Costituzione
tema svolto
Traccia:
Passati ormai molti decenni dalla stesura della nostra
carta costituzionale, alcuni sentono la necessità di una sua revisione. Spiega
se è davvero necessaria questa revisione, e, se lo è, in cosa potrebbe
consistere.
Svolgimento:
La nostra
costituzione è molto rigida, e richiede per un'eventuale modifica una
maggioranza qualificata di deputati e senatori, oppure un referendum
costituzionale. Sappiamo che la nostra costituzione ha ormai parecchi anni
sulle spalle e che alcuni passaggi sono giustificabili solo in quel clima
politico di compromesso tra le forze di ispirazione liberale cattolica e quelle
di ispirazione socialista e comunista, che avevano in quegli anni,
nell'Assemblea Costituente, vale la pena di ricordarlo, una maggioranza che poi
non avrebbero confermato nel primo parlamento eletto dagli italiani. Quindi, se
il nostro è uno stato moderno, dinamico, flessibile e aperto ai cambiamenti, la
costituzione può e deve essere aggiornata, tenendo conto della mutata realtà
sociale, senza, pero, a mio parere stravolgerne non solo i principi
fondamentali, ma anche i cardini istituzionali. La ratifica della Costituzione
Europea, avvenuta in Italia con un voto parlamentare quasi plebiscitario,
impone l'integrazione fra ordinamenti nazionali ed ordinamento europeo. Penso
che la direzione principale in cui muoversi per una riforma della costituzione
sia il rafforzamento della nostra democrazia, senza però che venga meno il
potere di controllo necessario, che gli organi costituzionali esercitano l'un
l'altro.
Insomma, sono un po'
scettico con chi propone un presidenzialismo
accentuato sul modello francese o americano, perché mi sembra che, tutto
sommato, il sistema attuale possa reggere. La scelta, operata dai cittadini
tramite referendum, del sistema maggioritario, ha consentito ai governi della
seconda repubblica una maggiore stabilità e longevità rispetto a quelli della
prima. La figura giudicata così secondaria e formale del presidente della
repubblica ha invece mostrato tutta l'importanza di un ruolo di garanzia del
rispetto della costituzione, favorendo scelte bipartisan
nell'interesse del paese. Non sono d'accordo, invece, con il premierato assoluto e cioè una forma di governo che vede
tutto incentrato intorno al ruolo del Presidente del Consiglio, senza che vi
sia un altro potere capace di esercitare un significativo ruolo di contrappeso.
Un'altra questione su cui molto si discute è quella del federalismo. Forse, se
si potesse tornare indietro nella storia, il modello dello stato federalista di
Cattaneo avrebbe creato meno problemi di quanti ne
abbia creati lo stato italiano accentrato così come si è effettivamente
realizzato. Ma la storia non si fa con i "se", e la proposta di un federalismo
accentuato, in questa fase storica, potrebbe aumentare invece che diminuire i
problemi. Provo grande rispetto per lo stato federale, un sistema politico che
ritengo assolutamente dignitoso e forse più rispettoso delle realtà sociali
locali, ma credo che in Italia sia sufficiente attuare fino in fondo la
modifica al Titolo V della costituzione, relativa all'autonomia delle
istituzioni regionali e locali, piuttosto che stravolgere il difficile
equilibrio tra le istituzioni politiche italiane. Alla fine di questa
riflessione mi accorgo che, pur essendo partito da una posizione disponibile al
cambiamento e alla modifica della costituzione, mi sono ritrovato a difenderla
così come è, senza sostanziali cambiamenti. Non voglio per questo essere
scambiato per uno di quei conservatori che difende la costituzione come se
fosse scrittura sacra. Ritengo infatti che questa legge, così come tutte le
altre leggi dello stato, debba essere migliorata ed adattata alla realtà in
evoluzione, nel corso del tempo. Solo, forse, avrei bisogno di conoscere più
approfonditamente le varie proposte, desidero insomma riflettere maggiormente,
prima di entusiasmarmi per un cambiamento, che poi si potrebbe rivelare
controproducente.