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Francesco Petrarca annuncia la nuova figura dell'intellettuale umanista: egli guarda agli scrittori dell'antichità latina e cristiana in un dialogo intenso e continuo, cerca i loro libri perduti, li indaga con scrupolo filologico, alla ricerca di modelli esistenziale ed etici. L'interiorità tormentata e inquieta è l'unico oggetto della sua poesia, che tuttavia non si riduce e immediata confessione intimistica. L'esperienza personale è sempre filtrata dalla mediazione dell'arte, che si fa strumento di autocontrollo e di consolazione.
Nasce ad Arezzo il 20 luglio del 1304, dove il padre, notaio fiorentino di parte bianca, si trovava in esilio. Nel 1307 dopo il trasferimento della famiglia all'incisa, nasce il fratello Gherardo, che costituirà per Francesco un costante modello di riferimento negli anni della giovinezza e della maturità.
A otto anni, nel 1312, si trasferisce con la famiglia ad Avignone (Provenza), dopo che il padre era stato chiamato a svolgere la sua professione presso la curia (nel 1305 era diventata sede papale). Qui il giovane Francesco inizia lo studio delle discipline del trivio (grammatica, retorica e dialettica) . Per volontà paterna inizi, assai a malavoglia, gli studi giuridici a Montpellier , interrotti in seguito alla morte della madre nel 1318. Due anni dopo riparte alla volta di Bologna, per proseguire gli studi in giurisprudenza in compagnia del fratello Gherardo. Nel 1326, mortogli il padre, torna ad Avignone, libero di disporre della propria vita: il padre gli aveva lasciato un modesto patrimonio. Nel 1326, mortogli il padre, torna ad Avignone, libero di disporre della propria vita, anche se con una serie di difficoltà economiche, che supera entrando al servizio del vescovo Giacomo Colonna, appartenente all'importante famiglia romana dei Colonna. Abbandonati gli studi giuridici, Francesco Petrarca inizia a dedicarsi alle lettere, incoraggiato anche dalle straordinarie possibilità di viaggi, contatti ed esperienze che l'impiego presso i Colonna gli offre.
Nell'aprile del 1327, nella chiesa di Santa Chiara d'Avignone, incontra Laura de Sade, che avrebbe voluto amare e che ricorderà e rimpiangerà per tutta la vita. Laura era già sposata e non corrispose mai all'amore del Petrarca.
All'inizio degli anni trenta, dopo aver preso gli ordini minori, Francesco entra al servizio del cardinale Giovanni Colonna. A partire dal 1333, sospinto dall'ansia di nuove conoscenze umane e culturali, compie molti viaggi a Parigi, nelle Fiandre, in Germania, a Roma. A Liegi ritrova due orazioni di Cicerone, dando inizio alle scoperte umanistiche dei testi classici e dei codici antichi.
In questi stessi anni matura la presa di coscienza e morale di Petrarca , che lo spingerò a gesti anche clamorosi in favore del ritorno a Roma della curia papale. Dal 1337 al 1353 si ritira in solitudine a Valchiusa (presso Avignone), dedicandosi alla meditazione e all'attività letteraria.
Giunge poi il 1340, l'anno dell'incoronazione poetica l'incoronazione a poeta (da cui l'espressione 'poeta laureato': laurus è l'alloro, antico simbolo di Apollo come dio della poesia): l'8 aprile 1341, dopo che il re di Napoli Roberto d'Angiò lo aveva 'esaminato' per tre giorni, il senatore Orso dell'Anguillara celebrò a Roma, in Campidoglio, questa suggestiva cerimonia, la prima del genere nei tempi moderni.
Nel 1343, il fratello Gherardo prende i voti e si fa monaco certosino, questo avvenimento sconvolge il già tormentato animo del poeta. Quindi ha origine in Francesco quella crisi di coscienza che ci ha tramandato di Tetrarca l'immagine di un uomo che ha saputo, dopo una giovinezza di traviamenti, convertirsi a una più alta forma di esistenza.
Seguono anni di nuovi viaggi e intensa attività politica: nel 1344, su incarico del cardinale Colonna è a Napoli per studiarvi la situazione dopo la morte di re Roberto.
Nel 1347 decide di recarsi a Roma per manifestare la propria ammirazione a Cola di Rienzo, proclamato tribuno del popolo, in procinto di realizzare un regime di libertà democratica. Petrarca sognava la restaurazione di una repubblica romana di grandezza pari all'antica.
Il fallimento del tentativo di Cola di Rienzo procura a Tetrarca una delle più brucianti delusioni della vita, insieme a conseguenze di carattere professionale, in quanto viene in dissidio con i Colonna, suoi antichi protettori.
A ciò si aggiunge la peste nera che miete tra le sue vittime alcune tra le persone più care al poeta, prima tra tutte Laura.
Nel 1350 a Firenze ha modo di conoscere personalmente Giovanno Boccaccio: tra i due nasce un sodalizio destinato a durare negli anni.
Nel 1351 fa ritorno per l'ultima volta ad Avignone, ma i difficili rapporti con il papa Innocenzo VI e l'imbarazzante presenza di Cola di Rienzo, imprigionato proprio ad Avignone, inducono il poeta ad abbandonare definitivamente l'Italia.
Si stabilisce dunque a Milano presso i Visconti, dove rimase fino al 1362, anno in cui la peste colpisce la città uccidendogli il figlio Giovanni. Dopo un breve periodo trascorso a Venezia, a Padova Francesco stabilisce una profonda amicizia con la famiglia Carrara. Che gli fa dono della località di Arquà, sui colli Euganei, che sarà il suo ultimo rifugio.
Proprio ad Arquà Francesco Tetrarca si spegne nella notte tra il 19 e il 19 luglio del 1374, circondato dalla stima e dall'affetto di tutta la comunità intellettuale, ma con il rammarico di non aver ami visto avverarsi il suo sogno più grande, solo tre anni più tardi, papa Gregorio XI restituir definitivamente alla curia pontificia la sua sede tradizionale a Roma.
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