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Analisi di "Io non ho paura"
Di Enrico D'Onofrio
Io non ho paura è un libro che si può definire d'intrattenimento. Nicolò Ammanniti , lo scrittore di questo libro, ha raccontato la storia unica di Michele che nel brano non è solo protagonista ma anche narratore. Secondo il mio modesto parere è d'intrattenimento perché a differenza di molti altri libri, ti lascia come eri prima. Forse è migliore di altri libri per la trama; perché buona parte della lettura è caratterizzata da momenti di tensione ma in molti altri ti viene da dormire. La storia è ambientata in una campagna di cui si conosce il nome, Acqua Traversa, e la vicina Lucignano che paragonata alla prima citata viene descritta come fosse una città, quando a malapena è una frazione. Di questo libro non mi è rimasto molto se non la storia in sé ,poiché manca d'insegnamenti e non ha fatto molto riflettere. Lo si può leggere ,comunque, perché essendo la storia raccontata e vissuta da un bambino, le parole e i periodi sono semplice la lettura è in questo modo scorrevole: per avere nove anni Michele appare più intelligente e più acuto di altri suoi coetanei anche dei giorni nostri. Secondo me l'autore fa apparire fin troppo astuto, sveglio, e responsabile.
Questo si può notare dal momento che non dice ai suoi amici ciò che aveva visto nel buco, o quando lui stesso capisce che i mostri e i giganti delle colline sono invenzioni del suo cervello, o quando fa la penitenza al posto di Barbara (una sua compagna ).
Ho letto poco tempo fa i Malavoglia di Verga, è inutile dire che tra i due scrittori c'è un abisso: sia per quanto riguarda l'epoca, Verga è un realista dell'800 invece Ammanniti è un artista moderno; sia per quanto riguarda i due racconti presi in analisi, nei Malavoglia trovo lezioni di vita da Padron 'Ntoni ed altri personaggi, mentre ne 'Io non ho paura' posso giusto capire che i bambini a volte possono essere più ragionevoli e più responsabili dei propri genitori.
Nel romanzo realista trovo un'ambientazione ben descritta e una collocazione spazio temporale chiara anche se non vengono mai citate date; nel romanzo moderno invece, la località non è ben chiara, anche se vengono citati molti nomi e stessa cosa avviene per il tempo, è chiaro che ci si trova in estate poi potrebbe essere una vicenda del dopo guerra come di fine anni 80, anche se fosse nel dopoguerra non era ancora diffusa la televisione e inoltre sicuramente non c'erano gli elicotteri.
Nei Malavoglia i personaggi sono descritti all'inizio del loro percorso e appare evidente la loro crescita; ne 'Io non ho paura' la vicenda avviene sicuramente in una più breve fascia di tempo e perciò i personaggi non possono avere una crescita, comunque vengono descritti visti dagli occhi semplici di Michele.
Il romanzo di Verga segue una filosofia ben precisa, ovvero: la condizione dell'uomo è immutabile, anche dopo duri sforzi, per un motivo o per un altro questa torna al suo stato originario; nel brano di Ammanniti non appare né questa filosofia né nessun'altra: è per questo che ho detto che questo testo non mi ha lasciato molto.
Concludendo posso consigliare 'Io non ho paura' a tutte quelle persone che vogliono leggere testi leggeri e non vogliono rifletterci su tanto.
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