EUTANASIA
L'eutanasìa
(dal greco: ευθανασία
-ευ, eu, 'bene', θανατος,
thanatos, 'morte': 'buona morte') è una pratica che
consiste nel procurare la morte, nel modo più indolore e rapido possibile, a persone affette da malattie
incurabili allo scopo di interromperne le sofferenze. È un argomento molto
controverso, in numerosi ambiti.
La Chiesa cattolica
è schierata molto nettamente contro l'eutanasia attiva e il suicidio
assistito, pur non considerando tali pratiche equivalenti all'omicidio (o analoghe all'aborto). Viceversa, contempla la possibilità
dell'eutanasia passiva, ma soltanto quando questa si possa configurare come
rinuncia all'accanimento
terapeutico, ossia nei casi in cui la morte dell'ammalato sia
ritenuta imminente ed inevitabile. Una sintesi della posizione cattolica viene
fornita dalla Pontificia
Accademia per la vita : «Nell'immediatezza di
una morte che appare ormai inevitabile e imminente "è lecito in coscienza
prendere la decisione di rinunciare a trattamenti che procurerebbero soltanto
un prolungamento precario e penoso della vita" (cfr Dich. su Eutanasia, parte
IV), poiché vi è grande differenza etica tra "procurare la morte" e
"permettere la morte": il primo atteggiamento rifiuta e nega la vita, il
secondo accetta il naturale compimento di essa»
Europa
- Austria (Paese a
maggioranza cattolica come l'Italia). Esisteva una legge permissiva
sull'eutanasia, ma fu abrogata nel 1977.
- Belgio. Dal 16 maggio è in vigore una legge che disciplina
l'eutanasia.
- Danimarca. Le
cosiddette "direttive anticipate" hanno valore legale. I parenti del
malato possono autorizzare l'interruzione delle cure.
- Germania. Il
suicidio assistito non è reato, purché il malato sia capace di intendere e
di volere e ne faccia esplicita richiesta.
- Paesi Bassi. Dal 1994 l'eutanasia cessò di essere perseguita
penalmente, pur rimanendo un reato. Nel i Paesi Bassi divennero il primo Paese
al mondo a dotarsi di una legge che regolamentava l'eutanasia e dal 1° aprile la legge è in vigore.
- Svezia.
L'eutanasia non è perseguita penalmente.
- Svizzera. È
previsto e tollerato il suicidio assistito; esso viene praticato al di
fuori dell'istituzione medica, da un'associazione privata chiamata Exit. Il medico deve
limitarsi a fornire i farmaci al malato.
- Inghilterra. L'aiuto al suicidio è perseguito a norma del Suicide Act del 1961. Aperture più consistenti
all'eutanasia passiva si apprezzano sul piano giurisprudenziale. Attualmente
è all'esame del Parlamento di Londra l'Assisted Dying
for the Terminally Ill Bill, che permetterebbe una forma di suicidio
assistito simile a quella prevista dall'Oregon Death with Dignity Act del .
Resto del mondo
- Australia. In
alcuni Stati le cosiddette "direttive anticipate" hanno valore legale. I Territori del Nord
legalizzarono ( ) l'eutanasia attiva volontaria, ma il
parlamento federale annullò tale provvedimento nel .
- Canada. Negli
Stati di Manitoba e Ontario le direttive anticipate hanno
valore legale.
- Cina. Una legge del 1998 autorizza gli ospedali a praticare l'eutanasia ai malati
terminali.
- Colombia. Non
esiste una legge specifica sull'eutanasia. Tuttavia, in seguito a un
pronunciamento della Corte Costituzionale, la pratica è permessa.
- Stati Uniti d'America. La normativa varia a seconda degli Stati. Le direttive
anticipate hanno generalmente valore legale. Nello Stato dell'Oregon è possibile, da parte del malato,
richiedere farmaci letali. Una regolamentazione specifica di tale materia
è tuttavia bloccata per opposizione di un tribunale federale.
Italia
In Italia,
l'eutanasia attiva è assimilabile, in generale, all'omicidio volontario (art. 575 c.p.) fatte salve le attenuanti di legge. In
caso di consenso del malato si configura la fattispecie prevista dall'art. 579
c.p. (Omicidio del consenziente), punito con reclusione da 6 a 15 anni. Anche il suicidio
assistito è un reato, giusta art. 580 c.p. (Istigazione o aiuto al suicidio).
L'eutanasia
passiva è permessa in ambito ospedaliero, nel reparto di rianimazione, solo nei casi di morte cerebrale; devono essere interpellati i
parenti e si richiede la presenza e il permesso scritto del primario, del medico curante e di un medico
legale. In caso di parere discordante fra medici e parenti, si va in giudizio e
in questo caso è il giudice a decidere.
Il caso di Piergiorgio Welby nel
ha acceso la discussione parlamentare e non sul valore etico dell'eutanasia nel
paese.