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PLAUTO
Nasce a Sàrsina tra il 255 e il 250 a.C. e morto il 184 a.C.
Fu autore di grande successo, immediato e postumo e scrisse moltissime commedie.
Con Plauto le commedie furono dotate di didascalie, di sigle dei personaggi, i versi furono impaginati da competenti in modo che ne fosse riconoscibile la natura.
Varrone trasmesse nel De comoediis Plautinis le 21 commedie che vennero recuperate nel periodo umanistico.
La grande forza di Plauto sta' nel comico e nella creatività verbale.
Amphitruo è l'unica commedia a soggetto mitologico. Poi scrive: Bacchides (intreccio complicato: due sorelle gemelle che creano disguidi con la loro somiglianza); Menaechmi (commedia degli equivoci: due fratelli identici separati dalla nascita; quando adulti si troveranno nella stessa città si scatenerà una grande confusione, fino al riconoscimento finale); Miles gloriosus
Le sue commedie sono volutamente prevedibili e sono anche accompagnate da prologhi che spiegano la trama.
Quasi sempre rappresentano una contesa tra due per una donna o per soldi sempre con l'obiettivo di prendere una donna; normalmente vince il giovane e l'altro è giustificato dalla sua posizione di vecchio, di sposato
Anche la fortuna fa la sua parte nelle commedie come una forza onnipresente quando alla fine c'è il riconoscimento.
Difetto: costruzione dei personaggi.
È quasi sempre il servo la figura furba e comica che guida l'intreccio e che si distacca maggiormente dai modelli greci; gioca con le parole: crea immagini, metafore, doppi sensi, allusioni, battutacce ed è quindi il portavoce della creatività verbale di Plauto.
La commedia tocca problemi reali e quotidiani.
I nomi dei personaggi e dei luoghi sono Greci.
Alla fine tutto si risistema ma non hanno fondo di insegnamento o morale.
I grandi artisti successivi imparano molto dai modelli di Plauto.
Plauto non è tanto letto nella scuola per la sua difficoltà di linguaggio ma soprattutto per lo scarso insegnamento morale.
Le commedie di Plauto avevano grande successo con un vasto pubblico (ridevano tutti) perché non comportavano una cultura e uno sforzo intellettuale.
Scrive 6 commedie interamente tramandate a noi tra il 166 e il 160 a.C.
Le commedie di Terenzio, prese dal modello di Plauto, non si sforzano di essere originali ma di avere un significato.
L'Hècyra (la suocera) ebbe insuccesso nel 165 (funamboli), nel 160 (gladiatori) e fu terminata solo alla terza rappresentazione del 160.
Andria (modello greco); Hècyra; Heautontimorùmenos; Eunuchus
Non era molto comico e quindi non ebbe molto successo con il pubblico anche perché stravolgeva la realtà (suocera non bisbetica; prostituta moralmente migliore di tanta gente perbene).
I personaggi non si lasciano scadere nel linguaggio come in Plauto.
Sono scarse le parti liriche.
Come in Plauto un modello è Menandro (verosimiglianza).
Elimina i commenti al pubblico per evitare il distacco dall'illusione scenica.
Non usa i prologhi per informare sulla trama ma li usa per fare riferimenti ai suoi modelli e lascia spesso la commedia con oscurità dell'intreccio. Il pubblico deve essere più avanzato, attento ai problemi di gusto e di tecnica, più ristretto e selezionato.
Ebbe però sempre il favore dei critici più colti e sensibili, che apprezzavano soprattutto la purezza della sua lingua e la raffinatezza del suo stile.
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