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AUTORE Carlo Goldoni nacque a Venezia nel 1707 da una famiglia borghese. Ebbe un'educazione varia: studiò grammatica e retorica dai gesuiti a Perugia, poi filosofia a Rimini presso i domenicani, infine giurisprudenza a Pavia. Nel 1725 venne espulso dal collegio nel quale studiava dopo aver scritto Il Colosso, una satira pungente sulle ragazze di città.
Dopo aver lavorato a Chioggia, nel 1729 divenne cancelliere a Feltre dove continuò a coltivare i suoi interessi teatrali attraverso opere come Il buon padre e La cantatrice.
Per un periodo visse a Milano, ma nel 1734, dopo l'incontro con Giuseppe Imer, capocomico legato al teatro veneziano di San Samuele, decise di far ritorno a Venezia dedicandosi alla composizione di intermezzi, tragicommedie e melodrammi per il San Samuele.
Tra il 1737 e il 1741 Goldoni diresse il teatro d'opera veneziano di San Giovanni Grisostomo del Grimani, componendo tragicommedie e libretti melodrammatici. Nel frattempo, con la sua commedia Momolo cortesan, inaugurò la riforma del teatro.
Nel 1743 produsse la sua prima commedia scritta per intero, La donna di garbo.
Dopo aver lasciato Venezia a causa dei debiti contratti, Goldoni vi tornò nel 1748 come drammaturgo.
Nel 1761 Goldoni fu invitato a Parigi per dirigere la Comédie Italienne ed egli accettò.Influenzato dal clima francese, compose un'autobiografia, i Mémoires, dedicata a Luigi XVI.
Nel 1793, povero e malato, Goldoni morì.
Possiamo individuare cinque fasi nella produzione letteraria di Goldoni:
1° FASE: Arriva fino al 1748 e comprende soprattutto intermezzi, tragicommedie in versi e melodrammi;
2° FASE: appartengono a questo periodo le commedie composte dopo la riforma del teatro e alcuni drammi giocosi;
3° FASE: 1753/1759. In questo periodo nascono le cosiddette "esotiche", tragicommedie e commedie dagli apparati scenici macchinosi e con troppi intrecci;
4° FASE: in questo periodo Goldoni compone Gl'innamorati, I Rusteghi, Le smanie per la villeggiatura, Le avventure della villeggiatura, Il ritorno dalla villeggiatura, Sor Todero brontolon e Le Baruffe chiozzotte;
5° FASE: 1762/1793. La sua produzione per la Comédie Italienne si riduce solo a scenari in francese. L'ultima opera di Goldoni è l'autobiografia in francese, i Mémories.
GENERE Commedia, rappresentata per la prima volta nel 1761. L'opera appartiene al periodo 1760-1762, la stagione più importante ed innovativa del teatro goldoniano. E' evidente la satira nei confronti della mondana "smania"del villeggiare.
CONTENUTO La Trilogia della villeggiatura si compone di tre commedie che colpiscono con la satira goldoniana la superficiale moda del villeggiare: Le smanie per la villeggiatura, le avventure della villeggiatura e Il ritorno dalla villeggiatura.
La vicenda si apre in casa di Leonardo, un uomo borghese, che si sta preparando per andare in villeggiatura. Fin da subito iniziano le situazioni comiche:oltre a Filippo, Leonardo ha invitato anche un altro spasimante della figlia Giacinta, Guglielmo, e questo rischia di scatenare gelosie e litigi che rovineranno le vacanze. E' proprio Leonardo che decide di non partire, perché non sopporterebbe la presenza del suo rivale. Dopo questa decisione Leonardo decide di disdire la prenotazione per i cavalli e di riportare indietro tutti i cibi e le spezie che aveva acquistato.
Tutti questi cambiamenti infastidiscono Vittoria e Giacinta, che si erano preparate con molta cura alla vacanza, in particolare nella scelta degli abiti più adatti e, ovviamente, più alla moda.
Intanto entra in scena Fulgenzio, un amico di Filippo, che gli fa visita mettendolo in guardia su alcune persone che stanno tramando contro di lui, e gli racconta di un giovane che vorrebbe sposare Giacinta, ma è geloso di Guglielmo. Allora Filippo turbato da queste parole decide di annullare l'invito per Guglielmo, ma la figlia lo convince che, per mantenere la buona reputazione della famiglia, non è conveniente revocare un invito fatto.
Intanto Leonardo è indeciso se partire o no, ma Fulgenzio riesce a convincerlo che Guglielmo non si muoverà da Livorno. Leonardo decide allora di partire; egli vuole anche chiedere la mano di Giacinta, e assegna il compito proprio a Fulgenzio. La felicità di Filippo per questa notizia è breve, perché ben presto si scopre quale torto Guglielmo avesse fatto all'amico, e che il matrimonio poteva sfumare.
Nel frattempo arriva Leonardo, e Giacinta rifiuta la sua proposta di matrimonio finché la sua gelosia sarà così forte da compromettere i loro rapporti. Allora il giovane asseconda Giacinta, e decide che in villeggiatura potrà venire anche Guglielmo.
La scena si riapre poi in casa di Filippo dove tutti i servitori stanno confabulando tra loro; intanto il signor Ferdinando ha una conversazione con il padrone di casa al quale fa le sue congratulazioni per l'ospitalità che ha ricevuto.
La narrazione passa poi a casa di Costanza, una signora borghese, che si trova con la figlia Rosina. Dopo un breve colloquio tra le due donne, arriva anche Ferdinando che si lamenta per i servizi ricevuti a casa di Filippo. A loro si aggiunge Tognino, un giovane sciocco figlio di un dottore e amante di Rosina, che viene preso in giro da Filippo per la sua ignoranza nel campo della medicina.
Intanto Giacinta sta parlando con la domestica Brigida, e le confessa che odia la villeggiatura e soprattutto il fatto di aver accettato la compagnia di Guglielmo, perché i suoi modi l'hanno fatta innamorare. Anche la signora Sabina, zia di Giacinta, se n'è accorta e fa di tutto per avvicinarli.
Poi Sabina ha una tenera conversazione con Ferdinando, che la ama solo per la sua dote, mentre lei non se ne accorge; Ferdinando scopre però le sue carte e dice che prima del matrimonio vorrebbe una "donazione". Sabina non si fa incantare e dice che questo accadrà solo dopo il matrimonio, provocando così il suo sdegno .
Anche Guglielmo ha deciso di dichiararsi a Giacinta, e proprio mentre lei sta per rispondere alle sue dolci parole, arrivano Filippo, Costanza, sua figlia e il futuro sposo, Tognino, poi Vittoria e Leonardo ed infine Ferdinando e Sabina: la compagnia decide di giocare a carte.
La scena si riapre in un boschetto dove Paolo e Brigida stanno decidendo di sposarsi. Intanto Giacinta, dopo un lungo monologo, rivela a Guglielmo il suo amore ma gli dice anche che non può sposarlo; se lui la ama veramente, dovrà dimenticarla. Leonardo ha assistito alla scena, ma viene rassicurato da Giacinta, che gli dice di aver discusso del desiderio di Guglielmo di sposare Vittoria.
Leonardo racconta tutto alla sorella, ma intanto Paolo porta una lettera, che precedentemente Leonardo gli aveva detto di consegnare. Vittoria, Guglielmo, Paolo e Leonardo sono costretti a rientrare dalla villeggiatura, perché è giunta notizia che lo zio Bernardino è gravemente malato. Al ritorno, si scopre Leonardo è sommerso dai debiti e non poteva sostenere le spese della villeggiatura, ma dal colloquio fra Vittoria e Fulgenzio capiamo che lei è ancora ignara della situazione.
Leonardo e Fulgenzio si recano allora dall'avaro zio Bernardino, ma il suo atteggiamento indifferente spazientisce Fulgenzio che se ne va.
Intanto Guglielmo, troppo innamorato di Giacinta per starle lontano, le scrive una lettera, ma ancora una volta la ragazza preferisce salvare la sua reputazione e lo rifiuta. La scena torna poi su Fulgenzio che fa visita all'amico Filippo e gli racconta della situazione di Leonardo. Poi gli propone di scambiare gli ottomila scudi necessari per la dote di Giacinta con i suoi poderi a Genova. Filippo è contento della proposta, poiché i suoi appezzamenti valevano meno della dote, ma decide di parlarne prima con la figlia
Intanto Giacinta, Vittoria, Guglielmo, e in seguito Ferdinando vanno a casa di Costanza. A loro si uniscono Leonardo, Fulgenzio e Filippo che parla con la figlia della proposta ricevuta. Giacinta accetta, poiché così non dovrà più vedere Guglielmo e quindi Filippo dà a tutti la notizia del matrimonio. Per salvare l'onore, dunque, Giacinta sposerà Leonardo, mentre Guglielmo ripiegherà su Vittoria.
Anche la situazione tra Ferdinando e Sabina si risolve: nella lettera che Costanza gli consegna Ferdinando apprende che Sabina ha deciso di fare la donazione in cambio della sua promessa di starle vicino per sempre . Infine Tognino rivela di aver sposato segretamente Rosina, provocando lo sdegno di Costanza.
PERSONAGGI Giacinta E' lei il personaggio centrale della narrazione, simbolo della contraddizione della classe sociale a cui appartiene: è nobile ed intelligente, ma ciò che conta di più per lei è l'apparenza, e rifiuta quindi di sposare l'uomo di cui è innamorata, Gugliemo, per mantenere l'onore della sua famiglia.
Leonardo E' innamorato di Giacinta, fedelmente convinto di essere sinceramente ricambiato; anche lui è molto attento all'apparenza: pur di partire per la villeggiatura, simbolo di ricchezza e nobiltà, non si preoccupa dei debiti che accumulerà e che gli procureranno molti problemi.
Filippo E'il padre di Giacinta ed è il personaggio che incarna la vera passione per la villeggiatura, al di là di quello che è il suo simbolo di ricchezza. È un uomo debole, che per ogni decisione importante si affida alla figlia, molto più carismatica di lui.
Fulgenzio E' un vecchio amico di Filippo; è lui che interviene in tutte le situazioni della commedia, e grazie alla sua intelligenza risolve molti problemi e malintesi.
Guglielmo E' l'amante di Giacinta, che viene rifiutato per mantenere l'onore della famiglia. E' proprio la sua passione per Giacinta che dà l'avvio agli equivoci della commedia.
STILE La medierà e la naturalezza sono le caratteristiche principali del linguaggio utilizzato dai personaggi, tipico della conversazione.
GIUDIZIO Il testo di Goldoni è molto interessante, perché tiene viva l'attenzione del lettore con vari intrecci, condotti con molta precisione: infatti la narrazione di diverse storie potrebbe confondere il lettore, e invece questo testo è ben organizzato, anche perché l'autore è abile nel sospendere la narrazione al momento giusto.
Ci sono sicuramente molti momenti comici, soprattutto perché il lettore conosce più cose dei personaggi ed è quindi consapevole dell'ironia della situazione; alla fine resta comunque un senso di amarezza perché i matrimoni che avvengono non sono dettati dal vero amore, soprattutto per quanto riguarda la situazione di Giacinta, che rinuncia al suo amore per Guglielmo per salvaguardare l'onore della famiglia.
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