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La poesia fu scritta nel 1828 da Leopardi e appartiene ai grandi idilli.
La lirica può essere divisa in quattro punti:
Apertura della poesia con la descrizione della primavera dove la creatura Silvia canta tessendo la tela, dove, si affaccia poi il poeta che ascolta il canto; si descrivono i sogni che si affacciano alla gioventù.
Consapevolezza da parte del poeta che tutto quello che sogna in realtà e svanito e la colpevole e la natura.
La malattia che sconfigge Silvia e non le permette di realizzare i suoi sogni vivendo la giovinezza.
Riflessione del poeta sulla morte della speranza, sullo svanire delle sue illusioni e come l'intera umanità sia condannata a un destino di morte
Il poeta all'inizio della lirica si rivolge a Silvia e hai tempi in cui era felice e spensierata pensando al futuro e ai suoi progetti e sogni; quando ella era ancora viva.
L'avvenire a cui pensa Silvia è vago perché non saprà cosa le succederà in un futuro ma sicuramente sarà per lei qualcosa di bello e felice.
Durante i periodi felici Silvia tesseva e cuciva per preparare la sua dote per quando si sarebbe sposata come le giovani della sua età e cantava gioiosa; il poeta ascoltava la sua voce allontanandosi dai suoi amati studi.
La prima parte della poesia, si basa sul ricordo che riporta alla luce del poeta sensazioni, sentimenti e periodi della sua giovinezza passata nella casa paterna a studiare, con l'unico svago di poter ascoltare la voce di Silvia.
Rivivendo le emozioni del passato rende ancora più doloroso il presente.
Di tutto questo egli incolpa la natura che ora è malvagia e non più bella come prima e che non dà quello che promette ed è lei la causa dell'infelicità degli uomini.
Nella conclusione della lirica Leopardi cambia il soggetto a cui si riferisce, da Silvia alla speranza che hanno entrambi un unico destino la morte; conclude la poesia con una personificazione della speranza, con una mano che indica la tomba a cui tutti gli uomini sono destinati.
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