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italo svevo e la ''coscienza di zeno''
Aron Hector Schmitz (Italo Svevo era uno pseudonimo letterario) nacque a Triste nel 1861 e morì nel 1928, in seguito ad un incidente d'auto.
La sua opera più importante è la Coscienza di Zeno, una delle prime opere dove si fa riferimento al tempo interiore, quello della percezione soggettiva degli uomini.
Protagonista dell'opera è Zeno Cosimi, un maturo e agiato commerciante triestino che, giunto all'età di cinquant'anni, decide di affidarsi alla terapia psicanalitica per liberarsi dal vizio del fumo, dalla sua inettitudine e dai vari complessi che lo affliggono. Lo psicanalista, chiamato Dottor S., induce Zeno a fissare sulla carta i ricordi della propria vita, ricordi che egli non rievocherà in ordine cronologico, ma lascerà vagare in libertà nella sua memoria, in un seguito di episodi legati ciascuno ad un suo vizio o ad un suo fallimento. Siccome Zeno decide si smettere la terapia, in quanto comprende che è impossibile guarire dalla malattia, il Dottor S. pubblica per vendetta le confessioni del suo ex-paziente, che vengono raccolte in una breve Prefazione, che si finge scritta dallo psicanalista stesso. Dopo un breve Preambolo, in cui compare una prima autopresentazione, seguono le varie storie narrate in prima persona da Zeno stesso: nel capitolo Il fumo, egli vuole innanzitutto guarire dal vizio del fumo, ma vani sono gli sforzi per smettere di fumare; per disintossicarsi, si fa perfino ricoverare in una casa di cura, dalla quale fugge dopo aver corrotto l'infermiera. Si iscrive all'università, ma non riesce a terminare gli studi. Nel capitolo intitolato La morte di mio padre, Zeno descrive i difficili rapporti con il padre, che diventano equivoci quando quest'ultimo, sul punto di morte, colpisce il viso del figlio involontariamente. Nel capitolo seguente, La storia del mio matrimonio, Zeno si innamora di Ada Malfenti, la figlia più bella di un furbo commerciante, ma finisce per sposare Augusta la sorella brutta e strabica, a causa di un'errata dichiarazione d'amore; nonostante la sfortuna, Zeno riesce comunque ad approdare ad un matrimonio felice. Nel capitolo La moglie e l'amante Zeno tradisce la moglie, pur continuando ad amarla, per instaurare una relazione con Carla; ma questa lo abbandona per sposare il maestro di musica che Zeno stesso, le ha presentato. Nel capitolo Storia di un'associazione commerciale, vengono descritte le disastrose imprese commerciali di Zeno e Guido, suo cognato e rivale in amore, che terminano col suicidio di quest'ultimo. Nell'ultimo capitolo, Psico-analisi, che si finge scritto un anno dopo gli altri, durante la guerra, Zeno sostiene di essere guarito, ma non grazie alla psicoanalisi, bensì alla felice ripresa della sua attività commerciale. Nelle ultime pagine le parole di Zeno esprimono i temi fondamentali del romanzo: innanzitutto l'adozione del 'flusso di coscienza', per il quale il fluire imprevisto dell'inconscio si sostituisce al racconto stesso ed elimina ogni criterio temporale e di continuità della narrazione: la divisione del romanzo in capitoli distinti come storie ben precise è il frutto di questa tecnica. Vi è poi il tema dell'inettitudine del protagonista, dovuta alla contraddizione tra aspirazioni e bisogni dell'individuo dell'età contemporanea e l'impossibilità di realizzarli; questo porta a un malessere, una 'nevrosi permanente' che a sua volta porta a una visione pessimistica di sé stessi e del mondo. Vi sono poi i contrasti salute/malattia e morte/vita, secondo i quali 'la vita somiglia un poco alla malattia. Però, a differenza delle altre malattie, la vita è sempre mortale. Non sopporta cure'. Se la vita, che appare agli occhi degli uomini 'né bella, né brutta, ma originale', è paragonata alla malattia, allora la morte coincide per forza con la salute del mondo.
Nell'opera di Zeno è presente un trattamento particolare del tempo, quello che Svevo chiama ''Tempo Misto''. Il racconto, nonostante l'impostazione autobiografica non presenta gli eventi nella loro successione cronologica lineare, inseriti in un tempo oggettivo, come nei romanzi ottocenteschi in cui il protagonista racconta la propria vita, ma in un tempo soggettivo che mescola piani e distanze, in cui il passato (il tempo del vissuto) riaffiora continuamente e si intreccia con infiniti fili al presente (tempo del racconto), in un movimento incessante. Da qui la struttura del racconto che non è lineare, progressiva, ma si spezza in tanti momenti distinti. La narrazione va continuamente avanti e indietro nel tempo, seguendo la memoria del protagonista, che si sforza di ricostruire il proprio passato.
Il narratore della coscienza, l' inetto Zeno, è chiaramente un narratore inattendibile, di cui non ci si può fidar. L'autobiografia è tutta un gigantesco tentativo di auto giustificazione di Zeno. Non si tratta di menzogne intenzionali: sono autoinganni determinati dai processi profondi e inconsapevoli, con i quali Zeno cerca di tacitare i sensi di colpa che tormentano il suo inconscio.
Per molti aspetti, quindi, la Coscienza di Zeno presenta molte analogie con L' Ulisse di Joyce.
Joyce e Svevo, infatti, si conobbero a Trieste e nacque tra loro una stretta amicizia.
Per molto tempo, Svevo venne considerato una sorta di ''Joyce'' all'italiana. La Coscienza venne paragonata al monologo interiore dell'Ulisse. Tuttavia queste due opere, pur avendo alcuni aspetti comuni, presentano delle differenze evidentissime. Infatti, nell'Ulisse c'è la registrazione diretta dei contenuti della mente di un personaggio, al presente. Si tratta del flusso di Coscienza, poiché i pensieri sono colti nel loro farsi immediato, attraverso associazioni libere e causali. Non c'è nessun intervento di voce narrante che selezioni i materiali e dia loro un ordine. E' come se per convenzione il lettore potesse gettare uno sguardo dentro la mente del personaggio, assistere al fluire dei suoi pensieri.
Nella Coscienza di Zeno, invece, il protagonista, attraverso il suo ''monologo'', ricostruisce aspetti della sua vita passata, viaggia nel tempo, tornando a vecchi avvenimenti, e da a questi un ordine, scegliendo quali argomenti siano più pertinenti e quali meno.
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