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L'ASINO E IL VECCHIO LEONE
Annis confectus leo, quem iam corporis vires deserebant, in spelunca iacebat et extremum spiritum trahebat. Ad leonem aper venit, qui vehementi ictu veterem iniuriam vindicavit. Mox taurus leonis corpus, quocum graves inimicitias habebat, confodit. Tum reliquae ferae, quae debili leonis valetudine animum ceperant, variis vulneribus eum sauciaverunt. Asinus quoque impudenti audacia leoni appropinquavit, cuius frontem extudit. At leo: «Plagas,» inquit «quas mihi fortia animalia inflixerunt, inique toleravi; sed iniuria quam tu, ignavissimum animal, mihi fecisti, omnium acerbissima est».
(da Fedro)
Un leone sfinito dagli anni, che ormai le forze fisiche stavano abbandonando, giaceva in una grotta ed esalava l'ultimo respiro. Dal leone si recò un cinghiale che con una violenta percossa vendicò un'offesa di vecchia data. Poi un toro colpì il corpo del leone, con cui aveva forti rancori. Allora le altre fiere, che avevano preso coraggio per la precaria salute del leone, lo ferirono con diversi colpi. Anche un asino con sfacciata impudenza si avvicinò al leone, di cui colpì la fronte. Ma il leone: «Ho sopportato» disse «a malinquore le percosse che mi hanno inflitto i forti animali; ma l'offesa che mi hai fatto tu, o codardissimo animale, è la più bruciante di tutte».
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