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COMMENTO DELLA POESIA "A MIA MOGLIE" DI UMBERTO SABA
La poesia "A mia moglie" nasce presumibilmente tra il 1909 e il 1910 ed è palesemente dedicata alla moglie dell'autore Lina.
Il testo, infatti, è un vero e proprio elogio alla sua consorte, realizzato mediante paragoni piuttosto inconsueti che rendono la poesia una tra le opere più originali e più criticate del Saba.
Ho utilizzato il termine "inconsueti" poiché i termini a cui viene paragonata la donna, che enuncerò tra breve, risultano contrastanti e quasi offensivi in confronto alle forme d'elogio femminile affrontate nella tradizione poetica italiana nella quale la figura femminile veniva quasi idealizzata (da ricordare la figura della donna-angelo in un Dante o in un Petrarca)
Saba, infatti, paragona la moglie, quasi in modo infantile, a dei comuni animali da cortile (una giovane, bianca pollastra v.1-2, una gravida giovenca v.25-26, una lunga cagna v 38-39, una pavida coniglia v.53-54, una rondine v.70 e una provvida formica v.77-78).
Non vi è nessuna allusione ironica nella scelta di questi animali, anzi, vengono appositamente scelti dall'autore per evidenziare le virtù di questa donna. Ne sottolinea, infatti, la protettività materna (v25) , la dolcezza che si unisce alla gelosia aggressiva(v41) , l'eleganza delle movenze come nella rondine (v69), la fedeltà laboriosa come quella della formica (v77), oltre alle virtù che si delineano dalla sua fisicità, come il passo da regina o che è migliore di un maschio.
Negli ultimi 4 versi della poesia, inoltre, ho riscontrato 3 termini chiave che hanno riportato la mia mente le 3 parole chiave della poesia da me precedentemente letta "Città Vecchia" (amore, dolore, Dio)ossia: femmina, animali, Dio.
Con queste parole il Saba vuole affermare la sua idea secondo la quale le donne, ( e quindi da un' elogio soggettivo della propria moglie si passa ad un effettivo elogio della razza femminile) come gli animali, aiutino a rendere Dio più vicino.
Passando ad un'analisi strutturale della poesia, notiamo subitola semplicità del linguaggio e la trasparenza dei significati. Il tono della poesia riflette, infatti, la predilezione di Saba per il lessico quotidiano e semplice, e quindi per le forme in grado di evocare in modo immediato immagini , suoni e stati d'animo.
Le strofe iniziano tutte allo stesso modo : ' Tu sei come' , introducendo di volta in volta il paragone con gli animali . I versi sono brevi con rilevante frequenza di enjambement : ( una gravida / giovenca ; una lunga / cagna ; la pavida / coniglia ) .
Infine nella poesia prevale il verso settenario, cui si aggiungono alcuni endecasillabi e due quinari. Numerose sono le rime liberamente e irregolarmente disposte.
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