Quale psicologia per comprendere il consumo?
1 Sedimento di diverse psicologie
La
psicologia è caratterizzata dallo sforzo di superare il complesso di essere una
scienza che deve occuparsi oggettivamente della soggettività: la psicologia
somma punti di vista assegnando a ciascuno di loro una sfera di competenza
specifica. È l'approccio cognitivista quello che interpreta meglio l'antropologia
moderna e i progetto di un sapere che è controllo e dominio. La psicologia della personalità considera
invece come proprio oggetto specifico l'insieme della persona.
2 Il ruolo delle altre psicologie nella comprensione del
consumatore
Oltre
a psicologia cognitivista e della personalità, nella psicologia del consumatore
si fa uso di altri approcci psicologici. Un esempio è quello della psicologia del ragionamento e della decisione, che consente e di comprendere le
strategie della decisione del consumatore nei suoi aspetti non logici,
evidenziando le differenze rispetto ad un processo logico. Queste differenze
rendono conto del come il consumatore possa difendere per esempio scelte di
acquisto irragionevoli sul piano logico (cambiare automobile quando quella che
ha funziona ancora bene); ci aiuta a comprendere i processi autogiustificazione
per legittimare scelte non sostenibili su un piano meramente pratico o di
vantaggio economico. Questo approccio è però inappropriato, perché non possiamo
stupirci degli errori logici visto che abbiamo accettato l'idea che la logica
del consumatore sia in realtà una logica della non necessità: l'uomo non è
razionale e logico, non valuta la necessità né effettua un calcolo preciso del
vantaggio economico. Oggi comunque la psicologia si affida alla psicologia del
ragionamento e al cognitivismo, per costruire le leggi e simulare i processi
decisionali che guidano le scelte del consumatore, del quale vanno analizzate
alcune variabili di contenuto, per esempio il rapporto tra beneficio e costo, e
quello tra bello e utile. Se si riuscissero ad indicizzare questi valori
potremmo procedere alla gestione della mente del consumatore. Ma, ripetiamo, la
visione che queste due psicologie hanno dell'uomo è ancora troppo razionale. In
realtà per rendere efficace l'approccio della psicologia economica occorre
poter classificare e pesare tutti i tipi di situazioni e di valori-criteri
associati, ma è un compito infinito. Anche la psicoanalisi
appare indispensabile per la psicologia dei
consumi, in particolare per il determinismo inconscio del comportamento, che
determinano attrazione e scelta di un prodotto. Però il consumatore oggi è
cosciente della presenza di pressioni inconsce, il che ne fa un soggetto non
più condizionabile: va inteso come un individuo la cui psiche lavora a più
livelli, e non sempre quello inconscio è quello fondamentale. La psicoanalisi
ci illumina sull'importanza dei processi di identificazione, in cui cognitivo e
emotivo si intrecciano. Dalla psicologia sociale
si traggono due assunti: il legame tre identità
individuale e appartenenza ad un gruppo e l'influenza sociale e della dinamica
di persuasione, però finché non si sarà adeguata alla fluidità della
personalità postmoderna il suo contributo non sarà fertile come in passato. Lo
schema del riflesso (Pavlov e Skinner) e della formazione di abitudini può
aiutarci a capire i comportamenti automatici ad abituali dell'acquisto della
massa media, che di certo automatizza alcune associazioni e sequenze
stimolo-risposta. La psicologia porta con sé due opzioni fondamentali quanto
discutibili dal punto di vista del soggetto postmoderno. 1) il
soggetto-consumatore è visto come un insieme di processi che possono e devono
essere determinati in modo meccanicistico. 2) la comprensione dei processi
complessi nasce bottom up dalla ricostruzione dei processi basilari. Questa
convinzione urta con il riconoscimento che l'organizzazione mentale dipende
anche nei suoi processi di base dal tipo
di motivazione, coinvolgimento e finalità. Per la comprensione del consumatore
oggi occorre una psicologia che parte dai sistemi globali che sorreggono il
self e l'identità; la psicologia del consumatore è una sommatoria dei vari
processi psichici studiati dalla psicologia generale di cui si cerca una
trasposizione sui fenomeni del consumo. Però si finisce per considerare il
consumatore come un elemento passivo, da guidare e condizionare, in contrasto
con la psicologia cognitivista e culturale, ma anche con la esperienza che il
marketing va facendo di questo consumatore, che è in realtà attivo, instabile,
imprevedibile e non governabile. Invece dobbiamo ricordarci che nella
postmodernità il consumo trasforma i beni di consumo in oggetti di desiderio e
che l'esperienza del consumo coinvolge non solo le sfere cognitive e decisionali
e le scelte comportamentali, ma anche le sfere emotive ed affettive,
relazionali, simboliche e di making sense.