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LA MODULAZIONE
La trasmissione telefonica FDM come molte altri tipi di trasmissione (sia via etere che via cavo ) adopera un tipo di modulazione. Si parla in genere di modulazione di ampiezza,frequenza e fase, (che rappresentano i principali tipi di modulazione) ma che cosa si intende per modulazione in genere?
La modulazione consiste nel modificare le caratteristiche di un segnale detto portante in funzione di un segnale detto modulante. La forma d'onda che si ottiene è detta segnale modulato.
SCOPI DELLA MODULAZIONE
Ci sono due tecniche di modulazione:
I principali tipi di modulazione a mio giudizio sono la modulazione di AMPIEZZA , e la modulazione di FREQUENZA. Infatti queste due tecniche vengono riutilizzate (in alcuni casi) negli altri tipi di modulazione sia analogica che digitale.
MODULATORI FM
I modulatori FM sono dispositivi utilizzati per generare un segnale modulato in frequenza. Essi possono essere di due tipi:
MODULATORI DIRETTI
Nei modulatori diretti un segnale modulato in frequenza è ottenuto controllando direttamente la frequenza della portante tramite il segnale della modulante.
MODULATORI INDIRETTI
Nei modulatori indiretti un segnale un segnale modulato in frequenza è ottenuto agendo indirettament sulla frequenza della portante.
I MODULATORI AM
I modulatori AM sono dispositivi utilizzati per generare un segnale modulato in ampiezza. Essi possono essere di due tipi :
MODULATION
The FDM telefone transmission uses a kind of modulation, like many other types of trasmission.(either by air or cable) There are amplitude modulation, frequency and phase modulation ( that represent the main types of modulation ). What is modulation?
Modulation consists in modifying the characteristics of a signal, called carrier, in accordance with another signal, called modulating signal.The resulting wave form is called modulated signal.
MODULATION PURPOSE
there are two types of modulation:
In my opinion the most important types of modulation are amplitude end frequency modulation. Infact these two tecnologies are used in analogue and digital modulation
FM MODULATORS
FM modulators are devices used for generating a frequency modulated signal. They can be of two types:
DIRECT MODULATORS
In direct modulators a frequency modulated signal is obtained by checking the carrier frequency directly through the modulating signal.
INDIRECT MODULATORS
In indirect modulators a frequency modulated signal is obtained by acting indirectly on the carrier frequency.
AM MODULATORS
AM modulators are devices used for generating an amplitude modulated signal. They can be of two types:
ACCADDE A QUEL TEMPO
DATE |
LETTERATURA |
STORIA |
SCIENZA E TECNICA |
novembre 1851 |
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INVENZIONE DELLA MACCHINA PER CUCIRE |
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LA SPEDIZIONE DEI MILLE |
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NASCITA DI GABRIELE D'ANNUNZIO |
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2 giugno 1882 |
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LA MORTE DI GARIBALDI |
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2° metà dell'ottocento |
IL NATURALISMO |
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2 giugno 1908 |
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INVENZIONE DELL'ASPIRAPOLVERE DOMESTICO |
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MORTE DI VERGA |
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22 agosto 1939 |
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INVENZIONE DELLA BOMBOLETTA A SPRAY |
luglio 1979 |
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INVENZIONE DEL PRIMO WALKMAN |
Gabriele D'Annunzio
(Pescara 1863 - Gardone Riviera, Brescia 1938), narratore, poeta e drammaturgo italiano. Frequentò a Prato il prestigioso Collegio Cicognani; giovanissimo, esordì con la raccolta di poesie Primo vere (1879), ben accolta dalla critica: finito il liceo giunse perciò a Roma preceduto da una certa notorietà negli ambienti culturali.
Grazie a Edoardo Scarfoglio frequentò il mondo del giornalismo e fece vita di società, collaborando a varie testate (dal 'Fanfulla della Domenica' alla 'Cronaca bizantina', alla 'Tribuna'). Come cronista mondano fu molto apprezzato dal pubblico, e quando venne pubblicato il secondo libro di poesie (Canto novo, 1882), la sua popolarità crebbe ulteriormente. Nel frattempo scrisse anche racconti: la produzione novellistica di questo periodo venne pubblicata in seguito con il titolo Novelle della Pescara (1902), un libro in cui il verismo è sapientemente mischiato a una sensibilità decadente.
Nel 1889 pubblicò il romanzo Il piacere: protagonista ne è Andrea Sperelli, un giovane aristocratico che ama l'eleganza e l'arte; il suo estetismo lo porta a trascurare la vita pratica a favore di un'egoistica e distruttiva idealizzazione dell'amore e della vita sotto il segno del bello, e così travolge non solo le sue amanti ma anche se stesso.
Come in tutta la sua opera, D'Annunzio si proiettò nella scrittura e nelle invenzioni letterarie: sposatosi molto giovane condusse una vita sentimentalmente travagliata ed ebbe numerose amanti; adorava circondarsi di opere d'arte raffinate e aveva il culto dell'eleganza. Per questo motivo la sua vita fu costellata da periodi di forte indebitamento, da fughe opportunistiche e da momenti di magnificenza. Dal 1891 al 1894 si trasferì a Napoli per sfuggire ai debiti; si mantenne soprattutto grazie alla collaborazione con il quotidiano della città, 'Il Mattino'.
Con i due romanzi Giovanni Episcopo (1891) e L'Innocente (1892); da quest'opera il regista Luchino Visconti trasse un film nel (1976). D'Annunzio diede prova di saper assorbire e rielaborare con straordinaria rapidità i più vari modelli espressivi, sia nei suoi testi poetici (nati sotto il segno di Carducci ma non carducciani) sia in quelli narrativi: l'influenza di Tolstoj e di Dostoevskij è infatti evidente. In Vergini delle rocce (1895) il riferimento ideologico è al filosofo Friedrich Nietzsche, ma in D'Annunzio la figura del superuomo mantenne una forte componente estetizzante.
La produzione poetica continuò con il Poema paradisiaco (1893); le raccolte maggiori sono del 1903: con i primi tre libri (Maia, Elettra, Alcione) delle Laudi del cielo, del mare, della terra, degli eroi si sarebbero misurati i poeti italiani delle successive generazioni.
Dal 1898 D'Annunzio visse a Settignano (Firenze) nella villa La Capponcina, vicina alla residenza di un'ennesima donna amata, la celebre attrice Eleonora Duse, con la quale ebbe una intensa relazione rispecchiata senza troppo pudore nel romanzo Il Fuoco (1900). La vicinanza della Duse fece sì che D'Annunzio intensificasse l'attività teatrale: durante la loro relazione scrisse nel 1899 La città morta e La Gioconda, ma il meglio del suo teatro è costituito dalle tragedie Francesca da Rimini (1902), La figlia di Jorio (1904) e La fiaccola sotto il moggio (1905).
I creditori riuscirono a sequestrargli la villa e gli arredi, e per questo nel 1910 D'Annunzio emigrò in volontario esilio in Francia, dove continuò a scrivere. Visse a Parigi quattro anni. Sin dalla fine dell'Ottocento il 'poeta vate' cominciò a registrare appunti e ricordi, costituendo così la base per le prose raccolte nelle Faville del maglio (1924-25), la prima delle quali fu stampata sul 'Corriere della Sera' nel 1911. In esse si esprime una vena memorialistica che culminerà nel Notturno (ultimato nel 1921), opera di uno scrittore non più 'magnifico' ma ripiegato su se stesso: un altro importante episodio furono le Cento e cento pagine del libro segreto (1935), tutti testi capitali della sua produzione in prosa.
Tornato in Italia nel 1915, dal 1921 alla morte visse sul lago di Garda, a villa Cargnacco, trasformata progressivamente nel Vittoriale, una sorta di monumento a se stesso e a futura memoria: il luogo più elevato del parco ospita infatti il mausoleo che lo scrittore fece edificare per farvi riporre le proprie spoglie.
D'Annunzio fu una celebrità anche all'estero: in Italia venne realizzata un'imponente edizione nazionale delle sue opere (42 volumi) e nel 1937 fu nominato presidente dell'Accademia d'Italia.
Nell'opera di D'Annunzio la vita
dell'autore e la letteratura non solo si rispecchiano, ma l'esistenza privata
diventa spettacolo per il pubblico, attirando sul poeta un interesse mai
raggiunto da nessun autore italiano precedente e contemporaneo. In questo modo
si spiega l'apparente paradosso per cui lo scrittore più popolare del tempo fu
un artista aristocratico ed esclusivista.
Un artista 'inimitabile', anche grazie a gesta avventurose come la
Beffa di Buccari e l'impresa di Fiume. Del resto, la modernità della sua
sensibilità è provata da altri fatti: non solo D'Annunzio fu tra i primi a
interessarsi di cinema, ma molti si rivolsero a lui per battezzare prodotti
commerciali (la penna Aurora o il liquore Aurum) o per trovare un efficace
pseudonimo a una scrittrici, fatti che denotano una precoce sensibilità
'pubblicitaria'.
Naturalismo
Corrente letteraria nata in Francia nella seconda metà del XIX secolo, che assegnava all'opera narrativa il compito di attenersi a una descrizione oggettiva e impersonale della materia rappresentata. A differenza del realismo, non esprimeva valutazioni di carattere morale. Il termine fu usato per la prima volta nel 1858 da H.-A. Taine in un saggio su Balzac.
Gli scrittori naturalisti, sulla scia del determinismo biologico di Charles Darwin e di quello economico di Karl Marx, ritenevano che i comportamenti umani fossero il prodotto di fattori ambientali, sociali ed economici ('race, milieu, moment', secondo la formulazione di Taine).
Il naturalismo applicava alla letteratura il metodo sperimentale che era alla base del movimento filosofico del positivismo; l'opera narrativa diventava così un laboratorio per l'osservazione fredda e distaccata della realtà, di cui lo scrittore, al pari di uno scienziato, doveva registrare impassibilmente i fenomeni.
Fra gli autori più rappresentativi furono i fratelli Edmond e Jules de Goncourt, i cui romanzi si segnalano per la minuziosa precisione descrittiva, ed Emile Zola, che nel grande ciclo dei Rougon-Macquart ritrasse situazioni di degrado sociale della Parigi di fine Ottocento.
Alcune delle novelle degli aderenti al movimento furono raccolte nell'antologia Les Soirées de Médan (1880), considerata il manifesto del naturalismo o del realismo francese.
Al naturalismo francese corrispose, sia pure nella diversità di toni e ambientazioni, il verismo italiano di scrittori come Giovanni Verga, Luigi Capuana, Federico de Roberto.
Giovanni Verga
Giovanni Carmelo Verga nacque a Catania, secondo di sei figli, il 2 settembre 1840 al numero 8 di via Sant'Anna da Giovan Battista Verga Catalano e Caterina Di Mauro Barbagallo originaria di Belpasso (paesino a circa 15 Km a ovest di Catania), ed era discendente del ramo cadetto dei baroni di Fontanabianca, appartenente alla nobiltà antica di Vizzini, un grosso borgo che si trova a metà strada sulla via che porta da Catania a Ragusa, e che ha cercato di rivendicare i natali dello scrittore.
Un documento dell'8 settembre 1840 dell'archivio arcivescovile di Catania attesta che la nascita del Verga era stata 'rivelata' in quello stesso giorno insieme al battesimo avvenuto nella chiesa dei Santi Apostoli, alla presenza dei due padrini, gli zii don Giuseppe e donna Domenica Verga.
Lasciati gli studi di legge per entrare, nel 1861, nella Guardia Nazionale, manifesta fin da giovane un grande interesse per la letteratura, pubblicando a soli 22 anni il romanzo storico 'I carbonari della montagna'. Già in quest'opera è visibile l'ardore patriottico dell'autore, e il suo impegno politico per l'annessione della Sicilia al Regno d'Italia; questi si fanno più evidenti con il secondo romanzo, 'Sulle lagune' (1863) e con la fondazione del giornale 'Roma degli Italiani'.
Nel 1865 si trasferisce a Firenze, pubblicando i romanzi 'Una peccatrice' (1866) e 'Storia di una capinera' (1871), quest'ultimo di grande successo. Si sposta poi a Milano, dove entra in contatto con scrittori del calibro di Arrigo Boito, Giuseppe Giacosa, Federico De Roberto; pubblica i romanzi 'Eva' e 'Tigre reale' (1874), 'Eros' (1875) e la raccolta 'Primavera e altri racconti'(1876).
In una lettera del 1878 espone il suo progetto di un ciclo di romanzi, il cui comune denominatore sarebbe dovuto essere la teoria evoluzionistica darwiniana e il cui modello i romanzi di Zola, dal titolo 'I vinti'.
Nel 1880 esce la raccolta di novelle 'Vita dei campi'; l'anno successivo il primo romanzo del ciclo dei vinti e il suo capolavoro, 'I Malavoglia'; nel 1882 il romanzo 'Il marito di Elena'; nel 1883 le raccolte di novelle 'Per le vie' e 'Novelle rusticane'. Nel 1884 ha la soddisfazione di veder rappresentata in teatro una sua novella contenuta in 'Vita dei campi', la 'Cavalleria rusticana', che Pietro Mascagni tramuterà in opera lirica nel 1890.
Nel 1888 esce il secondo romanzo del ciclo dei vinti, il 'Mastro don Gesualdo'. Raggiunta l'agiatezza economica e la tranquillità sentimentale, dopo alcune relazioni anche adulterine, nel 1894 si ritira a Catania e pubblica ancora una raccolta di novelle, 'Don Candeloro'; nel 1903 esce il dramma 'Dal tuo al mio', nel 1911 inizia il terzo romanzo del ciclo, 'La duchessa di Leyra', che però rimane fermo al primo capitolo. Nominato senatore nel 1920, muore nel 1922.
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