Ottavia è un esempio
negativo - Seneca
Spesso l'eccesso di
sofferenza è sintomo, anziché di sensibilità, di cieco egoismo: il dolore
inconsolabile di Ottavia per la morte del figlio ne è un esempio.
Nullum finem per omne vitae suae tempus flendi gemendique1 fecit nec
ullas admisit voces salutare aliquid adferentis2, 3ne
avocari quidem se passa est; intenta in unam rem et toto animo adfixa4,
talis per omnem vitam fuit qualis in funere5, non dico6
non ausa consurgere, sed7 adlevari recusans, secundam orbitatem
iudicans lacrimas mittere. Nullam habere imaginem filii carissimi voluit,
nullam sibi de illo fieri mentionem8. Oderat9 omnes
matres et in LiviamA maxime furebat, quia videbatur10 ad
illius filium transisse sibi promissa felicitas. Tenebris et solitudini
familiarissima, ne ad fratrem quidem respiciens, carmina celebrandae Marcelli
memoriae11 composita aliosque studiorum honores12 reiecit
et aures suas adversus omne solacium clusit. A sollemnibus officiis seducta et
ipsam magnitudinis fraternae nimis circumlucentem fortunam exosa, defodit se et
abdidit. Adsidentibus liberis, nepotibus, lugubrem vestem non deposuit, non
sine contumelia omnium suorum, 13quibus salvis14 orba
sibi videbatur.
Seneca, Consolatio ad
Marciam 2.4-5
Per tutto il resto della sua vita (Ottavia) non smise mai di piangere e
di lamentarsi, né accettò (di ascoltare) alcuna parola che (le) arrecasse un
po' di conforto1; non permise neppure di essere distratta (dal suo
dolore); rivolta ad un solo pensiero e con la mente totalmente fissa (in esso),
rimase per tutta la vita come era stata2 durante il funerale, non
dico senza riuscire a risollevarsi, ma (addirittura) rifiutando di essere
tirata su, convinta che smettere di piangere (significasse) perdere il figlio
un'altra volta3. Non volle avere alcun ritratto del figlio tanto
amato, (non volle) che le venisse fatto alcun accenno a lui. Odiava tutte le
madri e impazziva di rabbia soprattutto nei riguardi di Livia, perché le
sembrava che a suo figlio fosse passata la felicità che lei si aspettava per il
suo4. Amica soltanto del buio e della solitudine5, senza
curarsi neppure del fratello, respinse le poesie composte per celebrare il
ricordo di Marcello ed altri onori della cultura e chiuse le sue orecchie ad
ogni conforto. Appartata dalle cerimonie ufficiali e odiando profondamente
(exosa) perfino la gloria troppo splendente della grandezza fraterna, si
seppellì (viva) e si nascose (a tutti). Pur circondata dai figli e dai nipoti6,
non depose (mai) la veste da lutto, non senza un atteggiamento offensivo nei
confronti di tutti i suoi: infatti, sebbene essi fossero (ancora) vivi, lei si
considerava sola al mondo.