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FIGURE RETORICHE
Figura del significato
(dal latino similitudo, 'somiglianza'): figura retorica consistente in un paragone istituito tra immagini, cose, persone e situazioni, attraverso la mediazione di avverbi di paragone o locuzioni avverbiali (come, simile a, a somiglianza di).
Metafora: (trasposizione) sostituzione di un termine con una frase figurata legata a quel termine da un rapporto di somiglianza. Es. 'Stanno distruggendo i polmoni del mondo (per boschi)
(dal greco allegoréin, "parlare diversamente"): figura
retorica consistente nella costruzione di un discorso in cui i significati
letterali dei singoli termini passano in secondo ordine rispetto al significato
simbolico dell'insieme, che generalmente rinvia a un ordine di valori
metafisici, filosofici e morali. La peculiarità di un simile procedimento
consiste, quindi, essenzialmente nella capacità di trasformare nozioni astratte
e significati morali in immagini spesso intensamente pittoriche, che vanno ben
oltre il significato di base dei termini che le costituiscono e si sviluppano
in una trama pregnante e allusiva. In questo senso, secondo alcuni, l'allegoria
sarebbe una sorta di metafora continuata, estesa ad abbracciare un'intera
composizione, come è il caso di apologhi, parabole e favole, nonché di opere
quali
(dal greco syn, 'insieme' e aisthánestai, 'percepire'): procedimento retorico che consiste nell'associare, all'interno di un'unica immagine, sostantivi e aggettivi appartenenti a sfere sensoriali diverse, che in un rapporto di reciproche interferenze danno origine a un'immagine vividamente inedita: ad esempio:
Un simile procedimento, non estraneo alla poesia antica, diviene particolarmente frequente a partire dai poeti simbolisti e costituisce poi uno stilema tipico dell'area ermetica della poesia italiana del Novecento. Tra gli innumerevoli esempi che si potrebbero addurre, basti il celebre 'urlo nero della madre' di S. Quasimodo, in cui due sensazioni diverse, che interessano, la prima (urlo), il campo sensoriale dell'udito, la seconda (nero), quello della vista, si fondono in un'immagine che suggerisce l'idea di angoscia, di disperazione e di paura, in una temperie cupamente drammatica.
(dal greco synekdékhomai, 'prendo insieme'): figura semantica consistente nell'utilizzazione in senso figurato di una parola di significato più o meno ampio della parola propria. Fondata essenzialmente su un rapporto di estensione del significato della parola, questa figura esprime:
Metonimia o metonomia: consiste nell'usare il nome della causa per quello dell'effetto Es. bevo un bicchiere.
Figure di costruzione
(dal greco antìthesis, "contrapposizione"):accostamento che non di rado è reso più incisivo e netto dalla struttura simmetrica della frase come nella celebre terzina dantesca Non fronda verde , ma di color fosco; / non rami schietti ,ma nodosi e'nvolti; /non pomi v'eran ma stecchi con tosco.
Anafora : ripetizione della stessa parola all'inizio di versi o di frasi consecutive per conferire risalto al vocabolo ripetuto. Es. Dante 'Per me si va nella città dolente, per me si va nell'eterno dolore.'
figura retorica che consiste nella disposizione incrociata degli elementi costitutivi di una frase, in modo che l'ordine logico delle parole risulta invertito. Così nel verso di G. Carducci Pianto antico vv 15-16: nè il sol più ti rallegra / nè ti risveglia amor si ha un chiasmo tra la parte nominale delle due proposizioni parallele (il sol e amor) e la parte verbale (ti rallegra e ti risveglia).
(dal greco climax, "scala"): procedimento retorico che consiste nella disposizione di frasi, sostantivi e aggettivi in una progressione "a scala", secondo cioè una gradazione ascendente, a suggerire un effetto progressivamente più intenso: es buono, migliore ottimo (dal grado normale dell' aggettivo si passa al grado comparativo e infine a quello superlativo); due, tre quattro (che costituisce la più semplice gradazione, in quanto attuata sul piano numerico). Un simile procedimento risulta particolarmente efficace soprattutto in poesia, dove l'intensificazione del concetto attraverso la progressione naturale dal vocabolo più debole al più forte è incrementata in modo significativo dai valori fonici e ritmici delle parole, come è dato verificare nella celebre chiusa dell' Infinito leopardiano, Così tra questa immensità / s' annega il pensier mio e il naufragar m'è dolce in questo mare.,in cui si attua una gradazione in senso discendente (Anticlimax) attraverso immensità-s'annega-naufragar,che anche ritmicamente riproducono un progressivo abbandono della mente.
fenomeno linguistico consistente nello spostamento degli elementi costitutivi di una frase in una disposizione che capovolge la normale struttura sintattica, per conferire all'elemento anteposto un particolare risalto espressivo. Così ad esmpio nel celebre verso leopardiano Dolce e chiara è la notte e senza vento, si ha una evidente inversione nell'ordine normale dei singoli termini della frase.
ENJAMBEMENT
L'enjambement è la figura retorica che si ha quando la frase non termina col verso, ma si protrae in quello successivo. Ad esempio nei versi del Manzoni "Cinque Maggio":
Lui folgorante in solio
vide il mio genio e tacque;
quando, con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sònito
mista la sua non ha: []
vi sono due enjambements: tra il primo e secondo rigo, e tra il penultimo e l'ultimo.
L'enjambement inizia a comparire già nel '500 per poi presentarsi sempre più spesso nel '800 e nel '900.
FIGURE DEL SIGNIFICANTE
ONOMATOPEA
L' onomatopea è una figura retorica e consiste nell'uso di una parola la cui pronuncia assomiglia al suono o rumore che si intende riprodurre.
Ne sono esempi: 'Bau bau, crak, ding, brooom, ecc.'.
Da tali parole vengono derivati termini di uso comune come miagolare dal verso del gatto. Esistono onomatopee naturali che consistono nell'imitazione del suono di qualcosa, come gli esempi sopra citati. Le onomatopee artificiali sono invece quelle parole che contengono suoni che si riferiscono a un suono: ne è esempio la parola fruscio, ticchettio, rimbombo, zanzara.. Queste parole sono dunque dette onomatopeiche.
ALLITERAZIONE
E' una ripetizione della stessa vocale, consonante o sillaba, all'inizio o all'interno di due o più parole contigue e legate dal senso. In poesia, nelle canzoni e negli annunci pubblicitari, viene usata per far risaltare determinati effetti musicali e per mettere in evidenza certe parole.
ASSONAMANZA
L'assonanza (da assonare, nel senso di «avere suono simile») è una figura retorica che consiste nella parziale identità di suoni di due o più versi.Si distinguono una assonanza semplice, che è l'uguale terminazione delle sole vocali dei versi (diffidi = audivi; rasone = colore), una assonanza della sola tonica (pietat = demandava) ed una assonanza atona (limo = toro).Si chiama inoltre consonanza tonica (ma anche assonanza consonantica) l'identità delle consonanti (partire = splendore; colle = elle).
ANALOGIA
Con il termine analogia si indica una relazione di somiglianza tra due oggetti o pensieri. Si differenzia dalla 'identità' perché quest'ultima indica una coincidenza perfetta tra i due termini a confronto. Nel caso dell'analogia vi sono solo alcune caratteristiche che coincidono, determinando una somiglianza. Somigliare significa 'apparire come' pur restando differente. In tal caso tutta la produzione artistica di stampo naturalistico opera nel campo della analogia: produce immagini o statue che sono solo rappresentazioni ma non la realtà, ma che con quest'ultima conserva un'evidente somiglianza, o analogia, perché ne replica la forma o l'immagine. Per un maggiore approfondimento di questo concetto si rimanda alla voce 'analogico'.
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