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Elio Vittorini
Conversazione in Sicilia
Riassunto: Silvestro, un uomo di 30 anni, trasferitosi nell'Alt'Italia all'età di 15 anni, sta attraversando un momento difficile, causato da una sorta di crisi d'identità. Come un'illuminazione gli arriva una lettera del padre nella quale lo esorta ad andare a trovare sua madre in Sicilia, poiché lei è rimasta sola dopo la sua fuga a Venezia con un'altra donna.
All'inizio Silvestro non prende sul serio la lettera ma poi, arrivato alla stazione dei treni, come spinto da una forza superiore, prende il primo treno per Siracusa.
Arrivato in Sicilia, sull'ultimo tratto di treno comincia la sua "conversazione". Riscopre in ogni passeggero che si trova su quel treno, una parte della sua infanzia e allo stesso tempo la miseria, la povertà e la semplicità contrapposta all'arroganza e alla presunzione.
Giunge così in Sicilia, terra tranquilla lasciandosi alle spalle l'insofferenza e la malinconia che lo consumavano a Milano. Ma nonostante la pace di quel paesaggio, i ricordi passati di Silvestro si confondono con il malessere del presente.
Ripercorre la propria infanzia, accompagna la madre nel suo giro quotidiano per il paese e scopre la realtà della miseria, della sofferenza e della morte. Si propone così il motivo del "mondo offeso", dell'attentato portato all'essenza stessa dell'uomo, ribadito ancora nell'incontro con un arrotino, un sellaio e un venditore di panni, che soffrono anch'essi dello stesso dolore dell'umanità ed esprimono la loro protesta: ognuno in modo diverso ma con un'unica convinzione, il mondo soffre e noi soffriamo per il mondo non per noi stessi. In un'atmosfera oscura e surreale, Silvestro ha un dialogo notturno in un cimitero con il fratello morto in Spagna. Nella parte finale tutti i personaggi si riuniscono intorno al protagonista e viene riproposto il messaggio centrale del libro:
il "mondo offeso". Dopo quei tre giorni vissuti intensamente da Silvestro nella terra di sua madre, egli decide di ripartire, e andando a casa a salutare per l'ultima volta la madre, trova insieme a lei un 'uomo, suo padre, ma Silvestro non gli rivolge parola, e rimanda il saluto alla volta successiva.
Lo spazio: Il luogo principale nel quale si svolge il racconto è ovviamente il paesino nel quale vive la madre. Importante, però, è anche il treno sul quale Silvestro fa numerosi incontri per lui fondamentali. I luoghi si alternano tra interni ed esterni e sono tutti reali. Si deve comunque ricordare che, come scrive Vittorini nella nota, l'ambientazione in Sicilia è puramente casuale.
Il tempo: grazie a numerosi fattori possiamo collocare la vicenda durante il periodo fascista agli inizi della seconda guerra mondiale. Il tempo del racconto è di 4-5 giorni.
Personaggi:
Silvestro: è il protagonista del romanzo, un tipografo intorno ai trent'anni, che soffre di un inquieto desiderio di azione che non trova sbocchi concreti nella realtà di un presente vuoto di stimoli, che sente di dover tendere verso nuovi doveri, non comprensibili all'inizio del suo cammino, ma che prenderanno forma grazie ai vari incontri che il protagonista affronterà, sempre teso ad apprendere e ad ascoltare.
I valori e le sensazioni del personaggio sono quelle della maggior parte della popolazione; la paralisi di Silvestro è la stessa di tutti coloro che si sentono umiliati e sopraffatti dall'angoscia; privi d'armi per difendersi.
Lungo il racconto Silvestro incontra diversi personaggi, che acquistano precisi, univoci significati simbolici, e che sono tutti tesi ad uscire dai loro limiti di figure storiche, per spingersi verso l'allusione di altre verità.
Caratterizzati da pochi tratti essenziali, partecipi della "conversazione", rappresentano ognuno un tratto caratteristico della società e sono al tempo stesso portatori di messaggi e ideali.
Tra i primi personaggi s'incontrano Coi Baffi e Senza Baffi, che sono di professione questurini, simboli del potere oppressivo, convinti che "l'umanità sia nata per delinquere".
Il Gran Lombardo, le cui parole suonano di monito e di rimbombo per Silvestro, vecchio e saggio siciliano che parla con insistenza e passione, è il simbolo dell'umanità forte, che si incarna nella sua figura di carrettiere, "rimanda al mito robinsoniano, caro a Vittorini.
La madre di Silvestro, Concezione, una donna orgogliosa di mantenersi da sola, una donna offesa e tradita, una contadina con le "mani grandi, consumate, nodose"; è l'archetipo della femminilità indomita e piena, "costola d'uomo" e "odalisca", "ape regina" ricca di un suo "vecchio miele". La sua è la figura dell'umanità lavoratrice instancabile, attaccata ai valori dell'uomo - mito e alle tradizioni socio - culturali, verace e orgogliosa.
Da contrasto le fanno, oltre al figlio e alle sue domande, le figure dell'arrotino, del sellaio e del venditore di pelli, espressione di un messaggio rinnovatore, simbolo del cambiamento in atto nella società, idealisti localizzati da un aquilone simbolo della libertà fanciullesca di cui è in cerca Silvestro. La figura stessa di Calogero( l'arrotino) è rievocata dall'immaginario fiabesco di Mille e una notte e dal mondo arcaico - campagnolo appartenente ai suoi ricordi di gioventù.
Liborio fratello di Silvestro, appare sotto forma di fantasma, un soldato, ma è al tempo stesso bambino di sette anni nel ricordo del fratello; la sua figura è il simbolo dell'ingiustizia e della crudeltà del mondo che condanna, per falso nazionalismo, troppi giovani ad una morte prematura e violenta, assurda.
Tecniche narrative e stilistiche: Nel romanzo di Vittorini il tempo ha un ordine isocronico, dato che le azioni della fabula scorrono parallele a quelle dell'intreccio, sebbene una particolarità dello scritto sia quella di fondere presente e ricordo nella narrazione tramite l'uso di flashback. Sono presenti anche pause del narratore costituite da riflessioni personali sulla condizione dell'uomo.
Il linguaggio è fondato su allusioni e affermazioni cifrate e determina uno stile sobrio e asciutto, fatto di brevi periodi e di discorsi diretti semplici caratterizzati da una costante ripetitività. Inoltre in tutto il romanzo predomina il racconto in prima persona, che isola il luogo delle narrazioni da coordinate geografiche e storiche precise.
La descrizione degli ambienti siciliani attraversati per raggiungere il proprio paese è generica, descrizione che si assottiglia sempre più fino a scomparire all'interno del villaggio: soltanto gli interni delle case sono analizzati con lo scopo di testimoniare la miseria, la povertà e la morte che incombono sugli elementi più deboli della società.
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