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Leggi anche appunti:Dante alighieri - le opereDANTE ALIGHIERI FIRENZE DIVISA TRA GUELFI E GHIBELLINI Dante Alighieri SCHEDA LIBRO I Malavoglia - Giovanni VergaSCHEDA LIBRO TITOLO: I Malavoglia AUTORE: Giovanni Verga ANNO: 1881 SAGGIO BREVE - Ambito storico letterario Al Giornalino ScolasticoSAGGIO BREVE Ambito storico letterario Argomento: Rapporto padri |
Si può affermare che questi tre romanzi siano divertenti già a partire dalle trame stesse: assurde, improbabili, paradossali. In ordine cronologico, la prima delle tre ad essere stata scritta è "Il visconte dimezzato", storia di un nobile che, durante le guerre fra austriaci e turchi, viene diviso a metà da una palla di cannone; egli torna così a casa "vivo e dimezzato". Ma, mentre la sua metà destra è totalmente cattiva, la sinistra è del tutto buona. Gli stessi sudditi del visconte non sanno, tuttavia, dire quale sia la migliore, poiché entrambe esagerano, chi nella crudeltà, chi nella gentilezza. La soluzione viene trovata solo nell'ultimo capitolo, quando la due metà vengono unite di nuovo.
Il narratore di questa storia è un bambino, nipote del visconte protagonista; anche nel romanzo "Il barone rampante", il protagonista vive le sue avventure per bocca di un parente, ancora una volta di otto anni: in questo caso, la parentela è di fratellanza. Cosimo, il ragazzo protagonista del racconto, è fuggito dalla famiglia per non dover continuamente sottostare alle strane imposizioni dei genitori. Ribellandosi, si è rifugiato su un albero, dal quale "non scenderà più". Comincia così la sua avventurosa vita vissuta completamente sugli alberi, tra le persone più svariate: una bambina nobile figlia degli «avversari» dei genitori di Cosimo, una banda di ladruncoli, briganti, pirati.
Nel terzo libro della trilogia- "Il cavaliere inesistente"- la voce narrante è quella di una monaca, che narra le gesta di un'armatura senza cavaliere che agisce nell'impero di Carlomagno; questa corazza viene accompagnata tra mille peripezie da uno scudiero che crede di essere tutto ciò che vede, da un giovane cupo chiamato Torrismondo che gira cercando la presunta madre Sofronia, dalla maliziosa vedova Priscilla e da una fiera amazzone di nome Bradamante (che solo nell'ultimo capitolo rivelerà di essere ella stessa la suora narratrice). L'ultimo personaggio è un ragazzo, Rambaldo, che giunge in guerra per vendicare il padre, innamorandosi poi di Bradamante stessa, che potrà raggiungere solo alla fine del romanzo, in quanto la giovane è a sua volta invaghita dell'armatura protagonista, quella dell'inesistente cavaliere Agigulfo. Una serie di inseguimenti costituiscono il filo conduttore della vicenda, la cui morale sembra essere che nessuno è ciò che sembra: il cavaliere valoroso non è nemmeno un uomo, la monaca e la guerriera sono la stessa persona, lo scudiero può essere tutto tranne sé stesso, chi sembra madre diviene moglie (è il caso di Sofronia e Torrismondo). L'unico ad essere sempre il medesimo è colui che pare, in realtà, il vero protagonista: il semplice e sincero Rambaldo.
A questo punto, sorge spontanea una domanda: perché i tre libri vengono raccolti sotto il titolo "I nostri antenati"? Una prima risposta si può trovare nel fatto che le tre storie che raccontano avventure accadute in passato, a coloro che avrebbero potuto essere nostri nobili progenitori; si può invece pensare più attentamente che, in quanto tali, siano il nostro specchio, l'immagine del mondo contemporaneo sotto forma di metafora. Inoltre, tutte le avventure raccontate diventano parte di una raccolta divertente, che vuole però avere anche una sua morale: Calvino aspira ad una pienezza di vita, ad un'umanità totale (questo si nota soprattutto in "Il cavaliere inesistente" e in "Il visconte dimezzato"), alla libertà ("Il barone rampante").
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