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Ripetutamente, nell'esaminare la letteratura della seconda metà del Settecento, sono ricorsi i termini "preromantico" e "romantico": con essi volevasi fare riferimento a quel vasto movimento spirituale che, estesosi in ogni parte d'Europa tra la fine del secolo XVIII e la prima parte del XIX, opera un profondo rinnovamento nelle lettere, nelle arti, nel pensiero.
Il termine Romanticismo deriva da Romantico = aggettivo relativo a "romanzo", (intendendo il romanzo epico cavalleresco, allora non esisteva ancora il romanzo come lo intendiamo oggi), quindi designava qualcosa o qualcuno che avesse caratteristiche appunto analoghe, in particolare che fosse fantasioso e sentimentale (visto che fantasia e sentimento caratterizzano il genere su menzionato).
Si può affermare che il Romanticismo rappresenti una rivoluzione culturale, una delle 3 grandi rivoluzioni con cui si apre l'età contemporanea, insieme alla Rivoluzione industriale (che è una rivoluzione economica), a quella Francese (che è politica e sociale).
Il Romanticismo fu più di una scuola letteraria: a convincersene è sufficiente pensare che nel periodo del suo avvento, del suo sviluppo, del suo graduale esaurimento, cioè grosso modo dal 1789 al 1854, l'Europa passa, da un regime di autorità ad un regime di liberta, dal dogma della sovranità di diritto divino al mito della nazione, da una gerarchia sociale e chiusa ad una gerarchia e aperta, alle nuove forze che andavano enucleandosi da ogni strato della nazione.
L'importanza storica che ad esso va riconosciuta, come fenomeno spirituale di rinnovamento, nei confronti delle età precedenti, non è inferiore a quella del Rinascimento, rispetto alle forme ed allo spirito medievale: il nuovo «modo di sentire », e conseguentemente il nuovo modo di pensare e di vivere introdotto dal Romanticismo in tutti i paesi europei, ne fa, dopo quello rinascimentale, il più importante movimento di pensiero della civiltà moderna.
Nella valutazione dei termini «romantico» e «romanticismo» occorre tener presenti due significati:
quello strettamente storico-letterario che corrisponde al mutamento di gusto operatosi in tutta Europa tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento, e che è legato alle particolari condizioni spirituali e culturali che determinano e contraddistinguono la cosiddetta «epoca romantica» ;
quello ideale, o astorico, che corrisponde alla eterna esigenza di dare libera espressività all'immaginazione ed al sentimento, e che, come, tale, è riscontrabile in ogni età ed in ogni epoca della millenaria storia dell'uomo.
Volendo rimanere nel campo storico, non poche sono le difficoltà che si frappongono ad una definizione del Romanticismo e ad una precisazione rigorosa dei limiti dì tempo entro i quali esso nasce e fiorisce.
Per la vastità e complessità delle sue manifestazioni, che interessano tutti i campi della vita politica, sociale, religiosa, artistica, con infinite variazioni e diversificazioni per ogni paese europeo, esso è quasi inafferrabile: qualsiasi data presa ad indicarne la genesi ed il crepuscolo può essere largamente discussa, perché non si possono ignorare la sopravvivenza del passato e la presenza dì una eredità classica nel periodo di maggiore splendore romantico, né tanto meno il protendersi di elementi romantici quasi fino ai giorni nostri attraverso i vari movimenti poetici « decadentistici», i quali in parte trassero origine da uno dei presupposti fondamentali del Romanticismo: l'immediatezza espressiva. Sarà perciò opportuno, come già è stato fatto per il Rinascimento, esaminare da vicino, prima i momenti storici del Romanticismo, poi l'evoluzione da esso apportata al modo di concepire la vita, infine i principali canoni dell'arte poetica romantica.
Non a caso è stata usata l'espressione « momenti storici »: se infatti tra il 1800 ed il 1835 ogni letteratura europea, comprese quelle nordiche, ha il suo momento romantico, esso non è uguale per tutte e non appare nello stesso periodo di tempo.
Al fine di una maggiore chiarezza indicativa possibile, è forse opportuno attenerci ad elementi storici indiscutibili, alle date cioè che segnano il sorgere, in ogni paese, delle «scuole» che fecero esplicitamente proprio il programma romantico.
Queste scuole nacquero, con successione cronologica:
in Germania nel 1797 con la rivista Athenaeum dei fratelli Schlegel
in Inghilterra nel 1798 con il programma aggiunto dal Wordsworth e Coleridge alla loro opera Lyrical Ballads
in Francia attorno al 1813, con la traduzionedel Corso di letteratura drammatica di A. W. Schlegel 1813-14) e la pubblicazione de La Germania di M.me de Staël
in Italia nel 1816 con la Lettera semiseria di Grisostomo del Berchet e da un articolo della medesima M.me de Staël (di cui poi parleremo).
Appare quindi chiaro che se in Inghilterra, in Francia, in Italia, il Romanticismo aveva avuto, nell'età settecentesca, precorrimenti più o meno palesi e più o meno importanti, solamente in Germania esso conobbe la sua prima concreta fase formativa, e dalla Germania si diffuse nella rimanente parte d'Europa.
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