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I GIORNALI CARCERARI
Mappa delle pubblicazioni carcerarie italiane
Sono circa 87 le pubblicazioni scritte, totalmente o solo in parte, all’interno di Case di reclusione, di Case a custodia attenuata (per tipi di reato specifici o per particolari categorie di detenuti, donne o minori) e di Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg).
E’ bene evidenziare, però, che non tutte queste pubblicazioni sono dei veri e propri “giornali”. La maggior parte di esse si limita ad essere fogli o brevi notiziari, ad uso esclusivamente interno, che non varcano le soglie delle carceri nelle quali vengono prodotti e stampati.
Sono di seguito elencate e suddivise per regione le pubblicazioni carcerarie censite in Italia, con il contributo dall’associazione Pantagruel di Firenze. Per i giornali che prevedono anche una versione online, viene indicato il sito Web corrispondente.
Nella lista pubblicata sono stati inserite anche testate che attualmente hanno cessato la propria attività o che sono state sospese. Proprio per le caratteristiche di estrema precarietà e mutevolezza che contraddistinguono l’informazione scritta all’interno di un penitenziario, è difficile censire il fenomeno e stendere una lista aggiornata e attendibile delle pubblicazioni carcerarie. La maggior parte dei giornali (notiziari o riviste) non riesce infatti a sopravvivere, per problemi economici e, spesso, burocratici.
Abruzzo (1)
o Arcobaleno
Casa Circondariale di Melfi, POTENZA
o Il cielo: quelli che hanno le ali
Istituto Penale Minorile di CATANZARO
o Liberamente
Casa Circondariale di COSENZA
o 33,33 periodico
Ospedale Psichiatrico Giudiziario “Sant’ Eframo”, NAPOLI
o Il cammino
Reparto area verde del Carcere Penale 'Secondigliano', NAPOLI
o Nisida news
Istituto Penale Minorile di Nisida, NAPOLI
o Solidarietà
Casa Circondariale di Poggioreale, NAPOLI
o Interazione O.p.g. Aversa
www.opgaversa.it
Casa di reclusione di Aversa, CASERTA
o La storia di Nabuc
Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa, CASERTA
www.opgaversa.it/Nabuc/index.html
o Il filo di Arianna
Istituto custodia attenuata di Eboli, SALERNO e di Lauro, AVELLINO
www.icatteboli.it/
o Un passo avanti
Istituto a custodia attenuata di Eboli, SALERNO
o May day
Casa Circondariale “La Dozza”, BOLOGNA
o Strada Facendo
Istituto Penale Minorile 'Pietro Siciliani' di BOLOGNA
o (Le) voci dentro
Casa Circondariale di BOLOGNA
o Evafuori Sezioni comuni Casa Circondariale Sant'Anna di MODENA
o Ricercate
Casa Circondariale Sant’Anna, MODENA
Casa Circondariale Sant’Anna, MODENA
o La ricerca
Casa Circondariale di PIACENZA
o Port’Aurea
Casa Circondariale di RAVENNA
Ospedale Psichiatrico Giudiziario di REGGIO EMILIA
Friuli Venezia Giulia (1)
o La voce nel silenzio
Casa Circondariale di UDINE
Lazio (7)
o Garcon
Istituto penale Minorile Casal del Marmo ROMA
o G. di s. news
'Gruppo di Solidarietà Informazione Documentazione Comunicazione' del
Carcere di 'Rebibbia' ROMA
o Filo d’Arianna
Istituto Penale di 'Rebibbia' ROMA
o Nonsolochiacchiere
Circolo 'Giano' c/o Istituto Penale Rebibbia N.C.”, ROMA
o Ora d’aria
Associazione 'Ora d'aria', ROMA
o Fortezza bastiani
Casa di Reclusione di Paliano, FROSINONE
o L’arcobaleno
Periodico dei detenuti della Casa Circondariale di VITERBO
o Oltre il muro
Casa Circondariale di Sanremo, IMPERIA
o Carte bollate
II Casa di Reclusione di Milano-Bollate, MILANO
o Facce e maschere
Progetto 'Ekotonos' Carcere 'San Vittore', MILANO
o Il due notizie
Carcere di San Vittore, MILANO
o Magazine 2: il giornale di S. Vittore
Carcere di 'San Vittore', MILANO
Su Internet dal 2001: www.ildue.it
Casa Circondariale di Monza, MILANO
o Zona 508
Sezione femminile del carcere di Verziano, BRESCIA
https://www.act-brescia.com/508/index.htm
Casa Circondariale di CREMONA
Casa Circondariale, MANTOVA
o Surge et ambula
Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Castiglione delle Stiviere, MANTOVA
Casa Circondariale di Voghera, PAVIA
o L’interlocutore
Casa Circondariale di PAVIA
o Pianeta Miogni
Casa Circondariale di VARESE
o Senso e non senso
Casa Circondariale di Busto Arsizio, VARESE
Istituto Penale Minorile “Ferrante Aporti”, TORINO
o Contro il muro
Casa Circondariale di Ivrea, TORINO
Casa Circondariale di ALESSANDRIA
o Liberamente
Sezione “Ricominciare” del carcere di BIELLA
o Frammenti nuovi
Casa Circondariale NOVARA
Puglia (2)
o Jonathan
Carceretto di LECCE
Casa Circondariale di LECCE
Sardegna (3)
o Comunicare
Casa Circondariale “Buoncammino”, CAGLIARI
o Ricominciare: la libertà di pensare
Casa di Reclusione di Is Arenas, Arbus, CAGLIARI
Casa Circondariale di Badu ‘e Carros, NUORO
o Tam Tam
Casa Circondariale di ENNA
Ospedale Psichiatrico Giudiziario Di Barcellona Pozzo di Gotto, MESSINA
o Photofinish: idee a confronto
Casa Reclusione di Augusta, SIRACUSA
o Alfabeto
Istituto Penale Minorile 'G. P. Meucci', FIRENZE
o Dialogando
Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino, FIRENZE
o G.I.D.A. notizie
Gruppo Informazione Detenuti AIDS, Seconda Casa Circondariale di
'Sollicciano', FIRENZE
o Gutenberg
Casa Circondariale di 'Sollicciano', FIRENZE
o Noi gli altri
Casa penale “Le Murate”, FIRENZE
o Orti Oricellari 18
Istituto Penale Minorile 'G. P. Meucci', FIRENZE
Casa a custodia attenuata femminile di Empoli, FIRENZE
o Spiragli
Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino, FIRENZE
Seconda Casa Circondariale di Sollicciano, FIRENZE
o La grande promossa: la voce del detenuto Casa di Reclusione di Porto Azzurro, Isola d’Elba, LIVORNO www.infol.it/grandepromessa/
o Le porte aperte
Casa di Reclusione Isola di Gorgona, LIVORNO
o Parliamone
Casa di Reclusione Isola di Gorgona, LIVORNO
o Tg galeotto Casa di Reclusione Isola di Gorgona, LIVORNO
o Espressioni: dal di dentro dal di fuori Casa Circondariale 'S. Francesco', LUCCA
o Il ponte
Casa di Reclusione di MASSA
o Kasanzababbà
Casa Circondariale “Don Bosco”, PISA
o Voci dal carcere Federazione di PISTOIA
o Cronacarcere
Casa Circondariale di PRATO
o Taita
Casa Circondariale “La Dogaia”, PRATO
o Informatutto
Casa Reclusione di San Giminiano, SIENA
o Liberi
Casa Reclusione Ranza di San Giminiano, SIENA
Trentino Alto Adige (1)
o Oltre il muro
Carcere maschile di Rovereto, TRENTO
Umbria (1)
o Ora D’aria
Redazione esterna del carcere di PERUGIA
Veneto (6)
o Ristretti orizzonti
Carcere 'Due Palazzi' di PADOVA e Istituto Penale femminile “La Giudecca” di VENEZIA
www.ristretti.it
o TG 2 Palazzi
Casa di Reclusione di PADOVA
o Prospettiva esse
Casa Circondariale di ROVIGO
o Pensiero libero
Istituto Penale Minorile di TREVISO
o Microcosmo
Casa Circondariale di Montorio, VERONA
o I cancelli
Alta Sicurezza, carcere di VICENZA
Osservazioni
Sono numerose le considerazioni attuabili esaminando la lista delle pubblicazioni carcerarie sopra pubblicata. Le 87 testate elencate sono redatte (lo sono state) all’interno di prigioni situate in sole 17 regioni italiane. Di queste, circa la metà, 43 pubblicazioni, sono concentrate all’interno di 3 sole regioni del centro-nord (Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna). Il raggruppamento in una zona così limitata, da un lato è riconducibile alla minore o maggiore concentrazione delle carceri all’interno delle diverse regioni e alle differenti strutture dei penitenziari in Italia: quelli delle Marche o della Basilicata non sono assolutamente paragonabili, in termini di notorietà, capienza e dimensione, con quelli di altre zone; sarebbe dunque molto difficile poter ipotizzare la nascita di una redazione o l’interessamento delle autorità in realtà così marginali. D’altra parte, è da sottolineare come anche zone particolarmente dense di penitenziari, come quella siciliana, con 26 istituti fra Case Circondariali, Case di reclusione e Ospedali psichiatrici giudiziari, scarseggino in termini di informazione carceraria. Questo è da imputare, soprattutto, ad una disparità di interesse, da parte delle amministrazioni regionali e delle direzioni dei carceri, alle attività “ricreative” all’interno dei penitenziari. E’ anche da sottolineare come non tutti gli Istituti abbiano la possibilità, proprio per la loro stessa conformazione, di attuare attività educative o ricreative. Le pubblicazioni lombarde sono 13, 5 delle quali vengono redatte in penitenziari di Milano e provincia. Dei 17 istituti presenti in Lombardia, solo 10 prevedono una o più redazioni interne. “Oltre il muro” è l’unico periodico del trentino, dove però i penitenziari sono solamente 2, Trento e Bolzano. Il Veneto, nonostante il numero piuttosto basso (8) di Istituti, si rivela una zona ricca di stimoli e attività per i detenuti, con 6 giornali stampati. Avremo modo di approfondire in seguito “Ristretti Orizzonti”, l’importante pubblicazione del carcere “I due Palazzi” di Padova. “La voce nel silenzio”, la rivista della Casa circondariale di Udine, è l’unica di tutto il Friuli Venezia Giulia. Anche la Liguria, nonostante i suoi 8 Istituti, pubblica un solo giornale, dalla Casa circondariale di Sanremo. Dei 14 Istituti piemontesi, solo 3 sono Case sono di reclusione, strutture fra le più adatte alle attività di redazione; ciò nonostante, il numero delle riviste prodotte è abbastanza elevato: 8, divise abbastanza equilibratamente fra i carceri delle diverse province. La Toscana, con 21 giornali, si rivela sicuramente l’area di più vivace sviluppo culturale. Non a caso, la prima testata italiana redatta all’interno di un penitenziario (“La grande Promessa: la voce del detenuto”), nasce nel 1951 nel carcere di Porto Azzurro, all’Isola d’Elba. E sempre in Toscana, più precisamente a Firenze, nel 1999 e nel 2001 si sono tenuti i primi due convegni nazionali su “Informazione e Carcere” . In Emilia Romagna vengono redatti 9 giornali, 3 dei quali nella sola Casa circondariale Sant’Anna di Modena. Nel Lazio, 5 pubblicazioni su 7 sono redatte in Istituti romani. Solo a Rebibbia, sterminata Casa circondariale di Roma, vengono prodotti 4 diversi giornali. “Zero in condotta” è l’unica rivista abruzzese, e anche nelle carceri umbre viene redatto un solo giornale, “Ora d’aria”. La sola regione Campania ospita 16 Istituti, fra Case circondariali e Ospedali psichiatrici giudiziari: 8 i periodici elaborati, una metà nella sola provincia di Napoli, l’altra fra le province di Caserta e Salerno. In Puglia, nonostante la presenza di ben 15 penitenziari, vengono prodotte solo 2 riviste, entrambe a Lecce. Identico il numero di giornali redatti in Calabria, che vanta sul suo territorio ben 12 penitenziari. “Arcobaleno” è l’unica testata della Basilicata. Terribilmente basso è il rapporto fra numero di carceri e giornali prodotti in Sicilia: dei 26 istituti presenti, solo 3 ospitano al loro interno una redazione giornalistica. Non è da meno la Sardegna: 13 penitenziari e solo 3 giornali prodotti.
Le pubblicazioni online
Un altro dato interessantissimo riguarda il numero di redazioni che hanno deciso di creare anche una testata online, oltre o al posto di quella tradizionale. Su 87 giornali elencati, solamente 6 prevedono una versione Internet: è una cifra modestissima, soprattutto considerata l’estrema importanza che il web oramai ha assunto nella vita quotidiana. Oltre a “Ildue.it”, che verrà trattato specificamente più avanti, vengono qui brevemente descritti gli altri 5 siti che, al Novembre 2003, appartengono al panorama editoriale carcerario su Internet.
Ristretti Orizzonti www.ristretti.it
“Ristretti Orizzonti”, bimestrale tra i più importanti e conosciuti del settore, è la rivista del “Carcere Due Palazzi di Padova”, a cui collabora anche un gruppo di detenute dell’ Istituto penale femminile “La Giudecca di Venezia”. I Ristretti, nel linguaggio burocratico carcerario, sono i detenuti. Perciò il periodico del Carcere Due Palazzi di Padova vuole «allargare gli orizzonti dei Ristretti». Il giornale nasce in versione cartacea dal 1998 ed ottiene da subito un grande successo, con duemila copie a bimestre diffuse in Italia e all’estero. Le copie vengono imbustate nell’istituto e poi spedite a enti locali ed istituzioni, ma anche a privati, biblioteche, scuole e studi legali. Dal settembre 2001 la rivista è disponibile anche su in versione online, con 3000 pagine di ipertesto e una media di 5000 contatti al mese. I redattori, 22/24 detenuti del “Due Palazzi” e 10 donne dell' “Istituto penale femminile La Giudecca di Venezia”, lavorano circa cinque ore al giorno. «Abbiamo la struttura di un vero e proprio giornale - dice Ornella Favaro, coordinatrice redazionale ed anima di “Ristretti Orizzonti”- con un responsabile per la redazione interna, una segreteria di redazione, i responsabili del sito e gli altri. E la nostra professionalità è stata acquisita tutta dentro il carcere, coinvolgendo gli enti di formazione adatti. Curiamo tutto noi, dalla grafica all’impaginazione». Il giornale appartiene ad un'associazione di volontariato esterna al carcere, “Il Granello di senape”, e vive dei contributi del Dap, per la tipografia, e della regione. Inoltre, nonostante tutti i numeri pubblicati siano disponibili online, per sostenere il lavoro della redazione è possibile sottoscrivere due tipi di abbonamento alla rivista: 13 euro l'anno per quello normale e 25 euro per quello “sostenitore”. Più che un sito, www.ristretti.it si può definire un vero e proprio portale, con migliaia di pagine alle quali è possibile accedere e di link ai quali è possibile collegarsi. “Ristretti” , oltre alle pagine scritte dai detenuti, ospita al suo interno diverse sezioni, tutte comunque dedicate al carcere, come la “Rassegna Stampa”, il “Glossario” o le “Aree di studio”. Un’area del sito assolutamente innovativa è quella delle “Pagine salvagente”, che propongono una mappa degli indirizzi utili contro l’esclusione sociale, nella quale vengono indicati i recapiti di cooperative, di centri per il reinserimento lavorativo, per l’assistenza sanitaria e di diversi sportelli informativi, per aiutare i detenuti anche dopo che sono usciti dal carcere. “Ristretti” è una delle pubblicazioni carcerarie che fanno parte del “Coordinamento nord est dei giornali del carcere” e del “Coordinamento Nazionale dei giornali del carcere”.
Maggio 2003
www.act-brescia.com/508
“Zona 508” è il periodico della sezione femminile del carcere di Verziano, in provincia di Brescia. E’ l’unica pubblicazione online scritta interamente da donne: la redazione è attualmente composta da cinque detenute, con un’età media di circa 30 anni, ma spesso vengono coinvolte nell’attività anche altre ragazze.
Alessandro Zucchelli, curatore esterno della rivista, spiega che «Zona 508 si chiama così perché questo è l'indirizzo della Casa circondariale di Verziano: i parenti dei detenuti, scrivendo questo nome, si fanno capire dal postino, ma non da chi non conosce il carcere, salvaguardando così un minimo di privacy».
Il primo numero del giornale risale al giugno 2001: contemporaneamente vengono create sia la versione cartacea, che quella Web. «L’accesso al sito è gentilmente messo a disposizione dall’Associazione carcere e Territorio di Brescia , spiega il Dottor Zucchelli «Anche la stampa, per ora, è offerta dall’A.C.T.». La versione cartacea è distribuita gratuitamente a Brescia a detenuti, volontari, personalità politiche e giuridiche.
Alla domanda sul perchè abbiano scelto di scrivere su un periodico carcerario, Mara, Alda, Gina, Barbara e Otilia, le detenute redattrici, rispondono: «Abbiamo iniziato quest’attività giornalistica con il suggerimento di Madre Mirella, impegnata da venticinque anni nel volontariato e molto attenta alle nostre esigenze. Il giornalino non vuole essere una protesta, ma la volontà di farci conoscere al di là dei nostri reati e delle nostre pene. Lo utilizziamo come un “ponte” fra noi “cattive” ed i buoni che stanno al di là del muro; e anche con il governo, che spesso, ma molto spesso, ci ignora o ci usa a suo piacimento. Dopo essere state sui quotidiani per i nostri reati, siamo molto fiere di essere lette da tutto il mondo tramite Internet».
Il sito è estremamente sobrio, con una grafica essenziale e ordinata. Non esistono rubriche, e “gli articoli” sono spesso costituiti da brevi pensieri o commenti delle detenute. All’interno di qualche numero è prevista la sezione “messaggi”, nella quale le ristrette possono dedicare e pubblicare le loro meditazioni, spesso rivolte ai propri cari.
Le riviste pubblicate dal gennaio 2001 al novembre 2003 sono 7, delle quali uno è un numero speciale sull’indulto: qui sono riportati anche articoli scritti da persone esterne al carcere o da detenute che fanno parte della redazione di un altro giornale carcerario, Ristretti Orizzonti (v. sopra).
La storia di Nabuc www.opgaversa.it/Nabuc/index.html
“La storia di Nabuc” è il “giornalino” dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa. Il pensiero e il fine del direttore della rivista e di tutto l’Opg, Adolfo Ferraro, sono espressi nella prima pagine del sito Internet: Questo giornale è un’utopia. Rendere dignitosa la sofferenza rappresentandola senza fronzoli, dare spazio ad una voce che si accetta solo nelle barzellette o nella cronaca nera, è una scommessa vinta in partenza; o forse persa in partenza, il che potrebbe anche essere lo stesso,visto che di Utopia si tratta. Diventa utopica la comunicazione, che nei termini degli attributi concessi si muove in uno spazio burocraticamente trasgressivo; Utopia è il senso stesso della pubblicazione che non vuole informare, né vendere né pubblicizzare, né tantomeno produrre benevola comprensione in chi leggerà. Ma soltanto fare volare i pensieri dissociati, le conoscenze alterne, le intuizioni deliranti, la poesia estrema e la sensibilità abnorme di chi non ha ancora completamente ceduto alla disgregazione della malattia, ma la riabilita con una dignità costruttiva. Nessuna opera d’arte, dunque, nessuna notizia sconvolgente, nessun premio, è il traguardo che ci si pone. Ma egualmente il risultato sarà Straordinario. La realizzazione dell’utopia sarà possibile solo a chi non pone limiti alla propria fantasia. Modesta è la forza, variegato è l’obiettivo, discutibile è il risultato. Ma è l’unico modo per realizzare l’Utopia (e la libertà!) . Il giornale esiste solo in versione online. Il primo numero, dedicato ai bambini di Baghdad, risale al Gennaio del 1999. Il costo del giornale era di 2000£, e quello dell’abbonamento web annuale 20.000 £ (50.000 £ quello “sostenitore”). Dal gennaio 2002, in concomitanza con l’entrata in vigore dell’Euro, il giornale è diventato acquistabile solo attraverso abbonamento, e non più anche come “copia” singola. I prezzi sono leggermente aumentati: 15 € l’abbonamento “normale” e 30 € per quello “sostenitore”. In realtà, dal numero speciale del Novembre 2002 e fino all’ultimo numero pubblicato su internet, quello del gennaio 2003, i prezzi hanno subito un abbassamento: 12 € l’abbonamento annuale, 24 € quello sostenitore. La sottoscrizione dà anche diritto alla consultazione dei numeri arretrati pubblicati online, ai quali è possibile accedere grazie ad una speciale password. Nabuc è un giornale scritto da quanti hanno oltrepassato almeno una volta, nella loro vita, e con gravi conseguenze la linea della “normalità”, e oggi sono ospiti di una struttura, L’Ospedale Psichiatrico Giudiziario “Filippo Saporito di Aversa” I redattori del giornale sono in media una decina, ma come per tutti i giornali carcerari, la redazione è piuttosto “mobile”. Il sito Internet colpisce subito per il massiccio uso dei disegni e dei colori: vignette, immagini tratte da cartoni animati e da fumetti, particolari di dipinti famosi o fotografie accompagnano e completano visivamente gli articoli scritti dai redattori. Lo stile del giornale è vivace e scherzoso, in molte parti comico: il riferimento al tema della “follia” è continuo, quasi esasperato. La copertina del giornalino, diversa per ogni numero, è dedicata ad un tema preciso , che molto spesso corrisponde al titolo di un film, di cui viene pubblicata la locandina, come ad esempio, “Il mostro”o “Terapie e pallottole”. Gli articoli presenti nel giornalino sono numerosi e quasi tutti autobiografici. Vengono trattati soprattutto temi che difficilmente troverebbero spazio su riviste”normali”, come il sesso o la condizione carceraria . Moltissime le rubriche di lettere, poesie o opinioni espresse da detenuti, che sembrano fare del giornale una vero e propria valvola di sfogo dei loro pensieri e delle loro paure.
3.4 La grande promessa: la voce del detenuto www.infol.it/grandepromessa/
“La Grande Promessa” è il mensile dei detenuti della casa di reclusione di Porto Azzurro, all’Isola d’Elba, ed è la prima rivista carceraria ad essere stata pubblicata in Italia, nel 1951. La sua pubblicazione è continuata, fra alti e bassi, per circa cinquanta anni. Nel 2001 però, alcune difficoltà economiche, riguardanti soprattutto la tipografia interna addetta alla stampa del giornale (macchinari vecchi, mancanza di tipografi), hanno costretto la redazione a interrompere la produzione del periodico. Naturalmente, anche la versione online ha risentito della crisi che ha colpito la redazione del giornale. Su Internet è tuttora attivo il collegamento ad una pagina web, che riporta ancora l’indice e la copertina dell’ultimo numero pubblicato. E’ ancora disponibile anche una sezione, “Gli annunci della Grande Promessa”, che ospita dei messaggi di alcuni detenuti che cercano persone con le quali iniziare una corrispondenza per lettera. Vista l’importanza che “La grande promessa” ha sempre rivestito all’interno del panorama del giornalismo carcerario, l’augurio di tutte le associazioni e del “Coordinamento nazionale dei Giornali del carcere”, di cui la pubblicazione fa parte, è che la crisi che la ha colpita sia solo passeggera, e che possa essere superata in tempi brevi.
3.5 Il filo di Arianna www.icatteboli.it/
“Il Filo di Arianna” è un giornale scritto dagli ospiti di due diversi ICATT (“Istituto a Custodia Attenuata per il Trattamento delle Tossicodipendenze”): quello di Eboli, in provincia di Salerno, e quello di Lauro, in provincia di Avellino. Il periodico nasce nel 1999, inizialmente redatto dai detenuti dell’ICATT di Eboli. Nello stesso periodo, nell’Istituto di Lauro i carcerati erano impegnati in un’altra rivista, Anagramma. E’ solo dall’anno seguente, il 2000, che gli istituti di Eboli e Lauro, con in comune lo stesso coordinatore redazionale, Beppe Battaglia, decidono di impegnarsi nella stesura di un periodico comune. Viene anche creato un sito Internet del giornale, nel quale sono periodicamente riportati gli articoli contenuti nella versione cartacea. I pezzi, scritti da detenuti o da collaboratori esterni, sono numerosi.. E anche presente una rubrica fissa, “spoetando”, che in ogni numero raccoglie le poesie dei detenuti. L’ultimo numero consultabile online risale però a luglio del 2001. In realtà, la rivista su carta, un trimestrale che raggiunge le 1000 copie di tiratura, non ha mai smesso di essere pubblicato, ma a causa della mancanza di fondi concessi dall’amministrazione è stato fino ad ora impossibile aggiornare il sito Internet.
I coordinamenti dei giornali del carcere
La più rilevante organizzazione italiana, che riunisce alcune fra le più importanti pubblicazioni carcerarie, è il “Coordinamento nazionale dei giornali del carcere”, costituito nel Dicembre del 1999, durante il primo convegno su “Informazione e carcere”. In questa occasione sono sette le esperienze chiamate a rappresentare il coordinamento: «Mayday» (Bologna), «La storia di Nabuc» (OPG di Aversa), «Ragazze Fuori» (Empoli), «Ristretti Orizzonti» (Padova), «Liberarsi dalla necessità del carcere» (Firenze), «Centro di Documentazione Gruppo Abele» (Torino) e «Il filo di Arianna» (Eboli - Salerno). L’invito a partecipare all’iniziativa è comunque rivolto a «tutte le esperienze interessate che producono periodici e che fanno informazione nel carcere e sul carcere».
Il coordinamento si prefigge l’obiettivo di confrontare le esperienze, in modo che quanto di positivo ed efficace ogni giornale ha realizzato possa diventare patrimonio comune. L’organizzazione attualmente comprende circa 60 riviste carcerarie, la maggior parte delle quali prodotte all’interno di carceri toscane.
I rappresentanti del coordinamento, fra le molte cose, nel loro primo incontro chiedono al Ministero «di venire consultati su quello che viene elaborato a livello del DAP sull’informazione in generale e sui giornali in particolare» e si impegnano a facilitare la nascita di altre esperienze di informazione, ad aiutare quelle già esistenti a superare i problemi in cui potrebbero imbattersi, e ad instaurare un rapporto con l’Ordine dei Giornalisti.
Il secondo Convegno Nazionale su Informazione e Carcere si svolge sempre a Firenze nel Novembre 2001, a due anni di distanza dal primo. Le persone che partecipano all’iniziativa sono circa duecento; i giornali presenti sono una quarantina, e moltissime sono anche le associazioni volontarie che aderiscono al congresso. «Abbiamo deciso di promuovere questo convegno nazionale - spiega il vicepresidente della Regione Toscana, e assessore alle politiche sociali, Angelo Passaleva - perché crediamo importante che i detenuti vengano formati e acquisiscano capacità professionali nel settore della comunicazione. Capacità che potranno utilizzare al momento del loro reinserimento, come è avvenuto nel caso delle due detenute del carcere femminile di Empoli, che curano anche la realizzazione del giornale del comune».
Al termine del congresso vengono lanciate alcune proposte a tutte le organizzazioni partecipanti: rivitalizzare il coordinamento, anche attraverso l’individuazione di riferenti regionali e organizzando meglio una segreteria operativa; effettuare un censimento non solo quantitativo dei giornali; istituire un ufficio-agenzia stampa del coordinamento; diffondere l’informazione anche su Internet; costituire una “Federazione nazionale giornali carcere e territorio”, con veste anche giuridica e con il compito di creare un fondo economico nazionale, nonché di interloquire con gli organismi di “settore” (ad esempio, l’ordine dei giornalisti e con la rete dei “giornali di strada”).
In questa occasione sono emerse alcune difficoltà riguardanti l’informazione carceraria. Si è posto innanzitutto il problema dell'autocensura: sono cioè gli stessi detenuti a raccontare in modo fin troppo 'controllato' quello che avviene nelle celle, per non mettere a rischio il godimento dei vari benefici penitenziari (permessi premio, misure alternative,semilibertà). «Il rischio che si corre», conferma Antonella Barone, direttrice del Tg2Palazzi, «è quello di un'informazione infiocchettata».
Pesa inoltre il fatto che molti giornali nascono e muoiono in fretta, soprattutto nelle Case Circondariali, dove i detenuti hanno pene più brevi. Alcune fra le esperienze più solide e durature, paradossalmente, sono proprio nelle sezioni di Alta Sicurezza.
Il
convegno è stato anche l'occasione per rilanciare due proposte forti: quella
avanzata da un detenuto di Padova, Francesco Morelli, di creare un
“Ufficio stampa” dei giornali, per coordinare iniziative impegnative, come
campagne di informazione sulla salute in carcere e inchieste sui suicidi (70
casi nel 2001). La seconda proposta, presentata da Sergio Segio e Sergio
Cusani, mira alla creazione di una “Federazione nazionale dei giornali
Carcere e Territorio”, con una propria veste giuridica, che divenga l'
interlocutore degli altri organismi del settore e faccia uscire dall'
isolamento le varie iniziative di informazione.
Il coordinamento di 60 realtà carcerarie non è facile. «Esistono precise difficoltà a realizzare e rendere incisivo un coordinamento di 60 giornali carcerari così diversi tra loro - dice il presidente di Pantagruel (l’ associazione fiorentina promotrice dell’incontro) Giuliano Capecchi - anche di carattere logistico. Non è così semplice riuscire a fare un convegno. E poi mancano i fondi: abbiamo ottenuto il nostro primo e unico finanziamento quattro anni fa. Meglio del coordinamento nazionale funzionano quelli locali, come quello della Toscana (delle 60 testate del coordinamento 15 sono toscane) o del Nord - Est, che raccoglie le esperienze venete e lombarde.
Il “Coordinamento Nordest dei giornali del carcere” è attualmente costituito dalle otto pubblicazioni delle carceri di Padova, Piacenza, Rovereto, Rovigo, Treviso, Udine, Verona e Vicenza.
La delineazione di un comune progetto di prevenzione della devianza e un maggiore coinvolgimento del mondo del volontariato, attualmente piuttosto latitante, sono gli obiettivi che il Coordinamento si è prefissato per l’immediato futuro nel corso della riunione che si è tenuta il 29 marzo 2003 nella Casa di Reclusione di Padova. Sul fronte dei giornali dalle carceri si registrano i soliti problemi e in particolare il forte turn-over di detenuti, ultimamente aggravato dagli sfollamenti dovuti a lavori di ristrutturazione, che sguarnisce le redazioni delle Case Circondariali. Oltre che con la riduzione dei numeri pubblicati, come è previsto nel caso di Udine, la crisi viene affrontata anche cercando di accorpare il lavoro delle redazioni di più carceri, come si sta tentando di fare a Trento e Rovereto.
Il “Coordinamento Toscana e Lazio dei giornali del carcere” raccoglie sei esperienze, di cui quattro carcerarie, del centro Italia. Nell’incontro organizzato nel gennaio 2003, le associazioni si sono riproposte una serie di impegni: migliorare in genere il livello qualitativo dei giornali, anche facendo circolare scritti, interviste, documenti di particolare importanza; creare una redazione esterna oltre a quella interna per permettere a chi esce di continuare a lavorare per il giornale; studiare una possibile distribuzione dei vari giornali nelle librerie, nelle edicole o in particolari momenti di aggregazione.
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