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Analisi del testo di Edgar Allan Poe "Il cuore rivelatore"




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Analisi del testo di Edgar Allan Poe "Il cuore rivelatore"


Ricostruisci le condizioni psicologiche (emozioni, turbamenti, apprensioni) e caratteriali (comportamenti, espressioni, abitudini, movenze particolari) del protagonista nei diversi momenti del racconto, completando lo schema che segue.



CONDIZIONI PSICOLOGICHE E CARATTERIALI

Nel momento del resoconto

Il protagonista ammette di essere sempre stato nervoso, ma non crede di essere pazzo. Dice di aver progettato accuratamente il delitto e quindi di non poter essere matto. Tutto perché non sopportava l'occhio di un uomo che definisce "il vecchio".

Nell'attesa notturna

Era particolarmente gentile con il vecchio prima dell'omicidio. Si muoveva molto cautamente. Nelle prime sette notti non riesce ad uccidere la sua vittima, perché l'occhio è chiuso e il protagonista non odia il vecchio, ma il suo occhio da avvoltoio. E' molto paziente e medita ogni sua mossa: è convinto di non essere pazzo

Nel momento dell'omicidio

Si muove molto più cautamente del solito. Sente con molta intensità la somma dei suoi poteri e della sua sagacia. Gli è piacevole l'idea di eliminare l'occhio di avvoltoio. Pensa che il vecchio l'abbia sentito ed è molto più paziente del solito, si muove con più cautela. Avverte la paura del vecchio e si sente ancora più potente. Appena vede l'occhio la furia lo invase. Ripete che lui non è pazzo, perché percepisce molto bene con i sensi. Ha paura di essere sentito dai vicini.

All'arrivo della polizia

E' convinto di non aver nulla da temere: il vecchio è al sicuro! E' molto gentile con i poliziotti e chiacchiera lietamente con loro. E' soddisfatto di se stesso

Nei momenti che precedono la confessione

Si sente impallidire e il bisogno di stare da solo. Avverte un ronzio nelle orecchie, ma crede che provenga dal cuore del vecchio, sotto le tavole del pavimento. Non riesce a resistere e chiacchiera ancor più animatamente con gli agenti, che non si accorgono di niente

Al momento della confessione

Non può resistere ed è convinto che i poliziotti si stessero burlando di lui. Si sente morire e confessa il delitto urlando.


Svolgi il riassunto del brano letto.

Il racconto inizia con un'affermazione che comparirà molto spesso ne brano: il narratore afferma di non essere pazzo.

Tutto ha inizio da un'idea fissa del protagonista, che non riesce a sopportare l'occhio di un uomo definito "il vecchio". E' come l'occhio di un avvoltoio, pallido, azzurro e coperto da una pellicola. Così il protagonista comincia a recarsi durante la notte, alla mezzanotte precisa, nella stanza del vecchio per ucciderlo. Ma per sette notti non vi riesce, perché lui non odia il vecchio, ma il suo occhio: questo è sempre chiuso.

L'ottava notte, però, il signore è sveglio e terrorizzato e l'omicida può così scorgere ciò che lo turba e compiere il delitto. Successivamente, per non far ritrovare il cadavere, lo taglia e lo "seppellisce" sotto le travi della sua stanza.

La mattina seguente i poliziotti vogliono controllare la casa, perché i vicini hanno udito, nel corso della notte, un urlo. Il protagonista è soddisfatto del suo lavoro, fa accomodare gli agenti proprio sopra il cadavere e chiacchiera lietamente con loro. Ma comincia a sentire come un ronzio nelle orecchie che lo ossessiona: crede che sia il cuore del vecchio. Suppone di essere burlato dai poliziotti e, non riuscendo a resistere, confessa il delitto.




Analisi del testo di Stephen King "Il baubau" a pag. 154

Svolgi il riassunto del brano letto

Un uomo, che si chiama Lester Billing, si trova nello studio di uno psicanalista, non per essere curato, ma semplicemente per raccontargli la sua storia.

Si era sposato con Rita nel 1965, perché era incinta di Denny. Nel dicembre del 1966 arrivò Shirl. Nel 1967 Denny morì. La sera prima di andarsene il piccino continuava a ripetere che voleva la luce e, indicando l'armadio "Baubau". Billing non ci badò e così il bimbo morì, ma il padre notò che la porta dello sgabuzzino era leggermente aperta. La diagnosi fu: morto nella culla.

Un anno dopo a Shirl toccò la stessa sorte del fratellino. Nel periodo antecedente alla sua morte la bambina continuava a ripetere "Baubau". Il padre era mezzo terrorizzato, ma la lasciò da sola nella stanza. Durante una notte i genitori vennero svegliati da un urlo: qualcosa si muoveva vicino allo sgabuzzino, che era aperto. Billing vi guardò all'interno, ma non vi era niente. Un mese più tardi la bimba se ne andò. La diagnosi fu: soffocata dalla sua stessa lingua a causa di una convulsione.

Successivamente Rita volle un altro bimbo e, ingannando il marito dicendo di usufruire dei metodi anticoncezionali, lo ottenne. Andy nacque nell'estate del 1969. Dopo due anni Billing trovò delle tracce di fango che si dirigevano all'armadio a muro e cominciò a sentire un rumore viscoso, melmoso oppure un ticchettio, come di artigli. Il padre cambiò di stanza il piccino, perché sapeva che era lui che il baubau voleva: anche lui se ne andò. Qualcosa che puzzava di topo morto gli ruppe il collo, scrollandolo. La madre non era in casa, ma alla fine capì cosa era successo e lo lasciò.

Il racconto si conclude con un fatto che lascia sbalorditi. Il dottor Harper convince Billing a passare dall'infermiera a farsi dare degli appuntamenti. L'uomo acconsente ed esce dalla stanza, ma la donna non c'è. Ritorna allora nello studio del medico: lui non c'è. La porta dello sgabuzzino è leggermente aperta: dopo si sente una voce che sembra uscire da una bocca piena di alghe. La porta dello stanzino si spalanca e ne esce il baubau, che ha ancora la maschera da dottor Harper nella mano putrida, a forma di artiglio.


Confronto tra il brano di Edgar Allan Poe "Il cuore rivelatore" e quello di Stephen King "Il baubau"

Il primo racconto è un thriller dove si raccontano le motivazioni che hanno portato ad un omicidio. L'omicida è probabilmente un paranoico; questo lo si deduce perché il protagonista continua a ripetere di non essere pazzo, quando invece è tormentato da un occhio.

Questo brano coinvolge il lettore perché descrive ogni minimo movimento, pensiero e sensazione del protagonista. Non lo definirei, però, un racconto del terrore, perché l'autore non è stato in grado di creare della suspense dentro di me. La conclusione della vicenda è semplicemente deducibile già dall'inizio del racconto e, pur ammirando la capacità di descrizione particolareggiata di Poe, il brano non mi è piaciuto.

Pure nel secondo brano il protagonista appare come un malato di mente. Ma, a differenza del primo, quest'uomo non ha una fissazione particolare, un qualcosa che lo turba. E' divenuto pazzo dalla paura, dal dolore e dal rimorso. Crede di essere l'omicida dei sui tre bambini e la descrizione monotona e lunga degli avvenimenti portano il lettore ad una conclusione affrettata, che alla fine si rivela completamente errata. Non è Billing il mostro, bensì il baubau che esiste, ha compiuto tutti gli omicidi e perseguita il pover uomo.

Il brano di King mi è piaciuto, ma soprattutto mi ha lasciato scossa e scioccata. Non mi aspettavo un finale del genere. Ciò che mi ha colpito di più è la descrizione dell'incapacità del protagonista di ribellarsi, di cercare una via di scampo. Fin dall'inizio appare indifeso e in balia degli eventi; ha paura, o forse vergogna, di rivelare allo psichiatra la storia. Per un attimo ho avuto l'impressione che l'uomo sospettasse o avvertisse qualcosa di particolare nel suo medico; solo il fatto di aprire e controllare lo sgabuzzinoQuando il brano si è concluso sono rimasta quasi delusa. Il finale è lasciato alla libera interpretazione personale e di conseguenza sono accettate tutte le ipotesi. Mi sarebbe piaciuto conoscere la vera fine del protagonista


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