I PICCOLI
MAESTRI di Luigi Meneghello
Le vicende riportate nel romanzo "I piccoli
maestri" di Luigi Meneghello sono ambientate in Veneto, più precisamente nella
zona dell'altopiano di Asiago, e in seguito nella città di Padova. Il tempo del
racconto sono gli anni dal '43 al '45, il periodo in cui il protagonista vive
l'esperienza della guerra partigiana. Il personaggio principale è anche
narratore, ma soprattutto autore. Il racconto è quindi autobiografico, anche se
i fatti sono descritti a distanza di tempo. Questo permette all'autore un certo
distacco dalla materia di cui parla, riportando ciò che è vivamente presente
nella sua memoria. Il modo di vedere la
Resistenza che emerge nel corso della narrazione è, come tuttavia rivela lo
stesso Meneghello nell'introduzione all'edizione del '76, in chiave
anti-eroica. Non vengono esaltate infatti le imprese compiute, bensì sottolineati i momenti in cui è presente il
senso di precarietà, come durante i terribili rastrellamenti messi in atto dai
fascisti, la paura per una morte violenta, tale è quella in guerra, o il
bisogno di mangiare. Ritengo però interessante notare che nel mondo della
Resistenza come è qui presentato, dove gli interventi anti-fascisti sono un po'
programmati ed un po' legati al caso, le sorti di "popolani" e quelle di
studenti universitari si mescolano. Sono quindi utilizzati linguaggi di vari
livelli sociali: quello delle canzoni popolari, di quelle alpine, dei testi
poetici evocati e quello dei discorsi fra gli stessi personaggi. Alla lingua letteraria
si mescola quindi il dialetto, su cui s'innestano neologismi, anglicismi ed
espressioni gergali.
Il gruppo di giovani amici intellettuali
vicentini salendo in collina diventa una "squadra", unendosi a formazioni già
presenti sul posto. L'autore afferma: "Adoperavo la verità stessa delle cose, i
fatti reali della nostra guerra civile, così come li avevo visti dal loro
interno". In questo modo egli descrive parte della sua poetica: il suo racconto
vuole attenersi il più possibile alla realtà, allo svolgersi naturale delle
vicende. Inoltre scrisse "I piccoli maestri" con un proposito civile e
culturale, cioè proponendo la posizione, il modo di vedere la Resistenza da
parte di un piccolo gruppo di partigiani vicentini, formato appunto dall'autore
e dai suoi amici e compagni di università, come esempio di non-conformismo,
merce rara, secondo Meneghello, nel nostro paese.