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Quintiliano
I rimedi alla corruzione dell'eloquenza
Il problema della corruzione dell'eloquenza, investiva l'arte oratoria sia dal punto di vista della morale, sia dal punto di vista letterario: il primo aspetto era particolarmente diffuso ed evidente nella delazione che asserviva l'eloquenza a ricatti materiali e morali (inoltre le scuole erano piene di insegnanti corrotti che corrompevano anche gli alunni). Dal punto di vista letterario il problema era la scelta dello stile letterario, in quanto, secondo opinione diffusa, le virtù e i vizi dello stile erano gli stessi di quelli dell'autore; il dibattito era tra lo stile arcaico, moderno e ciceroniano: Quintiliano fu il promotore di una reazione classicheggiante, vedendo nel corrotto e degenerato linguaggio di Seneca il maggiore responsabile di questa corruzione dello stile contemporaneo. Questa corruzione secondo Quintiliano era anche dovuta a una generale decadenza dei costumi e al decadimento delle scuole: in teoria quindi i rimedi alla corruzione dell'eloquenza erano il risanamento dei costumi e la rifondazione delle scuole. L'Institutio Oratoria era quindi un programma di formazione culturale e morale che deve seguire il futuro oratore sin dall'infanzia.
L'Institutio Oratoria è dedicata a Vitorio Marcello (un famoso oratore) ed è composta da 12 libri e da una lettera a Trifone (l'editore dei libri).
Libri I e II: I primi due libri sono perlopiù didattici: danno le basi dello studio dell'arte retorica e alcuni doveri degli insegnanti;
Libri III-IX: Questi libri entrano meglio e suddividono meglio la retorica in diverse sezioni.
Libro X: Il libro X descrive come acquisire la facilitas, cioè la disinvoltura nell'eloquire.
Libro XI: Il libro XI descrive le tecniche di memorizzazione e l'arte del porgere.
Libro XII: Affronta le qualità morali e culturali che deve avere l'oratore; inoltre accenna anche il problema tra narratore e principe.
Un altro scopo che Quintiliano si prefiggeva era quello di riprendere, adattandolo ai propri tempi, lo stile ciceroniano, in quanto vedeva in Cicerone il simbolo di una sanità di costumi e di espressione ormai perduti.
Il Neoclassicismo si affermò definitivamente nell'impero già pochi anni dopo la diffusione dell'Institutio Oratoria, sconfiggendo così definitivamente il Nuovo Stile capeggiato da Seneca, stile che aveva molti seguaci nel passato.
Vi è anche una sostanziale differenza tra Seneca e Quintiliano per quanto riguarda l'oggetto e il soggetto del discorso: Quintiliano fonda il suo discorso sull'oggettività degli argomenti trattati e sul mettere in primo piano l'autore (docere); Seneca invece badava di più all'enfatizzazione del discorso, mettendo il primo piano il pubblico e caricando il senso del discorso sul destinatario (movere).
L'oratore ideale per Quintiliano si avvicinava molto a quello Ciceroniano, cioè un oratore che abbia una vasta formazione culturale, cultura in cui la retorica e la letteratura sono preferite alla filosofia. Nel X libro quindi Quintiliano segna criticamente gli scrittori greci e latini dell'antichità a cui l'oratore si deve affidare per avere una buona formazione culturale e un ottimo stile retorico. Tuttavia il modello di cultura e di stile a cui deve guardare l'oratore resta sempre quello ciceroniano
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