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Analisi
RIASSUNTO
Il protagonista della vicenda è Winston Smith, uomo di mezz'età di professione impiegato. In Oceania, il suo Paese, tutto il potere è nelle mani di un unico partito, il Socing, che ha instaurato un regime totalitario e controlla tramite i media qualsiasi attività relativa agli esseri umani, se ancora così possono essere definiti: il potere esercitato dal partito infatti è tale che gestisce e influisce sul pensiero di tutti gli uomini, ormai divenuti macchine prive di libertà e di idee proprie. Mentre cerca di riscoprire il proprio passato per poter analizzare più chiaramente la sua attuale condizione, Winston conosce Julia, con la quale instaura una relazione. Il rapporto tra i due amanti avviene segretamente, in quanto nel mondo del Socing l'atto sessuale è accettato a scopo esclusivamente riproduttivo, poiché l'amore è severamente proibito. Solo loro due sembrano rendersi conto di quanto stia accadendo, ed insieme decidono di ribellarsi aderendo ad un'associazione segreta, la Fratellanza, che da anni sembra lottare contro il partito. Tramite O' Brien, alto funzionario di Stato, credono di poter entrare in contatto con tale organizzazione, ma vengono ingannati. Entrambi sono condotti in prigione e dopo mesi di torture, vengono "trasformati". Divengono normali cittadini che amano esclusivamente il Grande Fratello. Macchine come tutti gli altri esseri umani.
STRUTTURA
I fatti narrati seguono prevalentemente un ordine cronologico consequenziale. Qualche volta però Winston è protagonista di un breve flash-back che lo riconduce alla sua infanzia. Il narratore racconta ciò che dice e pensa il protagonista (si esprime quindi in terza persona), assumendone il punto di vista e il linguaggio senza dargli direttamente parola: di conseguenza fa uso di un discorso indiretto libero. Esso non è onnisciente, ma esterno alla vicenda poiché non partecipa attivamente al romanzo, pur assumendo indirettamente le sembianze di Winston. La focalizzazione è interna, visto che i fatti vengono osservati e giudicati dall'interno dell'ambiente rappresentato. Questo tipo di scelta narrativa si integra perfettamente con l' atmosfera del racconto. Infatti il lettore vive insieme a Winston tutti i fatti che determinano lo svolgimento della vicenda, suscitando suspense e stupore quando una situazione cambia improvvisamente. Inoltre il tipo di narratore presente introduce il lettore nel mondo di Winston, in quanto pur essendo egli l'ultimo vero uomo sulla terra (tant'è vero che in origine Orwell aveva scelto come titolo del romanzo "l'ultimo uomo in Europa"), il fatto che non parli in prima persona per mezzo di un monologo interiore fornisce un primo esame della situazione del protagonista: egli non è un uomo perfetto, è solo un uomo, circondato da macchine. Ma non per questo è forte, tant'è che alla fine del romanzo diviene come tutti gli altri burattini che prima tanto disprezzava. La presenza di un narratore che assume il suo punto di vista ne indica simbolicamente la sottomissione al Grande Fratello. Il tempo è definito, tranne nel periodo in cui Winston è sottoposto a tortura in cui lui stesso ammette di non riuscire a distinguere giorno e notte e di non capire da quanto tempo sia lì. Anche il lettore non possiede alcuna nozione per poter inquadrare lo spazio temporale, poiché dopo che Winston viene catturato dalla psicopolizia, è presente un'ellissi: si verifica infatti la soppressione sul piano del racconto di un evento che si è effettivamente svolto sul piano della vicenda, cioè il primo periodo di prigionia del protagonista. Lo spazio è immaginario e reale al tempo stesso: si colloca in un ipotetico futuro (rispetto all'epoca di Orwell) sul nostro pianeta, ma con una disposizione geografica differente. Ciò avviene anche a livello interno. La vicenda si ambienta prevalentemente in luoghi pubblici o comunque in grado di rispecchiare la realtà che circonda Winston. La descrizione dell'appartamento del protagonista evidenzia ulteriormente lo squallore del mondo. Gli unici luoghi che il Socing sembra non aver contaminato o distrutto sono la campagna, descritta come un luogo aperto e vivo, e la stanza presso la quale Winston e Julia vivono il loro intenso amore. Essa infatti è raffigurata come un ambiente caldo, accogliente, personale e privato, cosa che nel loro mondo è impensabile trovare. Inoltre i nomi assunti dai Ministeri gestiti dal Socing sono simbolo di un paradosso, in quanto presso ognuno di essi si svolge l'attività opposta a ciò che il Grande Fratello vorrebbe far credere. Per esempio nel Ministero dell'amore vengono torturati coloro che si ribellano al Partito.
PERSONAGGI
WINSTON SMITH
Winston Smith è il protagonista della vicenda. Come spiegato nella prefazione del romanzo, il suo nome è frutto della combinazione del tipico cognome dell'uomo qualunque, Smith, il più comune in Inghilterra, e il nome di un grande statista, Winston Churchill. Non rappresenta assolutamente l'uomo perfetto e impavido, dal fisico baldanzoso. Al contrario è un uomo semplice, acciaccato dagli affanni dell'età, dal mondo che lo circonda, dall'oppressione esercitata dal Partito che dentro di lui si tramuta e sfocia in odio. Winston inoltre si sente terribilmente solo, poiché si rende conto di essere l'unico a pensare ancora, a nutrire sentimenti di ribellione, a desiderare la libertà e a rifiutare l'ignoranza e il conformismo. Tuttavia non è immune all'influenza del Socing. Durante la settimana dell'odio, per esempio, consistente nello sfogarsi verbalmente contro un ribelle del sistema, Winston si sente solidale con quell'eretico deriso, unico custode di verità e di senno in un mondo di ipocrisia e bugie. Eppure quando è obbligato ad insultare quel pover'uomo egli si trova completamente d'accordo con il resto della gente e tutto ciò che si dice gli sembra perfettamente vero. In quei momenti, il suo disprezzo per il Grande Fratello si tramuta in adorazione. Winston odia e ama il Grande Fratello. Lo odia per il mondo che ha creato, lo ama inconsapevolmente perché gli consente di sfogare tutta la sua rabbia in modo che nessuno lo scopra. Egli quindi fa parte di un circolo vizioso. Per Winston nascondere i sentimenti, controllare la propria espressione, fare esattamente ciò che fanno tutti gli altri è una reazione istintiva, quanto altrettanto istintivo è il suo odio. Ne è un esempio il fatto che inconsciamente scriva "abbasso il Grande Fratello" in una pagina del proprio diario, pur sapendo che le telecamere controllano ogni suo movimento, e puniscono severamente ogni sua trasgressione delle regole. Nel corso della vicenda l'occhiata furtiva ad O'Brien e l'incontro con Julia lo influenzano profondamente e suscitano in lui ulteriore desiderio di ribellione, poiché si rende conto o almeno ha la sensazione di non essere il solo a voler cambiare ciò che lo circonda. Pertanto inizia ad indagare sul suo passato, a riflettere sugli incredibili poteri esercitati dal sistema, si ribella per mezzo della storia d'amore che vive con Julia e tramite O' Brien vuole entrare in contatto con un'organizzazione di rivoltosi, la Fratellanza. Nel contempo Winston si scontra più direttamente con la realtà, e capisce che non c'è via di fuga pur essendo dalla parte della ragione. La sua unica egoistica preoccupazione è il suo presente, non gli interessa cambiare il mondo sapendo che da solo non può fare assolutamente nulla, ma al massimo contribuire all'indebolimento del Socing tramite la Fratellanza. Egli è realista, ma nonostante sappia che comunque non può mutare le cose, è convinto di essere in grado di fornire un aiuto, seppur piccolo, non avendo tuttavia alcuna speranza per il futuro. Ha bisogno di fare il massimo che può fare per sentirsi soddisfatto di sé, per manifestare apertamente il suo odio contro il Partito. Ma un giorno la psicopolizia lo cattura, e quel momento simboleggia la morte del pensiero. Durante la prigionia Winston si rende maggiormente conto di quanto sia improbabile che il mondo cambi. Ne è un esempio il colloquio con il suo vicino di casa, durante il quale quest'ultimo afferma di essere in prigione per denuncia della figlia di sette anni che lo aveva sentito lanciare nel sonno delle offese contro il Socing. Ma nonostante ciò, aggiunge, non le porta nessun rancore, anzi, al contrario è fiero di lei, perché dimostra di essere cresciuta secondo le giuste direttive spirituali del Partito. Il protagonista perciò capisce che le generazioni future saranno sempre più soggette al potere del Grande Fratello, e che quindi in esse è inutile riporre speranza. Presso il Ministero dell'amore è torturato psicologicamente e fisicamente, e scopre che lo stesso O'Brien lo ha tradito. Questi è l'artefice del suo cambiamento, lo sovrasta mentalmente, sapendo di esercitare una grossa influenza su di lui. Il rapporto che lo lega ad O'Brien è molto particolare, in quanto a Winston non importa se egli è una persona da odiare o amare, ma gli importa che con lui si può parlare, e percepisce che tra loro v'è una profonda intimità intellettuale. Alla fine, il protagonista si arrende. E diviene esattamente come tutti gli altri. La frase conclusiva del romanzo, descrive in modo completo il cambiamento subito o voluto da Winston: "egli era riuscito vincitore su se medesimo. Amava il Grande Fratello."
JULIA
Julia è l'amante di Winston. La vede per la prima volta durante la settimana dell'odio. Nel brano è riportato che egli, nell'insultare Goldstein, un ribelle, trasferisce il suo odio per il Grande Fratello ad una ragazza bruna, pallida, giovane e attraente, che porta alla vita una cintura rossa, simbolo aggressivo di castità. Un giorno nel corridoio lei gli dà un biglietto, ovviamente in modo che le telecamere non possano vederla, con scritto "ti amo". Winston ne rimane colpito e affascinato. La donna che prima disprezzava con tanto ossesso ora è la creatura più meravigliosa al mondo. Apparentemente il loro rapporto sembra costruito in modo superficiale e quelle parole appaiono vacue, in realtà quel biglietto esprime alla perfezione ciò che Giulia è: una donna intelligente, costretta a fingere come Winston, capace di amare, desiderosa di ribellarsi a quel sistema che la opprime e le ruba la libertà. E la cosa che più sorprende il protagonista è che sia riuscita a capire che anche egli si trova nella medesima situazione. L'amore, per loro, non diviene solo un reciproco, profondo sentimento che li unisce, ma soprattutto una forma di ribellione. Julia, pur essendo molto giovane, non è affatto ingenua, ma perspicace e furba, molto più del suo compagno. Le poche volte che possono trovarsi vivono intensamente ogni attimo, e più la loro fiamma cresce, più rischiano di essere scoperti e catturati. Entrambi ne sono consapevoli, ma rifiutano di accettarlo. Credono che comunque vada a finire, il loro amore non svanirà mai. Così, quando sono catturati dalla psicopolizia, si promettono di non tradire l'altro. Dopo la loro trasformazione, un giorno, si rincontrano casualmente. E ognuno di loro rivela di non aver rispettato il proprio impegno. Julia, con semplicità, ammette che davanti ad una tortura, importa soltanto di sé stessi, e si vuole che succeda a qualsiasi altra persona, persino a colui o colei che ami. Per Winston, Julia rappresentava una parte di sé, il lato più umano, quello in grado di provare sentimenti ed emozioni. La sua perdita comporta la sconfitta totale, la rinuncia alla vita, l'arresa, la definitiva trasformazione in un burattino nelle mani di un potere opprimente.
O' BRIEN E IL SOCING
O' Brien è un alto membro del Partito politico interno. Winston prova un' ammirazione molto profonda nei confronti di questo individuo, che descrive grosso, con una faccia rozza e brutale, ma non priva di arguzia. Richiama l'idea di un generale del Settecento. O'Brien rappresenta per il protagonista il potere del Socing stesso che cerca di privarlo dell'aspetto umano. Ciò che più colpisce Winston è la sua intelligenza, tant'è che crede che egli sia un ribelle, un funzionario penetrato nel Partito solo per distruggerlo. Per tale motivo si affida a lui nel momento in cui decide con Julia di cercare un contatto con la Fratellanza, ma la sua fiducia in quest'uomo lo tradisce: viene catturato e condotto in prigione. Durante la reclusione, O'Brien trasforma Winston: il suo obiettivo è di insegnare lui la teoria del bispensiero e fare in modo che possa applicarla anche nella vita reale. In primo luogo, deve acquisire la disciplina dello stopreato, cioè la facoltà di fermarsi sulla soglia di qualsiasi pensiero pericoloso. In secondo luogo è costretto ad assumere la volontà di dire che il bianco è nero quando il Partito lo richiede. Ma non basta: dalla volontà di dire si deve poi passare a credere che il nero è bianco, e quindi sapere che il nero è bianco dimenticando di aver creduto il contrario. Per il Socing non esiste alcuna differenza tra il pensare e il fare, di conseguenza un uomo che pensa di non voler più sottostare al sistema, è un uomo che agisce contro il Partito. Agli occhi di Winston, O' Brien è un pazzo che crede con ostinazione a ciò che dice. È convinto che Smith non abbia voluto fare l'atto di sottomissione, gesto di saggezza, per potersi sentire affermato, unico, e che solo le menti disciplinate possano vedere la realtà. Lo tortura psicologicamente e fisicamente fino a fargli intravedere la soglia della pazzia. E per raggiungere il suo scopo, O'Brien lo svuota, lo rende morto, per poi cercare di riempirlo del Socing. Winston si chiede perché il Partito si impegni con tanto ardore al fine di rendere tutti dei burattini. La risposta è semplice: il Socing desidera più di ogni altra cosa il potere. E per il Grande Fratello il potere significa il potere sugli uomini. E un uomo, per poter affermare il proprio potere su un altro uomo, deve farlo soffrire. E O'Brien riesce nel suo obiettivo. Winston perde la ragione, ma spera che almeno una parte del suo cuore resti inviolata. In realtà, proprio mediante lo sfruttamento di questo punto debole, il protagonista subirà la sua trasformazione finale. Riguardo il futuro, il Partito pensa che il progresso, nel suo mondo, significhi soltanto progresso della sofferenza. La sua società è fondata sull'odio, e con il tempo non esisterà più il concetto di lealtà, al di fuori di lealtà verso il Socing. Non ci sarà più amore eccetto che per il Grande Fratello. E il potere crescerà e si perfezionerà continuamente e costantemente. E Winston, purtroppo, lo capisce, ma farà qualcosa di più che intuirlo o comprenderlo. Lo accetterà e ne diventerà parte.
TEMI E COMMENTO
I temi essenziali del romanzo sono la condanna dei regimi totalitari ad un primo livello superficiale, l'influenza dei mass media sulla società attuale, il futuro del mondo e la libertà. In 1984 è possibile cogliere alcuni aspetti, quali torture e sistema economico-politico, che rimandano agli orrori subiti nel corso del regime Nazista e Stalinista. Orwell ha quindi una visione pessimistica del futuro, che in un certo senso rispecchia la società attuale: i mass media esercitano una notevole se non totale influenza sulle nostre abitudini e sul nostro pensiero. Uomini e donne devono essere belli e sorridenti. L'intelligenza, le proprie idee non contano più molto se sono diverse. A causa di tale condizione è ormai persino diventato difficile trovare un'idea diversa. D'altronde nessuno può veramente pensare in modo autonomo, poiché tutti subiamo le influenze di chi ci circonda. Ma è anche vero che l'uomo ha bisogno di identificarsi all'interno di una società, di un gruppo, per poter vivere. Il giusto equilibrio consiste nel dire e nell'ascoltare le idee di tutti, accogliere e conoscere gli altri quindi, non prendendo dei modelli di esempio. Ogni essere umano ha delle idee. Ed è giusto che egli possa esprimerle e ascoltare quelle altrui per poter ragionare nel modo più obiettivo possibile e cogliere la realtà da diversi punti di vista. Secondo il mio parere, questo tipo di percorso è una delle possibili vie verso la libertà. Il concetto di libertà che l'autore vuole esprimere in tale romanzo è che fino a quando l'uomo è solo e libero è sempre condannato alla sconfitta. Grandi personaggi, quali Socrate, Galilei, Gesù, e lo stesso protagonista di 1984, sono accomunati da questi due aggettivi: soli e liberi. Dopodiché, da questa situazione iniziale, hanno subito diverse sorti, più o meno negative o positive, a seconda dei punti di vista. Ma a livello pratico, materiale, sono stati tutti sconfitti. L'arresa di Winston non lascia nessuna speranza di un futuro migliore. Ma nel corso del brano egli fa più volte riferimento ai prolet, gli esseri in cui secondo lui è necessario riporre la propria fiducia. Ma, come il protagonista riporta sul suo diario, "fino a che non diventeranno coscienti del proprio potere, non saranno mai capaci di ribellarsi, e fino a che non si saranno liberati, non diventeranno mai coscienti del proprio potere". Ciò succede anche a livello psicologico nel nostro mondo. Fino a quando ci lasciamo influenzare dai mass media o da ciò che ci viene continuamente ripetuto, non potremo mai sperare di sfruttare e vivere a pieno la nostra libertà. In un certo senso si può affermare che siamo prigionieri della nostra libertà, in quanto essendo convinti di essere liberi, il che effettivamente a livello materiale è vero, non facciamo nulla per dimostrarlo, per sfoggiare il nostro diritto più importante: la parola libertà ha assunto un significato sbiadito. Se si è liberi, bisogna dimostrare di essere liberi. Per esempio, il consumismo, il poter comprare tutto ciò che si desidera, non è una forma di libertà, ma di schiavitù nei confronti della pubblicità e di conformismo. Tutti si domandano se il nostro futuro sarà migliore o peggiore. Io credo che prima di tutto dovremmo domandarci se avremo un futuro. Il romanzo di Orwell pone un'interessante riflessione a proposito. Tutti pensano al proprio presente. E con questa mentalità, il mondo non andrà avanti per molto. Non si può riporre totale fiducia nelle generazioni future. Queste potrebbero non avere nemmeno la possibilità di cambiare le cose perché potrebbe essere troppo tardi. La verità è che ognuno pensa solo a se stesso, e non gli importa del futuro del mondo perché comunque non ci sarà più. Non sarebbe ora di cambiare le cose? E soprattutto, coloro che si rendono conto di tutto ciò, non dovrebbero subire passivamente la realtà, ma cercare di cambiarla nel proprio piccolo. Se si pensa di fallire già in partenza, è finita. Bisogna tentare, credo.
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