Una
storia d'amore: Catullo e Lesbia
Una delle storie d'amore più tormentate nella storia
della letteratura latina
Catullo è noto, e merita
di esserlo, per i suoi versi appassionati. Versi di varia ispirazione, composti
per denigrare conoscenti, invitare amici a cena, ricordare il fratello
scomparso prematuramente. Ma soprattutto per celebrare la sua passione per una
matrona più vecchia di lui di dieci anni, la Clodia protagonista del jet set
romano che egli chiamò sempre con lo pseudonimo di Lesbia.
La signora in questione era colta, bellissima e spregiudicata: dimentica della
tradizionale pudicizia imposta dal mos maiorum, pur essendo sposata,
intrattiene una relazione per nulla platonica con il nostro Catullo. Tuttavia,
non paga di un solo amante, intreccia flirt con molti altri giovani.
Inevitabilmente dunque la storia d'amore fra i due, durata presumibilmente
cinque anni, è un susseguirsi di litigi, ripicche, dispetti nell'ambito dei
quali Lesbia assume una posizione di predominanza assoluta. Di qui in poi la
vicenda è quella di un innamorato deluso e disperato che, fra alterne vicende,
prova sentimenti contrastanti e si nutre di false speranze.
La nobildonna doveva avere un bel caratterino e agli occhi dei suoi
contemporanei rappresentava l'antitesi del modello di virtù femminile: Cicerone
la attacca duramente nell' famosa orazione scritta in difesa di Celio Rufo
dipingendola come donna nota a tutti e dedita ad amorazzi, orge, adulteri,
banchetti e gozzoviglie. Sappiamo che dimostrava infatti sprezzo delle
convenzioni, partecipava attivamente alla vita politica spalleggiando il
fratello Clodio nel tentativo di un colpo di stato e che fu addirittura
sospettata di avere avvelenato il marito, Quinto Metello Celere.
Che cosa poteva provare nei confronti di una donna del genere Catullo, poeta
giovane e scanzonato, anticonformista e bohémienne? E' possibile leggere i
componimenti d'amore dedicati a Lesbia da Catullo come il racconto della
relazione che vissero. I Carmina (questo il termine latino che significa
"poesie" e che intitola la raccolta) testimoniano infatti il coinvolgimento
dell'autore in un'ampia gamma di sentimenti e sensazioni che risentono degli
umori del momento.
I versi sono talvolta dolcissimi, come quelli in cui, probabilmente ai tempi
del suo innamoramento, l'autore paragona ad un dio l'uomo fortunato (forse il
marito) che siede con disinvoltura accanto a Lesbia; a lui invece basta un
sorriso di lei per sentire che le membra gli si sciolgono percorse da una
fiamma sottile e la lingua si paralizza.
Affettuosi e commoventi quando confessa di amare la sua donna non come il volgo
ama l'amante ma come il padre i figli e i generi.
Disincantati quando riferisce l'intenzione di Lesbia di non voler fare l'amore
con nessun altro: Catullo è ben consapevole che ciò che una donna dice
all'amante appassionato va scritto nel vento o nell'acqua corrente.
Accorati quando confessa di essere impazzito d'amore e di non riuscire più a
volerle bene, nemmeno se lei diventasse la donna più irreprensibile del mondo,
né di poter smettere di amarla, nemmeno se si comportasse peggio. Rabbiosi e
offensivi quando si ferma a constatare che la sola donna che abbia mai amato
elargisce prestazioni sessuali a tutti i concittadini.
Osceni nel momento in cui, allontanandosi definitivamente da Lesbia, le augura
ironicamente di vivere felice e di godersi tutti i suoi trecento amanti a cui
si avvinghia senza amarne nessuno ma fiaccando le reni a tutti!!!