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Vita e opere di gaio svetonio tranquillo (70 ca. d.c. - 140 ca. d.c.)




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Vita e opere di Gaio Svetonio Tranquillo (70 ca. d.C. - 140 ca. d.C.)




Si pensa che sia nato nel 70 d.C. da famiglia di rango equestre ma non di eccelsa condizione.


Fu prima avvocato e poi funzionario di corte sotto Adriano.


Nel 122 d.C. cadde in disgrazia e venne allontanato dalla corte.


Morì intorno al 140 d.C.


Opere:


Prata: opera di carattere enciclopedico, andata perduta.


De vita Caesarum: biografie imperiali da Cesare a Domiziano.


De viris illustribus: biografie di letterati, di cui è rimasta solo l'ultima parte.


Stile:


L'opera di Svetonio si inscrive nella tradizione del genere biografico, coltivato a Roma fin dai tempi di Cornelio Nepote.

Lo schema del De viris illustribus obbedisce ad un disegno ricorrente: brevi informazioni su origini e luogo di nascita del personaggio, sugli interessi principali, sulle opere composte e sui tratti del carattere.

Non dissimile è lo schema del De vita Caesarum: notizie relative alla famiglia, il luogo di nascita, la giovinezza e l'avvento al potere. Dopodiché, diversamente da Plutarco, si interrompe il procedimento cronologico e Svetonio passa in rassegna virtù e vizi dei diversi imperatori. In particolare indugia molto sulla loro vita privata descrivendone eccessi e intemperanze, addirittura particolari futili o scandalistici, nell'intento forse di fornire un ritratto integrale del personaggio senza atteggiamenti encomiastici.

Pur non inserendosi nella grande storiografia, il De vita Caesarum costituisce tuttavia un documento eccezionalmente ricco di notizie e informazioni per la ricostruzione storica del primo periodo imperiale.

Ritratto di Cesare

(Svetonio, Divus Iulius, XLV, 1-3)


Fuisse traditur excelsa statura, colore candido, teretibus membris, ore paulo pleniore, nigris vegetisque oculis, valitudine prospera, nisi quod tempore extremo repente animo linqui atque etiam per somnum exterreri solebat. Comitiali quoque morbo bis inter res agendas correptus est. Circa corporis curam morosior, ut non solum tonderetur diligenter ac raderetur, sed velleretur etiam, ut quidam exprobraverunt, calvitii vero deformitatem iniquissime ferret saepe obtrectatorum iocis obnoxiam expertus. Ideoque et deficientem capillum revocare a vertice adsueverat et ex omnibus decretis sibi a senatu populoque honoribus non aliud aut recepit aut usurpavit libentius quam ius laureae coronae perpetuo gestandae. Etiam cultu notabilem ferunt: usum enim lato clavo ad manus fimbratio nec umquam aliter quam ut super eum cingeretur, et quidem fluxiore cinctura; unde emanasse Sullae dictum optimates saepius admonentis, ut "male praecinctum puerum" caverent.


Si tramanda che fosse di eccelsa statura, di colore candido, di corporatura ben fatta, di viso un po' troppo pieno, occhi scuri e vivaci, di prospera salute, tranne che negli ultimi anni della sua vita era solito svenire e anche svegliarsi di soprassalto. Dall'epilessia fu colpito due volte mentre stava svolgendo le sue attività. Circa la cura del corpo era assai scrupoloso, sicché non solo si faceva tagliare i capelli accuratamente e si faceva radere, ma si faceva anche depilare, come qualcuno ricordò sopportava assai a malincuore la deformazione della calvizie perché si era accorto più di una volta che suscitava le canzonature dei suoi denigratori. Così si era abituato a riportare da dietro i capelli che gli mancavano e tra tutti i decreti emanati dal senato e dal popolo nessun altro accettò più volentieri che il diritto di portare perennemente la corona d'alloro. Si tramanda che fosse insigne anche nel vestire: usava anche un laticlavio guarnito di frange sino alle mani e non portava mai la cintura se non sopra di esso e con la cintura un po' allentata e da qui che sia derivata la battaglia di Silla che piuttosto spesso ripeteva agli ottimati di guardarsi da quel giovane che indossava male la cintura.


Paradigmi:

Admoneo, -es, -ui, -itum, -ere; 2°, tr.

Adsuesco, -is, -suevi, -suetum, -ere; 3°, tr. e intr.

Ago, -is, egi, actum, -ere; 3°, tr.

Caveo, -es, cavi, cautum, -ere; 2°, tr. e intr.

Cingo, -is, cinxi, cinctum, -ere; 3°, tr.

Corripio, -is, -ripui, -reptum, -ere; 3°, tr.

Dico, -is, dixi, dictum, -ere; 3°, tr.

Emano, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr. e raram. intr.

Experior, -iris, expertus sum, -iri; 4°, dep., tr.

Exprobro, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr.

Exterreo, -es, -terrui, -territum, -ere; 2°, tr.

Fero, fers, tuli, latum, ferre; 3°, tr.

Gesto, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr. e intr.

Linquo, -is, liqui, -ere; 3°, tr.

Praecingo, -is, -cinxi, -cinctum, -ere; 3°, tr.

Rado, -is, rasi, rasum, -ere; 3°, tr.

Recipio, -is, -cepi, -ceptum, -ere; 3°, tr.

Revoco, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr.

Soleo, -es, solitus sum, -ere; 2°, semidep., intr.

Sum, es, fui, esse; anom.

Tondeo, -es, totondi, tonsum, -ere; 2°, tr.

Trado, -is, tradidi, traditum, -ere; 3°, tr.

Usurpo, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr.

Vello, -is, vulsi (e velli), vulsum, -ere; 3°, tr.

Le idi di marzo

(Svetonio, Divus Iulius, LXXXII)


Assidentem conspirati specie officii circumsteterunt; illicoque Cimber Tillius, qui primas partes susceperat, quasi aliquid rogaturus proprius accessit, renuentique et gestu in aliud tempus differenti ab utroque humero togam adprehendit; deinde clamantem: <<Ista quidem vis est>>, alter e Cascis aversum vulnerat, paulum infra iugulum. Caesar Cascae brachium arreptum graphio traiecit, conatusque prosilire alio vulnere tardatus est; utque animadvertit undique se strictis pugionibus peti, toga caput obvolvit, simul sinistra manu sinum ad ima crura deduxit, quo honestius caderet, etiam inferiore corporis parte velata. Atque ita tribus et viginti plagis confossus est, uno modo ad primum ictum gemitu sine voce edito; etsi tradiderunt quidam Marco Bruto irruenti dixisse: <<Kài sü, tèknon?>>. Exanimis, diffugientibus cunctis, aliquandiu iacuit, donec lecticae impositum, ut Antistius medicus existimabat, letale ullum repertum est, nisi quod secundo loco in pectore acceperat. Fuerat animus coniuratis corpus occisi in Tiberim trahere, bona publicare, acta rescindere, sed metu Marci Antoni consulis et magistri equitum Lepidi destiterunt.


I congiurati lo circondarono mentre si sedeva come per rendergli onore; lo stesso Cimbro Tullio che aveva preso l'iniziativa, come se volesse chiedergli qualcosa, gli si avvicinò di più e a lui che rifiutava e col gesto rinviava la cosa ad altro tempo, affinò la toga di entrambe le spalle; mentre gridava: <<Codesta in verità è violenza>>, uno dei due Casci lo ferì alle spalle poco sotto il collo. Cesare afferrò e trafisse il braccio di Cascio con lo stilo e mentre tentava di precipitarsi fuori fu fermato da un'altra ferita e quando si accorse che veniva aggredito da ogni parte con i pugnali sguainati, si avvolse con la toga il capo e contemporaneamente con la mano sinistra tirò giù fino ai piedi l'orlo, per cadere in modo più decoroso, coperto fino alla parte inferiore del corpo. E così fu trafitto da ventitré pugnalate, mandato un solo gemito senza voce solamente al primo colpo; sebbene alcuni tramandarono che disse a Bruto che gli si avventava contro: <<Anche tu, figlio mio?>>. Ormai privo di vita giacque, fuggendo tutti quanti, un po' di tempo, finché tre servi lo riportarono su una lettiga con un braccio che gli penzolava a casa. In tante ferite, secondo il referto del medico Antisio non se ne trova una mortale, se non quella che aveva ricevuto al petto. I congiurati avevano avuto intenzione di trascinare il corpo di lui ucciso nel Tevere, di confiscare i suoi beni e annullare gli atti legislativi, ma per paura del console Marco Antonio e del comandante dei cavalieri Lepido vi rinunciarono.


Paradigmi:

Accedo, -is, -cessi, -cessum, -ere; 3°, raram. tr. e intr.

Accipio, -is, -cepi, -ceptum, -ere; 3°, tr.

Adprehendo, -is, -prehendi, -prehensum, -ere; 3°, tr.

Animadverto, -is, -verti, -versum, -ere; 3°, tr.

Arripio, -is, -ripui, -reptum, -ere; 3°, tr.

Cado, -is, cecidi, part. fut. casurus, cadere; 3°, intr.

Circumsto, -as, -steti, -are; 1°, tr. e intr.

Clamo, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr. e intr.

Confodio, -is, -fodi, -fossum, -ere; 3°, tr.

Deduco, -is, -duxi, -ductum, -ere; 3°, tr.

Dependeo, -es, -ere; 2°, intr.

Desisto, -is, -stiti, -stitum, -ere; 3°, intr.

Dico, -is, dixi, dictum, -ere; 3°, tr.

Diffugio, -is, -fugi, -ere; 3°, intr.

Edo, -is, -didi, -ditum, -ere; 3°, tr.

Existimo, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr.

Iaceo, -es, iacui, iaciturus, -ere; 2°, intr.

Impono, -is, -posui, -positum, -ere; 3°, tr. e raram. intr.

Obvolvo, -is, -volvi, -volutum, -ere; 3°, tr.

Occido, -is, occidi, occasum, -ere; 3°, intr.

Peto, -is, -ivi (o -ii), -itum, -ere; 3°, tr.

Prosilio, -is, -silui (o -silivi o -silii), -ire; 4°, intr.

Publico, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr.

Refero, refers, retuli (o rettuli), relatum, referre; tr.

Renuo, -is, -nui, -ere; 3°, tr. e intr.

Reperio, -is, repperi (o reperi), repertum, -ire; 4°, tr.

Rescindo, -is, -scidi, -scissum, -ere; 3°, tr.

Rogo, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr.

Sum, es, fui, esse; anom.

Suscipio, -is, -cepi, -ceptum, -ere; 3°, tr.

Tardo, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr. e intr.

Trado, -is, tradidi, traditum, -ere; 3°, tr.

Traho, -is, traxi, tractum, -ere; 3°, tr.

Traicio, -is, -ieci, -iectum, -ere; 3°, tr.

Velo, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr.

Vulnero, -as, -avi, -atum, -are; 1°, tr.


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