"CAOS
CALMO"
. Il titolo è alquanto ambiguo poiché è
davvero strano l'abbinamento delle parole che creano l'ossimoro tra il "caos",
che subito evoca alla mente un senso di affollamento, confusione e rumore con
l'aggettivo "calmo", che rimanda immagini di pace, silenzio e tranquillità.
Queste due parole sono in perfetta antitesi poiché vengono accostate dall'autore varie volte
durante la trascrizione del romanzo con una certa normalità come se fosse del tutto consueto usarle
insieme. Scoprire il reale significato di questo "caos calmo" di cui parla il
nostro autore è ben più complesso poiché entrambe le parole vengono analizzate
negli ultimi capitoli della storia di Pietro paladini, uomo apparentemente
soddisfatto di se stesso poiché ha una bella moglie che lo ama, una figlia di
10 anni, Claudia, ha un lavoro gratificante che lo fa vivere abbastanza bene
senza grosse difficoltà economiche, appartiene ad una famiglia benestante, il
fratello Carlo è un famoso stilista di moda, il padre un famoso avvocato, insomma,
non gli manca proprio nulla però un giorno succede davvero qualcosa che scuote
la sua vita tranquilla e normale. Trascorrendo una giornata al mare col
fratello, due donne vanno in contro alla morte nuotando inghiottite da qualcosa
di strano che le trascina verso il fondo del mare. Eroicamente i due si gettano
immediatamente nell'acqua per salvarle e proprio quando compiono questo gesto
eroico che ricorderanno per tutta la vita e che probabilmente li avrebbe fatti
essere fieri di loro stessi per molto tempo, accade qualcosa che spazza via
tutto con un batter di ciglio, qualcosa che davvero segnerà la vita dei due, più
di uno che dell'altro, Lara, moglie di Pietro muore improvvisamente. e da qual
giorno la vita del nostro protagonista è davvero cambiata radicalmente. Tutto
diventa strano, come se mancasse qualcosa. Così in preda alla paura di essere
stato lui stesso la causa di quella morte improvvisa e inaspettata poiché
durante l'accaduto invece di essere a casa lui era al mare a salvare la vita di
un'altra donna, Pietro inizia ad indagare sulla vita della moglie e non
trovando nulla di soddisfacente continua imperterrito a pensare alla sua vita che improvvisamente non è più
soddisfacente come prima. Il problema è che lui si rende perfettamente conto
che sua moglie realmente non gli manca e non riesce a capacitarsi di questo. Un
giorno scherzando con la figlia decide di rimanere davanti la sua scuola ad
aspettare l'orario di uscita della bambina. Questa diventa un'abitudine di
Pietro che lo porterà a quella Calma descritta silenziosamente nel titolo
poiché lui inizia ad osservare minuziosamente ogni modo di fare di tutte le
persone che lo circondavano quotidianamente. La cosa che più mi stupisce a
questo punto è che tutte le persone che occupano un ruolo importante nella vita
di questo uomo non si accorgono che invece di aiutarlo portano nella sua calma
un vero e proprio caos di problemi perché ognuno invece di capire come si
sentiva dopo tutto quello che era successo, gli addossava i propri problemi come
se lui fosse diventato lo psicanalista di tutti loro. È così che lui li scruta,
osserva la fusione che sarebbe avvenuta di lì a poco nella sua azienda, osserva
il modo di fare di tutte quelle persone che gli erano state vicine, per così
dire, fino a quel momento. La chiusura del libro è alquanto originale poiché
lascia più domande che risposte: la figlia Claudia gli svela che in tutto quel
tempo lei lo aveva visto con gran piacere dalla finestra della scuola però era
stato anche un periodo di problemi poiché era stata ripetutamente schernita dai
compagni di classe che non comprendevano pienamente il mistero di quel padre
così strano che se ne stava lì ogni giorno davanti la scuola della figlia
invece di andare in ufficio a lavorare. Così in Pietro nasce uno spontaneo senso di colpa poiché lui
ingenuamente non si era reso conto di questa eventuale situazione che si
sarebbe venuta a creare nella vita della figlia. Nonostante ciò per tutta la
narrazione lui ha fatto della scuola il suo rifugio di pensiero anche se poi
quel rifugio in cui lui si sentiva tanto protetto e sicuro diventa la terra del
dolore e il nuovo "muro del pianto" senza muro però. Nell'ultimo capitolo
Pietro con un'unica "telefonata" si rivolge a tutti i personaggi del racconto
dicendogli tutto quello che aveva avuto modo di osservare in quel periodo di
calma e tranquillità che lo portavano più che altro ad osservare piuttosto che
a esprimere i suoi pareri.