descrizioni particolarmente impressio­nanti e crude, ma soprattutto per la cattiveria la perversione e l'astuzia delle loro idee.


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