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Controcorrente di Joris Karl Huysmans
Titolo: Controcorrente
Scrittore: Joris Karl Huysmans
Genere : Decadentismo
Editore : Newton & Compton
Anno di pubblicazione :
Recensione : Debora Altini
Il romanzo Controcorrente di Huysmans è uno dei tre romanzi simbolo del decadentismo europeo , gli altri due sono: Il piacere di Gabriele D'Annunzio e Il ritratto di Dorian Gray d'Oscar Wilde. Segna il passaggio dello scrittore dallo stile naturalista a quello decadentista, e si distingue per gli eleganti esperimenti linguistici che caratterizzano il raffinato stile dello scrittore.
Il racconto è ambientato nella Parigi caotica della fine dell'Ottocento, e si concentra sullo studio psicologico di un giovane parigino , che conferma solennemente la tensione della propria vita a saturarsi di tutte le sue passioni e nevrosi.
Il protagonista è Jean Floresses Des Esseintes, l'ultimo erede di una famiglia aristocratica costretto ad assistere al declino culturale della società parigina della fine dell'Ottocento : egli si sente un ribelle forzato a presenziare il doloroso spettacolo della miseria spirituale e delle basse aspirazioni che caratterizzano la nascita della società di massa . Il giovane aristocratico , deluso dalla mondana realtà parigina , decide di sciogliere definitivamente ogni contatto con la società.
Si rifugia in una villa nei pressi di un piccolo paese della campagna parigina, iniziando il suo viaggio solitario distante da qualsiasi distrazione che gli può offrire la civiltà.
L'isolamento e la solitudine permettono a Des Esseintes di immergersi nell'oceano di ricordi e di abbandonarsi alla corrente di pensieri, natte dalla sua mente isterica ed inquieta.
Il protagonista si abbandona morbosamente a profumi esotici, a piante rare, e ad una ricerca snervante di una bellezza artificiosa e manipolata, il giovane aristocratico perde però il contatto col mondo, travolto della follia e delle sue nevrosi. Dapprima la malattia di Des Esseintes si manifesta in un'eccessiva e frenetica scrupolosità nell'arredare la casa e, giorno dopo giorno, con la comparsa d'allucinazioni sempre più frequenti, fino a quando il giovane non riesce più a distinguere la realtà reale dalla realtà fantasticata.
La malattia danneggia così sia i sensi che la mente del giovane, ormai febbricitante a letto, inerte fisicamente e spiritualmente. La consapevolezza del suo stato d'infermità lo costringe a ristabilire i legami con la società ritornando a Parigi, per curare la sua anima sofferente, nauseata e certa che nessuna felicità nuova sia possibile.
L'argomento più significativo trattato da Huysmans nell'opera è la dolorosa sofferenza culturale che segnò l'epoca del Decadentismo.
La sua fuga da Parigi va interpretata come segno di un'epoca in cui l'artista è insofferente della nuova società di massa, stanco dei rapporti superficiali, ed intende sciogliere totalmente ogni forma di relazione sociale, per recludersi in una dimensione fittizia e solitaria: si tratta di una scelta drammatica, in cui l'artista e l'intellettuale diventano emarginati. La tensione e il disorientamento sono caratteristici della fine dell'Ottocento, provocati dalla rivoluzione scientifica e dalla nascita della società di massa nelle grandi metropoli , il disorientamento del protagonista rimanda ad uno stato d'animo diffuso in quell'epoca ed ai sentimenti stessi dell'autore.
L'opera di Huysmans è molto originale sia dal punto di vista della forma che del contenuto. Il romanzo si svolge attorno ad una trama semplice in cui l'unico personaggio è il protagonista, ma lo scrittore dà vita ad una complessa ed elegante architettura compositiva. Come un pittore, egli definisce ogni particolare dettagliatamente, grazie ad un vasto repertorio di vocaboli ed espressione, e la penna si trasforma in pennello e il testo in opera d'arte, come prevede il raffinato stile che caratterizza il movimento del Decadentismo.
Gabriele D'Annunzio : la biografia
Gabriele D'Annunzio nacque a Pescara il 12 marzo 1863 da famiglia borghese, che vive grazie alla ricca eredità dello zio Antonio D'Annunzio. Compie gli studi liceali nel collegio Cicognini di Prato, distinguendosi sia per la sua condotta indisciplinata che per il suo accanimento nello studio unito a una forte smania di primeggiare. Già negli anni di collegio, con la sua prima raccolta poetica Primo vere, pubblicata a spese del padre, ottiene un precoce successo, in seguito al quale inizia a collaborare ai giornali letterari dell'epoca. Nel 1881, iscrittosi alla facoltà di Lettere, si trasferisce a Roma, dove, senza portare a termine gli studi universitari, conduce una vita sontuosa, ricca di amori e avventure. In breve tempo, collaborando a diversi periodici, sfruttando il mercato librario e giornalistico e orchestrando intorno alle sue opere spettacolari iniziative pubblicitarie, il giovane D'Annunzio diviene figura di primo piano della vita culturale e mondana romana.
Nel 1883 hanno grande risonanza la fuga e il matrimonio con la duchessina Maria Hardouin di Gallese, unione da cui nasceranno tre figli, ma che, a causa dei suoi continui tradimenti, durerà solo fino al 1890. Ricco di risvolti autobiografici è il suo primo romanzo Il piacere (1889), che si colloca al vertice di questa mondana ed estetizzante giovinezza romana. Nel 1891 assediato dai creditori si allontana da Roma e si trasferisce insieme all'amico pittore Francesco Paolo Michetti a Napoli. La principessa Maria Gravina Cruyllas abbandona il marito e va a vivere con il poeta, dal quale ha una figlia. Alla fine del 1893 D'Annunzio è costretto a lasciare, a causa delle difficoltà economiche, anche Napoli. Ritorna, con la Gravina e la figlioletta, in Abruzzo, i suoi testi inoltre cominciano a circolare anche fuori dall'Italia. Nel 1895 esce La vergine delle rocce, il romanzo in cui si affaccia la teoria del superuomo e che dominerà tutta la sua produzione successiva. Inizia una relazione con l'attrice Eleonora Duse, descritta successivamente nel romanzo «veneziano» Il Fuoco (1900); e avvia una fitta produzione teatrale.
Nel 1897 è eletto deputato, ma nel 1900 abbandona la destra e si unisce all'estrema sinistra (in seguito non sarà più rieletto). Nel 1898 mette fine al suo legame con la Gravina, da cui ha avuto un altro figlio. Si stabilisce a Settignano, nei pressi di Firenze, nella villa detta La Capponcina, dove vive lussuosamente prima assieme a Duse, poi con il suo nuovo amore Alessandra di Rudinì. Intanto escono le novelle della Pescara (1902). Il 1906 è l'anno dell'amore per la contessa Giuseppina Mancini. Nel 1910 pubblica il romanzo Forse che sì, forse che no e per sfuggire ai creditori, convinto dalla nuova amante Nathalie de Goloubeff, si rifugia in Francia. Vive allora tra Parigi e una villa nelle Lande, partecipando alla vita mondana della belle époque internazionale.
Nel 1915, nell'imminenza dello scoppio della prima guerra mondiale, torna in Italia. Riacquista un ruolo di primo piano, tenendo accesi discorsi interventistici e, traducendo nella realtà il mito letterario di una vita inimitabile, partecipa a varie e ardite imprese belliche, ampiamente autocelebrate. Durante un incidente aereo è ferito a un occhio. A Venezia, costretto a una lunga convalescenza, scrive Il notturno, edito nel 1921. Nonostante la perdita dell'occhio destro, diviene eroe nazionale partecipando a celebre impresa: conducendo una violenta battaglia per l'annessione all'Italia dell'Istria e della Dalmazia, alla testa di un gruppo di legionari nel 1919 marcia su Fiume e occupa la città, instaurandovi una singolare repubblica, la Reggenza italiana del Carnaro, che il governo Giolitti farà cadere nel 1920. Negli anni dell'avvento del Fascismo, nutrendo una certa diffidenza verso Mussolini e il suo partito, si ritira, celebrato come eroe nazionale, presso Gardone, sul lago di Garda, nella villa di Cargnacco, trasformato poi nel museo-mausoleo del Vittoriale degli Italiani. Qui, pressoché in solitudine, nonostante gli onori tributatigli dal regime, raccogliendo le reliquie della sua gloriosa vita, il vecchio esteta trascorre una malinconica vecchiaia sino alla morte avvenuta il primo marzo 1938.
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