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CATILINARIA
CAPITOLO V
Cicerone afferma di prevedere quali saranno per lui le conseguenze di entrambe le proposte di Silano e Cesare, ma sostiene ancora una volta di non preoccuparsene. Ora gli preme soprattutto far rilevare che i congiurati non sono più cittadini romani, ma nemici della patria.
Nunc, patres conscripti, ego mea video quid intersit. Si eritis secuti sententiam C. Caesaris, quoniam hanc is in re publica viam, quae popularis habetur, secutus est, fortasse minus erunt, hoc auctore et cognitore huiusce sententiae mihi populares impetus pertimescendi; sin illam alteram, nescio an amplius mihi negotii contrahatur. Sed tamen meorum periculorum rationes utilitas rei publicae vincat. Habemus enim a Caesare, sicut ipsius dignitas et maiorum eius amplitudo postulabat, sententiam tamquam obsidem perpetuae in rem publicam voluntatis. Intellectum est, quid interesset inter levitatem contionatorum et animum vere popularem saluti populi consulentem. Video de istis, qui se populares haberi volunt, abesse non neminem, ne de capite videlicet civium Romanorum sententiam ferat. Is et nudius tertius in custodiam cives Romanos dedit et supplicationem mihi decrevit et indices hesterno die maximis praemiis adfecit. Iam hoc nemini dubium est qui reo custodiam, quaesitori gratulationem, indici praemium decrerit, quid de tota re et causa iudicarit. At vero C. Caesar intellegit legem Semproniam esse de civibus Romanis constitutam; qui autem rei publicae sit hostis, eum civem esse nullo modo posse; denique ipsum latorem Semproniae legis iniussu populi poenas rei publicae dependisse. Idem ipsum Lentulum, largitorem et prodigum, non putat, cum de pernicie populi Romani, exitio huius urbis tam acerbe, tam crudeliter cogitarit, etiam appellari posse popularem. Itaque homo mitissimus atque lenissimus non dubitat P. Lentulum aeternis tenebris vinculisque mandare et sancit in posterum, ne quis huius supplicio levando se iactare et in pernicie populi Romani posthac popularis esse possit. Adiungit etiam publicationem bonorum, ut omnis animi cruciatus et corporis etiam egestas ac mendicitas consequatur.
Ora, senatori, io vedo che cosa sia in mio interesse. Se avrete considerato la proposta di Caio Cesare, dal momento che lui nello stato ha seguito quella via, che è ritenuta popolare, forse capirete che per me saranno meno da temere gli assalti dei popolari essendo questo il promotore e chi conosce meglio questa sentenza. Se invece avrete considerato quell'altra non so se comporterà per me un problema maggiore. E tuttavia il bene dello stato vince le considerazioni dei miei pericoli. Infatti abbiamo ricevuto da Cesare una proposta che si pone come un pegno di un continuo attaccamento allo stato, così come la dignità di questo stesso e la rinomanza di questi antenati richiedeva. Si è capito che cosa si trova tra la leggerezza dei demagoghi e uno spirito veramente popolare che si interessa alla salvezza del popolo. Vedo, comunque, che non pochi di coloro che si spacciano per democratici sono assenti, evidentemente per evitare di dare un giudizio sulla condanna a morte di cittadini romani. Eppure, questi 'democratici' solo l'altro ieri hanno fatto arrestare dei cittadini romani, hanno approvato una cerimonia di ringraziamento in mio onore e, ieri, hanno ricompensato con la massima generosità i nostri informatori. Chi ha approvato l'arresto dei colpevoli, il rito di ringraziamento per il magistrato istruttore e le ricompense per gli accusatori si è già espresso su tutta la vicenda e sulla causa, nessuno può dubitarne! Ma Cesare sa che la legge Sempronia è stata promulgata a riguardo dei cittadini romani e che chi è nemico dello Stato perde completamente i diritti civili; sa, infine, che il promotore della legge Sempronia è stato condannato, per reati politici, senza appello al popolo. E non pensa che lo stesso Lentulo, nonostante la sua straordinaria generosità, possa ancora chiamarsi 'democratico' dal momento che ha meditato con tanta ferocia, con tanta crudeltà la rovina del popolo romano e la fine di Roma. E allora Cesare, da uomo così mite e indulgente, non esita a gettare Publio Lentulo nel buio eterno di
una prigione e impone che, in futuro, nessuno possa vantarsi di aver mitigato il supplizio di Lentulo e farsi chiamare ancora 'democratico',
quando si tratta della rovina del popolo romano. Propone inoltre la confisca dei beni, perché a ogni sofferenza fisica e morale sopraggiunga la miseria.
NOTE :
Ego . intersit : L'impersonale interest si costruisce si costruisce con il genitivo della persona, ma nel caso dei pronomi personali usa le forme mea, tua, ecc.
hoc autore . sententiae : ablativo assoluto.
habetur : passivo di habeo con valore estimativo.
vincat : è un congiuntivo esortativo.
Intellectum . interesset : interest con inter + accusativo (significato differente da quello d'inizio paragrafo).
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