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Il Re Leone




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I cartoni animati nascono nel 1908 con Emile Cohl,un animatore,regista e sceneggiatore francese,che,sebbene abbia dato vita per primo ai disegni animati non ha mai depositato un brevetto.Infatti,è solo negli anni Trenta,con il celebre Walt Disney, che i cartoni animati raggiungono il successo.Walt vanta la singolare capacità di rendere reali i suoi personaggi.Infatti,anche se essi sono animali, mantengono atteggiamenti, modi di fare, vizi, difetti e tratti fisici che ricordano quelli umani.Il segreto di Disney fu proprio quello di creare dei personaggi in cui la gente comune potesse identificarsi,o ritrovare vizi e difetti conosciuti.

Con l'avvento della televisione come mezzo di comunicazione di massa,i cartoni animati divennero un punto di incontro per tutti i bambini:ci si confrontava sulle puntate,sulle nuove uscite e si discuteva dei personaggi.

Presto,però,i produttori si resero conto che attraverso i cartoni animati potevano "manipolare" i bambini (e non solo) a proprio piacimento.E' il caso delle opere di propaganda finanziate dal governo Americano allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale a Walt Disney.O ancora,di tutto il merchandising di cui sono protagonisti i personaggi dei cartoni animati.Topolino,Minny,Pippo,ecc.,sono ormai diventati un'icona per tutte le generazioni.

Il rischio,però,che un abuso di visione di cartoni animati,così come di tutti i mass-media, provochi danni ai bambini è tanto.Per questo motivo gli Stati e le Cooperazioni Internazionali sono intervenute per proteggere questa fascia di popolazione così debole.

Questa tesina mira ad analizzare il celebre cartone animato "Il Re Leone",prendendo in considerazione i modelli di padre che si ritrovano in esso,e come la violenza presente nei cartoni animati influisca sullo sviluppo dei bambini,facendo una riflessione sul genio Disneyano e sulle norme che regolano la creazione di questi lungometraggi.





        Questa storia inizia con la nascita di un leone, Simba, figlio del Re della "Rupe dei Re" Mufasa e di Sarabi, sua moglie.

Il piccolo Simba viene presentato,in un radioso giorno di sole,agli animali della valle africana della "Rupe dei Re" in qualità di futuro sovrano.

La sua inseparabile compagna di avventure è Nala,coetanea di Simba e sua promessa sposa.                                                       

I due cuccioli giocano e si divertono insieme,ignorando i rischi che corrono e i consigli che gli adulti dispensano loro.Si cacciano così continuamente in grossi guai.

Un giorno,infatti,tratti in inganno dal perfido zio di Simba,Scar,fratello di Mufasa,vanno di nascosto alla ricerca del "Cimitero degli Elefanti".L'obiettivo di Scar è quello di eliminare il piccolo Simba,per poter essere lui l'erede al trono dopo la morte di Mufasa.Al "Cimitero degli elefanti",l'agguato delle iene inviate da Scar per uccidere i due leoncini,fallisce grazie all'intervento di Mufasa.

Ma il malvagio zio Scar escogita un nuovo e ancor più diabolico piano.Il nuovo tentativo si conclude con la morte di Mufasa,travolto da una mandria di gnu.Simba,a questo punto,scappa, in quanto Scar lo incolpa per la morte del padre.                                                       

Tolti di mezzo i rivali, Scar si insedia come nuovo dominatore delle Terre del Branco, aiutato dalle iene.

Simba, nella sua fuga, incontra il suricata Timòn ed il facocero Pumbaa, che lo educano a godersi la vita senza preoccupazioni.E' con loro che impara il motto "Hakuna Matata"(Senza preoccupazioni).   

Egli cresce sino a diventare un leone adulto, ignaro della sorte della sua famiglia, fino a quando ritrova Nala,che,come le altre leonesse del branco,è stata costretta ad allargare il territorio di caccia, poiché il governo di Scar ha causato una terribile carestia.

Il branco è alla fame e Simba inizia a rendersi conto del ruolo cui è predestinato, divenire l'unico e vero re.

Le sue ultime resistenze sono vinte dallo stregone-babbuino Rafiki e dall'apparizione dello spirito di suo padre Mufasa. Raggiunta la sua terra natale, si scontra con Scar, lo sconfigge e riporterà la valle allo splendore di una volta,riprendendo il posto che gli spettava,quello da Re della Terra del Branco.










Walt Disney was born on December 5,1902 in Chicago.

He was Mikey Mouse's father,and he was the man whom during  his life,thanks to his genius,has given to the world wonderful creatures.

The begin of Walt's production is referred to the times in which he worked as images cutter in "Kansas-City Ad", when he rent a cinema camera in order to execute his experiments.

Walt understands that, if he managed to move those unarmed pieces of paper,he would change the world of design. When he introduces his work to the production houses, it obtained a contract with the Universal, that it understands the enormous economic business that the innovation represents. The carried of Walt in the world of cartoons was when the Universal changes owner and the money for the jobs diminish.

Walt, in fact, wants to detach itself from this house of production , but his character, the little rabbit "Oswald", it is legally of property of the Universal and the new owner does not want to yield the rights. Therefore Walt reacts to this blackmail modifying the little rabbit "Oswald": he shortens the ears, he transforms the tail and he modificaes the little. And' therefore Mikey Mouse was born!

Walt is an interesting genius in devising gag and situations, and the tied revolutionary idea to Mikey Mouse is that one to add the sonorous one and to make to speak the personage.

The first film realized from Walt was "Snowwhite and the seven dwarfes". Interested also in the economic gain, Walt Disney succeeded to take advantage of its works also to outside of  film: the first comic strips with the protagonists of its animated cardboards were born, and the enjoing park Disneyword assured to its always alive personages one popularity. 15 December 1966 an heart collapse places aim to the difficult existence of a genius of the creativity, able to give a body to the dreams. In all over the world the news of the death of Walt Disney obtains great resonance.

Walt Disney is now considered a legend, a hero of the XX century. Its popularity all over the world is based on the ideas that its name represents: imagination, constructed optimism and succeeding alone, in the American's tradition. Walt Disney has touched the hearts, the minds and the emotions of million of peolpe. Through its job it has carried the joy, the universal happiness and mass media to people of every nation.

The extraordinary innovation brought from Walt was the approach to the truth of his personages: in fact, even if animals, they had physical defects and features that remember the human's one. The secret of Disney was that one to always create of the personages in which common people it could be identified: people found again in the Disneyani personages those sweet young values in which he is pleasant to shelter itself from time to time and that, above all, they were not easy to find in other animated cardboards of the age, decidedly more aggressive. One of the most famous Walt Dysney's  phrases, that it in itself encloses all its thoughts, its optimism and its way to see the life is "If you can dream it, you can make it".














La storia de "Il Re Leone" appare particolarmente indicata per i bambini dell'età preadolescenziale,quando il maschio è alle prese con il problema del rafforzamento dell'identificazione con il padre,e deve fronteggiare il difficile compito della competizione con lui.Quando il padre è un genitore attento ai bisogni profondi del bambino sa che è necessario non sottrarsi a questo gioco competitivo.Sa stabilire delle regole efficaci e sa dirigerne l'esito.

Nel racconto abbiamo l'esemplificazione di due tipi di padri che non sono che la raffigurazione scenica di due diverse modalità di approccio:

Scar:è lo zio cattivo e desideroso di avere tutto il potere per sé.Rappresenta il padre in cui il desiderio di potere è così intenso e profondo che non esita a sacrificare la vita del piccolo leoncino.Questo avviene spingendo il piccolo Simba nelle difficoltà,sollecitando la sua curiosità e facendo leva sul naturale bisogno di trasgressione e disobbedienza tipico dei piccoli,senza poi essere d'aiuto e di sostegno contro i pericoli,né ponendosi come guida positiva.E' un tipo di padre che possiamo riconoscere facilmente in quei soggetti che aspirano ad avere figli perfetti spingendoli oltre le loro possibilità e facendoli sentire spesso inadeguati e fuori luogo.

Mufasa:incarna l'immagine del padre buono,di colui che sa sostenere il processo di crescita rassicurando il figlio che può trasgredire e soprattutto che può essere e fare da solo perché la morte del genitore,intesa come morte simbolica,non è un agente nocivo o distruttivo per la psiche ma rientra nel processo naturale dello scorrere della vita e del procedere dell'evoluzione.E' quel padre che sa cedere il proprio potere al figlio essendo orgoglioso del proprio simbolico "spodestamento".Non solo,ma sa offrire il senso della continuità della vita aiutando l'interiorizzazione e l'identificazione.





L'uscita di questo cartone animato fu annunciata in America per il Natale del 1993,ma uscì nell'estate del 1994,poiché si cercò di boicottarlo per l'eccesso di violenza contenuta.Nonostante ciò fu presto chiaro che nessun film d'animazione avrebbe retto il confronto con la storia di Simba.

La violenza che scatenò il tentato boicottaggio,fu la scena della morte di Mufasa.Sul piano psicologico è determinante che,per la prima volta,il cattivo sia un parente stretto della vittima,e che questo,soprattutto,ordini alle iene,sue seguaci,di uccidere il piccolo Simba in modo così diretto.Questa scena è particolarmente drammatica e toccante,e forse,anche per questo,fu largamente criticata.Infatti,molti bambini,identificandosi nel personaggio di Simba,hanno pianto davanti a questi fotogrammi.

Nella pellicola ci sono altre numerose scene di violenza,come,per esempio,Mufasa che attacca le iene nel Cimitero degli Elefanti,per difendere il piccolo Simba e la piccola Nala.O ancora,quando Simba,ormai cresciuto,torna a combattere contro lo zio Scar per riprendersi il suo regno.














È stato sostenuto che la fruizione incontrollata della TV da parte dei bambini produce già in età prescolare una vera e propria modificazione dello sviluppo.I bambini,spesso messi in condizioni di seguire da soli le trasmissioni,si "adultizzano" precocemente,abituandosi a seguire narrazioni complesse e a ricevere stimoli emotivi "forti".Non hanno però spazi reali di vita adulta.La TV è per loro una parte abituale del panorama domestico e della vita quotidiana,quasi una parte di sé la cui rottura o assenza viene avvertita con sentimenti di tristezza o mutilazione.Secondo una ricerca di Cristina Lastrego e Francesco Testa,molti bambini,invitati ad esprimere la propria opinione su come sarebbe la propria vita se la TV scomparisse di colpo,tendono a evidenziare sentimenti di dipendenza e legame affettivo,per cui la mancanza del medium fa sentire «molto ma molto soli».

Fra gli effetti potenzialmente negativi della TV si colloca,in primo piano,la creazione di un rapporto sostitutivo fra la persona,il mondo reale e la televisione.Il mezzo televisivo diviene così compensazione delle carenze affettive,della comunicazione e della presenza interpersonale:sostituisce il dialogo famigliare e le emozioni possibili in un rapporto reale.Allo stesso modo lo spettacolo televisivo può diventare non un'amplificazione,ma un sostituto dell'esperienza:i bambini guardano la televisione anziché giocare o esplorare l'ambiente esterno,il quale,peraltro,tende spesso a non essere "a misura di bambino".

Inoltre,le trasmissioni televisive presentano spesso caratteri intrinsecamente negativi:incoraggiano attraverso la pubblicità e i modelli comportamenti consumistici;spettecolarizzano violenza ed erotismo,mescolano con indifferenza vero e finto,tragico e divertente;non propongono atteggiamenti di riflessione critica sul valore dei propri messaggi.A questo si unisce la sempre più diffusa possibilità per il pubblico giovane di fruire di messaggi destinati a un pubblico adulto,i cui contenuti pornografici o di violenza estrema tendono ad avere effetti psicologici consistenti.






















Anna Oliverio Ferraris,una psicologa che si è occupata ampiamente del rapporto mass-media ed età evolutiva,ha schematizzato i possibili effetti della televisione sui bambini.

Il primo è sicuramente la risocializzazione,ovvero che i giovani,dopo aver assorbito la cultura televisiva,la trasmettono alle generazioni più anziane,meno esposte di essa alla TV.In questo modo viene capovolto non solo lo schema usuale della trasmissione dei valori fra le generazioni,ma il condizionamento televisivo si estende anche a coloro che dalla TV fanno un uso limitato.E così,bambini che,all'interno de Il Re Leone,interiorizzano il valore dell'amicizia espresso dalle figure di Timòn e Pumbaa,riescono a ri-trasmettere questo valore anche agli adulti e agli altri bambini con cui vengono a contatto.

I bambini risentono anche di una serie di effetti fisici,dallo stress da eccessiva stimolazione alla passività del corpo(che in molti casi,associato all'eccesso di cibi consumati durante la visione,induce obesità).

Vanno incontro,inoltre,a una scarsa esperienza fisica della realtà,e a difficoltà di apprendimento e percezione relativamente a essa;possono aumentare i comportamenti aggressivi (qualora l'influsso della violenza televisiva si unisca a condizioni psicologiche o ad un ambiente sociale e famigliare già predisposto) che possono essere pesantemente condizionati negli stili di vita.

In definitiva,però,non bisogna descrivere il rapporto bambini-televisione solo in modo negativo:piuttosto è necessario distinguere tutte le variabili e le circostanze in gioco,riconoscendo anche che i bambini sono meno "indifesi" e "plasmabili" di quanto sembra.








Il minore non è in grado di filtrare i contenuti dei messaggi televisivi poiché non dispone degli strumenti critici sufficienti per comprenderli o,eventualmente,rifiutarli.

Già da tempo ci si è resi conto della necessità di regolamentare la programmazione televisiva,in modo da eliminare o,almeno,limitare eventuali danni arrecati al pubblico dei minori.

Gli Stati parti riconoscono l'importanza della funzione esercitata dai mass media e vigilano affinché il fanciullo possa accedere a una informazione e a materiali provenienti da fonti nazionali e internazionali varie, soprattutto se finalizzati a promuovere il suo benessere sociale, spirituale e morale nonché la sua salute fisica e mentale. A tal fine, gli Stati parti:

incoraggiano i mass media a divulgare informazioni e materiali che hanno una utilità sociale e culturale per il fanciullo e corrispondono allo spirito dell'art. 29;

incoraggiano la cooperazione internazionale in vista di produrre, di scambiare e di divulgare informazioni e materiali di questo tipo provenienti da varie fonti culturali, nazionali e internazionali;

incoraggiano la produzione e la diffusione di libri per l'infanzia; 

incoraggiano i mass media a tenere conto in particolar modo delle esigenze linguistiche dei fanciulli autoctoni o appartenenti a un gruppo minoritario; 

favoriscono l'elaborazione di principi direttivi appropriati destinati a proteggere il fanciullo dalle informazioni e dai materiali che nuocciono al suo benessere.





CODICE DI AUTOREGOLAMENTAZIONE TV E MINORI

PREMESSA

Le Imprese televisive pubbliche e private e le emittenti televisive aderenti alle associazioni firmatarie (d'ora in poi indicate come imprese televisive) considerano:

a)  che l'utenza televisiva è costituita - specie in alcune fasce orarie - anche da minori;

b)   che il bisogno del minore a uno sviluppo regolare e compiuto è un diritto riconosciuto dall'ordinamento giuridico nazionale e internazionale: basta ricordare l'articolo della Costituzione che impegna la comunità nazionale, in tutte le sue articolazioni, a proteggere l'infanzia e la gioventù (art.31) o la Convenzione dell'ONU del 1989 - divenuta legge dello Stato nel 1991, che impone a tutti di collaborare per predisporre le condizioni perché i minori possano vivere una vita autonoma nella società, nello spirito di pace, dignità, tolleranza, libertà, eguaglianza, solidarietà e che fa divieto di sottoporlo a interferenze arbitrarie o illegali nella sua privacy e comunque a forme di violenza, danno, abuso mentale, sfruttamento;

c)  che la funzione educativa, che compete innanzitutto alla famiglia, deve essere agevolata dalla televisione al fine di aiutare i minori a conoscere progressivamente la vita e ad affrontarne i problemi;

d)  che il minore è un cittadino soggetto di diritti; egli ha perciò diritto a essere tutelato da trasmissioni televisive che possano nuocere alla sua integrità psichica e morale, anche se la sua famiglia è carente sul piano educativo;

e)   che, riconosciuti i diritti di ogni cittadino - utente e quelli di libertà di informazione e di impresa, quando questi siano contrapposti a quelli del bambino, si applica il principio di cui all'art.3 della Convenzione ONU secondo cui "i maggiori interessi del bambino/a devono costituire oggetto di primaria considerazione".

Tutto ciò premesso, le Imprese televisive ritengono opportuno non solo impegnarsi a uno scrupoloso rispetto della normativa vigente a tutela dei minori, ma anche a dar vita a un codice di autoregolamentazione che possa assicurare contributi positivi allo sviluppo della loro personalità e comunque che eviti messaggi che possano danneggiarla nel rispetto della Convenzione ONU che impegna ad adottare appropriati codici di condotta affinché il bambino/a sia protetto da informazioni e materiali dannosi al suo benessere (art.17).

Il presente Codice è rivolto a tutelare i diritti e l'integrità psichica e morale dei minori, con particolare attenzione e riferimento alla fascia di età più debole (0 -14 anni).

I firmatari si impegnano a rendere il presente Codice quale testo di riferimento unico in materia di autoregolamentazione Tv e minori - fatte salve le ulteriori disposizioni contenute in altri testi, anche adottando specifiche iniziative per rendere omogenei ed uniformare tutti i precedenti Codici nella medesima materia.

PRINCIPI GENERALI

Le Imprese televisive, fermo restando il rispetto delle norme vigenti a tutela dei minori e in particolare delle disposizioni contenute nell'art.8, c.1, e nell'art.15, comma 10, della legge n. 223/90, si impegnano a:

a)  migliorare ed elevare la qualità delle trasmissioni televisive destinate ai minori;

b)  aiutare gli adulti, le famiglie e i minori a un uso corretto ed appropriato delle trasmissioni televisive, tenendo conto delle esigenze del bambino, sia rispetto alla qualità che alla quantità; ciò per evitare il pericolo di una dipendenza dalla televisione e di imitazione dei modelli televisivi, per consentire una scelta critica dei programmi;

c)  collaborare col sistema scolastico per educare i minori a una corretta ed adeguata alfabetizzazione televisiva, anche con il supporto di esperti di settore;

d)  assegnare alle trasmissioni per minori personale appositamente preparato e di alta qualità;

e)  sensibilizzare in maniera specifica il pubblico ai problemi della disabilità, del disadattamento sociale, del disagio psichico in età evolutiva, in maniera di aiutare e non ferire le esigenze dei minori in queste condizioni;

f)  sensibilizzare ai problemi dell'infanzia, tutte le figure professionali coinvolte nella preparazione dei palinsesti o delle trasmissioni, nelle forme ritenute opportune da ciascuna Impresa televisiva;

g)  diffondere presso tutti i propri operatori il contenuto del presente Codice di autoregolamentazione. 


 2. LA TELEVISIONE PER TUTTI (7.00 - 22.30)

2.1. La programmazione dalle 7.00 alle 22.30 - pur nella primaria considerazione degli interessi del minore - deve tener conto delle esigenze dei telespettatori di tutte le fasce di età, nel rispetto dei diritti dell'utente adulto, della libertà di informazione e di impresa, nonché del fondamentale ruolo educativo della famiglia nei confronti del minore.

2.2. Tuttavia, nella consapevolezza della particolare attenzione da riservare al pubblico dei minori durante tutta la programmazione giornaliera e tenendo conto che in particolare nella fascia oraria dalle ore 19.00 alle ore 22.30 il pubblico dei minori all'ascolto, pur numeroso, è presumibile sia comunque supportato dalla presenza di un adulto, le Imprese televisive si impegnano a:

a)  dare esauriente e preventiva informazione - nell'attività di informazione sulla propria programmazione effettuata, oltre che sulle proprie reti, ad esempio a mezzo stampa, televideo, Internet - relativamente ai programmi dedicati ai minori e sull'intera programmazione, segnalando in particolare i programmi adatti ad una fruizione familiare congiunta e quelli invece adatti ad una visione per un pubblico più adulto, nonché a rispettare in modo più rigoroso possibile gli orari della programmazione;

b)  adottare sistemi di segnalazione dei programmi di chiara evidenza visiva in relazione alla maggiore o minore adeguatezza della visione degli stessi da parte del pubblico dei minori all'inizio di ciascun blocco di trasmissione, con particolare riferimento ai programmi trasmessi in prima serata;

c)  nel caso di Imprese televisive nazionali che gestiscono più di una rete con programmazione a carattere generalista e non con caratteristiche tematiche specifiche (quali, ad esempio, sportive o musicali), garantire ogni giorno, in prima serata, la trasmissione di programmi adatti ad una fruizione familiare congiunta almeno su una rete e a darne adeguata informazione.

Fermo restando quanto sopra, in una prospettiva di particolare tutela del minore, le Imprese televisive si impegnano a conformarsi alle seguenti specifiche limitazioni.

2.3. Programmi di informazione

Le Imprese televisive si impegnano a far sì che nei programmi di informazione si eviti la trasmissione di immagini di violenza o di sesso che non siano effettivamente necessarie alla comprensione delle notizie.

Le Imprese televisive si impegnano a non diffondere nelle trasmissioni di informazione in onda dalle ore 7.00 alle ore 22.30:

a)  sequenze particolarmente crude o brutali o scene che, comunque, possano creare turbamento o forme imitative nello spettatore minore;

b)  notizie che possano nuocere alla integrità psichica  o morale dei minori.

Qualora, per casi di straordinario valore sociale o informativo, la trasmissione di notizie, immagini e parole particolarmente forti e impressionanti si renda effettivamente necessaria, il giornalista televisivo avviserà gli spettatori che le notizie, le immagini e le parole che verranno trasmesse non sono adatte ai minori.

Nel caso in cui l'informazione giornalistica riguardi episodi in cui sono coinvolti i minori, le Imprese televisive si impegnano al pieno rispetto e all'attuazione delle norme indicate in questo Codice e nella Carta dei doveri del giornalista per la parte relativa ai "Minori e soggetti deboli".

Le Imprese televisive, con particolare riferimento ai programmi di informazione in diretta, si impegnano ad attivare specifici e qualificati corsi di formazione per sensibilizzare non solo i giornalisti, ma anche i tecnici dell'informazione televisiva (fotografi, montatori, etc.) alla problematica "tv e minori". Le Imprese televisive si impegnano ad ispirare la propria linea editoriale, per i programmi di informazione, a quanto sopra indicato.

2.4. Film, fiction e spettacoli vari

Le Imprese televisive, oltre al pieno rispetto delle leggi vigenti, si impegnano a darsi strumenti propri di valutazione circa l'ammissibilità in televisione dei film, telefilm, tv movie, fiction e spettacoli di intrattenimento vario, a tutela del benessere morale, fisico e psichico dei minori.

Qualora si consideri che alcuni di tali programmi, la cui trasmissione avvenga prima delle ore 22,30, siano prevalentemente destinati ad un pubblico adulto, le Imprese televisive si impegnano ad annunciare, con congruo anticipo, che la trasmissione non è adatta agli spettatori più piccoli. Se la trasmissione avrà delle interruzioni, l'avvertimento verrà ripetuto dopo ogni interruzione. In tale specifica occasione andranno quindi divulgate con particolare attenzione le informazioni di avvertimento sulla natura della trasmissione nonché utilizzati con grande e ripetuto rilievo i sistemi di segnalazione iconografica che le imprese televisive si impegnano ad adottare.


2.5. Trasmissioni di intrattenimento

Le Imprese televisive si impegnano a non trasmettere quegli spettacoli che per impostazione o per modelli proposti possano nuocere allo sviluppo dei minori, e in particolare ad evitare quelle trasmissioni:

a)  che usino in modo strumentale i conflitti familiari come spettacolo creando turbamento nei minori, preoccupati per la stabilità affettiva delle relazioni con i loro genitori;

b)  nelle quali si faccia ricorso gratuito al turpiloquio e alla scurrilità nonché si offendano le confessioni e i sentimenti religiosi.

 3. LA TELEVISIONE PER I MINORI (16.00 - 19.00)

3.1. Le Imprese televisive si impegnano a dedicare nei propri palinsesti una fascia "protetta" di programmazione, tra le ore 16.00 e le ore 19.00, idonea ai minori con un controllo particolare sia sulla programmazione sia sui promo, i trailer e la pubblicità trasmessi.

3.2. In particolare, le Imprese televisive nazionali che gestiscono più di una rete con programmazione a carattere generalista e non con caratteristiche tematiche specifiche (quali, ad esempio, sportive o musicali), si impegnano a ricercare le soluzioni affinché, nella predetta fascia oraria, su almeno una delle reti da essi gestite si diffonda una programmazione specificatamente destinata ai minori che tenga conto delle indicazioni del presente Codice in materia di programmazione per minori.

3.3. Produzione di programmi

Le Imprese televisive che realizzano programmi per minori si impegnano a produrre trasmissioni:

a)  che siano di buona qualità e di piacevole intrattenimento;

b)  che soddisfino le principali necessità dei minori come la capacità di realizzare esperienze reali e proprie o di aumentare la propria autonomia, nonché a proporre valori positivi umani e civili ed il rispetto della dignità della persona;

c)  che accrescano le capacità critiche dei minori in modo che sappiano fare migliore uso del mezzo televisivo, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, anche tenendo conto degli attuali e futuri sviluppi in chiave di interattività;

d)  che favoriscano la partecipazione dei minori con i loro problemi, con i loro punti di vista, dando spazio a quello che si sta facendo con loro e per loro nelle città.

Le Imprese televisive si impegnano a curare la qualità della traduzione e del doppiaggio degli spettacoli, tenendo presenti le esigenze di una corretta educazione linguistica dei minori.

3.4. Programmi di informazione destinati ai minori

Le Imprese televisive nazionali che gestiscono di più di una rete con programmazione a carattere generalista e non con caratteristiche tematiche specifiche (quali, ad esempio, sportive o musicali) si impegnano a ricercare le soluzioni per favorire la produzione di programmi di informazione destinati ai minori, possibilmente curati dalle testate giornalistiche in collaborazione con esperti di tematiche infantili e con gli stessi minori. Le Imprese televisive si impegnano altresì a comunicare abitualmente alla stampa quotidiana, periodica e anche specializzata, nonché alle pubblicazioni specificamente dedicate ai minori, la trasmissione di tali programmi e a rispettarne gli orari, fatte salve esigenze eccezionali del palinsesto. 


PARTE SECONDA: LE NORME DI DIFFUSIONE E ATTUAZIONE 

5. DIFFUSIONE DEL CODICE

5.1. Le Imprese televisive si impegnano a dare ampia diffusione al presente Codice di autodisciplina attraverso il mezzo televisivo dedicandogli spazi di largo ascolto. In particolare, nei primi sei mesi di attuazione del presente Codice, le Imprese televisive firmatarie si impegnano a trasmettere con cadenza settimanale, su ciascuna delle reti gestite, un breve spot che illustri i contenuti del Codice, i diritti dei minori e delle famiglie e i riferimenti per trasmettere eventuali segnalazioni.

5.2. Le imprese televisive firmatarie del presente Codice si impegnano inoltre, con cadenza annuale a realizzare e diffondere, tramite programmazione di spot sulle proprie reti, una campagna di sensibilizzazione per un uso consapevole del mezzo televisivo con particolare riferimento alla fruizione famigliare congiunta. Fermo restando l'obbligo di cadenza annuale sopra richiamato, le predette campagne saranno realizzate da ciascuna emittente compatibilmente con le proprie disponibilità e con la propria linea editoriale.

5.3. Il Comitato di applicazione del Codice può promuovere, infine, campagne di sensibilizzazione sul tema Tv e minori. 

6. L'ATTUAZIONE E IL CONTROLLO

6.1. Il Comitato di applicazione

L'attuazione del presente Codice è affidata a un "Comitato di applicazione del Codice di autoregolamentazione Tv e minori". Tale Comitato è costituito da quindici membri effettivi, nominati con Decreto dal Ministro delle Comunicazioni d'intesa con l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, in rappresentanza, in parti uguali, rispettivamente delle emittenti televisive firmatarie del presente Codice - su indicazione delle stesse e delle associazioni di categoria - delle istituzioni - tra cui un rappresentante dell'Autorità, un rappresentante del Coordinamento nazionale dei Corecom e il Presidente della Commissione per il riassetto del sistema radiotelevisivo - e degli utenti - questi ultimi su indicazione del Consiglio nazionale degli Utenti presso l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Il Presidente è nominato nel medesimo Decreto tra i rappresentanti delle Istituzioni quale esperto riconosciuto della materia. Con i medesimi criteri e modalità sono nominati anche quindici membri supplenti. I membri nominati durano in carica tre anni e decadono qualora non partecipino a tre sedute consecutive del Comitato o ad almeno la metà delle sedute nel corso di un anno solare.

6.2. Competenze e poteri del Comitato

Il Comitato, d'ufficio o su denuncia dei soggetti interessati, verifica, con le modalità stabilite nel Regolamento di seguito indicato, le violazioni del presente Codice. Qualora accerti la violazione del Codice adotta una risoluzione motivata e determina, tenuto conto della gravità dell'illecito, del comportamento pregresso dell'emittente, dell'ambito di diffusione del programma e della dimensione dell'impresa, le modalità con le quali ne debba essere data notizia. Il Comitato può inoltre:

a)  ingiungere all'emittente, qualora ne sussistano le condizioni, di modificare o sospendere il programma o i programmi indicando i tempi e le modalità di attuazione;

b)  ingiungere all'emittente di adeguare il proprio comportamento alle prescrizioni del Codice indicando i tempi e le modalità di attuazione.

Le delibere sono adottate dal Comitato con la presenza di almeno due terzi dei componenti e il voto della maggioranza degli aventi diritto al voto (otto). Le decisioni del Comitato sono inoppugnabili.

6.3. Rapporti con l'Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni

Tutte le delibere adottate dal Comitato vengono trasmesse all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Qualora il Comitato accerti la sussistenza di una violazione delle regole del presente Codice, oltre ad adottare i provvedimenti di cui al punto precedente, inoltra una denuncia all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni contenente l'indicazione delle disposizioni, anche eventualmente di legge, violate, le modalità dell'illecito, la descrizione del comportamento - anche successivo - tenuto dall'emittente, gli accertamenti istruttori esperiti e ogni altro utile elemento. Tale denuncia viene inviata allo specifico fine di consentire all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni l'esercizio dei poteri alla stessa attribuiti ai sensi dell'art. 15, comma 10, della legge 223/90 e dell'art. 1, comma 6, lett. b), n. 6, con riferimento alla emanazione delle sanzioni previste da tale ultima disposizione al punto 14 e ai commi 31 e 32 dell'art. 1 della stessa legge 249/97.  (NOTA)

Il Comitato provvede inoltre a formulare all'Autorità i pareri che questa ritiene di dovere acquisire nell'esercizio delle proprie funzioni.

(NOTA) Il combinato disposto dell'attuale legislazione vigente in materia di tutela di minori consente all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, in caso di programmi che possano nuocere allo sviluppo psichico o morale dei minori o che contengano scene di violenza gratuita o pornografiche, di irrogare direttamente sanzioni (l. 223/90 - art. 15, comma 10 e art. 31, comma 3) pari al pagamento di una somma da 5.000 a 20.000 euro nonché, in caso di mancata ottemperanza ad ordini e diffide dell'Autorità in materia di tutela dei minori, anche tenendo conto dei Codici di autoregolamentazione, (legge 249/97 - art.1, comma 6, lett. b), nn. 6 e 14 e commi 31 e 32), di irrogare sanzioni pari al pagamento di una somma da 10.000 a 250.000 euro con, in caso di grave e reiterata violazione, la sospensione o la revoca della licenza o dell'autorizzazione.

In Italia,sin dagli inizi degli anni Novanta,la linea fu quella di affidare la tutela dei diritti dei minori davanti TV ad un Codice di autoregolamentazione.Si tratta di una soluzione che costituisce una sorta di escamotage,in quanto affida la soluzione del problema alla coscienza ed alle responsabilità individuale delle emittenti firmatarie,vincolandole al rispetto di norme che esse hanno sottoscritto.

L'idea di adottare un Codice di autoregolamentazione per disciplinare il rapporto tra la televisione e i minori è nata da una doppia esigenza:da un lato quella di una norma chiara che ponesse dei criteri vincolanti per tutte le emittenti;dall'altro quella di conservare intatta la libertà di espressione e di informazione che si esercita anche nella comunicazione televisiva.

Un primo Codice venne sottoscritto dalle emittenti private nel 1993,seguito successivamente da un'ampliamento di questo documento nel 1997,meglio noto come "Codice Prodi".

Il 29 Novembre 2002,presso il Ministero delle Comunicazioni,è stato sottoscritto un ulteriore Codice di autoregolamentazione,che ha introdotto delle novità significative rispetto ai codici che lo hanno preceduto,soprattutto per quanto riguarda la possibilità di comminare sanzioni ai network che violino le regole da questo stabilite.Questo accordo venne firmato dalle grandi televisioni,quindi da la "Rai","Mediaset" e "La7",e dalle associazioni che raggruppano centinaia di televisioni minori e locali operanti nel Paese.

Il promotore e il principale artefice di questo Codice è stato il Ministro delle comunicazioni Maurizio Gasparri,e non a caso la carta è comunemente chiamata "Codice Gasparri".

Il primo aspetto importante di questo Codice può essere individuato nella parte riguardante la diffusione.Infatti,solo un'attenta e continuativa diffusione del Codice di autoregolamentazione permette il coinvolgimento dei cittadini,dando loro la possibilità di constatare la corretta applicazione dello stesso ed eventualmente di denunciarne l'inosservanza.Il Codice non si limita solo ad elencare norme e principi,ma istituisce anche un Comitato di attuazione in cui sono rappresentati i rappresentanti delle emittenti televisive e delle associazioni sottoscrittrici.Il Comitato ha la funzione di certificare la fondata esistenza di violazioni del Codice e di trasmettere le relative denunce all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni,la quale metterà in atto i poteri sanzionatori previsti dalla legge.

In un primo tempo il Comitato ha agito esclusivamente come organo di controllo nei confronti delle emittenti,per verificare il rispetto delle norme di autoregolamentazione,ma successivamente si è trasformato in un punto di incontro e di confronto tra le aziende televisive e le associazioni. 



o      I figli della TV,a cura di P.Bertolini e M.Manini,La nuova Italia

o      G.Abate-B.Brunetto,Oltre la TV,SEI

o      B.Bettelheim,Il mondo incantato,Feltrinelli

o      M.D'Amato,Bambini e TV,Il Saggiatore-Flammarion

o      M.Lodi-A.Pellai-V.Slepoj,Cara TV con te non ci sto più,Angeli

o      A.Oliverio Ferrarsi,TV per un figlio,Laterza

o      www.comunicazioni.it

o      www.unicef.it

o      www.cronologia.leonardo.it


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