DIANELLA E
OFELIA
Entrambi
le giovani donne, Dianella ed Ofelia aprono l'arco del femminile su un
ventaglio di relazioni dove predominano i sentimenti del timore e dell'attesa.
E' proprio in quest'ultima dimensione che le due introducono nell'opera il tema dell'amore. Tale sentimento possiede
toni tragici di un amore impossibile poiché sono destinati a non avere un lieto
fine che nella loro mentalità ancora infantile hanno da sempre immaginato.
Questa situazione viene ostacolata inoltre dal rapporto privo di dialogo tra le
ragazze e i loro rispettivi amati, che inizialmente, grazie alle qualità che
solo un bambino può avere quali la spontaneità e la spensieratezza, facevano si
che il loro rapporto fosse tanto confidenziale da sembrare quasi fraterno.
Ofelia,
ragazza timida, semplice, ingenua e pura obbedisce al proprio padre nonostante
quest' ultimo abbia nei suoi riguardi un atteggiamento negativo. Poiché è
l'unico punto di riferimento dopo la morte di sua madre. Ofelia in tutta la
durata della tragedia subisce la realtà senza reagire e senza esprimere la sua
volontà, non riuscendo così a raggiungere quella felicità tanto desiderata. Questa
insoddisfazione sfocia in pazzia che rendendola incosciente non le fa rendere
conto del pericolo che l'acqua le può riservare, morendo così, affogata. Anche
in Dianella è evidente la sofferenza che prova per la mancanza della figura
materna "Vi fissò gli occhi e le sorse
allora spontanea l'immagine che lei fosse rimasta appunto come un ruscello a
cui una mano ignota per malvagio capriccio avesse traviato la vena presso la
fonte con irti e gravi sassi; e l'acqua di là si fosse sparsa stagnante, e di qua il ruscello si fosse
raddensato in rena e in ciottoli. Ah, che sete inestinguibile le era rimasta
dell'amore materno!". L'unico punto di riferimento è il padre che, però, la
tratta con indifferenza non dandole quell'amore di cui avrebbe bisogno. E' per
questo motivo, che è alla ricerca di una figura maschile che sappia risanare
l'assenteismo del padre. Trova così sostegno morale in Mauro Mortara. Dianella
è schiacciata dal peso dell'indifferenza e della solitudine, provocata dal desiderio del padre, che avrebbe
voluto dare in cambio la vita della giovane con lo scopo di salvare quella del
figlio morto prematuramente "Non potevi
morir tu invece? Le aveva detto chiaramente quello sguardo. Così. Proprio
così. E Dianella comprendeva bene adesso perché il padre non avrebbe esitato un
momento a dar la vita di lei in cambio di quella del fratello.". Nonostante ciò
Dianella continua a sperare in un avvicinamento con il padre, e sperare che lui
la consideri e le voglia veramente bene. Purtroppo le aspettative si infrangono
poiché Salvo è deciso nella scelta di non voler far sposare sua figlia con
l'uomo di cui lei è innamorata pur sapendo, del dispiacere che nascerà in lei e
che la porterà alla pazzia. Dianella sposerà Ninì De Vincentis, uomo da sempre
innamorato di lei, amore mai ricambiato tanto che la ragazza continuerà a
chiamarlo con il nome del suo vero amore: Aurelio Costa.