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La Play Station nasce nel 1994 in Giappone e in pochi mesi cattura l'interesse di migliaia di persone ed ora è uno dei giochi che attrae maggiormente i giovani; basti pensare che solo in Europa si sono vendute più di 1,68 milioni di play station.
Le versioni sono sempre aggiornate; si migliora la grafica, si hanno migliori effetti sullo schermo e più controllo del gioco.
A marzo di quest'anno è uscita la nuovissima e super tecnologica Play Station 3, ma pochi sanno che mentre ci si diverte, si può anche aiutare la ricerca scientifica.
I biologi coinvolti sono quelli che prendono parte al progetto Folding@home, che utilizza la potenza di centinaia di migliaia di PC sparsi per il mondo, sui quali i comuni utenti fanno girare a 'tempo perso' un apposito client software che partecipa alle elaborazioni scientifiche. Ciò permette che calcoli che precedentemente erano considerati impossibili, siano ora una routine. Si ricreano e analizzano con precisione le possibili strutture tridimensionali delle proteine, cercando di capire come e perchè a volte si verificano dei 'ripiegamenti' (folder) errati della proteina su se stessa, che portano a gravi malattie dell'organismo umano. Per spiegare meglio, le cellule costruiscono le proteine attraverso l'unione di diversi amminoacidi, in opportune catene che spontaneamente creano delle strutture tridimensionali, tali da caratterizzare quindi la proteina stessa. Oggi, i ricercatori medici dell'Università di Stanford pensano che le malattie come il morbo di Creutzfeld-Jacobs - noto come morbo della mucca pazza - il morbo di Alzheimer, lo stesso morbo di Parkinson siano il risultato di un processo di popolamento improprio di queste proteine fino a costituire dei veri e propri grumi che danneggiano le cellule cerebrali. Ovviamente, simulare i processi biochimici che produrrebbero queste aggregazioni anomale di proteine non è possibile se non all'interno di una grossa rete di computer che lavorano in modo concorrente. Di qui, il ricorso al "calcolo distribuito", che si occupa di suddividere opportunamente i calcoli necessari ad effettuare una simulazione in tempo reale sulle CPU disponibili in un dato istante. L'idea è semplice: molte delle PS3 che sono in rete, spesso rimangono in standby senza fare nulla. Ci sono quindi dei volontari disposti a sacrificare una minima percentuale di risorse e di banda a disposizione, e talvolta nemmeno pienamente utilizzata, per contribuire allo sviluppo di strategie in grado un giorno di combattere un morbo terribile. Ovviamente chi decide di aderire al progetto potrà decidere di far funzionare il programma di simulazione a sua discrezione e/o settarlo per sfruttare le pause di gioco. Per contribuire a ciò, è possibile scaricare un software da installare sul PC per "cedere" la propria potenza di calcolo nelle ore morte della giornata. Questa potenza può essere utilizzata sia per l'elaborazione che per visualizzazioni complesse delle strutture delle proteine. Le 10.000 "Playstation 3" necessarie, messe in rete e dotate di opportuno software di elaborazione distribuita, possono arrivare ad una potenza teorica di un milione di miliardi di calcoli al secondo (ovvero più degli attuali supercomputer). Un aiuto tutt'altro che superfluo, soprattutto per la simulazione del cosiddetto «folding», (il ripiegamento della catena di amminoacidi su se stessa al momento della formazione della proteina) se si considera che un computer di media potenza è in grado di riprodurlo in circa 10mila giorni.
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