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GRATTACIELO O EDIFICIO MULTIPIANO
Il primo edificio in c.a. italiano
L'edificio multipiano
L'emblema iconografico della piazza, l'elemento più significativo del progetto presente sino nei primi schizzi progettuali del Piacentini, è costituito dal torrione Ina o "edificio multipiano", come preferiva battezzarlo l'attento lessico autarchico delle gerarchie del regime.
I tecnici bresciani erano particolarmente incuriositi e con aria indifferente sbirciavano fra le assi dell'impalcatura di recinzione del cantiere; uno scavo di 21.000 metri cubi, un impasto di calcestruzzo di 18.000 metri cubi, una gabbia di cemento alta più di sessanta metri, rivestita da un paramento in mattoni speciali di 6.000 metri quadrati, affogava i quindicimila quintali di ferro della struttura portante calcolata dal milanese Luigi Compagna con la consulenza di una vera e propria ce autorità in materia, il professor Dannuso del Politecnico di Milano.
Dell'opera del Piacentini ne rimase molto colpito anche il Capo del Governo, che con passo giovanile e rapido salì i trecentotrenta gradini arrivando direttamente alla aerea terrazza del ristorante. Lungo i ripiani si erano affollati per l'occasione gli ospiti che dai singoli appartamenti avevano assistito alle cerimonie della piazza. Lo stupore di vedersi di fronte il Duce aveva moltiplicato l'entusiasmo e ad ogni piano un grido appassionato e commovente aveva scandito la salita delle ventotto rampe di scala.
Giunto in cima fresco, sorridente, agilissimo, mentre solo una parte del seguito aveva potuto tener dietro con pari velocità al suo passo giovanile di bersagliere, gridò: "Bravi, avete fatto un'opera bella!"
Sulla parete di un pilastro dei portici, verso la piazza,venne murata una piastra in terracotta costituita da un bassorilievo di Arturo Martini, raffigurante l'annunciazione, assolutamente dimessa nel contenuto religioso, tanto che destò la vivace critica di molti cattolici. Sulle pareti del torrione, sempre verso est e quindi verso la piazza, furono collocate dodici tavole in cotto di Vittorio Saltelli, con bassorilievi raffiguranti elementi tipici di varie attività produttive, dalla meccanica all'edilizia.
Il torrione I.N.A. è stato il primo grattacielo italiano in cemento armato; i suoi 13 piani - pari a quelli del primo grattacielo di Chicago, la Home Insurance Company, del 1885 - raggiungono i sessanta metri d'altezza. 'L'illustrazione Italiana, rivista settimanale degli avvenimenti e personaggi contemporanei', del 1932, lo indicava come il più alto edificio in cemento armato d'Europa e uno dei più alti del mondo del periodo.
Il torrione INA.
I ferri dei pilastri.
Fasi di realizzazione dell'opera.
Il torrione completato.
Il torrione oggi.
Il calcestruzzo armato
Il calcestruzzo armato o conglomerato cementizio armato (chiamato gergalmente anche cemento armato) è un materiale usato per la costruzione di opere civili, costituito da calcestruzzo (una miscela di cemento, acqua, sabbia e aggregati, cioè elementi lapidei, come la ghiaia) e barre di acciaio (armatura) annegate al suo interno ed opportunamente sagomate ed interconnesse fra di loro.
È un materiale utilizzato sia per la realizzazione della struttura degli edifici (ovverosia dell'ossatura portante) o di manufatti come ad esempio, i muri di sostegno dei terrapieni.
Come l'acciaio, anche il cemento armato può essere realizzato in stabilimento per produrre elementi prefabbricati; in genere travi e pilastri, ma è in uso anche la produzione di pannelli ed elementi con anche funzioni decorative. La produzione in stabilimento permette di avere un miglior controllo sulla qualità del calcestruzzo, ma, essendo più costosa, viene utilizzata con regolarità quando le condizioni climatiche del cantiere sono proibitive (non a caso la prefabbricazione si è sviluppata moltissimo in Russia), o quando gli elementi da produrre richiedono dei controlli rigorosi, come può essere il caso di alcune tecnologie con le quali viene realizzato il cemento armato precompresso.
In cantiere, la tecnologia del calcestruzzo gettato in opera ha il vantaggio di creare meno problemi nei nodi tra gli elementi, cioè in quei punti in cui si uniscono travi e pilastri.
Cenni storici
I primi impieghi
Il calcestruzzo, con pozzolana e calce comune come leganti, fu adoperato già dagli antichi romani col nome di betunium. Vi sono anche rari esempi di ritrovamenti di barre di bronzo annegate nella massa del calcestruzzo, disposte in maniera intuitiva, che non permettono però di considerarlo cemento armato vero e proprio. Inoltre la differente dilatazione termica dei due materiali produceva problemi di scheggiatura.
L'invenzione del cemento armato è generalmente attribuita alla scoperta fortuita di un giardiniere parigino di nome Joseph Monier: nel tentativo di produrre vasi da fiori, avrebbe notato che la gabbia di metallo usata per trattenere e modellare il cemento dimostrava la proprietà di non staccarsi facilmente dal calcestruzzo stesso. Il 16 luglio 1807 Monier si faceva rilasciare il suo primo brevetto per la realizzazione di vasi da fiori.
Negli anni successivi seguirono brevetti per tubi, serbatoi, solette piane e curve, scale ecc. In tali brevetti si riscontrano già tutti i concetti principali per l'armatura del cemento.
Prima di essere utilizzato nell'edilizia, il cemento armato fu impiegato nell'industria navale. L'avvocato francese J. L. Lambot costruì una piccola imbarcazione con una struttura metallica ricoperta di calcestruzzo, che fece sensazione all'Esposizione universale di Parigi del 1855. Nel 1890 l'italiano C. Gabellini iniziò la costruzione di scafi navali in cemento.
Il calcestruzzo nell'edilizia
Anche se già nel 1830 in una pubblicazione intitolata The Encyclopaedia of Cottage, Farm and Village Architecture si suggeriva che una grata di acciaio poteva essere inglobata nel calcestruzzo per formare un tetto, il primo ad avere introdotto il cemento armato nell'edilizia è considerato William Wilkinson di Newcastle. Nel 1854 egli registrò un brevetto per il 'miglioramento nella costruzione di dimore a prova di fuoco, di magazzini, di altre costruzioni e delle parti delle stesse'. Wilkinson eresse un piccolo cottage di due piani per la servitù, rinforzando pavimento e tetto di cemento con l'uso di barre di acciaio e di cavi metallici; in seguito sviluppò varie strutture del genere.
L'architetto franco-svizzero Le Corbusier (1887-1965) fu tra i primi a comprendere le potenzialità innovative del cemento armato nell'ambito dell'architettura contemporanea ed a sfruttarlo ampiamente nelle sue opere, dopo averne visto le potenzialità intuite dal suo maestro Auguste Perret, tra le cui opere in cemento armato spicca la casa in Rue Franklin a Parigi del 1903. In Italia il cemento armato iniziò a diffondersi a cavallo fra il XIX e il XX secolo ma una legislazione specifica per regolarne l'utilizzo fu emanata solo a partire dal novembre 1939 (R.D.L. n.2229 del 16.11.1939).
Proprietà
Generalità
Il cemento armato sfrutta l'unione di un materiale da costruzione tradizionale e relativamente poco costoso come il calcestruzzo, dotato di una notevole resistenza alla compressione ma con il difetto di una scarsa resistenza alla trazione, con l'acciaio, dotato di un'ottima resistenza a trazione. Quest'ultimo è utilizzato in barre (che possono essere lisce o ad aderenza migliorata con opportuni risalti) e viene annegato nel calcestruzzo nelle zone ove è necessario far fronte agli sforzi di trazione.
Le barre hanno diametro variabile commercialmente da 5 mm a 32 mm e possono essere impiegate sia come 'armatura corrente' o longitudinale, sia come 'staffe', ovvero come barre che racchiudono altre barre (in genere di maggior diametro) a formare una sorta di 'gabbie' opportunamente dimensionate secondo le necessità d'impiego. In generale, vengono prodotte barre fino ad una lunghezza massima di 12 m a causa di problemi di trasporto. Le barre si possono presentare anche sotto forma di reti elettro saldate (nei diametri da 5 a 10 mm) a maglia quadrata con passi variabili da 10 a 20 cm e vengono, in questo caso, impiegate per armare solette o muri in elevazione.
La collaborazione tra due materiali così eterogenei è spiegata tenendo presenti due punti fondamentali:
Per aumentare l'aderenza tra i due materiali da qualche decennio al posto delle barre lisce di acciaio vengono utilizzate barre ad aderenza migliorata, cioè barre sulle quali sono presenti dei risalti.
Un tempo, a causa dell'elevato costo del materiale e grazie alla disponibilità di manodopera a basso costo, si cercava di utilizzare meno barre possibili facendo svolgere a quelle utilizzate diverse funzioni strutturali. Di solito si sagomavano le barre longitudinali a 45° per fornire alla trave in calcestruzzo armato anche resistenza al taglio oltre che a flessione. Oggi invece la situazione è opposta, pertanto si cercano di snellire maggiormente le operazioni in cantiere utilizzando direttamente staffe e armature longitudinali.
Durabilità
Inizialmente e per molti anni si pensò che il calcestruzzo armato potesse avere una vita eterna; purtroppo ciò è evidentemente falso, perché entrambi i materiali che lo costituiscono sono soggetti a problemi che ne compromettono la resistenza nel tempo.
Il calcestruzzo, se non adeguatamente protetto, può essere attaccato da sali presenti nell'acqua di mare e nell'aria in prossimità delle coste, da acidi dei fumi industriali, dal fenomeno della carbonatazione. Esso risente inoltre delle variazioni di temperatura, ed in particolare è vulnerabile al gelo.
L'acciaio, se non ben protetto da uno strato di calcestruzzo (copriferro), è soggetto ad ossidazione, cioè tende ad arrugginirsi. L'ossidazione oltre a compromettere del tutto la resistenza a flessione dell'acciaio (che tende quindi a rompersi molto più facilmente) fa aumentare il volume dell'acciaio che può così rompere il calcestruzzo che lo ricopre e lo porta di conseguenza a sbriciolarsi.
L'ossidazione può essere provocata da vari fattori, per esempio da infiltrazione di acqua o vapore acqueo attraverso le fessurazioni del calcestruzzo che si producono naturalmente quando l'elemento strutturale è sollecitato a flessione: il calcestruzzo, non reagendo a trazione, nella parte tesa della sezione tende a fessurarsi, aprendo così la strada, quando tali fessure sono di entità rilevante, agli agenti ossidanti. L'entità e la pericolosità delle fessurazioni sono calcolabili attraverso semplici modelli matematici descritti nella scienza delle costruzioni e nelle norme UNI. È virtualmente impossibile realizzare un calcestruzzo armato che non si fessura, perché il modulo di elasticità (o modulo di Young) dei due materiali (acciaio e calcestruzzo) differisce troppo per consentire una omogeneità di dilatazione sotto sforzo. Tuttavia, rimanendo entro i limiti normativi per la fessurazione, l'ossidazione dell'acciaio può essere considerata trascurabile, allungando di molto la durabilità del manufatto.
Negli ultimi tempi alcune ditte hanno cominciato a proporre l'acciaio inossidabile per l'armatura del calcestruzzo. Tale materiale è sensibilmente più costoso dell'acciaio 'normale' (semplice lega di ferro e carbonio), perché più complesso da produrre, meno resistente e più fragile. Ha però un vantaggio indiscusso: il fatto di non subire la ruggine e il conseguente aumento di volume. I costi proibitivi ne consentono l'utilizzo, per ora, solo in strutture in cui la manutenzione è particolarmente gravosa o l'aggressività degli agenti atmosferici particolarmente elevata, quali, per esempio: ponti, dighe, strutture portuali, infrastrutture viarie sospese e simili. In questi casi, il risparmio dovuto alle opere di manutenzione può giustificare una maggiore spesa per la realizzazione del manufatto. Rimane il fatto, però, che la struttura è più pesante perché necessita di una maggiore quantità di acciaio in quanto l'acciaio inossidabile è meno resistente di quello al solo carbonio e ne serve dunque una maggiore quantità per rientrare nei limiti di legge.
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