Cristo si è fermato ad Eboli

Cristo si è fermato ad Eboli

Carlo Levi nasce nel 1902 a Torino, in una nota famiglia dell'alta borghesia, si laureò in medicina, senza esercitare perché le sue condizioni economiche gli permettevano di non lavorare e di dedicarsi alle sue passioni.

La famiglia di tradizione socialista influenzò la mentalità dell'autore infatti collaborò con la redazione del giornale " la rivoluzione liberale" e diresse il giornale clandestino " lotta politica". L'impegno che mise nella lotta anti-fascista giunse all' "orecchio" del Regime che lo fece arrestare e fu mandato al confino il Lucania, dove vi rimase un anno. Liberato andò in Francia, e ritornò in Italia per unirsi alla lotta partigiana. La vita di Carlo Levi fu profondamente segnata dall' anno che ha trascorso al confine. Infatti "Cristo si è fermato ad Eboli" è il reportage di quei giorni e contiene una forte denuncia verso il regime fascista e sulla condizione dei contadini del meridione.

La vicenda inizia con il trasferimento di Levi da Grassano ad Aliano, accompagnato da due carabinieri che lo scortano e presentano al podestà e al brigadiere. Finite le presentazioni  Levi si rende conto che il paesaggio che si trova davanti è molto brusco e si prospettano davanti due anni di esilio nell'ozio in quel paesino sperduto dal mondo. Levi trova alloggio dalla cognata del segretario che è vedova e dispone di una camera e dopo aver fatto la prima conoscenza inizia a chiedere informazioni sul paese. Durante la sua prima camminata per il paese conosce i due "medici" che non sanno niente di medicina, come sottolinea l'autore, e i contadini si rivolgono a Levi per curare i malanni. Levi in principio si rifiuta ma vedendo la disperazione della gente, che crede ancora nella superstizione, cerca di curare gli ammalati e si rende rivale dei due "medicaciucci". Le giornate di Levi trascorrono nella monotonia, passeggiando fino al cimitero unico luogo isolato in cui si ferma a dipingere, il paesaggio brullo, in compagnia del cane e del carabiniere che lo sorveglia per ordine del podestà. Conosce il parroco del paese, un uomo solitario ed isolato da tutti. A spezzare la monotonia di quei giorni fu la visita della sorella che portava medicine e strumenti per curare i malati. Ma dopo quattro giorni la donna se ne andò. Levi passò venti giorni dalla vedova dopo si trasferì in una casa e una donna( una delle tante "streghe" del paese cioè coloro che avevano dei figli da più uomini) gli faceva le pulizie alla casa. Intanto Levi apprezzava sempre di più la solitudine e imparava ad apprezzare le tradizioni del nuovo paese. Arrivò una lettera che gli permetteva di soggiornare per alcuni giorni a Grassano e Levi vi andò e rincontrò i vecchi conoscenti ma il periodo durò poco e dovette ritornare al Aliano. Tornato ad Aliano, giunse l'inverno e Levi assiste ad una delle tradizioni del paese cioè togliere alcuni organi ai maiali per farli ingrassare meglio. Trascorso l'inverno Levi pote tornare a Torino a causa di un lutto ma aveva subito un grosso cambiamento interiore a causa del suo esilio nel sud. Ritornato ad Aliano scoprì l'allontanamento del parroco a causa della celebrazione di Natale, e la sparizione della domestica. Quando il soggiorno di Levi terminò i contadini si rivelarono molto dispiaciuti della sua partenza perché ormai lo consideravano un paesano.

Questo testo è in gran parte descrittivo, la narrazione è in prima persona. Le descrizioni a mio parere si dilunga troppo e rende il testo molto noioso. I personaggi sembrano descritti in maniera ironica.

La tematica principale è voler mostrare al pubblico sono: la situazione del meridione, alla quale il governo non si interessa e non prende provvedimenti legislativi per migliorare le condizioni sia sociali che economiche. Infatti la descrizione dei personaggi e dei luoghi è all' limite della decenza, infatti con la descrizione di "cristiani" si intende la civilizzazione. I luoghi da come sono descritti sembrano paesi paragonabili a quelli del terzo mondo. Il fascismo, infatti, voleva nascondere una realtà che era presente. Il sud era sottosviluppato e non aveva il minimo segno del progresso, infatti era ancora legato a delle credenze come la superstizione. Levi descrive con ironia i personaggi appartenenti ai ceti maggiori, perché anche se le condizioni economiche sono migliori di quelle dei contadini, rimane l'ignoranza.                                                     I cittadini hanno nei confronti di Levi un rispetto perché è colto infatti, oltre che a prestare le cure mediche insegna ai bambini a leggere e a scrivere. La condizione del sud in parte è ancora cosi infatti, in molte parti nonostante ci sono delle regole che favoriscono l'industrializzazione, la mano d'opera non è sfruttata e spesso le opere pubbliche non sono utilizzate e sono uno spreco di denaro pubblico.

Questo libro non mi è piaciuto particolarmente, infatti oltre che a essere molto noioso con tutte le sue sequenze descrittive si è rivelato pieno di tematiche a me estranee, in quanto vivo in un epoca moderna e nel nord quindi la condizione del sud mi è relativamente distante anche se, se ne parla continuamente, ma mi è difficile immedesimarmi e provare lo stesso senso che provava l'autore, non solo perché i tempi sono cambiati ma perché anche attualmente penso ci sia una profonda diversità tra il nord e il sud, il nord molto più industrializzato e a contatto con l'Europa, oggi fulcro dell'attività economica, con l'euro e con tutte le importazioni dall' est; invece il sud rimane poco industrializzato e anche escluso da questo giro economico che investe il resto d'italia.