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PROCESSO DI RICERCA
PSICOLOGIA: scienza che studia il comportamento funzioni psichiche e processi mentali, è una disciplina scientifica.
SCIENZA: modo di ottenere conoscenza in base a osservazioni obiettive. Proprietà: chiare e sintetica, pubblica e replicabile.
COS'è LA RICERCA: studio di un argomento al fine di scoprire nuove info (DATI) e individuare relazioni tra gli elementi (TEORIA).
RICERCA DI BASE O PURA: aumenta le conoscenze teoriche su un argomento, utili per molte applicazioni.
RICERCA APPLICATA: utilizza teorie e metodi della ricerca pura per la soluzione pratica di problemi concreti.
FASI DELLA RICERCA: 1 identificazione del problema di ricerca; 2 pianificazione del disegno sperimentale; 3 osservazioni; 4 analisi dei dati; 5 interpretazione dei dati; 6 comunicazione dei risultati.
FASE 1 IDENTIFICAZIONE DEL PROBLEMA DI RICERCA: la ricerca nasce da problemi, teorici e sociali. Un problema teorico è una contraddizione asserto teorico e un altro. Un problema sociale nasce dalle contraddizioni della società.
interessi personali del ricercatore: ad esempio l'interesse di Pavlov per le secrezioni psichiche del cane lo portarono a scoprire i riflessi incondizionati.
Fatti paradossali e fortuna: Darley e La tanè si chiesero quali fossero i meccanismi alla base dei comportamenti inerti e passivi di fronte alle richieste d'aiuto, e l'ipotesi fu che quanto più numerose sono le persone che in una data circostanza di pericolo sono in condizione di accorrere aiuto, tanto meno ciascuna di esse ha la responsabilità di agire. Si parla di serendipità dono di fare scoperte alla quali non si mirava.
Tentativi di risolvere problemi pratici: la maggior parte della ricerca psicologica è ricerca applicata cioè volta a dare soluzioni a problemi concreti.
Teorie e risultati delle ricerche: aspetto importante delle teorie è quello di far sorgere nuove problematiche in due maniere: influenza eucaristica si ha quando una teoria genera un grande interesse; e influenza sistematica avviene quando le teorie fanno affermazioni esplicite direttamente verificabili.
Strumenti di identificazione dei problemi: più conoscenze uno studioso possiede su una determinata area di ricerca e più possibilità ha di proporre nuove problematiche.
Competizione: meccanismo per aumentare il livello di qualità della ricerca si basa sulla competizione tra i ricercatori.
DOMANDE DI RICERCA: permettono di focalizzare l'attenzione del ricercatore su alcuni aspetti piuttosto che su altri.
IPOTESI DI RICERCA: congettura sulle relazioni esistenti tra le variabili che il ricercatore intende verificare espressa da ( se.allora.). Se i soggetti subiscono una frustrazione allora diventano aggressivi.
Ipotesi di ricerca: "Se le persone subiscono una frustrazione, allora divengono aggressive"
Operazionalizzazione: "Se un telefono pubblico non restituisce la moneta all'utente, allora metterà in atto dei
comportamenti distruttivi nei confronti del telefono stesso"
Rappresentazione matematica:
y f (x) in cui: x = frustrazione
y = aggressività
IPOTESI STATISTICHE: 1- Ipotesi nulla (H0): mancanza dell'effetto
2- ipotesi alternativa(H1): presenza dell'effetto.
Esse si escludono reciprocamente.
FASE 2 PIANIFICAZIONE DEL DISEGNO DELLA RICERCA: questa fase delinea il disegno della ricerca nel suo complesso riguardo l'oggetto da osservare le condizioni gli strumenti i metodi i dati e test statistici.
FASE 3 OSSERVAZIONI O RACCOLTA DATI:il ricercatore mette in atto le procedure stabilite precedentemente e raccoglie i dati che saranno oggetto di studio delle tappe successive.
TEORIA DELLA MISURAZIONE: secondo Stevens (1946) la misurazione è un associazione tra una categoria e un evento, un oggetto o un individuo.
Da un lato, la "realtà":
Eventi che accadono nel tempo
Oggetti presenti nel mondo reale
Individui che attuano dei comportamenti
Dall'altro, le categorie:
Sistemi di categorie con i quali etichettiamo, codifichiamo, organizziamo gli eventi, gli oggetti o gli individui che fanno parte del mondo e della nostra esperienza sensibile.
In mezzo, le regole
Esistono delle regole di corrispondenza da rispettare per misurare in maniera corretta e accurata.
In modo più formale si dice che deve esistere
Un sistema empirico che ha determinate caratteristiche (la "realtà")
Un sistema "numerico" (leggi: formale) che deve
riflettere le caratteristiche del sistema empirico (le categorie)
Una funzione di omomorfismo che lega il sistema empirico con quello numerico (regole).
La misurazione di un sistema empirico diviene perciò costruire un sistema numerico in modo tale che sia in
una relazione di omomorfismo con il sistema empirico
CASO: (o soggetto) ciò a cui si applica la misurazione e che viene assegnato a una delle condizioni sperimentali.
VARIABILE: indica qualsiasi caratteristica del soggetto che può assumere valori diversi in un dato intervallo e che varia da individuo all'altro. Può essere misurata.
LIVELLI O MODALITA: insiemi di categorie delle variabili che esprimono l'ambito della variazione della variabile stessa.
I 4 TIPI DI VARIABILI.
VARIABILE CATEGORIALE O NOMINALE:Se le categorie della variabile sono delle pure e semplici categorie discrete, qualitativamente diverse l'una dall'altra, e non possono essere ordinate in nessun modo, allora la variabile è detta categoriale o nominale o mutabile.
Esempi:Genere (maschi, femmine)
VARIABILE ORDINALE: Se i livelli possono essere ordinati in modo tale che uno viene prima di un altro, e così via, allora la variabile viene detta ordinale.
Esempi:Classe sociale (alta, media, bassa)
VARIABILE A INTERVALLI EQUIVALENTI: Se i livelli della variabile possono essere, oltre che ordinati, anche numerati, cosicché ciascun livello corrisponde ad un numero, e se l'intervallo tra un livello e quello adiacente è costante (unità), allora la variabile viene detta a intervalli (o a intervalli equivalenti).
L'aspetto fondamentale è che l'intervallo, cioè la differenza tra i livelli, sia costante. Perciò, è assolutamente equivalente se i valori attribuiti ai livelli sono 0, 1, 2, 3 e 4, oppure -2, -1, 0, +1, +2.
Per esempio,Temperatura in Fahrenheit o in centigradi
Poiché la scala viene attribuita arbitrariamente ai livelli, anche il valore zero è un valore arbitrario assegnato ad un livello, e non uno zero assoluto o naturale. Perciò, l'assegnazione del valore zero ad una caratteristica
psicologica non indica un'assenza reale di tale caratteristica ma un punto arbitrario del continuum nell'intensità con cui tale caratteristica si può manifestare.
Conseguenze: Se lo zero è arbitrario, non si può dire che una temperatura di 20° è doppia rispetto a una di 10° (sebbene lo si faccia nel linguaggio quotidiano), ma solo che la differenza che esiste tra 20° e 10° è la stessa che esiste, per esempio, tra 30° e 20°.
VARIABILE A RAPPORTI EQUIVALENTI: Quando lo zero indica la vera assenza di quantità misurata, la
variabile in questione è detta a rapporti (o a rapporti equivalenti). Ne consegue che se il punteggio della variabile è doppio dell'altra, anche la stessa quantità misurata è il doppio dell'altra.
Esempi: Il numero di errori in un testo scritto Il numero dei figli.
QUALITATIVE. Variabili nominali e ordinali.
METRICHE O QUANTITATIVE: variabili a intervalli e a rapporti.
VARIABILE DI FREQUENZA: che esprimono quanti eventi individui o oggetti sono presenti in ciascun livello di variabile.
PUNTEGGIO: misurazione con scala quantitativa (QI 110)
MATRICE: strumento londamentale per organizzare in maniera sistematica i dati raccolti rispetto a ciascun soggetto o caso.
CRITERI DELLA VARIABILI SPERIMENTALI:
LIVELLO DI PRECISIONE DELLA MISURAZIONE
VARIABILI CONTINUE Si dice continua quella variabile che può assumere i valori di tutti i numeri reali, cioè di quei numeri che contengono gli interi e tutti i punti frazionari presenti tra di loro. Cioè, anche se il suo ambito di variazione è limitato, può assumere un numero infinito di valori. Es., altezza.
VARIABILI DISCRETE: :Si dice discreta quella variabile che può assumere un numero finito di valori, solitamente non frazionari, all'interno del suo ambito di variazione o tra due suoi punti qualunque (es., numero di figli).
VARIABILI IN BASE AL RUOLO ALL'INTERNO DELLA RICERCA.
INDIPENDENTE: La variabile indipendente è la variabile che il ricercatore suppone sia la causa di un determinato effetto.
DIPENDENTE :La variabile dipendente è la variabile che il ricercatore suppone dipenda dalla variabile indipendente.
V.I. MANIPOLATE E NON MANIPOLATE: Le variabili indipendenti possono essere manipolate o non manipolate a seconda che il ricercatore possa controllarle o manipolarle attivamente e a piacere (dose di un farmaco, intensità della luce).
VARIABILI DI CONFUSIONE.
DI CONFUSIONE Variabile non prevista dal ricercatore che interviene tra la variabile indipendente e quella dipendente. Es.: frustrazione - aggressività
frustrazione depressione- aggressività
CONFONDENTE o DI DISTURBO(minaccia alla validità interna) E' una variabile che nasce da un errore metodologico del ricercatore (artefatto), e quindi non è controllata, che covaria con la V.I. ma è estranea ad essa. Es.: appartenenza politica conservatorismo
appartenenza politica o età ? conservatorismo
CONFUSA (minaccia alla val di costrutto) E' una variabile teoricamente non prevista dal ricercatore, e quindi non controllata, che covaria con la V.I. ed è intrinsecamente associata alla V.I. e alla sua operazionalizzazione. Es.: extra-comuitari - crimine
extra-comunitari - povertà - crimine
VARIABILI IN BASE ALL'ERRORE NELLA MISURAZIONE
ERRORI SISTEMATICI Sono variabili che inducono errori cha vano tutti nella stessa direazione (detti errori sistematici), a volte dovuti a errori del ricercatore nel pianificare la ricerca (scelta sbagliata dei soggetti, l'uso di una scala di misura sbagliata, ecc.).
Es: Bilancia tarata male
ERRORI CASUALI Errori dovuti alla situazione e alla condizioni in cui si fa la ricerca, ai soggetti, agli sperimentatori, ecc., che inducono fluttuazioni nei punteggi che vanno in una direzione o nell'altra, compensandosi.
Es.: rispondere ad un questionario quando si è affaticati,
euforici, felici, stanchi, ecc.
POSSIBILITA' DI OSSERVARE DIRETTAMENTE LA VARIABILE
VARIABILI LATENTI: variabile che non può essere osservata ma di cui si ipotizza l'esistenza.
VARIABILI MANIFESTI: variabili che possono essere osservate direttamente.
FASE 4: ANALISI DEI DATI: In questa fase vengono eseguite le elaborazioni descrittive sul campione, in forma grafica e test statistici.
FASE 5: DELL'INTERPRETAZIONE: il ricercatore interpreta i dati analizzati, verifica se i risultati danno risposta all'ipotesi di ricerca e se tale risposta contribuisce ad approfondire la conoscenza del problema.
FASE 6: FASE DELLA COMUNICAZIONE: i risultati raggiunti vengono comunicati con mezzi idonei.
COMUNICAZIONE, PRINCIPI DI RICERCA.
AIP: associazione italiana di psicologia
REFEREES: esperti in settore che valutano anonimamente l'articolo.
STRUTTURA DI UNA RICERCA PUBBLICATA:
TITOLI AUTORI E ISTRUZIONE DI APPARTENENZA: all'inizio dell'articolo sono indicati il titolo gli autori e le istruzioni di appartenenza degli autori. L'ordine degli autori indica l'importanza del contributo fornito da ciascun autore.
IMPACT FACTOR: per valutare l'importanza e la prestigiosità di una rivista.
L'ISTRUZIONE TEORICA: solitamente solleva le problematiche a volte irrilevanti e altre con ripercussioni sociali in cui si propone una breve rassegna della lettura per mostrare come altri autori a titolo diverso abbiano contribuito all'argomento.
Rimando: una frase che rimanda la discussione dettagliata di quel problema alla discussione fatta da altri autori.
METODO: sezione del metodo è schematica e riporta le informazioni e le modalità con cui la ricerca è stata condotta, lo stile linguistico è descrittivo.
Disegno di ricerca: e l' analisi dei dati indica che tipo di studio si sta conducendo e quali variabili sono state misurate, insieme ad esse vi è riportato il tipo di test statistico che è stato eseguito.
Soggetti: o campione fornisce delle informazioni di base sul numero e le caratteristiche del campione dei soggetti che fanno parte dell'esperimento.
Sezione misure: si descrivono tutte le variabili e la loro operazzionalizzazione.
Procedure: descrivono dettagliatamente lo svolgimento dell'esperimento.
I RISULTATI. Sono organizzati sullo schema delle ipotesi, vengono indicati gli indici delle analisi statistiche eseguite e gli indici descrittivi e le modalità di descrizione più appropriate come tabelle grafico ecc..
LA DISCUSSIONE E LE CONCLUSIONI: nelle discussioni e conclusioni il ricercatore mette in collegamento tutti i risultati che ha ottenuto collegando i risultati alle questioni di carattere generale fornendo le interpretazioni plausibili.
BIBLIOGRAFIA: nelle riviste scientifiche è la lista delle fonti da cui è tratta l'ispirazione anche concreta della ricerca.
ABSTRACT E LE PAROLE CHIAVE: è un riassunto brevissimo di circa 100-200 parole del contributo strutturato in maniera tale che in esso siano presenti gli scopi del contributo il metodo utilizzato, i principali risultati e un abbozzo di conclusione.
ETICA E RICERCA
La riflessione sui principi etici della ricerca su soggetti umani è distinta in tre fasi: 1 la presa di coscienza dei problemi, 2 elaborazione del codice etico, 3 i codici etici si diffondono e distinguono in diverse nazioni.
AMERICAN PSYCOLOGY ASSOCIATION: nel 1952 pubblicò il primo codice etico degli psicologi americani.
AIP: codice etico articolato in tre aree fondamentali, quella dei principi etici, quella delle norme etiche e quella delle modalità e degli organismi di controllo per il rispetto del codice.
I principi generali sono: 1-competenza dello psicologo ricercatore(chi svolge la ricerca deve essere consapevole delle proprie competenze e dei limiti di queste),
2-integrità(chi fa ricerca si deve qualificare esattamente per i titoli di studio e professionali),
3-responsabilità sociale.(impegnarsi, favorire la diffusione delle conoscenze preoccuparsi dell'immagine della psicologia).
NORME ETICHE :
consenso informato e la libertà della persona di ritirarsi dalla ricerca: necessario il consenso delle persone che partecipano alla ricerca e che devono essere informate in modo corretto su tutti gli aspetti della ricerca.
L'uso dell'inganno: quando l'obiettivo scientifico lo richieda e non sia possibile usare metodi alternativi.
Il rischio di danni permanenti : la ricerca non deve comportare alcun rischio di danni permanenti a chi vi partecipa.
La riservatezza: a chi partecipa deve essere garantita la possibilità dell'anonimato.
Protezione di chi partecipa: chi svolge la ricerca è responsabile del trattamento ricevuto.
Diffusione delle ricerche in sedi scientifiche: non devono essere presentati in alcuna sede
Divulgazione attraverso i media: chi svolge la ricerca è responsabile della divulgazione attraverso i media.
L'uso dei risultati: chi fa ricerca è impegnato a valutare l'adeguatezza delle sedi in cui presentare i risultati.
DEBRIEFING: è la procedura attraverso il quale il ricercatore informa il soggetto sulla reale natura dell'esperimento.
DUE ESEMPI DI RICERCA
LA RICERCA DI ZAMBARDO: la ricerca condotta da philip zimbardo sulla prigione simulata di Stanford è una dimostrazione dell'influenza che le situazioni in cui gli individui si trovano porta a trasformare la propria personalità. Costruì una finta prigione assegnando a caso alcuni studenti al gruppo delle "guardie" e altri a quello dei "prigionieri". L'esperienza riportata fu drammatica le guardie umiliavano i prigionieri in molti modi fino a far nascere il sospetto che non li vedessero più come uomini, e i prigionieri avvertivano un senso d'ansia depressione e agitazione. Disegno di ricerca: la variabile indipendente è il ruolo con l'assegnazione alla condizione "guardie" o prigionieri. Le variabili dipendenti erano le risposte dei soggetti ai questionari e l'osservazione diretta dei soggetti. Risultati: asimmetrie del comportamento reciproco i comportamenti delle guardi e dei prigionieri erano completamente diversi.
RICERCA DI DARLEY E BATSON: in cui analizzavano il comportamento delle persone in condizioni in cui la situazione richiede il loro intervento d'aiuto. Ipotesi 1 se una persona ha un vero sentimento religioso è più portata all'aiuto. Ipotesi 2 secondo la teoria della salienza una persona immersa in pensieri religiosi ha la probabilità di offrire aiuto più di una persona presa da altri pensieri. La ricerca fu strutturata in due sessioni in cui nella rima sessione collettiva vi era una somministrazione di 6 scale di religiosità(variabile indipendente) e nella seconda sessione individuale veniva chiesto di presentare due relazioni (dipendente).
Per la prima ipotesi l'analisi ha mostrato che non c'è alcuna correlazione tra le sei misure di religiosità e il comportamento di aiuto.
CONFEDERATO:collaboratore dello sperimentatore.
VALIDITA' DELLA RICERCA
VALIDITA': La validità è la solidità e l'attendibilità di un'indagine, ossia la vera corrispondenza tra mondo reale e conclusioni di una ricerca."migliore approssimazione disponibile alla verità o alla falsità delle conclusioni di una ricerca"
CINQUE ASPETTI DI VALIDITA':
VALIDITA' INTERNA: si ha validità interna quando la relazione tra le due variabili è di tipo casuale cioè quando si può provare che le modifiche della variabile indipendente (VI) causano quelle della variabile dipendente (VD), per essere casuale tale relazione deve avere due requisiti: una determinata direzione e l'esclusione di fattori di confusione.
Una relazione causale implica:
1) una direzione (A B);
2) esclusione dei fattori di confusione.
La prima viene dedotta o su base teorica o su base temporale. La seconda comporta il controllo di tutte le variabili potenzialmente in grado di influenzare la relazione causale, cioè tutte le variabili che minacciano la validità interna della ricerca. Il ricercatore deve quindi creare delle procedure per escludere tutte le altre possibili spiegazioni e perché la relazione trovata sia genuina
MINACCE ALLA VALIDITA' INTERNA:
EFFETTO STORIA: accadimento di un evento imprevisto che confonde la relazione tra variabile indipendente e variabile dipendente.. L'effetto storia può essere prodotto da due diversi tipi di variabili:
1. riferite all' ambiente sperimentale (luce, ecc.)
2. riferite al contesto esterno (evento d'attualità)
EFFETTO MATURAZIONE: cambiamenti sistematici delle persone, di tipo biologico o psicologico, che avvengono spontaneamente col trascorrere del tempo, attribuibili alla crescita o allo sviluppo degli stessi soggetti.
EFFETTO PROVE: E' dovuto al fatto che il soggetto ha partecipato a esperimenti precedenti o altre prove dello stesso esperimento, ed è dovuto all'apprendimento, alla pratica o alla familiarità che ha acquisito grazie ad essi. Critico nelle ricerche evolutivo o longitudinali.
EFFETTO STRUMENTAZIONE: Si verifica tutte le volte che si ci sono delle fluttuazioni nelle misurazioni
dovute sia al cambiamento dello strumento di misura sia all'uso che si fa dello strumento. Dipende perciò da:
strumenti e chi li somministra
REGRESSIONE STATISTICA: Quando si fanno più misurazioni della stessa variabile sugli stessi soggetti in diversi momenti, i soggetti che hanno dato uno punteggio estremo nella prima prova tendono a regredire verso la media nella seconda, cioè, nella prova successiva ottengono punteggi vicini ai valori medi del gruppo. dipende da fluttuazioni casuali (stato d'animo, motivazione, fatica, interazione esaminatore-esaminatore, ecc.), non legate all'effetto strumentazione. .
SELEZIONE: L'effetto selezione, in studi che presentano più gruppi, si riferisce ad una diversità nella
selezione dei gruppi che vengono utilizzati per fare i confronti. I gruppi, infatti, devono essere in tutto e per
tutto uguali eccetto che per la VI manipolata, altrimenti non posso attribuire ad essa l'effetto riscontrato.
MORTALITA': L'effetto mortalità si verifica quando alcuni soggetti che hanno partecipato al pre-test dell'esperimento si ritirano prima della fine dell'esperimento.INTERAZIONE TRA DIVERSI EFFETTI
METODI PER RIDURRE LE MINACCE: Controllo della costanza (si mantengono il più possibili costanti le condizioni di ricerca per tutti i soggetti per tutto il periodo sperimentale ad eccezione della VI)
Bilanciamento nella formazione dei gruppi si ottiene in tre modi: la randomizzazione, il pareggiamento e l'uso dei blocchi.
Abbreviare l'intervallo tra le prove
Far passare il pre-test per un evento ordinario (es., un compito scolastico).
VALIDITA' ESTERNA: La componente esterna della validità consiste nella possibilità di generalizzare le conclusioni a individui, tempi e luoghi diversi da quelli che il ricercatore ha considerato.
La generalizzazione a soggetti diversi è detta:Validità della popolazione
La generalizzazione a tempi diversi è detta: Validità temporale
La generalizzazione a luoghi diversi è detta: Validità spaziale o ecologica
Il modo migliore per ottenere validità esterna sarebbe replicare la ricerca modificando, volta per volta, i soggetti, i luoghi e i tempi.
In pratica, si cerca un campione rappresentativo.
Selezione dei soggetti della popolazione ed ampiezza del campione: o numerosità che è in diretta relazione con la probabilità che esso rappresenti l'intera popolazione di conseguenza più grande è il campione maggiore sarà la sua rappresentatività.
MINACCE ALLA VALIDITA' ESTERNA:
VALIDITÀ DI POPOLAZIONE: uso di categorie particolari di soggetti, come:
Studenti universitari ("fagioli")
Topi albini
Volontari
VALIDITÀ TEMPORALE:
Cambiamenti stagionali: quei cambiamenti che avvengono nella popolazione a intervalli regolari ad esempio la percentuale di incidenti automobilistici durante i mesi invernali.
Cambiamenti ciclici (ritmi circadiani): tutti gli organismi vanno soggetti a variazioni cicliche che possono interagire con le condizioni del trattamento sperimentale.
Cambiamenti della persona (es., voto): cambiamento delle caratteristiche degli individui nel tempo.
SIGGERIMENTI ER AUMENTARE LA VALIDITA' ESTERNA:
1. adoperare misurazioni non intrusive: valutazioni ricavate dal linguaggio del corpo
2. raccogliere i dati prima dell'esperimento:
3. evitare di dire il vero motivo della ricerca
o inganno
4. ricorrere a situazioni naturali
5. ricorrere a particolari disegni di ricerca
CAUTELE NELLA VALUTAZIONE:
Tenere presente che:
1. gli esperimenti non sempre sono condotti per generalizzare alla vita reale ma anche per altri scopi Esp. su uomini con occhiali giudicati più intelligenti se mostrati per soli 5 secondi
2. La componente di un esperimento da generalizzare riguarda il processo teorico che viene verificato.
3. Abbandonare il laboratorio non assicura meccanicamente validità esterna.
VALIDITA' DI COSTRUTTO: Un COSTRUTTO, in psicologia, è un concetto astratto che indica un complesso organizzato della vita psichica e che si riferisce a qualcosa di non osservabile direttamente (latente). Esempi: Intelligenza Ansia Affiliazione
Esso viene inferito attraverso alcuni indicatori.
ritmo del battito cardiaco, sudorazione delle mani, risposte a domande. Gli indicatori sono il frutto dell'operazionalizzazione del costrutto.
OPERAZIONISMO: Teoria sui concetti della scienza, elaborata da B.H. Brodie (1869) e più esplicitamente da Bridgman (1927)
Il significato di un concetto è dato dall'insieme di operazioni e dei processi mediante i quali esso viene applicato alla realtà Storicamente: comportamentismo Interpretazione più moderna: definizioni concettuali e operative quantificazione e misurazione dei costrutti. Per una buona validità di costrutto adeguata definizione teorica, adeguata definizione operativa, scelta adeguata degli indicatori.
MINACCE ALLA VALIDITA' DI COSTRUTTO: 1. insufficiente definizione teorica dei costrutti, selettività, non esaustività 2. inadeguata operazionalizzazione del costrutto, errori nell'operazionalizzazione 3. ambiguità delle variabili indipendenti effetto Hawthorne (ricerca che scopri l'influenza della consapevolezza dei soggetti).4- ambiguità delle variabili indipendenti in cui la variabile indipendente è del tutto aleatoria e quindi i risultati stessi perdono solidità.
METODI PER LA VALIDITA' DI COSTRUTTO: dare una definizione chiara, esplicita, definita ed esaustiva del costrutto e, in generale, dei costrutti che si vogliono misurare, facendo riferimento alla teoria
e alla letteratura ,eseguire delle verifiche empiriche dell'avvenuta manipolazione, cioè dei manipulation check.
MANIPULATION CHECK: (verifica della manipolazione)
TRAMITE INTERVISTE condurre delle interviste ai soggetti dopo aver condotto l'esperimento per assicurarsi che il costrutto è stato ben manipolato (Ash, 1956, sul conformismo)
TRAMITE INDICATORI EMPIRICI stabilire degli indicatori comportamentali atti a rilevare la manipolazione della VI (topi affamati).
VALIDITA' STATISTICA: La validità statistica intende verificare se il rapporto tra le variabili sperimentali è di tipo CASUALE o CAUSALE. Gli effetti osservati sono dovuti alla manipolazione della VI (causa) o sono dovuti semplicemente al caso?E' basata sulla teoria della probabilità e dell'inferenza statistica, cioè su quei procedimenti che consentono di valutare la variabilità dei fenomeni che avrebbero luogo se agisse solo il caso. Tali procedimenti confrontano: la variabilità dovuta al caso (teoria delle probabilità) la variabilità empiricamente osservata Esempio dei topi nei labirinti con più corridoi.
IPOTESI STATISTICHE: un'ipotesi statistica attribuisce determinate probabilità di comparsa ai singoli valori di una variabile; ad esempio la probabilità di ottenere 3 lanciando un dado è di 1/6.
Le ipotesi statistiche riguardano il valore dei parametri o la forma di una legge di distribuzione di una popolazione, della quale ci si pone di verificare la validità in base alle osservazioni delle unità (campione) appartenenti a tale popolazione o sui risultati di uno schema sperimentale. La teoria dei test di Neyman e Pearson in cui il test di un'ipotesi si svolge in quattro fasi: 1- nella prima si formulano due ipotesi statistiche, ipotesi nulla e ipotesi alternativa; 2- nella seconda riguarda la formulazione delle supposizioni ausiliarie queste consentono di dedurre una determinata grandezza d'esame e la rispettiva distribuzione delle probabilità. 3- si devono ricavare i campioni casuali da una o più popolazioni. 4- si definisce una zona di rifiuto cioè un campo di valori possibili della grandezza d'esame che ci si attende con minor probabilità in caso di verità dell'ipotesi nulla e con maggior probabilità in caso di verità dell'ipotesi alternativa.
MINACCE ALLA VALIDITA' STATISTICA: una minaccia che può portare a un errore di primo tipo si ha quando si afferma l'esistenza di una covariazione tra le due variabili sperimentali che in realtà non esiste. Minacce che portano ad un errore di secondo tipo sono la bassa potenza statistiche del test e la violazione degli assunti che stanno alla base dei test statistici. La bassa potenza compromette la sensibilità dell' indagine e la violazione degli assunti comporta la trasgressione delle norme fondamentali relative ai test statistici.
VALIDITA' ECOLOGICA: La validità ecologica è la possibilità di generalizzare i risultati della ricerca anche a contesti della vita quotidiana. STORIA:
BRUNSWIK '40: Disegno rappresentativo: replicare I risultati degli esperimenti di laboratorio nella vita reale LEWIN '40: Percezione soggettiva del soggetto sia del compito sia dell'ambiente dell'esperimento
BRONFENBRENNER '80: La validità ecologica è il grado con cui l'ambiente che I soggetti percepiscono
ha le caratteristiche che il ricercatore assume Rilevanza: utilità reale e potenziale della ricerca per risolvere problemi o per migliorare la vita delle persone
MINACCE ALLA VALIDITA' ECOLOGICA:Secondo la definizione di Brunswik tutti gli artefatti di laboratorio (ambiente poco familiare, oggetti sconosciuti o esotici, ecc.)
Secondo la definizione di Lewin.--> tutto ciò che impedisce allo sperimentatore di sapere come il soggetto percepisce la situazione ( imp. dei manipulation check).
CONTROLLO DEGLI EFFETTI DI DISTURBO
CONTROLLO SPERIMENTALE: indica la modalità di limitare o controllare le sorgenti di variabilità nella ricerca; consente quindi di affermare che i cambiamenti della variabile dipendente sono prodotti dalla manipolazione della variabile indipendente e non dall'influenza delle altre variabili.
STRATEGIE di CONTROLLO:
1. Generali (controllo in laboratorio)
2. Sugli effetti dei soggetti e dello sperimentatore (automazione delle istruzioni)
3. Mediante selezione e assegnazione dei soggetti (metodi di campionamento)
4. Degli effetti dell'ordine e della sequenza (controbilanciamento entro i soggetti e tra i soggetti).
STRATEGIE GENERALI
Caratteristiche della richiesta (demand characteristics): indizi in base ai quali il soggetto cerca di capire cosa si vuole da lui
Controllo della costanza (il laboratorio permette di mantenere costanti tutte le altre variabili che non sono eliminabili)
Follow up (il tempo è una delle variabili che deve essere controllata, il controllo eseguito ad una distanza di tempo dopo la fine dell'esperimento viene detto follow up. Alcuni esperimenti risentono dell'ora del giorno in cui sono eseguiti ed anche la durata della rova o degli intervalli tra le prove può provocare effetti di disturbo).
Attendibilità, validità, oggettività e sensibilità nella misura
(l'uso delle misure oggettive in cui una misurazione è obiettiva quando la somministrazione la determinazione e l'interpretazione dei punteggi sono indipendenti dal giudizio soggettivo dei singoli esaminatori; la sensibilità di uno strumento di misura si riferisce alla sua capacità di dare informazioni più o meno specifiche sul fenomeno studiato.)
Ripetizione dell'esperimento: esatta e sistematica (consente di aumentare l'affidabilità dei risultati dell'esperimento).
STRATEGIE DI CONTROLLO SU EFFETTI DEI SOGGETTI E DELLO SPERIMENTATORE
1-I soggetti possono essere influenzati dalle conoscenze che hanno sulla psicologia, sulla procedura sperimentale, dall'effetto diffusione.
2-L' effetto sperimentatore consiste nell'influenza che lo sperimentatore, inconsciamente o intenzionalmente, ha sui soggetti dell'esperimento.
Esp.di Schacter & Singer (1962) su sperimentatore euforico e depresso. In cui i soggetti venivano influenzati dall'umore dello sperimentatore.
STRATEGIE PER IL CONTROLLO
1-Singolo cieco: si tengono i soggetti all'oscuro delle ipotesi e delle condizioni in cui sono messi;
Doppio cieco: anche i collaboratori dello sperimentatore ne sono all'oscuro;
3-Placebo: farmaco o trattamento che ha solo in apparenza le caratteristiche di quello somministrato al gruppo sperimentale;
4-Automazione delle istruzioni (hanno trovato che le istruzioni scritte rispetto a quelle orali annullano l'effetto di disturbo dovuto alla presenza dello sperimentatore; un sistema assai efficace è di automatizzare le istruzioni da impartire ai soggetti quindi possono essere scirtte o comunicate tramite registrazione.);
Tecnica dell'inganno (si fa credere ai soggetti che la situazione sia qualcosa di diverso da quella sperimentale)
Esperimenti di Darley & Batson (1973), di Asch (1956), di Milgram (1936).
LO STUDIO DI ASCH SUL CONFORMINSMO: il conformismo definito come il potere di un gruppo di persone di spingere un soggetto a conformarsi alle regole sociali del gruppo. Lo scopo generale di asch consistenva nell'individuare le condizioni che portano i soggetti a conformarsi, nell'esperimento il soggetto sperimentale viene posto in un gruppo di 8 persone in tutto in cui ciascuno doveva dare giudizi sulla lunghezza di una linea in compito preciso consisteva nell'individuare quale delle tre linee del gruppo B corrispondeva a quella del gruppo A i risultati furono che 1-c'erano grandi differenze individuali, 2- l'effetto maggioranza non era presente e 3 nel gruppo sperimentale c'era un movimento marcato di adesione ai giudizi della maggioranza.
CONTROLLO SU SELEZIONE E ASSEGNAZIONE DEI SOGGETTI.
Un' accurata selezione dei soggetti assicura due aspetti fondamentali di una ricerca: a) l'equivalenza dei gruppi, b) la possibilità di generalizzare i risultati alla popolazione. Supponiamo che un ricercatore voglia stabilire le condizioni dell'ambiente ideale in cui lavora un certo tipo di impiegati e costruisce tre condizioni
C1 tradizionale, C2 innovativo-tecnologica, C3 innovativo-ambientale. In seguito vi è: 1- selezione dei soggetti dalla popolazione e 2- assegnazione dei soggetti ai gruppi.
METODI DI SELEZIONE DEI SOGGETTI "RAPPRESENTATIVITA'"
Per generalizzare i risultati da un campione ad una popolazione, il campione deve essere rappresentativo della popolazione. Cosa significa " rappresentativo" ? Significa che il campione deve riflettere adeguatamente le caratteristiche della popolazione. In altri termini: le caratteristiche della popolazione ( sesso, età, intelligenza, classi sociali, atteggiamenti, affiliazioni politiche, religione, etc. ) devono essere presenti nel campione nelle stesse proporzioni presenti nella popolazione. Più il campione è numeroso maggiore è la probabilità che sia rappresentativo.
Popolazione bersaglio: popolazione completa cioè l'universo
popolazione accessibile: quella che il ricercatore può avvicinare, per esempio gli impiegati della regione.
I TRE METODI DI CAMPIONAMENTO
1. Campionamento casuale Un campione si dice casuale quando ogni soggetto della popolazione ha la
stessa probabilità di essere scelto per far parte del campione.
Con ripetizione o reinserimento. (ogni elemento della popolazione può essere osservato più volte in quanto dopo ogni estrazione, viene reinserito nell'insieme d'origine)
Senza ripetizione(nessun elemento estratto viene reinserito come nella tombola)
2. Stratificazione Un campione è stratificato quando la popolazione viene suddivisa in tante parti,
dette strati, sulla base delle variabili considerate critiche per i soggetti, e da ognuna di queste parti viene compiuta un'estrazione casuale. Le variabili critiche per i soggetti sono, ovviamente, le variabili che si suppone influenzino la VD. Possono essere prese in considerazione più variabili critiche. contemporaneamente.
3. Campionamento ad hoc: Si dice campione ad hoc quel campione formato da soggetti facilmente accessibili e disponibili a partecipare alla ricerca e, quindi, non estratti casualmente da alcuna
popolazione. Si può generalizzare solo (1) con cautela e con riserva e (2) a persone che hanno le stesse caratteristiche del campione.
ASSEGNAZIONE DEI SOGGETTI AI GRUPPI 3 METODI:
1. Assegnazione casuale: Si parla di assegnazione casuale quando ogni soggetto estratto dalla
popolazione ha la stessa probabilità di capitare nell'una o nell'altro gruppo.
Il campione deve essere numeroso. A) controlla le minacce alla validità interna e esterna, B) mantiene sotto controllo simultaneamente più variabili.
2. Pareggiamento, appaiamento (matching): E' un metodo di assegnazione dei soggetti alle condizioni che permette di costruire campioni bilanciati. Utile quando si hanno pochi soggetti.
Come si fa?
1) si dispongono i soggetti in ordine crescente sulla base di una (o più) variabili ( per es., l'età)
2) si formano delle coppie di soggetti in base all'ordine precedente (i due più giovani, poi i due appena più
grandi,.)
3) i membri della coppia vengono assegnati a caso nell'uno o nell'altro gruppo (dei due più giovani, uno va ad un gruppo, l'altro va all'altro gruppo,.)
3. Metodo dei blocchi: E' un metodo che permette di suddividere i soggetti in gruppi, detti blocchi, ciascuno
corrispondente ad un livello di una variabile che si ritiene influenzi la VD. Es. suddividere il campione in tre blocchi sulla base del QI ed assegnare casualmente a ciascun gruppo i soggetti dei blocchi
4. Soggetti come controllo di sé stessi: metodo in cui si sottopone ciascun soggetto a ciascuna condizione dell'esperimento cioè si adotta la tecnica del disegno entro i soggetti in questo modo la validità proveniente dalle differenze tra i soggetti viene ridotta.
EFFETTI DELL'ORDINE E DELLA SEQUENZA:
Effetto dell'ordine:
E' dovuto all'ordine delle condizioni, indipendentemente dalla specificità delle condizioni stesse (posizione).
Es. A B B è alterata dal fatto di essere svolta per seconda
CONTROLLO: ogni prova si deve realizzare lo stesso numero di volte in ogni posizione
Effetti della sequenza:
E' dovuto al tipo di prova che precede la prova in questione
Es. A B B è alterata dalla presentazione precedente di A
CONTROLLO: ciascuna prova deve essere preceduta/seguita lo stesso numero di volte da qualsiasi altra prova.
ESPERIMENTO: si supponga di dover condurre un esperimento in cui la variabile indipendente sia la velocità di presentazione di sillabe senza senso queste siano disposte casualmente in 3 liste e il soggetto abbia il compito di imparare in modo sequenziale la prima lista in cui le sillabe sono rappresentate in 7 secondi, poi la seconda in 4 secondi e in fine l'ultima in 2 secondi. In questo esempio l'ordine ha un effetto di facilitazione facendo aumentare la performance dei soggetti nelle prove successive.
Effetto sequenza o residuale: è dovuto alla parziale dipendenza di una condizione sperimentale da quella che la precede, o residuale perché indica il cambiamento temporaneo del comportamento del soggetto.
CONTROBILANCIAMENTO:
Il controbilanciamento delle prove o delle condizioni consiste nel sottoporre il soggetto a diverse sequenze/ordini di prove.
2 TIPI DI CONTROBILANCIAMENTO:
-TRA GRUPPI: Ogni gruppo viene sottoposto a una sequenza di prove diversa ES: 2 gruppi per AB e BA
-ENTRO I GRUPPI: Ogni soggetto viene sottoposto a tutte le sequenze delle prove ES: a tutti AB e BA
Il controbilanciamento si dice inoltre completo o incompleto a seconda che si sottopongano al soggetto tutte le possibili combinazioni tra le prove o solo alcune di esse, selezionate sulla base delle considerazioni su quali effetti (sequenza o ordine) siano più minacciosi.
CONTROBILANCIAMENTO TRA I GRUPPI COMPLETO:
Il controbilanciamento completo è in teoria il migliore, ma è difficile da realizzare. Infatti:
2 prove (A, B) 2 sequenze: AB BA
3 prove (A, B, C) 6 sequenze: ABC, BCA, CBA, ACB, BAC, CAB
4 prove (A, B, C, D) - 24 sequenze!
5 prove (A, B, C, D, E) 120 sequenze!
6 prove (A, B, C, D, E, F) 720 sequenze!
Utilizza tutte le combinazioni possibili e sottopone ciascuna di esse ad un gruppo diverso. Se abbiamo due prove A e B a metà dei soggetti viene somministrata casualmente la prova AB e all' altra metà BA. Quando ci sono tre prove le sequenze possibili sono sei (A,B,C,) ABC, BCA, CBA, ACB, BAC, CAB. E cosi via
CONTROBILANCIAMENTO TRA I GRUPPI INCOMPLETO:
Il controbilanciamento incompleto fornisce delle sequenze idonee a controllare determinati effetti dannosi in disegni di ricerca con più prove.
IL QUADRATO LATINO
Sequenze |
GRUPPO 1 A B C D |
GRUPPO 2 B C D A |
GRUPPO 3 C D A B |
GRUPPO 4 D A B C |
Nel controbilanciamento incompleto vengono adoperate tutte le possibili combinazioni di prove una di queste è la tecnica chiamate quadrato latino, deve attenersi a due criteri a) ogni prova deve apparire un uguale numero di volte in ogni posizione, b) ogni prova precede sempre un tipo di prova e seguire un altro tipo di prova un uguale numero di volte. Se si conduce un esperimento per determinare la performance dei soggetti in quattro compiti diversi (A,B,C,D) se ogni soggetto facesse le prove nello stesso ordine i dati su ogni prova sarebbero alterati per cui è necessario controbilanciare le quattro prove. (le lettere indicano le prove). Ogni prova deve essere preceduta e seguita da ogni altra prova uno stesso numero di volte (A è seguita da B 3 volte, B da C 3 volte,C da D 3 volte)ma ogni prova è sempre in una posizione differente.
QUADRATO LATINO BILANCIATO.
Ciascuna condizione è immediatamente preceduta per una sola volta da ogni altra condizione, in questo caso l'effetto di contrasto dovuto ad A si verifica sia su B (prima sequenza) sia su C (seconda sequenza), sia su D (terza sequenza)o non si verifica (quarta sequenza) ciò è efficace quan do gli effetti di sequenza riguardano combinazioni di due prove.
Sequenze |
GRUPPO 1 A B C D |
GRUPPO 2 B D A C |
GRUPPO 3 C A D B |
GRUPPO 4 D C B A |
Controlli:
Il quadrato latino controlla gli effetti dell'ordine ma non della sequenza.
Il quadrato latino bilanciato controlla sia gli effetti dell'ordine sia quelli della sequenza
CONTROBILANCIAMENTO ENTRO I GRUPPI COMPLETO
Anche per il controbilanciamento entro i gruppi si può adottare una strategia completa, solo che ogni soggetto sarà sottoposto tutte le sequenze.
2 prove (A, B) 2 sequenze: AB BA
3 prove (A, B, C) 6 sequenze: ABC, BCA, CBA, ACB, BAC, CAB
4 prove (A, B, C, D) 24 sequenze!
5 prove (A, B, C, D, E) 120 sequenze!
6 prove (A, B, C, D, E, F) 720 sequenze!
Il controbilanciamento entro i soggetti si esercita sottoponendo ciascun soggetto a tutte le prove più volte e in diverse combinazioni. Se gli esperimenti richiedono che ciascuno stimolo sia presentato molte volte la soluzione è la randomizzazione, randomizzare l'ordine delle prove per ciascun soggetto. Un modo di controllare gli effetti del solo ordine è il cosiddetto controbilanciamento inverso che consiste nel sottoporre ogni soggetto a tutte le prove prima in un ordine e poi nell'inverso.
ENTRO I GRUPPI INCOMPLETO:
QUADRATO LATINO
Sequenze |
1° VOLTA A B C D |
2° VOLTA B C D A |
3° VOLTA C D A B |
4° VOLTA D A B C |
QUADRATO LATINO BILANCIATO
Sequenze |
1° VOLTA A B C D |
2° VOLTA B D A C |
3° VOLTA C A D B |
4° VOLTA D C B A |
ALTRE TECNICHE DI CONTROBILANCIAMENTO ENTRO I GRUPPI (oltre a Completo e Incompleto):
-Randomizzazione dell'ordine delle prove per ciascun soggetto (se tante): ACABBACA.
-Randomizzazione dell'ordine delle prove, uguale per ciascun soggetto.
-Controbilanciamento inverso: -2 prove: AB BA -3 prove: ABC CBA
-Randomizzazione a blocchi: Es. 3 blocchi, ciascuno costituito da tutte le prove ma scelte casualmente: CDBA-BDAC-ADCB.
La distinzione tra disegni di ricerca
ESISTONO 3/4 TIPI DI DISEGNI DI RICERCA:
Metodi descrittivi
Veri esperimenti
Quasi-esperimenti
I METODI DESCRITTIVI permettono di identificare e descrivere accuratamente singole variabili relative a un
comportamento o un fenomeno ed eventuali loro relazioni. Scopo: A - B
I VERI-ESPERIMENTI consentono di avere un controllo completo su tutte le variabili della ricerca: sul chi, sul che cosa, sul quando, sul dove e sul come. Il controllo sul chi i soggetti possono essere assegnati alle condizioni in modo casuale. Scopo: A B
I QUASI-ESPERIMENTI non permettono un controllo completo sugli aspetti precedentemente elencati. Per
esempio, certe variabili non possono essere manipolate ma solo controllate o prese da raggruppamenti che esistono in natura. Scopo: A B ma.
METODI DESCRITTIVI
Tecniche che permettono di identificare e descrivere accuratamente le variabili di un comportamento o di un fenomeno ed eventuali loro relazioni. Molto usate Utili per analisi preliminari
PRINCIPALI METODI DESCRITTIVI
1. Ricerca d'archivio
2. Osservazione naturalistica
3. Casi singoli
4. Ricerche correlazionali
5. Studi longitudinali e trasversali
6. Inchiesta
7. Meta-analisi
RICERCA D'ARCHIVIO
La ricerca d'archivio si basa sull'analisi dei dati d'archivio, cioè dati costituiti da osservazioni o misure raccolte da persone diverse dal ricercatore, spesso a fini diversi, e conservati in appositi archivi (es., imitazione dei suicidi).
Ha due scopi: Descrivere i fenomeni Individuare relazioni senza pretesa causale
VANTAGGI:
1. Non esiste l'effetto di reattività
2. Unico mezzo di verifica su fenomeni passati
3. Richiede spesso poche risorse
LIMITI:
1. I dati sono archiviati in base a criteri diversi (selettività dell'archivio)
2. Affidabilità scarsa o sconosciuta nella raccolta delle osservazioni
3. Sopravvivenza selettiva dei dati (mortalità)
OSSERVAZIONE NATURALISTICA
L'osservazione naturalistica è una tecnica che permette di raccogliere dati sul comportamento delle persone senza interferire sul loro modo di comportarsi (es., posizione del corpo all'incontro, interruzioni).
VANTAGGI:
1. Non intrusività: il ricercatore non manipola le variabili e rimane in disparte
2. Mancanza di artificialità: presenza di un ambiente naturale (validità esterna)
3. Individua il fluire del comportamento
LIMITI:
1. Non individua le cause (troppe variabili)
2. Tempi lunghi
OSSERVAZIONI:
Libera (qualitativa)
Sistematica
Formato dei dati:
EVENTI: A B A B.(se mi interessa sapere la frequenza del comportamento di "pianto" e di "riso" di un neonato registrerò solo l'accadimento in sequenza di questi comportamenti)
STATI: A=2 B=3 A=3 B=5.(oltre a rilevare i comportamenti ne rilevo anche la durata)
EVENTI TEMPORALI: in più: puntuali e sistemi di codifica non mutuamente esclusivi (registrano oltre la durata anche i comportamenti di frequenza)
INTERVALLI: A, B, A, B.(il ricercatore stabilisce in anticipo per esempio un intervallo di 10 sec e allo scadere di questi o all'interno dell'intervallo ne esegue la codifica.)
COMPORTAMENTO MOLARE E MOLECOLARE
COMPORTAMENTO MOLARE Comportamento dotato di senso e di intenzionalità da parte di chi lo compie, caratterizzato dal vissuto e indicativo dello sviluppo e del grado di maturità del soggetto.
COMPORTAMENTO MOLECOLARE Comportamento immediato, irriflessivo e breve (sorriso, tosse).
STUDIO DI CASI SINGOLI
Lo studio di casi singoli consiste nell'analisi intensiva del comportamento di una singola persona, attraverso colloqui, che confluisce in una descrizione, organizzazione e integrazione dei fatti, e che è guidata dalla teoria.
Utilità del caso clinico:
1. Unicità del caso
2. Illustrazione di questioni teoriche
3. Illustrazioni di tecniche terapeutiche
VANTAGGI:
1. Fecondi di informazioni e spunti per ipotesi
LIMITI:
1. Selettività del ricercatore
2. Da non confondere con gli esperimenti su singoli individui.
RICERCHE CORRELAZIONALI
La ricerca correlazionale è volta a determinare il grado di relazione tra due variabili, in genere, non manipolate, né controllate dal ricercatore. Per esempio, relazione tra svezzamento dei bambini e problemi di adattamento da adulti.
-Relazione spuria e problema della terza variabile.(a volte la correlazione riscontrata tra due variabili può dipendere dall'influenza di una terza variabile, nell'esempio della correlazione trovata tra uso di ombrelli e uso di impermeabili è ovvio che sia dovuta alla terza variabile e cioè alla pioggia )
Direzionalità: Non è nota la direzione della relazione (es. degli studenti bravi e università più importanti, sono le università che rendono bravi gli studenti o gli studenti migliori che scelgono le università migliori?).
Una correlazione non è una relazione causa-effetto.:la ricerca correlazionale non porta ad affermazioni casuali poiché non implica la manipolazione delle variabili e non comporta alcun controllo della situazione in cui queste si manifestano.
La ricerca correlazione è spesso un precursore della ricerca sperimentale e permette di testare delle ipotesi
in quei contesti in cui per motivi etici non è possibile fare ricerca.
STUDI LONGITUDINALI E TRASVERSALI Gli studi longitudinali e quelli trasversali analizzano i cambiamenti nello sviluppo che si manifestano nel tempo, con modalità di approccio diverse.
STUDI LONGITUDINALI: Gli studi longitudinali studiano le stesse caratteristiche dello stesso gruppo di soggetti in due o più momenti diversi nel tempo.(gli studiosi seguono nel tempo solo un gruppo o una coorte di persone così tutti gli individui del gruppo mostrano uno sviluppo omogeneo) GRUPPO X1 X2 X3
STUDI TRASVERSALI:
Gli studi trasversali studiano le stesse caratteristiche di due gruppi diversi di soggetti, ciascuno ad un
livello evolutivo diverso rispetto all'altro.
GRUPPO 1 (poco evoluto) X1
GRUPPO 2 (mediamente evoluto) X2
GRUPPO 3 (molto evoluto) X3
Permettono anche studi sperimentali.
INCHIESTA o SURVEY
L'inchiesta è una tecnica descrittiva molto usata consistente nel porre domande ad un campione
rappresentativo di soggetti di una popolazione un certo numero di domande su fenomeni che si vogliono investigare, di solito attraverso questionari postali, intervista orale o telefonica. Generalmente indaga conoscenze, modi di vita, opinioni e atteggiamenti delle persone su temi sociali oppure l'impatto di nuove politiche (es., introduzione dell'informatica nell'insegnamento).
L'inchiesta è più approfondita del sondaggio (mira a verificare ipotesi teoriche)
-Realizzazione in uno stesso momento
-Uso di insieme ordinato di (poche) domande
Uso di classificazione delle risposte
VANTAGGI:
1. Quantificazione e analisi statistica
2. Facilità con cui si ottiene la rappresentatività
del campione (numerosità)
LIMITI:
1. Difficoltà e costi della tecnica
2. Superficialità delle risposte
3. Onerosità delle condizioni per l'affidabilità.
META-ANALISI
La meta-analisi è un approccio quantitativo che ha lo scopo di integrare i risultati di numerose ricerche precedenti relative alla stessa tematica.
Prima della meta-analisi:
Rassegna della letteratura di ricerca:
Raccolta di tutte le ricerche su un tema
Valutazione della correttezza metodologica
Conclusioni basate sui risultati convergenti delle migliori ricerche.
La meta-analisi invece si basa su analisi statistiche dei risultati delle ricerche.
2 tipi di meta-analisi:
esistono due classi di meta-analisi
1. basata sul valore della probabilità del test statistico (p): ricava una p dalla combinazione delle p di ciascuna ricerca.(il primo caso si basa sulla significatività delle ricerche cioè sulla probabilità "p" di accadimento del valore della statistica calcolata, assumendo come vera l'ipotesi nulla.)
2. basata sulla grandezza dell'effetto: ricava un indice di grandezza dell'effetto combinato di tutti gli indici di grandezza di ciascuna ricerca.(si supponga di condurre una ricerca per analizzare l'efficacia di un tipo di terapia sulla depressione, e si voglia verificare se il trattamento ha prodotto l'effetto serato o meno e l'ampiezza di tale effetto. Se sono state condotte diverse ricerca sull'argomento probabilmente è risultato che l'ampiezza di questo effetto è diversa da una ricerca all'altra).
LIVELLI DI COSTRIZIONE: condizionamenti legati alla ricerca tra cui la natura del problema da indagare, la quantità e il tipo di informazioni disponibili su esso.
I VERI ESPERIMENTI
I veri-esperimenti consentono di avere un controllo completo su tutte le variabili della ricerca: sul chi, sul
che cosa, sul quando, sul dove e sul come.
SCALETTA:
Disegni pre-sperimentali (non veri esperimenti)
Disegni con una sola VI (Variabile indipendente)
Disegni between (tra i gruppi)
Disegni within (entro i gruppi)
Disegni con più di una VI
-Disegni fattoriali.
DISEGNI PRE-SPERIMENTALI Illustrazione dei tre disegni pre-sperimentali.
a) Disegno con un solo gruppo ed una sola prova: |
Pre-test Trattamento Post-test |
Gruppo no sì sì |
b) Disegno con un solo gruppo e due prove: |
Pre-test Trattamento Post-test |
Gruppo sì sì sì |
c) Disegno con una sola prova ed un gruppo di controllo non equivalente |
Pre-test Trattamento Post-test |
1° Gruppo (NR) no sì sì |
2° Gruppo (NR) no no sì |
Nota: Con la sigla NR si intende che il gruppo Non è Randomizzato. |
I disegni pre-sperimentali sono utilizzati per esplorare nuovi problemi o per mettere a punto eventuali nuove ipotesi.
Secondo i tre piani: nel primo disegno con un solo gruppo ed una sola prova: si tratta di un piano in cui viene eseguito il trattamento e il post-test ad un solo gruppo di soggetti. (si supponga che un preside di una scuola voglia velocizzare la lettura dei suoi studenti, egli misurerà la velocità solo dopo aver applicato il nuovo metodo).
Disegno con un solo gruppo e due prove:simile al precedente ma ha in più la prova preliminare, quindi sia prima del trattamento che dopo.
Disegno con due gruppi non equivalenti ed una sola prova: comprende un gruppo di confronto, in questo disegno un gruppo di soggetti viene sottoposto al trattamento e l'altro no; la variabile indipendente comprende in questo caso due livelli: la sua presenza e la sua assenza.
DISEGNI CON UNA VI
DISEGNI TRA I GRUPPI (o I SOGGETTI):
ogni soggetto (o ogni gruppo) viene sottoposto ad una sola condizione sperimentale, per cui si avrà una sola
prestazione e un solo punteggio per ogni soggetto. Il numero delle misurazioni corrisponderà al numero dei
soggetti.
-La VI viene manipolata tramite GRUPPI
DISEGNI ENTRO I GRUPPI o (I SOGGETTI): esiste un solo gruppo di soggetti che vengono sottoposti
a tutte le condizioni sperimentali
-La VI viene manipolata tramite CONDIZIONI
Disegno TRA i gruppi Disegno "classico" e sue variazioni.
a) Disegno "classico" o tra gruppi indipendenti
Pre-test Trattamento Post-test
G.S. (R T1 sì T2
G.C. (R) T1 no T2
Nota: Con la sigla R si intende che il gruppo è Randomizzato.
b) Disegno con tre gruppi indipendenti e tre condizioni.
Pre-test Trattamento Post-test
1° G.S. (R) T1 Xa T2
2° G.S. (R) T1 Xb T2
3° G.C. (R) T1 no T2
NB: si confrontano i T2.
Il disegno classico comporta la presenza di due gruppi randomizzati, due prove, e il trattamento per un solo gruppo. Così un gruppo sperimentale randomizzato(Gsr)viene sottoposto al pre test, al trattamento e al post-test, ed un gruppo di controllo randomizzato esegue il pre-test ed il post-test ma non subisce il trattamento.
Si scelgono i soggetti da una popolazione, si assegnano i soggetti in uguale numero al gruppo sperimentale e a quello di controllo mediante randomizzazione, sia i soggetti del gruppo sperimentale che quelli del gruppo di controllo vengono sottoposti al pre-test (T1) il trattamento viene applicato solo al gruppo sperimentale, si sottopongono i due gruppi al post-test (T2) e si trovano le medie dei punteggi si confrontano e si applica un test statistico.
Disegno di Solomon
Tab. 8.3. Il disegno di Solomon.
Pre-test Trattamento Post-test
1° G. (R) T1 sì T2
2° G. (R) T3 no T4
3° G. (R) no sì T5
4° G. (R) no no T6
Richiede quattro gruppi di soggetti, comporta un doppio esperimento eseguito con il pre-test e uno senza.
Il primo gruppo viene sottoposto ad ambedue le prove e al trattamento, il secondo esegue ambedue le prove ma non la condizione sperimentale, il terso gruppo viene sottoposto al trattamento e alla seconda prov, il quarto gruppo esegue solo il post-test, tutti i gruppi devono essere randomizzati.
PIANI ENTRO I GRUPPI CON UNA SOLA VARIABILE INDIPENDENTE
I disegni entro i gruppi comportano che tutti i soggetti siano sottoposti a tutte le condizioni sperimentali (disegni a misure ripetute).
Piano a misure ripetute con due prove ed una sola variabile indipendente.
Pre-test Trattamento Post-test
Condizione S. Si sì sì
Condizione C. sì no sì
Le modalità di attuazione sono: ogni soggetto è sottoposto a tutti i livelli della variabile indipendente; ogni soggetto viene valutato più di una volta sulla variabile dipendente; il confronto critico consiste nel calcolare la differenza dei punteggi attenuti dai soggetti nelle due o più condizioni sperimentali.
Il disegno entro i soggetti presenta i seguenti vantaggi: garantisce l'equivalenza dei gruppi rispetto a variabili importanti (livello di intelligenza); è molto più sensibile agli effetti della variabile indipendente; l'attuazione corretta di questo piano comporta un numero di soggetti inore di un disegno tra i gruppi; l'efficacia di questo disegno è aumentata dal fatto che non è necessario impartire istruzioni più volte perchè ad essere sottoposti a più condizioni sono gli stessi soggetti.
Tab. 8.5. Disegno controbilanciato (o "quadrato latino" bilanciato)
Ripetizioni Livelli di trattamento
Xa Xb Xc Xd
1° volta A B C D
2° volta B D A C
3° volta C A D B
4° volta D C B A
X(a) X(b) X(c) X(d)
Il piano controbilanciato entro i soggetti viene adoperato quando ci si trova di frote alle seguenti situazioni: non è possibile assegnare casualmente i soggetti ai vari livelli del trattamento perchè i gruppi devono rimanere intatti; i livelli della variabile indipendente sono più di uno; il numero dei soggetti è limitato; non si applica il pre-test. La procedura è: ogni gruppo di soggetti (A,B,C,D) viene sottoposto ad una variazione della variabile indipendente (cioè delle quattro condizioni Xa, Xb, Xc,Xd) una di queste condizioni potrebbe essere di controllo cioè con assenza di trattamento. Vi sono quattro livelli di trattamento: ogni gruppo viene posto ad un livello differente per volta; ogni condizione di trattamento precedente e segue ogni altra condizione in uguale numero di volte. Quando terminano le sessioni viene calcolata la media di ogi variazione X per giascuna colonna, il confroto tra le medie rileva l'effetto che le condizioni del trattamento hanno avuto sui rendimenti dei gruppi.
DISEGNI CON Più VI O DISEGNI FATTORIALI.
Nella ricerca psicologica molto spesso è necessario analizzare l'effetto combinato di due o più variabili indipendenti per poter spiegare un fenomeno. In tal caso ci si trova di fronte ai cosiddetti disegni fattoriali. In un disegno fattoriale la variabile dipendente è sempre quantitativa e la tecnica statistica adeguata per tali disegni è detta analisi di varianza.
ESEMPIO Si supponga di voler chiarire le ragioni per cui certi bambini hanno paura del buio quando alla sera vengono messi a letto, intevistati i genitori e i bambini, il fatto che i bambini non abbiano sempre paura fa supporre che tale reazione emotiva non sia dovuta al buio (variabile indipendente "buio" con due livelli buio e illuminazione) ma anche con qualche altro motivo: l'attività immaginativa dei bambini (seconda variabile indipendente con due livelli: immagini di paura e neutre).
CARATTERISTICHE DEIDISEGNI FATTORIALI: per la presenza di due o più variabili indipendenti; per la presenza eventuale dell'effetto esclusivo di ciascuna variabile indipendente sulla dipendente (effetto principale).; per la presenza eventuale dell'effetto dovuto contemporaneamente alle due o più VI.
EFFETTI PRINCIPALI: in metodologia si parla di interazione tra variabili quando l'effetto di una variabile indipendente risulta diverso nei differenti livelli dell'altra VI.
ESEMPIO: il gruppo che beve vino rosso ha un'ubriacatura di +2 mentre quelli con il vino bianco è di +3 se si misciano entrambi i vini comporta un livello maggiore di ubriacatura. Per verificare ciò si può realizzare un disegno fattoriale 2x2 "vino bianco" (si,no) x "vino rosso (si,no)e misurare il livello di ebbrezza dei soggetti. Se l'effetto congiunto de bere entrambi i vini produce un effetto di +5 mischiare i vini porta allo stesso livello di ubriacatura; se il livello è di +8 i due fattori hanno un effetto reciproco rafforzante sulla VD (effetto interattivo).
I possibili esiti:
Esiti: Interpretazione
1) Nessun effetto I fattori non hanno effetto sulla variabile dipendente
2) A Esiste solo un effetto principale di A
3) B Esiste solo un effetto principale di B
4) A + B Esistono solo i due effetti principali di A e B (azione sommativa)
5) A x B Esiste solo l'effetto di interazione tra A e B (azione interattiva)
6) A + (A x B) Esiste l'effetto principale di A e l'effetto interattivo di A e B
7) B + (A x B) Esiste solo l'effetto di B e l'effetto interattivo di di A e B
8) A + B + (A x B) Esistono i due effetti principali e l'effetto interattivo di A e B
Per ogni effetto (A, B, AxB) esiste un'ipotesi nulla e un'ipotesi alternativa
Il fattore "vino rosso " sia detto A e il fattore " vino bianco" sia detto B. Se accade 1 si dimostra che i vini, non hanno effetto. In 2 solo il vino rosso induce ebbrezza in 3 solo il vino bianco in 4 entrambi inducono ebbrezza ciascuno indipendente dall'altro; anche in 5 entrambi inducono ebbrezza ma combinandosi in maniera interattiva per influezare il livello di ebbrezza i questo caso da soli non hanno effetto ma insieme si(interazione atagonista), nell'8 insieme producono un effetto maggiore della somma dei singoli effetti principali.
Lessico:
I disegni fattoriali con 2 VI (A e B) si dicono AxB
I disegni fattoriali con 3 VI (A, B, C) si dicono AxBxC
E così via
In più si indicano i livelli delle variabili:
2x2: disegno con 2 var ognuna con 2 livelli
2x3: disegno con 2 var, la prima con 2 livelli e la seconda con 3
3x4x2: disegno con 3 var, la prima con 3 livelli, la seconda con 4 e la terza con 2
E così via.
I QUASI-ESPERIMENTI
E' possibile:
1formulare ipotesi causali
determinare le VI ma non manipolarle
. attuare la verifica delle ipotesi
. includere alcuni controlli sulle minacce
assegnare i soggetti alle condizioni ma non casualmente.
3 PIANI SPERIMENTALI:
1. Con gruppo di controllo non equivalente
2. A serie o sequenze temporali interrotte
3. Simulati prima-dopo
1. Disegni con gruppo di controllo non equivalente
Ricordare il disegno "classico" o tra gruppi indipendenti
Pre-test Trattamento Post-test
G.S. (R) T1 sì T2
G.C. (R) T1 no T2
Piani che hanno un procedimento simile a quelloclassico ad eccezzione del fatto che i soggetti non sono assegnati ai gruppi in modo casuale e vengono sottoposti a test e pre test:
Disegno con gruppo di controllo non equivalente
Pre-test Trattamento Post-test differenza
G.S. (NR) T1 sì T2 T2 - T1
G.C. (NR) T1 no T2 T2 - T1
I due principali problemi posti dai disegni con gruppi non equivalenti sono: la mancanza di equivalenza dei gruppi e l'impossibilità di controllare con l'assegnazione casuale tutte la variabili parassite.
Si sottopongono i due gruppi al pre-test poi al post-test, si calcolano le differenze tra i punteggi di ogni gruppo T1-T2 e si applica un approccio test statistico per verificare se vi è una differenza significativa tra le differenze dei due gruppi.
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