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Morte di Agrippina
Noctem siderfbus inlustrem et placido mari quietam quasi convincendum ad scelus di pr~buere. nec multum erat progressa navis, duobus e numero familiarium Agrippinam comitantibus, ex quis Crepereius Gallus haud procul gubernaculis adstabat, Acerronia super pedes cubitantis reclinis p~nitentiam filii et reciperatam matris gratiam per gaudium memorabat, cum dato signo ruere tectum loci multo plumbo grave, pressusque Crepereius et statim exanimatus est. Agrippina et Acerronia eminentibus lecti parietibus ac forte validioribus, quam ut oneri cederent, protect~ sunt. nec dissolutio navigii sequcbatur, turbatis omnibus et quod plerique ignari etiam conscios impediebant. visum dehinc remigibus unum in latus inclirtare atque ita navem submergere: sed neque ipsis promptus in rem subitam consensus, et alii contra nitentes dedere facultatem lenioris in mare iactus. verum Acerronia, imprudentia dum se Agrippinam esse utque subveniretur matri principis clamitat, contis, remis et qu~ fors obtulerat navalibus telis conficitur:
Agrippina silens eoque minus adgnita (unum tamen vulnus umero excepit) nando, deinde occursu lenuncuIorum, Lucrinum in lacum vecta villa su~ infertur.
TACITO
Morte di Agrippina
Gli dei prepararono una notte piena di stelle e tranquilla con mare calmo quasi a fare più palese il delitto. La nave non si era molto avanzata nel mare, accompagnavano Agrippina solo due familiari e cioè Crepereio Gallo che stava vicino al timone e Acerrona che appoggiandosi ai piedi di Agrippina distesa ricordava con gioia il pentimento del figlio e il 'ricuperato favore della madre, allorché dato il segnale improvvisamente rovinò la copertura della cabina appesantita da molto piombo e Crepereio, schiacciato, morì sul colpo. Si salvarono Agrippina e Acerrona perché protette dalle spalle alte del letto e per caso assai forti per resistere al peso. Non avvenne anche l'apertura della nave nel generale turbamento anche perché i molti che non sapevano (l'insidia) ostacolavano quelli che ne erano a conoscenza. Allora sembrò opportuno ai rematori fare inclinare la nave su un piano per farla affondare ma non potendo agire tutti contemporaneamente in una cosa così improvvisa e sforzandosi gli altri in senso contrario, fu data (alle due donne) la possibilità di cadere in mare assai lentamente. In verità Acerrona, mentre imprudentemente gridava di essere Agrippina e quindi di essere aiutata come madre dell'imperatore, fu uccisa con colpi di palo, remi e con tutti i proiettili navali che capitavano sotto mano; Agrippina invece se ne stette zitta e perciò non fu riconosciuta - tuttavia anche lei fu ferita ad una spalla - e dapprima a nuoto e poi con l'aiuto di una piccola barca, trasportata .al lago di Lucrino, si recò alla sua villa.
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