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Carducci e l'anticlericalismo
Giosué CARDUCCI (1835-1907) è un personaggio nazionale di straordinario carisma, che ascende ai massimi gradi dell'Ordine nel periodo della fortuna politica di Francesco Crispi.
Libertà, fratellanza, uguaglianza, indipendenza, progresso, anticlericalismo principi e temi guida del pensiero massonico, sono presenti in diverse opere carducciane, anche se le idee libertarie e repubblicane vengono via via offuscate dal faticoso cammino dello Stato unitario. Gli ideali laici e progressisti del Carducci finiscono per coesistere con l'accettazione dello Stato monarchico costituzionale e la speranza in un progresso moderato ed ordinato.
Juvenilia, raccolta delle opere giovanili di Carducci, che contiene componimenti del decennio 1850-1860, ben testimonia il tirocinio artistico del poeta e documenta una produzione in diretto rapporto con l'esperienza storica.
Nel terzo libro, che include ventuno sonetti ispirati dall'amore dell'Italia e dal culto dei grandi Italiani, i freddi componimenti dedicati a Parini, Metastasio, Goldoni si rivelano occasioni per incitare il popolo del "secoletto vil, che cristianeggia" e recuperare la magnanima dignità degli antichi.
Le ventuno poesie del sesto libro sono poi tutte di argomento patriottico. Trattano avvenimenti contemporanei, vittorie belliche e problemi politici, ma si risolvono spesso in celebrazioni dove la retorica lascia poco spazio alla poesia. In particolare la canzone A Vittorio Emanuele, diffusa tra i patrioti italiani, è considerata manifestazione della scelta monarchica di Carducci. L'autore, insoddisfatto dall'azione rinunciataria dei vari governi, esorta il re ad aiutare il popolo in difficoltà e ad accelerare il cammino verso l'unità.
Tra le rime politiche rientrano anche i sonetti celebrativi delle vittorie nella Seconda Guerra d'Indipendenza. In Voce di Dio è Dio stesso a ricordare al popolo italiano "Vostra è la patria che il Signor vi dona", dove riaffiora la polemica antipapale per l'irrisolta questione romana.
Le
due raccolte poetiche Juvenilia e Levia
Gravia presentano una scarsa originalità.
Tuttavia una forte creatività ed aggressività è presente nel famoso Inno a Satana, composto nel 1863,
risultato della nuova ideologia abbracciata da Carducci nel periodo fra il 1860
e il
Una volta compiutosi nel 1871 il processo risorgimentale Carducci resta deluso dalle sue conseguenze e poi dall'esperienza governativa della Sinistra di Depretis; i suoi ideali laici e progressisti finiscono per coesistere con l'accettazione dello Stato monarchico costituzionale e, pur senza rinunciare al laicismo, cerca di capire il valore storico dell'insegnamento della Chiesa. E' diventato ormai il poeta ufficiale dell'Italia umbertina, esaltato proprio da quella borghesia conservatrice che da giovane aveva combattuto con tanta energia.
Nel 1865 Carducci da alle stampe l'Inno a Satana, composto due anni prima, con la firma, mai prima usata, di "Enotrio Romano", suscitando intorno al suo nome un gran scalpore. Satana, infatti, diviene un simbolo per chi intende atteggiarsi ad anticonformista ma, con il passare degli anni, lo stesso autore dichiarerà di non gradire affatto questa fama "satanica", e respingerà certe interpretazioni estremiste dell'opera.
L'Inno a Satana, celebrazione degli eretici del passato, è uno stizzoso atto d'irriverenza verso una corrente pubblica italiana, motivato dalla totale insoddisfazione della generazione risorgimentale, a cui fanno da corollario l'anticlericalismo e il democraticismo dell'opera.
Nel testo il poeta brinda a Satana, "principio dell'essere", emblema della salute, della forza e di quella libertà osteggiata da tutte le forme di dispotismo politico e religioso. Satana rappresenta la liberazione del pensiero umano attraverso la scienza e il progresso, ed è simboleggiato da una locomotiva in corsa. L'autore vi allude implicitamente alla marcia ascendente ed inarrestabile della borghesia, in linea peraltro con le idee positiviste, che celebravano il trionfo delle innovazioni da sempre osteggiate dal Cristianesimo.
Ancora, il componimento si configura come una struttura formale elaborata, ricca di allusioni erudite: se dunque il linguaggio è brillante e le espressioni incalzanti, l'Inno, come afferma il mazziniano Filopanti, è tuttavia "antidemocratico nella forma".
Questa poesia valse a far conoscere Carducci all'Italia, e a risvegliare quello spirito laico che sembrava essersi nuovamente addormentato. E' così che il poeta cesareo diventa il poeta della nuova Italia, anche se la sua vera stagione di poesia è ancora di là da venire.
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